211° MG - Moïra di Julien Green

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Io e Zingaro incominciamo la lettura di questo romanzo di uno scrittore poco nominato in questo forum ma che meriterebbe molta più considerazione, a mio parere.
Romanzo con una trama inquietante. Uno scrittore cattolico che rasenta l'ossessione per certi temi. Sono sicuro che la storia di questo libro, se anche qualcun altro si unirà, susciterà commenti molto interessanti. Sono pagine (molte) davvero allucinate.

Dài, vi aspettiamo! :wink:
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Sono a metà del III capitolo. Se ci sei arrivato, vista la brevità di questi primi, che idea ti sei fatto di Joseph? Hai visto come reagisce quando un suo compagno o la signora Dare l'approccia?
Io ricordo abbastanza bene quasi tutto: l'ho letto che non è molto. Mi sembra fosse l'anno scorso o quello prima, forse.
M'interessa sapere cosa pensi circa l'educazione religiosa che deve aver ricevuto dai suoi genitori. Tra l'altro, considerata l'età di questo giovane protagonista, quando lessi il romanzo per la prima volta, mi stupì molto percepire un indottrinamento a quei livelli. Già percepivo una ferrea disciplina, privazioni, autoaccuse e... giuro, anche pericolo!

Dài, dimmi la tua. Il bello di Moïra è che "parte" subito. Se analizzi il modo di scrivere e descrivere, oltre che i dialoghi, tu, futuro romanziere, troverai sicuramente qualche spunto interessante, spero.

PS: man mano che proseguiremo ti accorgerai perché avrei voluto la compagnia di maclaus in questo MG. Sarei stato curioso di leggere qualche sua riga a riguardo...
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Ieri sera ho letto un centinaio di pagine, sono al capitolo 13 (credo).

Prima qualche considerazione formale sull’autore, di cui non avevo mai letto nulla: scrittore di ottima penna che ben si inserisce in quel contesto “tardo verista” di stampo europeo. Le sue sono parole “vere”, gli episodi non sono mai calcati e non ammiccano al lettore. Il protagonista c’è e si vede, si tocca, per così dire. Non fa cose mirabolanti e la sua “prigionia intellettuale” è ancor più marcata, proprio perché non esasperata da pensieri o atti inverosimili.

Mi sembra lo stile di Moravia, in particolare la descrizione dei contesti, dei personaggi, dei pensieri e delle azioni mi ricorda da vicino l’ottima penna del nostro italiano. Hai letto “gli indifferenti”? Ne ricordi lo stile? Trovi qualche punto di contatto tra Moravia e Green?

Il protagonista, al momento, mi pare la vittima principale. E’ vittima, come dici, di una rigorosa educazione religiosa che si evidenzia in continue auto censure, ed è vittima del contesto, di “bullismo” (per dirla con terminologia moderna) da una parte e di pre giudizi razziali dall’altra. Tutta roba molto americana, molto moderna e molto “classica” del comportamento umano in generale.

L’ambientazione è quasi claustrofobica, tutto il “pensato” si svolge all’interno della sua camera, che ricorda da vicino una stanza di clausura.

La sua totale mancanza di libertà ci apre e si chiude interamente dentro la sua testa, a riprova del fatto che la prigionia non è quasi mai fisica. Non sono le braccia, le gambe o gli occhi a togliere la libertà delle persone. E’ sempre il cervello, da lì parte il processo che porta alle privazioni.

Per il momento è un po’ presto per farmi un’idea generale del protagonista e dei personaggi secondari, perché il romanzo scorre piacevolmente lento.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Ho letto non solo gli indifferenti di Moravia, ma anche altri suoi lavori. Per certi versi trovo delle similitudini, in alcuni contesti. Ma non più di questo. Le circostanze sono diverse, ma non mi ricorda il nostro bravo scrittore. Cercherò di analizzare più in profondità e ti farò sapere. Probabilmente non sono capace di accomunare i due... Forse perché non trovo l'esaltazione e il fervore dei protagonisti dei romanzi di J. Green rispetto alla letteratura borghese e realista di Moravia.

La naturale vocazione alla santità di Joseph si scontra con continue e, per lui, dure prove che lo rendono irascibile e spesso violento. Trovo che la religiosità del giovane lo conduca addirittura verso un'intransigenza nei confronti di ogni cosa che gli si para davanti. Non ricordo quanto è stato detto fino al capitolo dove sei arrivato tu, ma ciò che mi ha agganciato al romanzo è stato in gran parte le inconfessabili passioni di un ragazzo, quasi uomo, ma inesperto verso i rapporti con i suoi coetanei, che stridono fastidiosamente con la sua cieca fede.
È combattuto fra la naturale attrazione di un ragazzo della sua età, ossessionato dal massimo vigore che l'altro sesso gli suscita e gli insegnamenti che devono avergli imposto quasi dispoticamente chi lo ha circuìto.

E poi devo dirti che sono fermamente convinto che il fanatismo per le credenze religiose sia pericoloso. Soprattutto per coloro così "dentro" certe convinzioni che l'intolleranza verso chi non la pensa come loro diventa molto infida e, in certi casi, temibile.

Vado avanti e ti raggiungo, così i miei ricordi si rinfrescano.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Come ti dicevo nella sezione blog, dove hai scritto il commento, sono stato assente dal forum a causa di un nuovo problema di salute del mio vecchio. Tumore alla testa. :boh:
Purtroppo mia mamma non c'è la fa da sola a districarsi fra ospedale, carte, dottori, etc. Io e mia sorella siamo entrambi stanchissimi di andare su e giù per aiutare a far le cose, stare con papà e mamma e via dicendo.

Mi sarebbe piaciuto una lettura più coordinata e lineare per discutere man mano di un argomento che questo romanzo tratta in modo davvero esemplare ed estremo.
Cercherò di scrivere presto qualcosa, ma tu posta tranquillamente ciò pensi dell'intera faccenda del protagonista, che m'interessa il tuo punto di vista.

Un abbraccio!
 
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