bouvard
Well-known member
“Trentatrè anni prima, ragazzetto piccolo e ingobbito, con le guance ancora coperte di morbida lanugine nera e fitti riccioletti sulla fronte, era arrivato a Vienna per studiare da rabbino; ma ben presto aveva abbandonato quel severo Dio unico che era Yahveh per consacrarsi al rutilante e sfaccettato politeismo dei libri”.
Questo è Jacob Mendel, un uomo che nella vita ha una sola passione: i libri. Non gli interessa, però, leggerli, ma solo conoscere l’esistenza di ogni libro che viene stampato, sapere quante copie ne esistano, dove si trovano, in che stato sono, quanto costano, come reperirle. Insomma Mendel sarebbe un bibliotecario ideale. Ha una memoria prodigiosa e non esiste libro di cui lui non conosca l’esistenza. Perciò nel suo “ufficio”, il caffè Gluck di Vienna, riceve studiosi, appassionati, collezionisti, uomini le cui richieste presso tutti i bibliotecari “ufficiali” sono rimaste senza risposte e che in pochi minuti da lui la ricevono. Questo alimenta l’unico peccato di cui Mendel sembra soffrire: la vanità.
La passione di Mendel per i libri è una passione totalizzante, esclusiva, che lo assorbe completamente, tanto da farlo vivere fuori dal tempo e dalla realtà, infatti neppure si accorge che intorno a lui è scoppiata la prima guerra mondiale. Mendel continua, perciò, a scrivere le sue lettere per ricevere informazioni su libri ai suoi amici francesi ed inglesi, senza sapere che quegli amici adesso sono dei nemici e lui non dovrebbe avere alcun rapporto con loro.
Quest’uomo pacifico, tranquillo, che vive solo per i libri e non conosce alcun limite geografico, perché i libri non conoscono questi limiti, che non conosce la parola “nemico” perché nel suo mondo non c’è posto per una simile parola, quando si trova di fronte alle brutture che gli uomini sono capaci di compiere in guerra ne viene psicologicamente annientato.
Considerato che sono solo 53 pagine e che si trova facilmente anche in ebook, consiglio a tutti quelli che amano i libri di leggersi questo racconto, perché in fondo in Jacob Mendel c’è un po’ di tutti noi.
Questo è Jacob Mendel, un uomo che nella vita ha una sola passione: i libri. Non gli interessa, però, leggerli, ma solo conoscere l’esistenza di ogni libro che viene stampato, sapere quante copie ne esistano, dove si trovano, in che stato sono, quanto costano, come reperirle. Insomma Mendel sarebbe un bibliotecario ideale. Ha una memoria prodigiosa e non esiste libro di cui lui non conosca l’esistenza. Perciò nel suo “ufficio”, il caffè Gluck di Vienna, riceve studiosi, appassionati, collezionisti, uomini le cui richieste presso tutti i bibliotecari “ufficiali” sono rimaste senza risposte e che in pochi minuti da lui la ricevono. Questo alimenta l’unico peccato di cui Mendel sembra soffrire: la vanità.
La passione di Mendel per i libri è una passione totalizzante, esclusiva, che lo assorbe completamente, tanto da farlo vivere fuori dal tempo e dalla realtà, infatti neppure si accorge che intorno a lui è scoppiata la prima guerra mondiale. Mendel continua, perciò, a scrivere le sue lettere per ricevere informazioni su libri ai suoi amici francesi ed inglesi, senza sapere che quegli amici adesso sono dei nemici e lui non dovrebbe avere alcun rapporto con loro.
Quest’uomo pacifico, tranquillo, che vive solo per i libri e non conosce alcun limite geografico, perché i libri non conoscono questi limiti, che non conosce la parola “nemico” perché nel suo mondo non c’è posto per una simile parola, quando si trova di fronte alle brutture che gli uomini sono capaci di compiere in guerra ne viene psicologicamente annientato.
Considerato che sono solo 53 pagine e che si trova facilmente anche in ebook, consiglio a tutti quelli che amano i libri di leggersi questo racconto, perché in fondo in Jacob Mendel c’è un po’ di tutti noi.