70° Minigruppo - Morte a credito di Céline

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darida

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...cara elisa, grazie per il pensiero. Mi rendo conto dopo aver letto poche righe della traduzione di Guglielmi, che non posso proseguire oltre, credo di aver sviluppato una sorta di avversione al genere che al momento mi impedisce di proseguire...ne va' della mia -quasi :mrgreen:-ritrovata salute mentale :)
 

elisa

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darida, di fatto abbiamo letto una traduzione "risciacquata in Arno, forse ce l'abbiamo fatta per quello, che Caproni l'ha molto annacquata e il linguaggio dialettale e popolare di Celine non l'ha reso pienamente, a parte la primissima parte che a noi risultava quasi incomprensibile, da una certa pagina in poi usa termini particolari ma assolutamente leggibile e scorrevole.

Sono a pagina 520, manca poco a rendere tutto il credito a questa morte che di fatto è sempre presente e incombente in tutti i personaggi, come se la vita non fosse che un suo prezzo per essere finalmente raggiunta, io leggo così il titolo, è la morte, non la vita, la parte felice della nostra esistenza, per questo ci viene data a credito, per poterla pagare.
 

darida

Well-known member
darida, di fatto abbiamo letto una traduzione "risciacquata in Arno, forse ce l'abbiamo fatta per quello, che Caproni l'ha molto annacquata e il linguaggio dialettale e popolare di Celine non l'ha reso pienamente, a parte la primissima parte che a noi risultava quasi incomprensibile, da una certa pagina in poi usa termini particolari ma assolutamente leggibile e scorrevole.

Sono a pagina 520, manca poco a rendere tutto il credito a questa morte che di fatto è sempre presente e incombente in tutti i personaggi, come se la vita non fosse che un suo prezzo per essere finalmente raggiunta, io leggo così il titolo, è la morte, non la vita, la parte felice della nostra esistenza, per questo ci viene data a credito, per poterla pagare.

be', elisa, meno male che e' stata risciacquata in Arno, non credo sarei riuscita a sostenere per tutto il romanzo un'adesione 'troppo' fedele allo stile di Celine, mi e' andato piu' che bene anche il brodino allungato :mrgreen:

come diceva la mia defunta -alla fine e' toccata anche a lei- zia Angelina: viviamo solo per morire :boh:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
finito oggi Morte a credito!

onore a Celine...appena raccolgo le 2555 ideuzze che mi ha cincischiato questo libruccio nel mio cervignaccolo...posto un commentucolo...:mrgreen:
 

francesca

Well-known member
allora sono rimasta ultima....
a mia discolpa posso dire che sto leggendo anche altre cose contemporaneamente.
Comunque proseguo, se vado lenta non è perchè ho perso l'entusiasmo
sono proprio lenta di mio
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Di questo libro ci sarebbero tantissime cose da dire ma di fatto mi lascia senza parole. Sembra un paradosso ma il libro stesso è un paradosso, Celine è così aderente alla realtà autobiografica che ha vissuto che usa un linguaggio "in diretta" per riproporla, non la racconta, ce la fa vivere e questo è la sua grande forza ma anche il suo grande limite. Di certo un'opera così non è mai stata scritta, talmente in presa diretta da apparire scritta di getto, senza filtri, ma forse non è proprio così. Celine vuole descriverci la più minuta e volgare realtà quotidiana, con un linguaggio forte, un'invettiva continua, si sente dentro la rabbia, la paura, l'odio, il dolore. Allora il linguaggio e le descrizioni sono sempre forzate, sarcastiche, paradossali, paroodistiche, quasi un circo, una corte dei miracoli, una realtà come la vive Celine. Prendere o lasciare, di certo un capolavoro, per forza ed intensità, ma circoscritto e limitante perché assolutamente e forzatamente delirante. L'opera di una persona non del tutto risolta e ai limiti della sociopatia. Come dicevano di Van Gogh: tutti vorrebbero un Van Gogh in casa, pochi vorrebbero Van Gogh in casa. Si potrebbe dire la stessa cosa di Celine.
 

francesca

Well-known member
Io Elisa aggiungerei:
e pochi vorrebbero vivere nella casa di Van Gogh.....

Comunque, che colpo il suicidio di Courtial... Non me l'aspettavo assolutamente. Che se ne scappasse e lasciasse baracca e burattini sì, poteva rientrare nel personaggio, ma che arrivasse ad uccidersi no.

Le ultime pagine con la descrizione dell'inverno nel casolare, la fame, il freddo, la miseria più nera, mi hanno messo un'angoscia incredibile, un senso di soffocamento. Fino ad un certo punto anch'io mi sono divertita per le disavventure agricole della banda, ma poi tutto mi è sembrato precipitare in un buco nero senza via di uscita.

Riguardo al titolo ci ho pensato e in effetti condivido la spiegazione di Elisa. La morte ci viene data a credito, un pochina tutti i giorni, senza bisogno di pagare niente, perchè tanto la restituiremo tutta alla fine.
Pezzetti di morte in ogni cosa, sentimento, relazione, avventura che viviamo.
Non so se Celine pensi che la morte sia a parte felice dell'esistenza.
Non vedo felicità in nessun punto del suo romanzo: ironia sì, ma spietata e crudele.
Ci vedo semplicemente una constatazione di fatto: la vita è una "merda" (passatemi il termine) e non ci si può fare niente, solo arrivare alla fine.

Francesca
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io ringrazio tutte per avermi tenuto compagnia in questa impresa, a momenti la scatologia prevaleva sull'escatologia (per Celine spesso sono la stessa cosa :mrgreen:) ed era dura proseguire, altre volte il vortice ti prendeva e non riuscivi ad uscirne, come una malia.
Sono ampiamente soddisfatta della lettura fatta insieme. :)
 

darida

Well-known member
io ringrazio tutte per avermi tenuto compagnia in questa impresa, a momenti la scatologia prevaleva sull'escatologia (per Celine spesso sono la stessa cosa :mrgreen:) ed era dura proseguire, altre volte il vortice ti prendeva e non riuscivi ad uscirne, come una malia.
Sono ampiamente soddisfatta della lettura fatta insieme. :)

bel commento! molto evocativo :mrgreen:

grazie ad elisa e a tutte voi,sono d'accordo, letture condivise sempre piu' soddisfacenti :) non perdiamoci di vista, alla prossima! :wink:
 

francesca

Well-known member
e soprattutto, aspettatemi
arriverò alla fine anch'io.
Intanto posso dire che il dialogo fra ferdinand e la principala sul povero Courtial mi ha quasi commosso, quando lei dice che Courtial voleva veramente bene a Ferdinand, avevo quasi la lacrimuccia.
Ma con Celine si sa, la commozione dura poco, ecco apparire Fleury...
 

francesca

Well-known member
Finito...
che vi devo dire ragazze, starò invecchiando,
ma a me ha commosso anche la discussione finale con lo zio.
Perchè ho visto un Ferdinand diverso, che piange sotto al pressione di una vita così sfortunata per lui, che si sente schiacciato dal peso dell'etichetta di male arnese che i genitori gli hanno affibbiato fin dalla nascita.
Un Ferdinand bambino, niente cinismo nelle sue parole, niente ironia, solo una gran tristezza e stanchezza.

Che libro meraviglioso!
Adesso mi ritiro a cercare di pensare un commento complessivo, anche se mi sembra molto difficile, perchè mi è sembrato un libro così variegato, pieno di cambi di stile e registro, quasi più libri insieme.

Torno con le impressioni finali.

Francesca
 

francesca

Well-known member
Siamo quindi ai commenti finali.
Intanto penso che sulla mia impressione generale di tutto il libro pesi molto il fatto di averlo letto dopo Viaggio al termine della notte, altra pietra miliare della produzione di questo autore.
Avevo già imparato ad apprezzare in questa prima lettura la prosa, lo stile a volte delirante, crudo, lo sguardo cinico di Celine sulla vita.
E in tutto ciò Morte a credito non mi ha deluso.
L’ho trovato un libro straordinario, in cui ci sono molti cambiamenti di registro di narrazione, in cui mai viene a mancare l’ironia e il disincanto, in cui non viene risparmiato niente, ma non per la voglia di stupire o colpire il lettore, ma perché proprio quello è lo sguardo di Celine: una sguardo quasi da chirurgo che non si schifa di sondare le viscere più ripugnanti dell’animo umano, che non indulge in nessuno sconto.
La vita è fatta di questi puzzi, di questi vomiti dell’anima, di meschinerie a volte nemmeno fatte per cattiveria, ma proprio per miseria dell’anima.
Eppure ci ho trovato anche delle note positive in molti personaggi, che sono tutti di una realtà dirompente: mi sono commossa in molti punti.
Una lettura senz’altro faticosa, non solo per lo stile, ma proprio per il coinvolgimento emotivo che mi ha suscitato.
Alla fine sento che per me questo è uno dei libri che mi ha cambiato.
Si può consigliarne la lettura non solo agli stomaci forti, ma soprattutto ai cuori e gli animi forti, perché se ne può rimanere schiacciati e travolti.
Naturalmente l’aver letto il libro con tutti voi è stato un valore aggiunto, grazie, sia di avermi aspettato, nella mia lentezza esasperante, sia di aver condiviso così tanti pensieri profondi e unici con me.
E se qualcuno di voi non l’ha fatto, prendete fiato, ma non mancate di leggere Viaggio al termine della notte!

Francesca
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Pensavo che volevate lasciare aperto come per La montagna...:MUCCA.
Vabbè,allora chiudo,in caso poi riapre elisa.
 
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