E dire che avevo paura di leggere Dosto

aura:
Inutile ripeterlo, un vero capolavoro, un libro di enorme spessore nel quale, attraverso Raskol'nikov e gli altri personaggi, vengono magistralmente e minuziosamente descritte le grandi e piccole sfumature e sfaccettature della natura umana.
Impossibile non immedesimarsi nel personaggio di Rasko'lnikov, nella sua angoscia, nei suoi mutamenti di umore che, pur portati all'ennesima potenza (non capita tutti i giorni di commettere un omicidio

) sono in un certo senso i nostri.
Il vero castigo per Rasko è il tormento interiore, legato non tanto alla paura di essere scoperto o al dolore che è costretto ad infliggere ai suoi cari, ma al fatto di aver fallito nel suo progetto. E' un dolore che deriva dalla scoperta di non far parte della categoria di uomini che possono salvare l'umanità con un'azione eclatante, anche ai danni di qualcuno; di essere, in fin dei conti, un uomo comune; una sofferenza che dipende dall'incomunicabilità con il resto dell'umanità, che la pensa diversamente da lui, condannando moralmente il suo crimine. Ciascuno di noi conosce la sensazione del fallimento e dell'inadeguatezza, la paura e l'ansia, il rimorso, la sensazione di sdoppiamento provocata dal conflitto interiore. E qui ogni sfumatura nelle sensazioni del protagonista viene raccontata e analizzata, sviscerata, così bene che è impossibile non partecipare in prima persona.
Anche io sono rimasta molto colpita da Svidri (e dal sogno della bambina, ero convinta che fosse vero :OO) d'istinto lo vedo un po' come un'immagine speculare di Rasko. Rasko vuole cambiare la società, sta dalla parte dei deboli e dei derelitti, lui stesso vive nella miseria. I suoi intenti, al di là dei mezzi, sono nobili e forse è questo che lo porta a scegliere la salvezza. Oltre all'amore per Sonja, che per lui sarà fonte di redenzione e di ritorno alla vita. Al contrario Svidri, nelle sue azioni, è mosso dal più bieco egoismo, dalla brama di possesso nei confronti di Dunja. Ma nel momento in cui si rende conto che non può avere il suo amore e che finora tutto non è stato che pura follia, non vede più una via d'uscita.
Dunja, la quale mi ha colpito da subito, è una donna forte e nobile dentro, farebbe di tutto per salvare suo fratello ma allo stesso tempo lotta fino all'ultimo per conservare la sua dignità. Mi resterà sempre impresso il momento in cui si inchina in un saluto davanti a Sonja.
Mi ha colpito il fatto che la maggior parte dei personaggi - escluso il mancato cognato Luzin, ed esclusa per ovvie ragioni ogni questione legata al delitto in sè - non conoscano ipocrisia e si affrontino l'un l'altro senza peli sulla lingua, dicendo tutto ciò che pensano.
Inoltre è un romanzo molto attuale, anzi, come mi ha fatto notare Minerva6 nel minigruppo, all'avanguardia anche rispetto a quest'epoca

Il punto di vista dal quale Dosto parte è quello dei deboli, di coloro che in teoria potrebbero rappresentare "rifiuti della società": dall'omicida Rasko alla prostituta Sonja, un personaggio meraviglioso, massima espressione della nobiltà d'animo. Anche il ruolo delle donne è molto importante, tutte hanno personalità molto forti e positive, mi ha colpito tra le altre Katerina Ivanovna e il suo rifiuto di arrendersi. Forse la madre di Rasko si discosta da questo modo di essere, ma è l'amore materno a portarla a ciò.
E' un romanzo assolutamente da leggere, possibilmente da giovani. Mi pento di non averlo fatto, perchè sono d'accordo con Elisa quando scrive che è un libro che può modificare l'approccio alla vita. Se non altro può aiutare ad aprire la mente e a considerare le cose da più punti di vista diversi, ad avere meno pregiudizi.
Volevo scrivere un commento sintetico ma non ci riesco

Mi scuso con chi non l'ha letto se ho fatto un po' di spoiler, ma ho visto che buona parte del romanzo era già stata svelata

Credetemi, leggerlo è una scoperta comunque.