forse però sta proprio lì l'inghippo
nell'intendere che così devono fare gli scrittori
o comunque i comunicatori
rimarcare quali siano i binari sui quali procedere
uno potrebbe obiettare, allora, che si voglia
mantenere un purismo puranche artificioso
quasi altezzoso e sprezzante
nelle produzioni letterarie e non
comunque destinate ad essere lette da tutti
allora lui prontamente smentisce
smontando via via con ironia
le norme che sta egli stesso esponendo.
se il fine di un messaggio è di essere recepito e compreso
è chi lo espone a doversi accertare che i destinatari
siano in grado di capire.
tocca perciò a lui adattarsi ed adeguarsi al loro livello.
pena il fallimento della comunicazione.
ecco, il vademecum è un po' tutto questo.
col distinguo -che lascia trasparire tra le righe in maniera per nulla addolcita- che il sig eco si rammarica tantissimo
di doversi chiaramente abbassare a questi
escamotage comunicativi, lui che veleggia a ben altre quote ...
ecco perché quella che vuole far passare come ironia, a me in realtà suona come una concessione paternalistica.
scritta a consolazione dei lettori inferiori, ma forse ancor più per mostrare di essere capace persino di essere faceto.
un'ulteriore dote divina.