Le porte di Tannhauser
Tanny
Io assieme allo Zingaro e Smemorina stiamo leggendo questo splendido romanzo, il primo grande successo del grandissimo Victor Hugo, se qualcuno vuole aggiungersi è bene accetto
Grazie Tanny, sono contento di leggere questo capolavoro assieme a te e assieme a Smemo.
Io e Smemo veniamo da una lettura di Dumas (Il Conte) e direi che mai due autori tra loro contemporanei sono stati così stilisticamente lontani.
Benchè abbia amato Dumas, Hugo si sta dimostrando, già dalle prime pagine, molto più "asciutto" ed essenziale rispetto al "signor aggettivo":HIPP
Io ho appena terminato il libro II, ho fatto la conoscenza di Gringoire e di Esmeralda. E, di sfuggita, ho visto il brutto Quasimodo, personaggio assai intrigante.
Stasera ricomincio a leggere e cosa trovo... una descrizione incredibile della cattedrale di Notre Dame de Paris; se c'è una cosa che mi fa andare in brodo di giuggiole sono i monumenti, sembrerò scemo o fuori di testa a dire questa cosa ma l'ho riletto due volte la descrizione e poi non essendo mai stato a Parigi (cosa a cui devo assolutamente rimediare) sono andato a cercarmi le foto su internet e ho riletta per la terza volta, mi sembra superfluo dire che questo capitolo mi è piaciuto particolarmente :sbav:
Il libro 3 mi sembra sia una sorta di "storia a parte". Bisognerebbe andare a Parigi e rileggersi la parte della città descritta a volo d'uccello dall'ottimo Hugo.
Poi soffermarsi fuori da Notre Dame e leggere la parte che descrive i mutamenti della cattedrale nel tempo. Lo scrittore ci dice che il tempo non è niente in confronto a ciò che hanno fatto, in peggio, gli uomini. Di certo gli architetti che si sono avvicendati ai lavori, si saranno rotolati nelle tombe. Hugo si dice rattristato dell'involuzione che la cattedrale ha avuto, eppure rimane un pezzo di umanità meraviglioso.
Veramente notevole, concordo Tanny!
Scusate l'intrusione, non resisto. Essere davanti a Notre Dame meglio ancora DENTRO, meglio ancora, come è capitato a me, rifugiarsi al suo interno perché sorpresi dall'ennesimo acquazzone e quindi vederla ancora più buia e cupa, dopo aver letto questo libro è un'esperienza da pelle d'oca....sembra di vedere spuntare Quasimodo in ogni angolo. :wink:
Io veramente mi immaginavo anche Esmeralda danzare sul sagrato. :wink:
L'Egitto lo (Quasimodo) avrebbe preso per il dio di quel tempio; il Medio Evo lo riteneva il demone di esso; ne era l'anima.
Al punto che, per quelli che sanno che Quasimodo è esistito, Notre-Dame è oggi deserta, inanimata, morta. Si avverte che qualcosa è scomparso. Questo corpo immenso è vuoto; è uno scheletro; lo spirito l'ha abbandonato e se ne vede il posto che ha lasciato; ecco tutto.
È come un cranio in cui ci sono ancora i fori per gli occhi, ma non c'è più sguardo.
Scusate l'intrusione, non resisto. Essere davanti a Notre Dame meglio ancora DENTRO, meglio ancora, come è capitato a me, rifugiarsi al suo interno perché sorpresi dall'ennesimo acquazzone e quindi vederla ancora più buia e cupa, dopo aver letto questo libro è un'esperienza da pelle d'oca....sembra di vedere spuntare Quasimodo in ogni angolo. :wink:
Io veramente mi immaginavo anche Esmeralda danzare sul sagrato. :wink:
Sordo e di aspetto orrendo, non sappiamo se sia realmente muto. In ogni caso non parla mai con nessuno, perché la sordità lo ha relegato in una sorta di isolamento senza speranza.
Ma…anche Quasimodo, ha il suo modo di volare, di essere sé stesso e di piacersi.
Di sera si arrampica sulla magnifica Notre Dame e lo vediamo apparire da qualche parte sulla facciata, confondendosi con i mostri di pietra. Ci stupiamo della sua agilità, gobbo e maldestro com’è solitamente. Parla con le statue che, proprio come lui, possiedono un aspetto poco rassicurante e non rispondono a nessuno. Quasimodo teme le persone, ma non di cadere dalle altissime torri della sua cattedrale, di cui si fida teneramente.
Ognuno ha il proprio rifugio da qualche parte nel mondo, un riparo nel qualche sentirsi amato, bello e unico. Quello di Quasimodo è Notre Dame di Parigi.
Ps mi piacerebbe sapere se voi ce l’avete un riparo così, può essere un luogo vero o un’astrazione.
Fino alla fine della seconda parte.
Adoro i personaggi di Hugo:
Gregoire poeta incompreso e spiantato; ridicolo e pasticcione
Quasimodo totalmente diverso dal personaggio simpatico dei cartoni, Hugo lo descrive basso e tarchiato, brutto e cattivo, sordo e guercio; odiato da tutti odia tutti eppure approfitta della festa per mischiarsi alla folla, farne parte, sentirsi accettato.
L'unico a fargli paura è l'abate Claude frollo , calvo e furibonda che guarda con occhio lascivo la Esmeralda "di tanto in tanto un sorriso e un sospiro s'incontravano sulle sue labbra, ma il sorriso era più doloroso del sospiro"
La Esmeralda agile e bella zingara dalla dolcissima voce e dal cuore puro (per non parlare della capretta "da guardia")
Ci sono poi altri personaggi che sembrano meno importanti (ma Hugo ci insegna subito, grazie al mendicante che quasi non notiamo durante la festa e che invece scopriamo essere il Re dei mendicanti!) che non si butta via niente
Ecco quindi Johannes Frollo, il fratello birichino e scanzonato di Claude; la reclusa, o insaccata, che urla dalla sua prigione; coppenale, gagliardo e orgoglioso grande amico del "re" trouillefou; per finire col bellissimo sole, phoebus...
Li adoro tutti! E adoro la corte dei miracoli. Che fifa trovarmi al posto di gregoire mentre, di notte, dalle stradine buie avanza strisciando come insetti questi uomini pericolosi che mi si stringono addosso, mi sbarrano la strada, mi spingono verso i fuochi accesi, tra bambini rubati, vecchie sdentate, prostitute e tagliagole...siiiiii vi lascio la tour eiffel !!!
Sordo e di aspetto orrendo, non sappiamo se sia realmente muto. In ogni caso non parla mai con nessuno, perché la sordità lo ha relegato in una sorta di isolamento senza speranza.
Ma…anche Quasimodo, ha il suo modo di volare, di essere sé stesso e di piacersi.
Di sera si arrampica sulla magnifica Notre Dame e lo vediamo apparire da qualche parte sulla facciata, confondendosi con i mostri di pietra. Ci stupiamo della sua agilità, gobbo e maldestro com’è solitamente. Parla con le statue che, proprio come lui, possiedono un aspetto poco rassicurante e non rispondono a nessuno. Quasimodo teme le persone, ma non di cadere dalle altissime torri della sua cattedrale, di cui si fida teneramente.
Ognuno ha il proprio rifugio da qualche parte nel mondo, un riparo nel qualche sentirsi amato, bello e unico. Quello di Quasimodo è Notre Dame di Parigi.
Ps mi piacerebbe sapere se voi ce l’avete un riparo così, può essere un luogo vero o un’astrazione.
Mancano 4-5 secoli alla Tour Eiffel smemo.... la Parigi di allora doveva essere molto, ma molto diversa, a parte che anche al giorno d'oggi se scendi in metropolitana un po' in periferia le facce che vedi in giro non sono dissimili alla Corte dei Miracoli né...:OO
Occhio a definire Phoebus il sole....niente è come sembra in questo romanzo. E qui mi fermo.