King, Stephen - Carrie

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
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lettura piacevole, coinvolgente ma concordo con chi dice che i capolavori di Stephen sono altri. Non c'è stato un solo punto in cui ho provato "strizza" o sentito i pollici "prudere" nel girare le pagine, il talento sicuramente affiora già in alcuni punti, come la caratterizzazione psicologica dei personaggi (notevole la resa del conflitto interiore di Sue Snell e la tecnica dell'inframmezzare il flusso di pensiero tra parentesi all'interno dei periodi), ma - ripeto - nulla di eccezionale. Mi guardo il film di De Palma e li metto a confronto.
Voto 3/5
 

cristina67

New member
Anche secondo me il libro è inferiore ad altri di King ( tipo Shaning o Misery).
Tuttavia, come dice Germano, qui ci sono i germi e... leggerlo conoscendone il sottobosco aggiunge un bel poco di valore.
A quanto pare il buon Stephen aveva iniziato a scrivere di questa ragazza complessata e poi aveva gettato le pagine nel tipico cestino della carta straccia.
Ma la buona Tabby, sua moglie, svuotandolo, ha letto l'incipit e gli ha chiesto di continuare.
Con due figli piccoli, dentro una roulotte, conto in banca azzerato, il re ha finito il romanzo e si è avverato per lui l'American Dream.
Oh yes!
 

estersable88

dreamer member
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“Carrie” è il primo romanzo di Stephen King e si direbbe che con questo libro il Re abbia voluto fare le prove per i romanzi successivi: è abbastanza breve considerati i canoni di King, ma ha tutte le carte in regola per essere un buon libro.
Come al solito King prende una cittadina normale del Maine e pone al suo interno una scheggia impazzita, una ragazzina di sedici anni oggetto degli scherzi, sberleffi, umiliazioni di ogni genere da parte dei suoi compagni e, soprattutto, delle sue compagne sin dalle elementari. Un giorno la situazione precipita, lo scherzo sfocia in una crisi e qualcosa in Carrie si rompe: il suo antico potere latente, la telecinesi, torna a manifestarsi e cresce col passare dei giorni: più cresce la rabbia più cresce il potere. Una delle principali cause della drammatica situazione sociale di Carrie è proprio sua madre, Margareth, la cui profonda religiosità sfocia in uno sfrenato fanatismo che la induce a trattare la figlia come il frutto del peccato, la “progenie del demonio”. E quando, a seguito di un ultimo terribile scherzo, la rabbia di Carrie esploderà, si rivolgerà anche, inesorabilmente, contro di lei. Carrie è la vittima che diventa carnefice, è la personificazione del desiderio distruttivo di chiunque abbia subito un’umiliazione tale da ferire nel profondo. Chi, infatti, sottoposto ad una pressione insostenibile, vedendosi deriso, incompreso e maltrattato, non ha immaginato azioni distruttive? In questo libro King mette per iscritto, con una trama semplice e delle scene affascinanti e spaventose, proprio questi pensieri reconditi che si annidano in ognuno di noi… è questa, ormai lo sappiamo, l’arma segreta del suo successo e della sua bravura.
Libro, inutile dirlo, altamente consigliato.
 

Kira990

New member
Ero curiosa di leggere la prima opera di King, avendo stra-adorato altri suoi libri.
In questo libro direi che ho trovato tanta tanta rabbia per i bulli della scuola, per la mamma, per la stessa insegnante, inizialmente allo stesso livello delle compagne di scuola di Carrie. Solitudine, isolamento, tentativo di riscossa personale, ribellione verso una madre che abusa psicologicamente dall'infanzia con il suo fanatismo religioso, e rabbia, tanta rabbia.
Mi aspettavo un romanzo diverso, anche se ormai con King sono abituata a questo aspetto, mi faccio una idea che viene ribaltata completamente già dalle prime righe.
Di horror ho trovato solo le mie idee su come sarebbe potuto finire il libro...
Sicuramente è "acerbo" rispetto ad altri suoi libri più recenti, molto più ricchi sia come numero di pagine che per contenuti, ma è un ottimo inizio, mi ha invogliata a proseguire nella lettura anche se non sono entrata pienamente in empatia con la protagonista.
Carrie mi fa molta pena ma anche paura per come diventerà a causa di tutto ciò che le è accaduto nella vita, sia scolastica che famigliare. Fa paura non tanto per il suo potere, ma per la rabbia che si porta dietro a causa di tutto ciò che le accade. Non avesse avuto i suoi poteri avrebbe trovato uno sfogo in altri modi: che sia un'arma da fuoco, un coltello o altro, una volta giunta al punto di rottura sarebbe passata da vittima a carnefice. Certo nel suo caso questo passaggio è stato molto devastante.
Chissà, se anche solo la madre fosse stata diversa, un pò più amorevole, come sarebbe cresciuta Carrie... Nel caso immagino avremmo letto un libro diverso...
 

Jessamine

Well-known member
A prescindere da tutti gli elementi sovrannaturali che possono piacere o meno (personalmente, non sono particolarmente colpita da questo specifico aspetto delle storie di King), credo di non aver mai incontrato un autore capace di attraversare con tanta crudele lucidità i meccanismi dell'adolescenza.
Carrie è un libro crudele, un libro che è un'analisi lucidissima di meccanismi estremamente complessi, ma mai si ha l'impressione che King voglia spiegare qualcosa, fare una morale o una lezioncina.
King è cudele, ma è di una sincerità disarmante.
E, pur con tutta la telecinesi che volete, Carrie è uno dei romanzi più realistici che abbia mai letto.
 

Dory

Reef Member
Potrà sembrare incredibile, ma è il primo romanzo di King che leggo, e il primo che lui pubblica, nel 1974 (l'ho scelto per questo).
Iniziato ieri, finito oggi: si srotola spedito come un sasso liscio in discesa 😆

Mi è piaciuto moltissimo com'è scritto: la storia è interessante, ma forse neanche troppo, è lo stile, la costruzione, che, secondo me, fa tutta la differenza. Non che sia impeccabile, ci sono alcuni punti sui quali avrei preferito qualche spiegazione in più, come ad esempio Tommy (non specifico cosa, per evitare spoiler); e la descrizione "scientifica" del gene della telecinesi presenta delle incoerenze concettuali.

Senza stare a spaccare in quattro il capello, il grande pregio è senza dubbio che, quando apri il libro, sei catapultato in un mondo dove succedono cose. Non vedi più il libro, non vedi lo scrittore, vedi solo la storia: sono i libri che preferisco.
Non mi piacciono le scritture troppo manieristiche, o troppo liriche, dove lo scrittore, più che raccontare la storia, sembra voler mostrare quanto è bravo. Invece qui, come ho detto, lo scrittore scompare; ma poi ci sono alcune frasi molto evocative o poetiche lo stesso, che se non ci stai attento ti passano inosservate, ma, se ci stai attento, pensi "wow". (Volevo metterne una ma ora non riesco a ritrovarla, se la trovo la metto).

Voto 4/5

P.S. Non era precisamente quella che cercavo, ma questa descrizione del murale "Primavera a Venezia" mi sembra stupenda:
"Sotto i riflettori arancione, il murale aveva preso una luminosità più soffusa. il gondoliere stava appoggiato con eterna indolenza sul suo remo, il tramonto avvampava intorno a lui, e gli edifici cospiravano tra loro sopra i canali."
oppure questa:
"Sue annuì e alzò la mano in risposta, anche se l'avversione le saliva su per la gola come un serpente di carta."
 
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estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Mi è piaciuto moltissimo com'è scritto: la storia è interessante, ma forse neanche troppo, è lo stile, la costruzione, che, secondo me, fa tutta la differenza.
Brava... King è questo, è proprio questo: sono le trovate che inventa, le frasi tra parentesi che aprono mondi a tradimento, quel suo modo di raccontare che è suo e basta... <3
 
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