Siamo quindi ai commenti finali.
Intanto penso che sulla mia impressione generale di tutto il libro pesi molto il fatto di averlo letto dopo Viaggio al termine della notte, altra pietra miliare della produzione di questo autore.
Avevo già imparato ad apprezzare in questa prima lettura la prosa, lo stile a volte delirante, crudo, lo sguardo cinico di Celine sulla vita.
E in tutto ciò Morte a credito non mi ha deluso.
L’ho trovato un libro straordinario, in cui ci sono molti cambiamenti di registro di narrazione, in cui mai viene a mancare l’ironia e il disincanto, in cui non viene risparmiato niente, ma non per la voglia di stupire o colpire il lettore, ma perché proprio quello è lo sguardo di Celine: una sguardo quasi da chirurgo che non si schifa di sondare le viscere più ripugnanti dell’animo umano, che non indulge in nessuno sconto.
La vita è fatta di questi puzzi, di questi vomiti dell’anima, di meschinerie a volte nemmeno fatte per cattiveria, ma proprio per miseria dell’anima.
Eppure ci ho trovato anche delle note positive in molti personaggi, che sono tutti di una realtà dirompente: mi sono commossa in molti punti.
Una lettura senz’altro faticosa, non solo per lo stile, ma proprio per il coinvolgimento emotivo che mi ha suscitato.
Alla fine sento che per me questo è uno dei libri che mi ha cambiato.
Si può consigliarne la lettura non solo agli stomaci forti, ma soprattutto ai cuori e gli animi forti, perché se ne può rimanere schiacciati e travolti.
Naturalmente l’aver letto il libro con tutti voi è stato un valore aggiunto, grazie, sia di avermi aspettato, nella mia lentezza esasperante, sia di aver condiviso così tanti pensieri profondi e unici con me.
E se qualcuno di voi non l’ha fatto, prendete fiato, ma non mancate di leggere Viaggio al termine della notte!
Francesca