Pasternak, Boris - Il dottor Zivago

V

Valentina992

Guest
Un romanzo indubbiamente costruito in maniera perfetta dal punto di vista storico e sociale e con riflessioni politiche e filosofiche degne, ma l'ho trovato troppo prolisso e noioso, ho fatto fatica a concluderlo. Consigliato a coloro che amano in particolar modo la letteratura ambientata in Russia, con la quale io, ahimè, ho un rapporto conflittuale.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Bellissima discussione :)
Ciò che mi è piaciuto di questo libro è la poesia della scrittura, sia nelle (seppur indubbiamente troppo lunghe) descrizioni di paesaggi e atmosfere sia, soprattutto, nelle rare riflessioni dell'autore per bocca dei suoi personaggi, in particolare del protagonista; riflessioni che giungono ogni tanto, inaspettate, a raccontarci ciò che avviene nell'animo dell'uomo con poche parole che se non si sta attenti si perdono, ma con grande sensibilità. La maggior parte del libro è però incentrata su altro: le vicissitudini storiche, che determinano in parte lo spessore del libro, e le vicende dei personaggi (raccontate con lentezza, il che è un paradosso dato il movimentato contesto storico), poco approfonditi ma abbastanza da trasmetterci un'idea della loro personalità. Zivago è un uomo dall'intelligenza passiva: percepisce pienamente ed è consapevole di quanto gli accade intorno; all'inizio della rivoluzione prova un senso di entusiasmo seppure timoroso, poi, quando gli eventi procedono recando con sé ben poco di buono, giunge l'amarezza, un'amarezza però un po' distaccata; Zivago non reagisce, non si ribella, si lascia trasportare dagli eventi e tenta di sopravvivere aggrappandosi all'idea dei suoi due amori, quello per la famiglia e quello per una Lara che sembra il suo opposto, tenace e combattiva, ma insieme fragile e volubile. Tutto ciò fa sembrare Zivago un uomo inutile perché egli non è un eroe da romanzo, ma un uomo, pur forse particolarmente intelligente, ma che si comporta come un uomo comune, lasciandosi trasportare dagli eventi come la maggior parte delle persone farebbe. Gli eroi sono pochi nella vita reale, e così i ribelli.
Mi è piaciuto il fatto che l'autore, senza dare giudizi, prenda atto della possibile coesistenza di due diversi tipi di amore: quello passionale di Zivago e Lara l'uno per l'altro (che viene in qualche modo accettato anche dai rispettivi consorti, coscienti dei problemi ben più gravi che la vita li ha chiamati ad affrontare) e quello per i rispettivi coniugi e famiglie.
In conclusione riconosco il grande valore letterario e, forse, storico di questo romanzo, ma non me lo sono goduto appieno, l'ho trovato difficile sia per la sua lentezza sia, soprattutto, perché (mea culpa) non possiedo conoscenze relative al contesto in cui è ambientato che l'autore sembra dare per scontate; inoltre c'è una grande dispersione di personaggi che talvolta si affacciano soltanto sulla scena e che, oltretutto, si portano dietro i loro bei nomignoli russi, così semplici da imparare :mrgreen: Io credo, comunque, che Pasternak sappia scrivere.
 

Tanny

Well-known member
La parte iniziale del libro sinceramente l'ho trovata un po' pesante ed ho fatto molta fatica ad andare avanti, poi è migliorato molto lasciandomi incollato alla lettura, si tratta indubbiamente un opera letteraria incredibile che non ha nulla da invidiare ai "grandi maestri" della letteratura russa. La storia in se è semplice e forse proprio per questo è molto bella, ho apprezzato molto le superbe descrizioni, ma sinceramente la narrazione risulta essere un po' lenta.
Tutto ciò premesso il mio giudizio è un 4/5, non posso dargli il massimo perchè in alcune parti mi ha annoiato e quindi non mi ha convinto del tutto, per quanto riguarda il nobel che ha vinto, non sono un critico letterario e la mia opinione val ben poco, ma pur riconoscendo l'alto valore letterario di questo romanzo, il contesto politico in cui il libro è andato ad inserirsi, credo abbia dato un notevole aiuto
 

MonicaSo

Well-known member
Zivago non reagisce, non si ribella, si lascia trasportare dagli eventi e tenta di sopravvivere aggrappandosi all'idea dei suoi due amori, quello per la famiglia e quello per una Lara che sembra il suo opposto, tenace e combattiva, ma insieme fragile e volubile. Tutto ciò fa sembrare Zivago un uomo inutile perché egli non è un eroe da romanzo, ma un uomo, pur forse particolarmente intelligente, ma che si comporta come un uomo comune, lasciandosi trasportare dagli eventi come la maggior parte delle persone farebbe. Gli eroi sono pochi nella vita reale, e così i ribelli.
Un uomo comune... è così che ho considerato questo dottore... pienamente d'accordo con te!
Infatti mi ha ricordato (anche se in modo diverso considerando i tempi storici, l'ambiente ecc) Stoner di Williams.
Io sono una donna comune: gli eventi li vivo, mi travolgono, non ho la forza di cambiarli!

Bellissima la storia e il modo di Pasternack di farci entrare negli eventi... ho capito perché alcuni critici lo hanno paragonato a Tolstoj.

Del racconto "romantico" in sé, forse sono fuori dal coro, ma io ho amato molto la moglie: quanto coraggio ci vuole a lasciare chi si ama affinché sia felice (senza di te)?
Il caro Zivago invece avrebbe dovuto mettersi un lucchetto al cuore (e altrove): tre donne, tutte importanti, tutte madri di suoi figli... non è un po' troppo?
 
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