Prosa e racconti brevi

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Sì Lin ti dicevo che l'intervento del narratore dà fastidio a me personalmente, ma io sono cagacazzi di mio:mrgreen:
Sulla semplicità invece ti appoggio, non c'è prosa più bella di quella che fila liscia senza tanti orpelli e ghirigori inutili.
 

Lin89

Active member
A vampire's dream! Ma brava!! Ora se non partecipi al prossimo concorsino letterario di FL vengo a prenderti io, vampiretta :mrgreen: :mrgreen:

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Shoofly, se sei tu quella vampira nella foto, sappi che non mi muovo da qui, voglio che vieni a prendermi! Ti faccio trovare il collo già pronto! :mrgreen:

Germano, a me piace anche quando la frase è complicata, ma bisogna davvero saperci fare e io non credo di essere in grado, almeno al momento. :)
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Sulla semplicità invece ti appoggio, non c'è prosa più bella di quella che fila liscia senza tanti orpelli e ghirigori inutili.

Scusa Ger ma me le strappi di bocca, :) questa frase è la sintesi del perchè certi libracci contemporanei vendano un sacco mentre Walser e Smith la maggioranza dei lettori non sanno nemmeno chi siano :( :( (sorte che sarebbe toccata pure a Colette non fosse stato per il film..)

Lin, come ti avevo specificato era puro gusto personale, giusto che tu parta dalla semplicità o da ciò che ti rende più sicura.. :)
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Scusa Ger ma me le strappi di bocca, :) questa frase è la sintesi del perchè certi libracci contemporanei vendano un sacco mentre Walser e Smith la maggioranza dei lettori non sanno nemmeno chi siano :( :( (sorte che sarebbe toccata pure a Colette non fosse stato per il film..)

Lin, come ti avevo specificato era puro gusto personale, giusto che tu parta dalla semplicità o da ciò che ti rende più sicura.. :)

certo, siamo qui per chiacchierare e confrontarci. Io sono tra quelli che non hanno mai letto nè Walser nè Smith nè colette ma non comprerò mai libri di dj o calciatori o daria bignardi.
Però concentriamoci su Lin sennò andiamo off topic
 

Lin89

Active member
Giovani e cosa vi ha trasmesso l'obbrobrio? Cosa avete provato leggendolo? Ammesso e non concesso che vi abbia trasmesso qualcosa...
 

Shoofly

Señora Memebr
Mi ha colpito il risvolto inaspettato, tutto quel bearsi di nuvole bianche e prati idilliaci per poi ritrovarsi nel bel mezzo di un dramma in nero, con fiotti intermittenti di rosso :wink:
Questa tua passione creativa va assecondata e sono proprio contenta che tu abbia cominciato a partecipare ai nostri giochini scrittevoli (la vittoria della tua diabolica letterina a Babbo Natale è chiara dimostrazione di quanto detto :twisted:)
 

Lin89

Active member
Shoofly continua così e ne posto un altro eh, con vostro sommo dispiacere. :mrgreen:
Seriamente, grazie. Partecipo anche perchè c'è una bella atmosfera. E comunque mi fa piacere notare che ho reso abbastanza bene la situazione pacifica e piacevole all'inizio. :)
Ps: quella vittoria è dovuta al caso e alla fortuna. :p
 

Apart

New member
Non so Lin, non vorrei essere crudo, ma non mi ha convinto. Mi sembra che vengano descritte troppe cose che risultano poi inutili, io avrei più insistito sul momento in cui si sente trafitta, avrei posto più enfasi su quello. Però non è detto che abbia ragione, non sono sicuramente quello che meglio puà darti un aiuto in tal senso.
Ma la ragazza non dovrebbe prima girarsi e poi sentirsi trafitta?
 

Shoofly

Señora Memebr
Ma il bello sta proprio nell'indulgere in un inizio che sembra condurti da tutt'altra parte per poi scaraventarti in una situazione che non ti aspetti e infine lasciarti lì a chiederti: ma perché? E come finisce questa storia? Personalmente io amo molto le situazioni "fumose" proprio perché preferisco rincorrere da sola le sagome che l'autore ha volutamente nascosto in quel fumo, lasciandoti senza alcun aiuto a vedertela con quelle... :paura: :mrgreen:

Apart, "please... accept the mystery" :wink:
 

Lin89

Active member
Apart, tranquillo. Dì quello che vuoi, non preoccuparti. L'ho detto all'inizio, siate spietati. :)
Cercherò di risponderti spiegando un po' l'idea.
Facendolo leggere a un'amica, lei ha notato che sembra un sogno. In effetti è stato un po' concepito così. Ho cercato di "simbolizzare" le emozioni non svelando troppo. Chi lo legge e quindi chi sogna :)mrgreen:) troverà un senso e un significato dove, come e quanto vuole (sempre se lo trova...).
Se ben noti i paragrafi si rimpiccioliscono sempre di più, fino a formarne uno solo di una frase sola. Questo (secondo me, ovviamente. Mi interpreto da sola, non è magnifico? :mrgreen: Sì, son pazza mi sa) è dovuto al fatto che durante il racconto l'emozione è cresciuta talmente tanto da farmi scrivere talmente velocemente da soffermarmi poco su tutto e far susseguire gli eventi in maniera molto frettolosa (non è poi proprio come capita nei sogni?). Insomma, metto molto di ciò che provo nei racconti di solito e stavolta è uscito codesto obbrobrio. Mi emoziono per prima io mentre scrivo, con la speranza di trasmettere un minimo di emozione a chi leggerà. :)

Non capisco perchè la ragazza debba girarsi e poi essere trafitta. E' ovvio che chi la trafigge si trova dietro di lei e lei non se ne accorge se non all'ultimo. Poi quando il danno è fatto, si volta e vede quello che vede. :)

Shoofly, hai fatto centro pienamente. :)
 

Apart

New member
Ho riletto Lin. Per il girarsi della ragazza avevo letto male io, dunque cancella pure quella domanda di prima, mi sono sbagliato.
Non è un obbrobrio, anzi, non è per niente un brutto pezzo, è solo che non mi ha convinto. Ribadisco che poi non sono un esperto, e inoltre io ho letto tanto, dunque sono un lettore molto pretenzioso, uno di quelli difficili da conquistare. :wink:
 

Lin89

Active member
Non c'è problema Apart, anzi. :)
E' normale che io debba ancora migliorare tanto in qualsiasi cosa. Anzi, non si finisce mai!
Può starci quell'insoddisfazione, quella poca convinzione, soprattutto per chi ama e legge libri da tanto tempo, se poi si mette a leggere le mie storielle. :mrgreen: Provo le stesse identiche cose anche io rileggendomi! :p
Ma faccio fatica a ritoccarle poi, perchè nascono così e per me devono morire così. :)
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Ma il bello sta proprio nell'indulgere in un inizio che sembra condurti da tutt'altra parte per poi scaraventarti in una situazione che non ti aspetti e infine lasciarti lì a chiederti: ma perché? E come finisce questa storia? Personalmente io amo molto le situazioni "fumose" proprio perché preferisco rincorrere da sola le sagome che l'autore ha volutamente nascosto in quel fumo, lasciandoti senza alcun aiuto a vedertela con quelle... :paura: :mrgreen:

Apart, "please... accept the mystery" :wink:


E' una delle prime cose che ho pensato anch'io leggendolo! Divori le frasi, vai avanti, leggi, sorridi... poi? Il finale è sorprendentissimo! :)
E brava Lin a seguire i consigli di Ger! Vuoi seguirne anche uno mio? Ne posti altri????? Daiiiiii!!!!!!!! :D:mrgreen:
 

Nerst

enjoy member
Anche a me ha dato l' impressione di leggere un sogno, anzi ti dirò che mi è più sembrato di leggere un pezzo tratto da un fantasy con la descrizione della ragazza persa nei suoi pensieri, il prato che le fa da sfondo e la freccia che si rivelerà mortale.
Ma ora voglio il continuo...:mrgreen: chi è l' assassino, non puoi lasciarmi con l' interrogativo inevaso!!!!!
 

Shoofly

Señora Memebr
L'assassino è un cacciatore di vampiri! Io ho immaginato questo: la bella se ne sta sul suo prato a guardare il cielo, il sole e tutto quello che nella sua (non)vita non potrà più avere perché è un... nosferatu!! Quello che Lin descrive infatti è semplicemente un'illusione perché il personaggio nella realtà se ne sta dentro la sua cripta a "dormire" in attesa della notte. Poi il Van Helsing di turno l'ha trovata e ha messo in atto il suo piano. :paura:
Ecco, io ho immaginato subito questo dopo aver finito di leggere l'ultima riga... :mrgreen:
 

Lin89

Active member
:mrgreen:
Shoofly hai una bella immaginazione. Complimenti. :)

Però nel raccontino c'è qualche indizio su chi possa essere la persona che scocca la freccia. Leggete con attenzione e dovreste capirlo. Certo, non c'è scritto nome e cognome ma se lo scoprirete avrete un tassello in più. :wink: Poi fatemi sapere le vostre teorie a riguardo. :D

La storia è dal punto di vista della ragazza e alla fine si può dire che muore, non ha molto senso (almeno per me) continuarlo. :)
 

Maxime Doe

New member
Racconto "Foglie nel Vento" di Maxime Doe

Vi rubo solo 5 minuti:

FOGLIE NEL VENTO​

Simone allungò un braccio e con una dolcezza disarmante accarezzò il volto della madre.

“Ciao”.

Fu l’unica parola che riuscì a pronunciare ed abbassando gli occhi per la vergogna, si guardò distrattamente le scarpe bagnate dalla pioggia.

Dense e minacciose nuvole scrutavano dall’alto il mondo, attendendo con ansia di scaricare un’altra raffica di proiettili d’acqua.

Le nubi apparivano simili ad uno stormo d’avvoltoi che spinti nel cielo da un soffio di vento, aspettavano il momento più opportuno per colpire le prede ferite e senza alcuna difesa.

Mille pensieri affollavano la mente del ragazzo e dopo aver tratto un profondo respiro, disse “Perdonami mamma. Perdonami se in questi mesi non ho avuto la forza di venirti a trovare. Forse sono stato un vigliacco, imprigionato dalle mie stesse paure; imprigionato da un vortice che lentamente mi stava inghiottendo”.

Un nodo serrò la gola di Simone e voltandosi per non farsi notare dalla madre, iniziò sommessamente a piangere.

In lontananza, oltre una folta siepe, c’era un lago mosso da tante piccole onde e che aveva come compagna una fitta nebbiolina. Per colpa di essa o per gli occhi velati di lacrime, Simone non riusciva a definire i contorni delle alte montagne site sulla sponda opposta.

“Vorrei poter tornare indietro nel tempo e cambiare le cose. Avrei voluto un destino meno benevolo, graffiato da ferite cosparse di sale e così condividere con te quei momenti di terribili sofferenze. Forse sto farneticando parole senza senso, dettate da un disagio fisico e mentale che mi divora poco per volta. La verità, è che mi sento in colpa”.

La madre lo osservava silenziosa, con la bocca socchiusa in un sorriso consolatorio. Aveva due occhi verde smeraldo, incastonati in un viso rigato da sottili rughe. I capelli, di un nero corvino, si appoggiavano su due esili spalle e come sottili fili di seta le sfioravano delicatamente il collo.

Simone la adorava.

Con voce mossa da una crescente emozione, il ragazzo disse “ Per molti il bianco, è segno di purezza; ma non per me. Il bianco è solitudine. Ogni colore nasce dall’unione di più colori; il bianco, invece, è destinato a combattere sempre da solo.

Il mio corpo, la mia anima e il mio cuore, hanno lavato via ogni sfumatura di colore, vestendo i candidi abiti di una tremenda solitudine”.

Nel silenzio si poteva udire il forte suono del canto di un gallo; il cui verso, echeggiando, rimbalzava contro le verdi pareti dei monti.

La madre continuava a guardarlo con un morbido sorriso materno e Simone, strofinandosi gli occhi gonfi di malinconia, disse “Mamma tu sei il cielo spruzzato di stelle. Sei la notte e il giorno. Sei un caldo vento spinto da mari tropicali. Sei la voce di tutte le creature viventi. Sei la terra che porta vita per poi tornare terra. Sei tutti i sapori. Sei l’acqua che mi disseta. Sei il fuoco che mi scalda. Sei un gigante che mi protegge. Sei una voce che mi consola. Sei vita che dà vita. Sei la luna argentata ed il sole dorato. Sei l’oro e l’argento. Sei il seme di un fiore. Sei un bacio prima di dormire. Sei un profumo che m’inebria l’anima. Sei una carezza che mi sfiora il cuore. Sei la mia vita. Siamo la stessa vita”.

La sera avanzava decisa, spingendo il sole dall’altra parte del globo; mentre la luna, prendendo a spallate le nuvole, si fece largo nel cielo ed alcune stelle gelose decisero di accompagnarla in quel viaggio e scrutare con occhi luccicanti le meraviglie del mondo.

Mio nonno diceva: le stelle sono le lacrime di Dio intrappolate nel cielo, che ogni giorno l’Onnipotente versa osservando emozionato la sua creatura. Pensò tra sé il ragazzo.

Un gatto nero come la notte, inseguito dalla propria ombra, sfilò davanti a Simone. Il felino lo fissò guardingo per qualche istante; poi con indifferenza, svanì nel nulla.

Sarebbe rimasto volentieri ancora un pò con sua madre, ma il freddo pungente gli addentava sempre di più le ossa.

Tornerò.

Alcune gocce di pioggia cominciarono a battere sul selciato.

Tic tac, tic tac.

Una di esse si insinuò tra i capelli neri della madre, per poi correre lungo le guance vellutate e scomparire oltre il collo.

Simone prese un fazzoletto dalla tasca ed asciugò la foto della mamma, montata in una lapide di marmo rosa venato da striature nere.

Prima di allontanarsi posò vicino a delle rose rosse, un foglio scritto a mano. Un piccolo pensiero dedicato alla persona più importante della sua vita.

Madre e figlio. Esistenza nell’esistenza.

L’uno è un fiore, l’altro l’acqua che lo nutre.

L’uno è il vento, l’altro una vela da esso sospinta.

L’uno è il sole, l’altro la vita che prospera grazie ad esso.

Voltandosi il ragazzo s’incamminò a testa bassa verso uno stretto sentiero.

Il padre lo attendeva al cancello del cimitero, fumando nervosamente una sigaretta. Nel buio sempre più fitto il puntino della brace che si accendeva ad intermittenza, era simile ad un vecchio faro inghiottito dalle tenebre e dal mare nero come l’inchiostro.

Lungo la stradina ghiaiosa che riconduceva verso il mondo dei vivi, un leggero vento soffiò. Delle bellissime foglie rosso rubino, abbandonarono i loro padroni rami e fluttuando si deposero delicatamente sui bianchi sassolini simili a zuccherosi confetti.

Evitando di calpestarle, Simone ne osservò una.

Quanto può essere incantevole una banalissima foglia. Pensò tra sé.

I comignoli delle rustiche case sputavano boccate di fumo grigio, impregnando l’aria del tipico odore di legna bruciata che si miscelava con quello più tenue della terra bagnata.

Il ragazzo raggiunse il padre e parlandosi solo con gli occhi, s’incamminarono verso casa.



Si svegliò improvvisamente con il cuore che batteva impazzito. Aveva la fronte imperlata di sudore ed il pigiama umido. Fece un profondo respiro e lentamente riacquistò una calma apparente.

Un sogno. Si era trattato di uno sconvolgente sogno.

Scese dal letto; e senza accendere la luce si avviò verso il corridoio. All’altezza di una porta si bloccò. Attese qualche istante; poi afferrando con determinazione la maniglia entrò nel locale.

Pigiò un interruttore posto alla sua destra; e con decisione un bagliore spaccò l’oscurità.

Sopra alla scrivania, vicino ad un portapenne, c’era una foto: la foto di una madre e di un figlio abbracciati.

La guardò con nostalgia e tristezza, mentre alcune lacrime le bagnavano gli occhi verde smeraldo.

Passandosi una mano fra i lunghi capelli nero corvino, contemplò come un’opera d’arte la stanza di Simone.

Da sei mesi non c’era più.

Si era battuto da leone, ma la malattia lo aveva lentamente consumato come fosse la cera di una candela. Il Signore decise così di prenderlo con sé e porre fine a quegli inutili tormenti.

Prendi me; lascialo vivere! Ti supplico!!

Aveva pregato invano la madre, mentre Simone esalava gli ultimi soffi di vita.

Non era mai andata sulla tomba del figlio. Non ci riusciva.

Ma ora capiva.

Nel sogno Dio aveva esaudito le sue suppliche, lasciando vivere Simone e portando lei nel regno dei cieli. Le parole espresse dal ragazzo erano i pensieri della madre, rimasti per troppo tempo intrappolati in un muto silenzio.

Forse era il vento che strisciava fra gli alberi, ma in lontananza le parve di udire la voce del figlio.

Non ti preoccupare mamma. Io ora sto bene.



Il sole splendeva nel cielo e gli uccellini festosi cinguettavano bizzarre cantilene.

Oltre la folta siepe, il lago era ammantato dall’ombra delle alte montagne; mentre l’aria aveva sempre lo stesso sapore di legna bruciata.

La madre di Simone s’incamminò decisa lungo il sentiero ghiaioso.

Un vento freddo proveniente dal lago le scombinò improvvisamente i capelli e mentre con le dita li riassestava, una foglia rosso rubino si staccò da un ramo svolazzando ai suoi piedi.

Quanto può essere incantevole una banalissima foglia.

La donna abbassandosi l’afferrò e dopo averla teneramente accarezzata, la posò sul liscio marmo accanto alla foto del figlio.
 
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Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
C’era una volta, si dice, un uomo di nome Gesù,
ma che molti nel corso della storia hanno ribattezzato con il nome di Cristo Redentore, Signore, Spirito Santo o Dio.

Egli era un uomo semplice ma dalle grandi virtù, prima fra le quali quella di essere il Figlio di Dio.
Miracoli ne fece tanti, si dice, tra cui la moltiplicazione dei pani e dei pesci e la resurrezione di Lazzaro o le guarigioni dei lebbrosi.
Il popolo lo amava e lo seguiva, i suoi discepoli erano dodici e non lo avrebbero mai tradito, promisero.
E da quella promessa Gesù venne catturato dai romani e portato dinanzi a Pilato. Pilato chiese a Colui: “Sei tu il re dei Giudei?”, ed Egli rispose: “Tu lo dici”. (Matteo 27,5 – 16).

Pilato era solito, per la festa di Pasqua, concedere al popolo la liberazione di un carcerato e pose quindi dinanzi ai convenuti la scelta per la liberazione di Gesù, il re dei Giudei, o per quella di Barabba, un famoso detenuto. Il popolo, persuaso da sacerdoti e anziani, volle la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù detto il Cristo.
Gesù venne quindi flagellato e deriso, dunque lo portarono via ed Egli, portando su di sé la croce, uscì verso il luogo detto Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero assieme a due altri: uno di qua e l’altro di là, e Gesù nel mezzo. (Giovanni 19,13 – 18).
Ma la gente non seppe che il nome Barabba era in aramaico un patronimico: Bar-abbâ, “figlio del padre”.
Quindi sempre un Figlio del Padre fu liberato.

Al di sopra del capo, vi posero scritta la causa della sua condanna: I.N.R.I., che in latino suona così: Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum (Gesù Nazareno Re dei Giudei).
Dall’ora sesta fino all’ora nona, si stesero le tenebre su tutta la terra. E, verso l’ora nona, Gesù gridò: “Elì, Elì, lamà sabactanì?” cioè: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Alcuni dei circostanti, udito questo, dicevano: “Costui chiama Elia” (…). Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a liberarlo”.
Ma Gesù, dopo aver emesso un forte grido, rese lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due parti, da capo a fondo, la terra tremò, le pietre si spezzarono, le tombe si aprirono, e molti corpi di santi, che vi riposavano, resuscitarono; e, usciti dai loro sepolcri, dopo la resurrezione di Gesù, entrarono nella santa città e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, veduto il terremoto e le cose che accadevano, ebbero gran timore, e dissero: “Costui era davvero il Figlio di Dio!”. (Matteo 27,42 – 51).
Dopo il sabato, all’alba, il primo giorno della settimana, Maria di Magdala e Maria madre di Giacomo e di Giuseppe andarono a vedere il sepolcro. Quand’ecco, venne un gran terremoto; poiché un Angelo del Signore, sceso dal cielo, venne a ribaltare la pietra e vi sedette sopra (…). Le donne si spaventarono ma l’Angelo disse loro: “Non temete voi, so infatti che cercate quel Gesù, che è stato crocifisso. Non è qui! È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era stato deposto il Signore. E presto, andate a dire ai suoi discepoli, che Egli è risuscitato dai morti; e che li precede in Galilea: là lo vedrete; ecco, io ve l’ho detto”. (Matteo 28,1 – 14).
(…) Gli undici discepoli, (Giuda si era suicidato), andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono davanti a lui (...). E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte le cose che io ho comandato voi. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo”. (Matteo 28,15 – 18; 28,19 – 20).
C’era una volta, si dice, quest’uomo. Giovane e bello, o vecchio e decrepito; buono e gentile, perfido o misericordioso; Figlio di Dio o non.
Sempre Figlio degli uomini però Egli fu.
Un Figlio di Adamo e un Figlio di Dio; un Figlio della terra e un Figlio dei cieli.
Scese da noi e risalì al cielo, il Figlio degli uomini.
 
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