Assalto al lager di Chmielnik - SPOILER -
Questo romanzo va letto con attenzione. C'è della psicanalisi ben celata fra le righe. Ma vorrei che ce ne fosse di più. Leonid non ha mai avuto una vita facile: orfano in tenera età, fuggito da un lager, ha vissuto senza affetti da quando è nato.
Unitosi alla banda di Gedale conosce Line alla quale si affeziona. Nelle settimane successive il suo ruolo diventa passivo. Con Line a fianco e standole accanto vive proseguendo d'inerzia. Come un orologio automatico che non necessita di essere caricato. Ma se gli ingranaggi o l'orologio stesso prende una botta, qualcosa s'inceppa.
Ci pensa Mendel, l'ex orologiaio, una notte sfilandogli Line da sotto la coperta.
Quanto può sopportare un uomo? Si chiede Levi. Per l'assalto di Chmielnik Leonid viene incluso nella squadra. Gedale aveva capito che "per imprese disperate ci vogliono uomini disperati". Leonid sceglie di morire gettandosi allo sbaraglio, spinto dalla facilità con cui Mendel e Line lo hanno ignorato, messo da parte come un oggetto poco importante. Una botta, l'ultima, che Leonid non ha retto.
Dopo il mezzo fallimento (o solo mezzo successo) dell'attentato al treno, Leonid era parso abbattuto e quando Mendel aveva cercato di rincuorarlo dicendogli che comunque il treno era stato arrestato, Leonid gli aveva detto che non aveva capito niente; avrebbe voluto regalare la riuscita del sabotaggio a Line.
Ma quelli non erano tempi per una storia amorosa.
C'era ben altro in gioco. C'era uno sparuto gruppo di uomini in lotta per una patria, un'identità, una dignità. Uniti nella disperazione ma insieme, era tempo di crearsi un ruolo da protagonisti.
E se non così, come? E se non ora, quando?
Ci riconoscete? Siamo le pecore del ghetto,
Tosate per mille anni, rassegnate all’offesa.
Siamo i sarti, i copisti ed i cantori
Appassiti nell’ombra della Croce.
Ora abbiamo imparato i sentieri della foresta,
Abbiamo imparato a sparare, e colpiamo diritto
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?
I nostri fratelli sono saliti al cielo
Per i camini di Sobibór e di Treblinka,
Si sono scavati una tomba nell’aria.
Solo noi pochi siamo sopravvissuti
Per l’onore del nostro popolo sommerso
Per la vendetta e la testimonianza.
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?
Siamo i figli di Davide e gli ostinati di Massada.
Ognuno di noi porta in tasca la pietra
Che ha frantumato la fronte di Golia.
Fratelli, via dall’Europa delle tombe
Saliamo insieme verso la terra
Dove saremo uomini fra gli altri uomini
Se non sono io per me, chi sarà per me?
Se non così, come? E se non ora, quando?