Incipit

elisa

Motherator
Membro dello Staff
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Italo Calvino, Il cavaliere inesistente

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; faceva caldo; era un pomeriggio di prima estate, un po' coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento.
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isola74

Lonely member
Accabadora, Michela Murgia

Fillus de anima.
E' così che chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un'altra.
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Accabadora – M.Murgia
Alla ricerca del tempo perduto – M.Proust
Anna Karenina – L.Tolstoj
Baudolino – U.Eco
Bel-Amì – Guy de Maupassant
Cent’anni di solitudine - G.G.Marquez
Cecità – J.Saramago
Che tu sia per me il coltello – D.Grossman
Cose preziose – S.King
Cronaca di una morte annunciata – G.G.Marquez
Delitto e castigo – F.Dostoevskij
Dona Flor e i suoi due mariti – J.Amado
Don Chisciotte della Mancia – M. de Cervantes
Epopea di Gilgamesh
Follia – P.McGrath
Foto di gruppo con signora – H.Boll
Furore – J.Steinbeck
Grandi speranze – C.Dickens
I fratelli Karamazov – F.Dostoevskij
I lavoratori del mare – V.Hugo
I promessi sposi – A.Manzoni
Il barone rampante – I.Calvino
Il castello dei destini incrociati– I.Calvino
Il cavaliere inesistente– I.Calvino
Il deserto dei tartari– D.Buzzati
Il giorno prima della felicità – E. De Luca
Il giovane Holden – J.D.Salinger
Il profumo – P.Suskind
Il ritratto di Dorian Gray – O.Wilde
Il rosso e il nero - Stendhal
Il ventre di Parigi – E.Zola
Io, robot - Isaac Asimov
It – S.King
La casa degli spiriti – I.Allende
La concessione del telefono – A.Camilleri
La donna della domenica – Fruttero e Lucentini
La fattoria degli animali – G.Orwell
La metamorfosi – F.Kafka
La mia Africa – K.Blixen
La storia – E.Morante
La versione di Barney – M.Richler
Le avventure di Pinocchio – C.Collodi
Le notti bianche – F.Dostoevskij
Lo straniero – Camus
L’uomo che ride – V.Hugo
L’uomo senza qualità – R.Musil
Lettera a un bambino mai nato – O.Fallaci
Memorie dal sottosuolo – F.Dostoevskij
Moby Dick – H.Melville
Oblomov – I.Goncarov
Olive comprese – A.Vitali
Opinioni di un clown – H.Boll
Orgoglio e pregiudizio – J.Austen
Paula – I.Allende
Se una notte d'inverno un viaggiatore – I.Calvino
Trilogia della città di K – A.Kristof

 

isola74

Lonely member
Il processo, Kafka

Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perchè, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato.
La cuoca della signora Grubach, la sua padrona di casa, che ogni giorno verso le otto gli portava la colazione, quella mattina non venne. Ciò non era mai accaduto.
 

fabiog

New member
Ai giorni nostri, ma è inutile precisare l'anno, una sera d'autunno, sull'imbrunire, una barca infangata e dall'aspetto equivoco navigava sul Tamigi fra il ponte di Southwark, che è in ferro, e quello di Londra, che è in pietra, con due persone a bordo
( IL nostro comune amico - Charles Dickens )
 

fabiog

New member
Nell'aperta spianata, sotto un notturno cielo senza stelle, buio d'una densa nerezza d'inchiostro, un uomo, tutto solo, percorreva lo stradone che va da Marchiennes a Montsou : dieci chilometri di massicciata dritta dritta, buttati in rettifilo attraverso le coltivazioni di barbabietole. Non scorgeva neppure, davanti a sè, il nero della strada, e dell'immenso, piatto orizzonte che gli si stendeva intorno non aveva altro sentore che quello recatogli dalle folate del vento marzolino - folate ampie come quelle che trascorrono sul mare, gelide per aver spazzato leghe e leghe di lande e di paduli. Il cielo non era segnato neppure da un profilo d'albero, e la massicciata si slanciava innanzi inflessibile come una diga nell'accecante caligine delle tenebre.
( Germinal - Emile Zola )
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Il Maestro e Margherita - Michail Bulgakov

Non parlate mai con gli sconosciuti

In un caldo tramonto primaverile nei pressi degli Stagni dei Patriarchi apparvero due cittadini. Il primo poteva avere circa quaranta anni e vestiva un completo da estate grigio. Era basso e grasso, scuro di capelli, calvo; in mano aveva un dignitoso berretto a bustina mentre il viso rasato con cura si fregiava di un paio di occhiali enormi con l'armatura di corno nero. L'altro, un giovanotto dalle spalle larghe, i capelli rossicci arruffati e un berretto a scacchi schiacciato sulla nuca, portava una camicia alla cow-boy, calzoni bianchi sdrusciti e scarpe nere.
 

fabiog

New member
Per raccontare la mia storia devo incominciare dal lontano inizio. Se mi fosse possibile, dovrei risalire molto più addietro, fino ai primissimi anni della mia infanzia , e più oltre ancora nelle lontananze della mia origine.
( Demian - Hermann Hesse )
 

fabiog

New member
Nell'ombra della casa, sulle rive soleggiate del fiume presso le barche, nell'ombra del bosco di Sal, all'ombra del fico crebbe Siddharta, il bel figlio del Brahmino, il giovane falco, insieme all'amico suo, Govinda, anch'egli figlio di Brahmino
( Siddharta - Herman Hesse )
 

fabiog

New member
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
che la dritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva sevaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura.
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'ì vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'ì v'ho scorte.
( La Divina Commedia - Dante )
 

darida

Well-known member
Tre uomini in barca (per tacer del cane) - Jerome Klapka Jerome

Eravamo in quattro — George, e William Samuel Harris, e io, e Montmorency. Eravamo seduti in camera mia a fumare e discorrere di quanto stessimo male — male da un punto di vista sanitario, intendo, si capisce.
Ci sentivamo tutti depressi, il che incominciava a innervosirci. Harris disse che a momenti lo coglievano degli spaventosi attacchi di vertigini, tali da fargli perdere la cognizione di quel che stava facendo; allora George disse che anche lui aveva degli attacchi di vertigini che gli facevano perdere la cognizione di quel che stava facendo. Dal canto mio, era il fegato a darmi dei dispiaceri. Sapevo di avere il fegato in disordine perché avevo appena letto le avvertenze di certe pillole per il fegato, in cui erano descritti nel dettaglio svariati sintomi in base ai quali uno poteva stabilire quando avesse il fegato fuori posto. Io li avevo tutti.

(cominciamo la giornata con un po' di humor, molto inglese...:wink:)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
[FONT=Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif]Italo Calvino, La giornata d'uno scrutatore

Amerigo Ormea uscì di casa alle cinque e mezzo del mattino.
La giornata si annunciava piovosa. Per raggiungere il seggio elettorale dov'era scrutatore, Amerigo seguiva un percorso di vie strette e arcuate, ricoperte ancora di vecchi selciati, lungo muri di case povere, certo fittamente abitate ma prive, in quell'alba domenicale, di qualsiasi segno di vita.
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darida

Well-known member
I milanesi ammazzano al sabato - Giorgio Scerbanenco

Duca Lamberti disse: "Sì." Non era un'interrogazione, era un'approvazione.
L'uomo anziano ma robusto, solido, largo, muscoloso, velloso alle orecchie e alle sopracciglia, dall'altra parte del tavolo, riprese allora a parlare. "Ogni volta che andavo al commissariato il commissario mi diceva: 'Stia tranquillo che ritroviamo la sua bambina, abbia pazienza, sa, c'è tanto lavoro.' Io andavo una volta alla settimana al commissariato e il commissario mi ha risposto sempre la stessa cosa, che avrebbe ritrovato la mia bambina, ma sono passati cinque mesi e non l'hanno ancora trovata, e io non vivo più. Brigadiere, per pietà, me la trovi lei, se no, io non so che cosa faccio."
Duca Lamberti non era brigadiere, ma non lo corresse, non gli piaceva correggere nessuno, insegnare a nessuno. Guardò l'uomo anziano, non molto anziano, non doveva avere ancora sessant'anni, guardò quel viso di vecchio bellicoso toro bonario in quel momento deformato da una smorfia di commozione vicina al pianto. "Certo, faremo tutte le ricerche," gli disse.

(una lettura che ti gela il sangue, da non perdere :D)
 

praschese89

New member
I miserabili - Victor Hugo

Nel 1815, era vescovo di Digne monsignor Charles François Bienvenu Myriel, un vecchio di circa settantacinque anni, che occupava quel seggio dal 1806.
Sebbene questo particolare abbia poco a che fare con ciò che racconteremo, non sarà forse inutile, sia pure solo per essere del tutto precisi, accennare qui alle voci ed ai discorsi che correvano sul suo conto, nel momento in cui era arrivato nella diocesi. Vero o falso che sia, quel che si dice degli uomini occupa spesso altrettanto posto nella loro vita, e soprattutto nel loro destino, quanto quello che fanno. Monsignor Myriel era figlio d'un consigliere del parlamento d'Aix: nobiltà di toga, dunque. Si raccontava di lui che suo padre, nell'intenzione di fargli ereditare la propria carica, gli aveva dato moglie prestissimo, secondo una consuetudine abbastanza diffusa tra le famiglie dei membri del parlamento. Malgrado quel matrimonio, si diceva, Charles Myriel aveva fatto molto parlare di sé. Ben fatto nella persona, sebbene di statura alquanto piccola, elegante, simpatico e intelligente, aveva speso tutta la prima parte della sua vita e nel bel mondo e negli intrighi amorosi.
 

praschese89

New member
I tre moschettieri - Alexandre Dumas

Il primo lunedì d'aprile del 1625 il borgo di Meung sembrava in aperta rivoluzione come se gli Ugonotti, vi fossero venuti a formare una seconda Rocella. Diversi borghesi, vedendo le donne fuggire lungo la strada maestra, sentendo i fanciulli gridare sulla soglia delle porte, si affrettavano ad indossare la corazza, ed animando il loro coraggio, sebbene poco marziale con un moschetto od una partigiana, correvano tutti verso l'albergo del Franc-Meunier, dinanzi al quale si stipava un gruppo compatto, clamoroso e pieno di curiosità.
A quel tempo gli allarmi erano frequenti e passavano ben pochi giorni senza che una città o l'altra registrasse nei suoi archivi qualche avvenimento di tal fatta. Vi erano i signori che si facevano la guerra tra di loro; v'era il re che faceva la guerra al cardinale; v'era lo spagnolo che faceva la guerra al re. Poi oltre a queste guerre pubbliche o private, segrete o palesi, vi erano anche i ladri, i mendicanti, gli ugonotti, i lupi e gli staffieri che facevano la guerra a tutti.
I cittadini si armavano sempre contro i ladri, i lupi e gli staffieri; spesso contro i signori e gli ugonotti; poche volte contro il re, e mai contro il cardinale e lo spagnolo. Da questa abitudine derivò che in quel primo lunedì d'aprile 1625 i cittadini, sentendo il rumore e non vedendo né lo stendardo giallo e rosso, né la livrea del duca di Richelieu, si precipitarono verso l'albergo Franc-Meunier.
Ciascuno appena giunto, poté vedere e riconoscere la causa di quel baccano. Un giovane……
 

praschese89

New member
Via Katalin - Magda Szabó

A mio parere questo è molto bello!

Diventare vecchi è un processo diverso da come lo rappresentano gli scrittori, e somiglia poco anche alle descrizioni della scienza medica.
Nessuna opera letteraria, né tanto meno un medico, avevano preparato gli abitanti di via Katalin al particolare nitore che l’invecchiare avrebbe portato nella buia galleria percorsa quasi inconsapevolmente nei primi decenni delle loro vite, né all’ordine che avrebbe messo tra i loro ricordi e le loro paure, o al modo in cui avrebbe modificato i loro giudizi e la loro scala di valori.
Avevano capito di dover mettere in conto alcuni cambiamenti biologici, perché il corpo aveva cominciato un lavoro di demolizione che avrebbe concluso con la stessa precisione e lo stesso impegno con cui si era preparato alla strada da compiere fin dall’istante del loro concepimento; avevano anche accettato il fatto che il loro aspetto sarebbe cambiato, i sensi si sarebbero indeboliti, i gusti ed eventualmente anche le abitudini o i bisogni si sarebbero adeguati alle variazioni del fisico, rendendoli più voraci o più frugali, più timorosi o forse più suscettibili; e sapevano persino che la regolarità di funzioni come il sonno o la digestione, che quando erano giovani sembravano scontate quanto l’esistere stesso, sarebbero diventate problematiche.
Nessuno aveva spiegato loro che la fine della giovinezza è terribile non tanto perché sottrae qualcosa, quanto piuttosto perché lo apporta. E quel qualcosa non è saggezza, né serenità, né lucidità, né pace. È la consapevolezza che il Tutto si è dissolto.
All’improvviso si accorsero che l’invecchiare aveva disgregato quel passato che negli anni dell’infanzia e della giovinezza consideravano così compatto e solido: il Tutto era caduto a pezzi e, anche se non mancava nulla, perché quei frammenti contenevano ogni cosa successa fino a quel giorno, niente era più come prima. Lo spazio era diviso in luoghi, il tempo in momenti, gli eventi in episodi, e gli abitanti di via Katalin avevano infine capito che nelle loro intere vite soltanto un paio di luoghi, un paio di momenti e alcuni episodi contavano davvero. Il resto era stato un semplice riempitivo nelle loro fragili esistenze, come i trucioli che si versano nelle casse prima di un lungo viaggio per impedire al contenuto di rompersi.

Ormai sapevano che la differenza tra i morti e i vivi è solo qualitativa, non conta granché, e sapevano anche che a ciascuno tocca un solo essere umano da invocare nell’istante della morte.
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Accabadora – M.Murgia
Alla ricerca del tempo perduto – M.Proust
Anna Karenina – L.Tolstoj
Baudolino – U.Eco
Bel-Amì – Guy de Maupassant
Cent’anni di solitudine - G.G.Marquez
Cecità – J.Saramago
Che tu sia per me il coltello – D.Grossman
Cose preziose – S.King
Cronaca di una morte annunciata – G.G.Marquez
Delitto e castigo – F.Dostoevskij
Demian - H.Hesse

Dona Flor e i suoi due mariti – J.Amado
Don Chisciotte della Mancia – M. de Cervantes
Epopea di Gilgamesh
Follia – P.McGrath
Foto di gruppo con signora – H.Boll
Furore – J.Steinbeck
Germinal - E.Zola

Grandi speranze – C.Dickens
I fratelli Karamazov – F.Dostoevskij
I lavoratori del mare – V.Hugo
I milanesi ammazzano al sabato - G.Scerbanenco
I miserabili - V.Hugo

I promessi sposi – A.Manzoni
I tre moschettieri - A.Dumas

Il barone rampante – I.Calvino
Il castello dei destini incrociati– I.Calvino
Il cavaliere inesistente– I.Calvino
Il deserto dei tartari– D.Buzzati
Il giorno prima della felicità – E. De Luca
Il giovane Holden – J.D.Salinger
Il maestro e Margherita - M.Bulgakov
Il nostro comune amico
- C.Dickens
Il processo
- F.Kafka

Il profumo – P.Suskind
Il ritratto di Dorian Gray – O.Wilde
Il rosso e il nero - Stendhal
Il ventre di Parigi – E.Zola
Io, robot - Isaac Asimov
It – S.King
La casa degli spiriti – I.Allende
La concessione del telefono – A.Camilleri
La Divina Commedia - Dante

La donna della domenica – Fruttero e Lucentini
La fattoria degli animali – G.Orwell
La giornata d'uno scrutatore - I.Calvino

La metamorfosi – F.Kafka
La mia Africa – K.Blixen
La storia – E.Morante
La versione di Barney – M.Richler
Le avventure di Pinocchio – C.Collodi
Le notti bianche – F.Dostoevskij
Lo straniero – Camus
L’uomo che ride – V.Hugo
L’uomo senza qualità – R.Musil
Lettera a un bambino mai nato – O.Fallaci
Memorie dal sottosuolo – F.Dostoevskij
Moby Dick – H.Melville
Oblomov – I.Goncarov
Olive comprese – A.Vitali
Opinioni di un clown – H.Boll
Orgoglio e pregiudizio – J.Austen
Paula – I.Allende
Se una notte d'inverno un viaggiatore – I.Calvino
Siddharta - H.Hesse
Tre uomini in barca - Jerome K. Jerome

Trilogia della città di K
– A.Kristof

Via Katalin - M.Szabo
 

darida

Well-known member
La camera azzurra - Georges Simenon


"Ti ho fatto male?"
"No".
"Ce l'hai con me?".
"No".
Era vero. In quel momento tutto era vero, perché viveva ogni cosa così come veniva, senza chiedersi niente, senza cercare di capire, senza neppure sospettare che un giorno ci sarebbe stato qualcosa da capire. E non solo tutto era vero, ma era anche reale: lui, la camera, Andrée ancora distesa sul letto sfatto, nuda, con le gambe divaricate e la macchia scura del sesso da cui colava un filo di sperma.
 

darida

Well-known member
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - Mark Haddon

Mezzanotte e 7 minuti. Il cane era disteso sull'erba in mezzo al prato di fronte alla casa della signora Shears. Gli occhi erano chiusi. Sembrava stesse correndo su un fianco, come fanno i cani quando sognano di dare la caccia a un gatto. Il cane però non stava correndo, e non dormiva. Il cane era morto. Era stato trafitto con un forcone. Le punte del forcone dovevano averlo passato da parte a parte ed essersi conficcate nel terreno, perché l'attrezzo era ancora in piedi. Decisi che con ogni probabilità il cane era stato ucciso proprio con quello perché non riuscivo a scorgere nessun'altra ferita, e non credo che a qualcuno verrebbe mai in mente di infilzare un cane con un forcone nel caso in cui fosse già morto per qualche altra ragione, di cancro per esempio, o per un incidente stradale. Ma non potevo esserne certo.

:))...per oggi basta, che altrimenti Des mi mette fuori gli straordinari :mrgreen:)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Le Cosmicomiche

La distanza dalla Luna


Una volta, secondo Sir George H.Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano. Le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia.

Lo so bene!- esclamò il vecchio Qfwfq, - voi non ve ne potete ricordare ma io sì. L'avevamo sempre addosso, la Luna, smisurata: quand'era il plenilunio - notti chiare come di giorno, ma d'una luce color burro -, pareva che ci schiacciasse; quand'era lunanuova rotolava per il cielo come un nero ombrello portato dal vento; e a lunacrescente veniva avanti a corna così basse che pareva lì lì per infilzare la cresta d'un promontorio e restarci ancorata. Ma tutto il meccanismo delle fasi andava diversamente che oggigiorno: per via che le distanze dal Sole erano diverse, e le orbite, e l'inclinazione non ricordo di che cosa; eclissi, poi, con la Terra e la Luna così appiccicate, ce n'erano tutti i momenti: figuriamoci se quelle due bestione non trovavano modo di farsi continuamente ombra a vicenda.

L'orbita? Ellittica, si capisce, ellittica: un po' ci s'appiattiva addosso e po' prendeva il volo. Le maree, quando la Luna si faceva più sotto, salivano che non le teneva più nessuno. C'erano delle notti di plenilunio basso basso e d'altamarea alta alta che se la Luna non si bagnava in mare ci mancava un pelo; diciamo: pochi metri. Se non abbiamo mai provato a salirci? E come no? Bastava andarci proprio sotto con la barca, appoggiarci una scala a pioli e montar su.
 
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