Un Bulgakov sottotono, questo di Appunti di un giovane medico, un Bulgakov ben lontano dall'ironia mordace e dissacrante di altre sue opere (Il maestro e Margherita su tutte), ma pur sempre un buon Bulgakov, ironico, acuto nell'osservazione e soprattutto molto, molto umano. È proprio l'umanità il valore aggiunto di quest'opera per il resto embrionale e titubante: l'umanità di un giovane uomo capace di analizzarsi e condannare le proprie reazioni, sia quelle di paura sia quelle di vanteria; l'umanità di chi, lontano dalle cattedre e dalle linde cliniche cittadine, si mette in gioco ogni giorno per aiutare gli altri, combattendo contro la morte altrui in prima linea, mettendoci la faccia, anzi, le mani. In queste pagine c'è il racconto sincero e toccante di un giovane medico appena uscito dall'università che si ritrova catapultato in uno sperduto ospedale di provincia, a fare i conti con la propria inesperienza, con le proprie paure, con le aspettative del personale e dei pazienti, con la vita vera che è ben lontana dalle spiegazioni contenute nei libri. Mi è piaciuto, tutto sommato, ma se non avessi letto altro di Bulgakov in precedenza mi sarebbe piaciuto di più.