Ho finito!
E' difficile definire questo libro, è molto originale, insolito, poetico, sospeso, mi ricorda un po' la Sylvie di Gerard De Nerval.
A tratti è un po' pesante, ci sono stati dei momenti, roba di una mezza pagina, in cui mi addormentavo e dovevo rileggere; ma poi ci sono delle parti in cui affondi completamente in queste descrizioni meravigliose, e parti in cui ridi e parti che scivolano via in un attimo.
Resta comunque una lettura molto strana e difficile da definire, per cui, come ho già detto, leggerò i brevi saggi che sono alla fine della mia edizione per capirci qualcosa di più.
Tutto sommato però, fin qui, ho parlato più che altro dello stile, la storia invece si può riassumere nel ritratto di generazioni che si sono succedute in un certo ambiente napoletano tra gli anni del dopoguerra e gli anni settanta.
Il titolo suppongo che si riferisca a Massimo, alle due esperienze che gli hanno segnato la vita.