151º Minigruppo - Se non ora, quando? di Primo Levi

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Zingaro di Macondo

The black sheep member
capitolo 7

Il romanzo vive dei continui spostamenti dei partigiani ebrei.

Non avviene granchè, ma c'è grande approfondimento psicologico dei personaggi.

Primo Levi era uomo troppo sincero per descrivere con toni enfatici dirottamenti ferroviari e costruzioni di false piste di atterraggio. Nella guerra non c'è nulla di eroico e l'autore scrive con toni pacati, quasi rassegnati.

Rende semplice, superflua la morte di un cavallo zoppo, quasi impalpabile l'amore fugace tra un uomo e una donna.

Si respirano tra le pagine quasi un'assenza perenne, la ricerca di una pienezza e di una patria definitiva.
 
Ultima modifica:

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Assalto al lager di Chmielnik - SPOILER -

Questo romanzo va letto con attenzione. C'è della psicanalisi ben celata fra le righe. Ma vorrei che ce ne fosse di più. Leonid non ha mai avuto una vita facile: orfano in tenera età, fuggito da un lager, ha vissuto senza affetti da quando è nato.
Unitosi alla banda di Gedale conosce Line alla quale si affeziona. Nelle settimane successive il suo ruolo diventa passivo. Con Line a fianco e standole accanto vive proseguendo d'inerzia. Come un orologio automatico che non necessita di essere caricato. Ma se gli ingranaggi o l'orologio stesso prende una botta, qualcosa s'inceppa.
Ci pensa Mendel, l'ex orologiaio, una notte sfilandogli Line da sotto la coperta.
Quanto può sopportare un uomo? Si chiede Levi. Per l'assalto di Chmielnik Leonid viene incluso nella squadra. Gedale aveva capito che "per imprese disperate ci vogliono uomini disperati". Leonid sceglie di morire gettandosi allo sbaraglio, spinto dalla facilità con cui Mendel e Line lo hanno ignorato, messo da parte come un oggetto poco importante. Una botta, l'ultima, che Leonid non ha retto.

Dopo il mezzo fallimento (o solo mezzo successo) dell'attentato al treno, Leonid era parso abbattuto e quando Mendel aveva cercato di rincuorarlo dicendogli che comunque il treno era stato arrestato, Leonid gli aveva detto che non aveva capito niente; avrebbe voluto regalare la riuscita del sabotaggio a Line.

Ma quelli non erano tempi per una storia amorosa.
C'era ben altro in gioco. C'era uno sparuto gruppo di uomini in lotta per una patria, un'identità, una dignità. Uniti nella disperazione ma insieme, era tempo di crearsi un ruolo da protagonisti.

E se non così, come? E se non ora, quando?
Ci riconoscete? Siamo le pecore del ghetto,

Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa.
Siamo i sarti, i copisti ed i cantori
Appassiti nell’ombra della Croce.
Ora abbiamo imparato i sentieri della foresta,
Abbiamo imparato a sparare, e colpiamo diritto
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?
I nostri fratelli sono saliti al cielo
Per i camini di Sobibór e di Treblinka,
Si sono scavati una tomba nell’aria.
Solo noi pochi siamo sopravvissuti
Per l’onore del nostro popolo sommerso
Per la vendetta e la testimonianza.
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?
Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada.
Ognuno di noi porta in tasca la pietra
Che ha frantumato la fronte di Golia.
Fratelli, via dall’Europa delle tombe
Saliamo insieme verso la terra
Dove saremo uomini fra gli altri uomini
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Capitolo 10

In Levi l’uomo quasi sparisce tra le pagine, si fa evanescente e impalpabile, inconsistente. Non a caso questo romanzo è scritto in terza persona, e, non a caso, non ci sono veri e propri protagonisti che riconosciamo nettamente come tali. C'è una sorta di "spersonalizzazione", così come “Se questo è un uomo” è il diario della "fine" dell’Uomo in quanto tale.


Non bisogna credere troppo negli atti, nei pensieri, nelle gesta degli uomini che sono talmente piccoli da farsi guerra e ammazzarsi per non si sa cosa. Nemmeno i gedalisti sanno di preciso, in modo unitario, per cosa combattono e per chi. Si parla di "dignità", di "nemico", di "Terra Promessa". Parole pesanti e vuote al tempo stesso.

Persino l’uccisione di Leonid, durante l’assalto al lager di Chmielnik, viene risolta in pochissime parole. Il lettore quasi non si accorge che è morto uno dei personaggi.

Forse se Levi avesse dato importanza agli uomini ne sarebbe uscito pazzo. Meglio pensare agli esseri umani come a piccole formiche impazzite o a granelli di polvere. In questo modo tutto poteva essere accettato e guardato in modo sensato.

L'autore mescola abilmente la storia vera ai fatti romanzati, in un intreccio di amore, sensualità e guerra. Perché Leonid si è lasciato uccidere, in questa specie di inconscio suicidio? E perché ha perso la lucidità mentale?

Troppo semplice dire che sia stato a causa dell’amplesso tra Mendel e Line. Troppo semplice dire che è stato tradito, dall’amico o dall’amante.

D'altra parte sarebbe stato troppo difficile, troppo "triste", sostenere che Leonid fosse morto perché non vedeva più speranza.

Ecco, dunque, che l'autore mescola volutamente le carte, forse perchè nemmeno lui vuole capire come stanno le cose, dolorosa com'è, la verità "vera", quella ultima e senza appello.
 
Ultima modifica:

Zingaro di Macondo

The black sheep member
"La nebbia prima era molto fitta, e loro chiedevano di arrendersi ai morti."

"Che la guerra finisca, Signore a cui non credo. Se ci sei, fa' finire la guerra. Presto e dappertutto. Hitler è già vinto, questi morti non servono piú a nessuno."
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ragazzi, visto che avete finito lo tolgo dal rilievo. Ditemi voi se e quando posso chiudere.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto