121° MG - Novelle per un anno di Luigi Pirandello

Minerva6

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Zia Michelina: secondo voi sul finale Pirandello è d'accordo con quello che pensano le vicine della zia oppure è dalla parte della zia? Che se si sente madre, non può fare la moglie dello stesso uomo :W... non mi sembra così difficile da capire :roll:. Potrebbe strappare una risata, ma a me ha fatto più rabbia :boh:. Cmq l'ho apprezzato lo stesso.

Il professor Terremoto: bel dilemma morale sulla figura dell'eroe si/ci pone Pirandello :SISI. Terremoto perpetuo è rimasta la mia vita
 

darida

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"Il treno ha fischiato", che bella questa novella :D
povero Belluca :boh: alla fine è una forma di sbarellamento modesto il suo. Ma valeva la pena rientrare in sè?...viene da chiederselo :BLABLA
 

Dallolio

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Sono andato avanti di uno nella Rallegrata, specificatamente "o di uno o di nessuno" e tre de L'uomo solo, e cioè Notizie dal Mondo, il Treno ha fischiato e La tragedia di un personaggio...

O di uno o di nessuno
L'autore analizza l'esito dell'affetto di due uomini divisi visceralmente dalla nascita del figlio dell'amante in comune. L'ho trovato abbastanza noioso e ho apprezzato solo le ultime due pagine... non è tragico e non è comico, è beffardo.
Voto: 4

Notizie dal Mondo.
Secondo racconto incentrato su un'amicizia maschile, in questo caso è espressa l'infinito rancore di un uomo per essere stato messo in second'ordine rispetto a una donna nel suo speciale rapporto che prima intratteneva. Da un lato mi ha ricordato "Pensaci Giacomino!" dove si narra di un benefattore eccessivamente compiaciuto del proprio ruolo e dall'altro mi ha ricordato "O di uno o di nessuno"... in entrambi il rapporto tra due uomini è annullato da una donna... che sia il ribadire da parte dell'autore dell'impossibilità di sfuggire alla Natura e all'obbligo che essa impone alla riproduzione e alla conseguente fine di ogni rapporto non basato su tale obbligo?
Il racconto in sè è eccessivamente lungo e ripetititivo.
Voto: 5

Il Treno ha fischiato.
Affascinante racconto sull'irruzione del Mondo nel quotidiano di una vittima.
Voto: 8

La tragedia di un personaggio.
Divertentissimo racconto sul tema affrontato con serietà e tragedia in Sei personaggi in cerca di autore... qui abbiamo addirittura un personaggio che si infuria con pirandello! Viene tra l'altro citato un altro racconto molto piacevole e amaro su un maestro di Musica, di un'altra raccolta.
Voto: 9
 

Dallolio

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Requiem aeternam dona eis, domine!
Divertente racconto "paesano" su un gruppo di fanatici che pretendono di seppellire il loro guru nel territorio espropriato a un marchese... è questo il miglior Pirandello, che si ritrova ad esempio anche nella Giara...
Voto: 9

L'uomo solo.
Amaro racconto senza speranza sul dolore della solitudine... eccessivo.
Voto: 6

La cassa riposta.
Anche qui emerge la vena esplosiva e paesana di Pirandello, i caratteri dei personaggi sono talmente vivi che si desidererebbe che non finisse mai e sul finale è anche troppo breve.
Voto: 8
 

darida

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"Zia Michelina" che dire, il buonsenso pesa tutto dalla parte della povera Michelina, avendoci la stessa lasciato le penne:boh: drammaticamente unico modo per uscire da una situazione che la vedeva addirittura in difetto :) cit:"Che storie!"
Pirandello ha riportato nella novella comportamenti legati alla terra-al possesso- e alla condizione della donna, non credo schierandosi, questo lo facciamo noi :wink:
 

Dallolio

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Io non ho capito una cosa di quel racconto: perchè si reca dal padre per sposarsi con lui e poi immediatamente dopo lo respinge con sdegno? Mi sa che in quella scena mi è sfuggito qualcosa...

Comunque...

La Michelina: protagonista femminile eccessivamente rigoroso... Pirandello sembra quasi voler esaltare la sua virtù in modo eccezionale per poi renderla un oggetto di ironia (vedi il finale, in cui il suo suicidio di fatto viene potentemente sminuito dallo scetticismo dei compaesani).
Voto: 6

Professor Terremoto:
Crudele e amara ironia sull'eroismo e le sue conseguenze... bella l'analisi dell'atto eroico svolto dal professore come momentanea messa tra parentesi del quotidiano per elevarsi nelle regioni dell'ineffabile.
Voto: 8

La veste lunga:
Stupendo racconto dove l'autore riesce a evitare in parte il suo onnipresente riso sardonico, per raccontarci la triste presa di coscienza della durezza e della prosaicità della vita da parte di un'adolescente che saprà però riscattarsi in un suicidio che dice "no" alle regole sociali e alla condanna della Natura... da quel che ricordo è uno dei pochissimi racconti in cui un personaggio si salva dalla soggezione alla società, al sesso e alla maternità.
Voto: 10
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Zia Michelina

Io non ho capito una cosa di quel racconto: perchè si reca dal padre per sposarsi con lui e poi immediatamente dopo lo respinge con sdegno? Mi sa che in quella scena mi è sfuggito qualcosa..

Credo che lo faccia soprattutto perché in realtà non lo vuole sposare e poi perché si rende conto che il padre di Marruchino invece ne avrebbe avuto piacere e non ha davvero a cuore solo gli interessi del figlio, ma anche i suoi (così avrebbe condiviso con lei l'usufrutto della casa, il furbetto). Perciò Michelina s'infuria e va via.
 

darida

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Credo che lo faccia soprattutto perché in realtà non lo vuole sposare e poi perché si rende conto che il padre di Marruchino invece ne avrebbe avuto piacere e non ha davvero a cuore solo gli interessi del figlio, ma anche i suoi (così avrebbe condiviso con lei l'usufrutto della casa, il furbetto). Perciò Michelina s'infuria e va via.

...e comunque l'autore ci anticipa che il compare-cognato-padre spiega con un "faticoso garbuglio di parole" le sue ragioni che in effetti risultano poco chiare anche al lettore
cupidigia laida intuì nel compare :cool: :mrgreen: la bella Michelina...ahimè, prima di risolversi al triste finale, che spreco :BLABLA
 

Dallolio

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Vado avanti, ancora mi mancano tre racconti della Rallegrata, li leggo nei prossimi giorni.

I nostri ricordi: racconto che ricorda il contenuto di Uno, Nessuno e Centomila, laddove il personaggio si rende conto della propria pluralità e disaggregazione, disperdendosi nelle varie percezioni altrui. Indubbiamente più piacevole e meno teorico del romanzo.
Voto: 8

Di guardia: racconto comico, sull'ossessione del tradimento... anche quando a tradire è la propria cognata... non imperdibile.
Voto: 6

Dono della vergine Maria: racconto su una fede viscerale e sui drammatici esiti che essa comporta, con la morte di tutte le figlie del protagonista e della rottura dell'unico legame che egli ancora aveva con il mondo. La materia del racconto è vulcanica e mi rammarico molto che non sia stato reso un romanzo.
Voto: 10

La verità: novella da cui è tratto "Il berretto a sonagli", sebbene declinato in altra forma e con un altro finale... è un interessante "what if" rispetto alla vicenda di Ciampa.
Voto: 9
 

Dallolio

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Zia Michelina: secondo voi sul finale Pirandello è d'accordo con quello che pensano le vicine della zia oppure è dalla parte della zia? Che se si sente madre, non può fare la moglie dello stesso uomo :W... non mi sembra così difficile da capire :roll:. Potrebbe strappare una risata, ma a me ha fatto più rabbia :boh:. Cmq l'ho apprezzato lo stesso.

Il professor Terremoto: bel dilemma morale sulla figura dell'eroe si/ci pone Pirandello :SISI. Terremoto perpetuo è rimasta la mia vita

Secondo me Pirandello è d'accordo con quello che pensano le donnine del finale... egli con i suoi personaggi è sadico e diabolico e ama distruggerli specialmente quando sono virtuosi (vedi l'Uomo Solo, in cui il protagonista aveva solo la "colpa" di amare sua moglie e di non sopportare il suo abbandono)... finora ho visto che ha avuto pietà solo della teen ager de La veste lunga!
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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@ Dallolio

Toglimi una curiosità personale:
ma perché stai leggendo così random :? :mrgreen: ?
C'è un motivo particolare per quest'opera oppure fai sempre così con le raccolte di racconti?

Io non ci riuscirei :boh:, ma tu cmq fai pure come preferisci.
Qui siamo per la libertà di lettura :wink:.

Io e darida abbiamo iniziato con La rallegrata perché Spilla era già avanti, ma in futuro vorrei recuperare anche con le precedenti 2 raccolte, almeno per finire tutto il 1° volume (che a me appunto finisce con la raccolta in corso, L'uomo solo).
Non so se proseguirò con la prossima raccolta perché sono indecisa sulla sfida, se parteciperò dovrò sospendere (a malincuore) qui.
 

Dallolio

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Perchè tanto le novelle non hanno nessuna parentela reciprocamente, quindi vado a ispirazione... io penso di continuare anche perchè finalmente utilizzo questo Mammuth comprato quando ero un ragazzo!
Non abbandonarci Minerva, con un libro di queste ciclopiche dimensioni bisogna farsi coraggio a vicenda =)
 

Spilla

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Eccomi, Daria, ci sono! Scusate, ho avuto un po' di vicissitudini familiari. Adesso ho qualche giorno di ferie, forse riesco a mettermi in pari.

Sopra e sotto: un po' come dire: bello fare i filosofi e gli idealisti, ma poi di fronte alla cruda realtà come vi comportereste voi? Pirandello mette a nudo la stupidità di tanti benpensanti
Un «goj»: chi tace e acconsente sempre non solo non viene preso sul serio, ma nemmeno viene apprezzato per la sua bontà. Va bene il realismo, ma l'idea del presepe disseminato di truppe in assetti da guerra mi ha stretto lo stomaco...:paura:
La patente: che bello, questo racconto! mi son piaciuti i vari giudici e avvocati che girano con amuleti di foggia e dimensione varia appesi al panciotto :mrgreen:
Notte: mi è piaciuto molto, l'ho trovato delicato e vero. Tutti noi a volte la notte fantastichiamo su invenzioni e soluzioni apparentemente perfette che alle prime luci dell'alba si rivelano prive di fattibilità... o no? ;
O di uno o di nessuno: sull'egoismo umano. Ma la povera madre alla fine è quella che ci rimette per tutti.
Nenia: non l'ho capito bene, forse sonnecchiavo mentre l'ho letto. Credo di aver pensato che si parlasse di una pena d'amore (forse di un abbandono), ma non ci sono stata troppo su a pensare :?
Nené e Ninì: ecco, la patente a questi due pargoletti qui no? più porta-jella di così...
«Requiem aeternam dona eis, Domine!» non mi ha detto granché. Mi ha ricordato il Pirandello de "I vecchi e i giovani", che tenta di esaminare i motivi dello scontento popolare. M non è questo ciò che sa fare di meglio, secondo me (prof. so che tu la pensi diversamente ;) )

L'uomo solo: bellissima la prima parte, dove si descrive il vedovo e il suo rapporto con lo scapolo. Poi si perde un po' ed è eccessiva la scena finale del suicidio
La cassa riposta: quasi un piccolo romanzo. Bellissima la figura dell'avaraccio che "ricicla" la bara della moglie :mrgreen: Un ecologista ante-litteram ;)
Il treno ha fischiato... : questo me lo ricordavo. E' Pirandello puro. L'uomo che finalmente vede e comprende e può scrollarsi di dosso le convenzioni e le regole del vivere civile. Bello!
Zia Michelina: anche questo è articolatissimo! non mi pare che Pirandello condanni il comportamento di Michelina, anzi! E' l'unica che non pensa al proprio tornaconto, che vive i quoi sentimenti in maniera autentica. Ovviamente il mondo la schiaccia proprio per questo, succede anche ne
Il professor Terremoto, dove l'eroe di un giorno è destinato al sacrificio perpetuo
 

Spilla

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Secondo me Pirandello è d'accordo con quello che pensano le donnine del finale... egli con i suoi personaggi è sadico e diabolico e ama distruggerli specialmente quando sono virtuosi (vedi l'Uomo Solo, in cui il protagonista aveva solo la "colpa" di amare sua moglie e di non sopportare il suo abbandono)... finora ho visto che ha avuto pietà solo della teen ager de La veste lunga!

Ma sei sicuro? Io ho sempre pensato il contrario, cioè che Pirandello provi una pietà infinita (magari un po' stizzosa e amara, ma sempre pietà) per i suoi personaggi, specie per gli "incolpevoli". Ritiene che la realtà stessa dell'uomo sia quella di non poter "avere forma", perciò chi è rigido e autodefinitorio viene sempre sconfitto dai fatti. Ma chi non accetta di modificarsi per bontà o per coerenza viene guardato con indulgenza estrema (come ne "L'esclusa", lo conosci?). E' chi è tronfio e pieno di sé a finire sotto le spire della sua implacabile ironia: come Bobbio, o il suocero del "goj".
 

Spilla

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@Minerva: per me potremmo interrompere dopo questa raccolta e poi darci un nuovo appuntamento per leggere altre due-tre raccolte (magari a fine agosto). Anche io ne approfitterei per completare le prime due raccolte e leggere anche qualcos'altro.

Sentiamo cosa ne pensano Daria e il prof.
 

Dallolio

New member
Ma sei sicuro? Io ho sempre pensato il contrario, cioè che Pirandello provi una pietà infinita (magari un po' stizzosa e amara, ma sempre pietà) per i suoi personaggi, specie per gli "incolpevoli". Ritiene che la realtà stessa dell'uomo sia quella di non poter "avere forma", perciò chi è rigido e autodefinitorio viene sempre sconfitto dai fatti. Ma chi non accetta di modificarsi per bontà o per coerenza viene guardato con indulgenza estrema (come ne "L'esclusa", lo conosci?). E' chi è tronfio e pieno di sé a finire sotto le spire della sua implacabile ironia: come Bobbio, o il suocero del "goj".

Io la pietà l'ho intravista in lui, però in certi casi è sadico ed eccessivo, come ne l'Uomo Solo, la novella più triste dell'intera raccolta, mentre in altri magari mostra una maggiore comprensione anche se non esplicitata... anche se forse è la mia impressione la mia è sempre stata che nel teatro e nei romanzi il sadismo si attenuasse perchè tutti i personaggi ottengono una sorte di riscatto, anche solo data dal titanismo dell'affermazione del loro sè... penso a Leone Gala, a Serafino Gubbio, a Mattia Pascal, sicuramente all'Esclusa.
Insomma io vedo l'atteggiamento Pirandelliano sintetizzabile nella novella Maestro di Musica: prima ci viene delineato un personaggio coerente, per cui non si può non provare tenerezza, e poi lo si fa morire preso in giro e beffato... Aspettiamo Darida, mi vanno bene entrambi le opzioni, sia quella di proseguire con le altre novelle che quella di interrompere dopo alla fine de l'Uomo Solo.
 

darida

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Il professor Terremoto - sulle conseguenze del gesto eroico-piaciucchiato...

La veste lunga - bella novella breve e completa. oddio, il suicidio finale della giovinetta casuale quanto basta per reggere la storia di una analisi-percezione del futuro tanto profonda quanto priva di esperienza....ce la poteva risparmiare, o deve sempre finire in tragedia? io non ci vedo salvezza in questo :)
(comunque, preferisco l'autore in mod." riso sardonico" :wink:)

...

1- continuerei a leggere anche dopo la fine di questa raccolta, ma vorrei farlo con voi...quindi mi adatto ai vostri impegni librosi :D
2- sono d'accordo sul fatto che le novelle possano anche essere lette a caso, tuttavia il sistema di Dallolio mi turba non poco :mrgreen: ma mi adatto anche a questo :wink: :D
 

Dallolio

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Ti spiego il mio metodo nella sua interezza: ho letto la Rallegrata non in fila perchè alcuni titoli mi ispiravano più di altri, poi a un certo punto sono passato all'Uomo solo perchè mi attirava il titolo, ma quando chiuderemo le avrò finite entrambe... è il destino che mi guida!
Io mi prostro ai vostri desideri sulla prosecuzione delle novelle o no, io proseguirei anche volentieri, per ora non ho altri impegni librari (ho già finito Il viaggio e La Giara prima del Gdl)...
 

Spilla

Well-known member
Io la pietà l'ho intravista in lui, però in certi casi è sadico ed eccessivo, come ne l'Uomo Solo, la novella più triste dell'intera raccolta, mentre in altri magari mostra una maggiore comprensione anche se non esplicitata... anche se forse è la mia impressione la mia è sempre stata che nel teatro e nei romanzi il sadismo si attenuasse perchè tutti i personaggi ottengono una sorte di riscatto, anche solo data dal titanismo dell'affermazione del loro sè... penso a Leone Gala, a Serafino Gubbio, a Mattia Pascal, sicuramente all'Esclusa.
Insomma io vedo l'atteggiamento Pirandelliano sintetizzabile nella novella Maestro di Musica: prima ci viene delineato un personaggio coerente, per cui non si può non provare tenerezza, e poi lo si fa morire preso in giro e beffato... Aspettiamo Darida, mi vanno bene entrambi le opzioni, sia quella di proseguire con le altre novelle che quella di interrompere dopo alla fine de l'Uomo Solo.

Sì, sul fatto che sia spesso eccessivo sono d'accordo. Magari è un modo per "svegliare" il lettore (dell'epoca) e far passare prima il messaggio? Forse nel teatro i personaggi sono un po' più sfaccettati, non saprei dirlo bene perché non amo leggere testi teatrali (nemmeno quelli del mio amato Pirandello :mrgreen ) e le tre o quattro opere che ho letto non le ricordo bene. Credo si possano vedere entrambe le cose (sadismo e pietà) a seconda di come lo si legge. Io continuo a sentire profondamente la seconda. Però, a ben pensarci, nella Veste lunga ci sono entrambe: pietà per la ragazza e un acidissimo sfottò a padre e fratello che la sacrificano ai propri interessi economici :?

I nostri ricordi... eccessivo, anche stavolta, ma vero: i nostri ricordi ci ingannano spesso, ce ne accorgiamo solo quando li affrontiamo. Triste.
 
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