“The wolf of Wall Street” appena uscito è stato uno dei film più visti in streaming di sempre.
Un cult immediato, veloce, moderno, ha aggredito il panorama cinematografico con la stessa veemenza utilizzata dal suo protagonista nell’attacco al potere economico americano. Eppure non è uno dei migliori film di Martin Scorsese. Il ritmo del film ricorda “Goodfellas” e “Casino” ma, secondo molti critici, manca qualcosa.
Interpretazioni memorabili, sceneggiatura impressionante e colonna sonora potente., ma questo non basta. Perché?
In “Casino” e “Goodfellas” il ritratto del protagonista è più completo, più umano, più vitale.
In “The wolf of Wall Street” Scorsese si limita a mostrare un eroe di plastica, un DiCaprio (grande interpretazione, che anche questa volta non è bastata per vincere un Oscar…) che nonostante rappresenti perfettamente il prototipo del golden boy made in USA, il modello che tutti oggi segretamente sognano di emulare in un mondo il cui ritmo è dettato dai tempi del denaro (ricordiamo il piano-sequenza iniziale di “Casino” che ci mostrava il viaggio meccanico dei dollari nella fabbrica degli ingannevoli e falsamente allettanti sogni americani), rimane un essere superficiale, un protagonista che manca del suo lato interiore e profondo, quell’aspetto che nel cinema trasforma magicamente un personaggio convincente in uno indimenticabile.
In tre ore di film si poteva trovare il tempo per questo… Ma forse non è ciò che interessava al regista, forse tutto ciò è voluto … il nostro mondo oggi è così? Uomini di plastica alla ricerca di pezzi di carta?