4° GdL poetico - Fiore di poesia (1951-1997) di Alda Merini

elisa

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A parte alcune poesie che non ho trovato in rete non avendo io il libro e gli Aforismi (che comunque ho letto ma non commentato) il resto l'ho letto e commentato tutto e posso dire di aver un'idea della poesia di Alda Merini perché se da una parte è molto comunicativa dall'altra è anche complessa perché prende riferimenti colti, mitologici e spirituali che rendono ambivalenti o su più gradi di lettura che non rendono sempre la comprensione facile. E poi la complessità di vita delle Merini, la sua storia, i suoi amori, la sua famiglia, le esperienze manicomiali e la malattia che la accompagnerà per molti anni sono strettamente collegati alla sua poesia perché Alda riesce a rendere poesia incarnata tutto, pensieri, fatti di vita, emozioni. Tutto va dentro la poesia in un continuum incessante che rendono la storia unica. Dentro c'è potenza e passione, dolore e incubo, a volte felicità, ma proprio perché rara ancora più preziosa e profonda.
 

elisa

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Alda mi manca troppo e così ho ripreso il libro in biblioteca e finirò di commentare le poesie che non avevo trovato in rete
 

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Montale

Maria Luisa fu il tuo gingillo felice
vi ci giocasti la senilità


Maria Luisa Spaziani, che Montale definiva la volpe, aveva 26 anni meno di Montale
 

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Betocchi

O tu finalmente salvo,
uomo che ti rifiuti
semplicemente come madonna
non mai effeminato che trascini
la tua parlata fiorentina in mensa
in mezzo ai muratori, solo tu
vero cristiano.


Betocchi fu un poeta ermetico e non so che tipo di rapporto ebbe con la Merini anche se da queste parole si desume sincero e diretto
 

elisa

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Turoldo

Leone religioso, certamente
cariatide che ringhia su colonne
di canto, certamente il più maestoso
ma certamente anche il meno festoso.

La forza e la severità del poeta e religioso escono tutte in questa immagine. Era stato definito la coscinenza inquieta del cattolicesimo e Alda la traspone in così poche parole.
 

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Quasimodo

[FONT=&quot]Uomo sapiente, vaso di argilla[/FONT]
[FONT=&quot]e d'oro, che all'interno avevi il confetto[/FONT]
[FONT=&quot]del sentimento tuo siciliano,[/FONT]
[FONT=&quot]uno scrigno di indomita dovizia[/FONT]
[FONT=&quot]una patriarca senza mai l'amore[/FONT]
[FONT=&quot]dei figli.


Non lo so se anche con Quasimodo ebbe una relazione amorosa, comunque dolorosa ache Alda non avrebbe potuto altro, oppure tra fu loro ci fu amicizia e il grande poeta ispirò la giovane allieva. Ma l'immagine resta di un grande poeta senza l'amore , che forse, gli sarebbe dovuto. O chissà? il dubbio resta[/FONT]
 

elisa

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Manganelli

Mi sembravi una foca, Manganelli,
bonaria giocherellona
che invitava i bambini nello zoo,
eri grasso e facondo,
ma quella buffoneria animalesca
nascondeva sapientemente l'ingegno dell'io,
maestro di un'epoca intera.


Mai ritratto fu più scherzoso ma anche sincero e affettuoso. Come vero che l'aspetto non corrisponde all'animo!

Giorgio_Manganelli.jpg
 

elisa

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Nessuno riesce

Nessuno riesce
a strapparti dal cuore
questa brutta
gramigna del ricordo.
Per sfuggire al ricordo
tu scivoli,
scivoli nella palude.
Ma, Giorgio,
una così grande passione
non sarebbe mai nata
se non ci fossero stati
esseri malvagi e cattivi.
Qualcuno di loro,
con un'assurda Lambretta
ci ha attraversato la strada
travolgendo per sempre
le nostre due anime
che salivano la collina
per guardarsi in viso
o per non ritrovarsi mai più.
Il tuo amore mi ha lasciata povera,
ma non volevo nient'altro.
Sono difficili da comunicare
quelle libere vocazioni:
tanto che se n dica,
io e te siamo stati
due monaci malandrini
nel salace convento della scrittura.

Mi piacerebbe tanto sapere a chi apparteneva quella Lambretta...per il resto quello che scrive Merini è verità.
 

elisa

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Manganelli sul Naviglio

Il naviglio e'un rettilineo ben strano, che non permette alcuna scansione. Sembra qualche cosa di sinuoso e fervido ma, invece è lugubre e perentorio, ripetitivo. Io sono novembrina, nel senso che amo le foglie sparse per terra, gli autunni celeri, quelli che incantano finalmente il sole e lo fermano nel suo girovagare quotidiano. La tenebra e'sempre stata la mia luce .
Forzatamente cerco i colori delle passate avventure, giocando stancamente sui vetri con i ricordi di lui, con i ricordi di lei. Molte donne e molti uomini si sono affaccendati nella mia vita. Hanno depositato il oro sacco ai miei piedi, a volte pieno di fortuna, a volte disgraziatamente povero. Ognuno di questi uomini, amanti, mi ha regalato la sua povertà, la sua ricchezza. Tutti erano stranamente biondi come mio padre.
Anche Manganelli era biondo, un biondo sottile, un biondo fanciullo. Aveva la pelle di un certo colore di pesca, come se fosse stato estremamente giovane: il mio solo, virtuale ragazzo di tutta la vita. Manganelli veniva a vedermi sul Naviglio. Mi vedeva nascere di lontano, come un puntino piccolo piccolo che trasvolava diritto nelle sue braccia capaci. Era una grande madre, una grande sorella. Ricordo i suoi baci ardenti, quel suo cercarmi le tempie, quel suo imbrattarmi l'abito della festa con le labbra sporche di briciole di pasticcini. Io stessa ero il suo pasticcino privato. Intanto mi portava rose e bon bon e un leggerissimo pacchetto sigillato di sigarette Eva per sole signorine.

Che magnifico amore...

 

elisa

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Improvvisamente, dietro di me

[h=2]Improvvisamente,dietro di me,
un re espone la sua corte:
ha mille coltelli per banchetti felici,
ma io non vi siedo,
preferisco rimanere in disparte
a godere i piaceri della Bibbia.
Questa solitudine, amore,
fu il tuo più grande stupore
quando, ardente sopra falsi manichei,
hai dato fuoco alla vita
senza capire che ero soltanto io
la vicenda più grande per te
e che adesso ardo di grande fede
su incorruttibili roghi.


Parole da mistica queste di Alda, che sempre commista religione e sensualità


[/h]
 

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Scesi dentro l'attico romano

Scesi dentro l'attico romano
e ho trovato te, grande sovrano.
O che mole e che ellisse furibonda,
mi sono sciolta tale e quale un'onda
e vagavi vagavi nel giardino,
eri distante ma a me tanto vicino,
ma poi che vidi quel fraterno fosso
io feci sufolo del tuo osso,
divina ridondanza musicale.
Tu colpisti con fraterno strale
e lo strale, sì gelido e appuntito,
o strano a dirsi, mi ferì nel dito.
M'addormentai per lunghi dieci anni
riempendoti di onori e grandi affanni.


Deliziosa questa poesia in rima, con cenni erotici e amorosi, che dimostrano che il contenimento della rima rendono Alda vezzosa e allegra.
 

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Lebbrosario

E questo libro te lo raccomando,
amico Manganelli, ché tu legga,
dentro le sproporzioni dell'amore,
un canto alla palude.
Io ho cercato qualche fiore,
lo sai, nel mio sistema di canto,
qualche insipida corolla
buona a volere qualche figlio mio.
Mi ubriaco di vino maledetto,
scavo di pietra nella fantasia,
mi fingo ora mare ora collina,
e intanto mi abbandono sulle strade
che portano dirette al lazzaretto.

Alda è consapevole di sé e della sua situazione e così la descrive al suo amante/amico Manganelli a cui dedica questa raccolta La palude di Manganelli o Il monarca del re
 

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Dolcissimo poeta

a Michele P.

Dolcissimo poeta,
nato dopo la morte,
mio figlio sconsolato
ormai morto e sepolto
che gemi da morire
per lo stupro volgare,
ascolta:
con il silenziatore
mi hanno ucciso di fame
e poi di azzurra sete
di cose di infinito,
mi han messa a germogliare
in un vaso di seppie.

Michele P. è il secondo marito Michele Pierri, un poeta. Qui la poesia è ironica e surreale con quella chiusa sul vaso di seppie che la rende quasi un non sense.
 

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Da Il gobbo

Un tempo mi passava accanto un vecchio,
ero giovane assai, piena d'attesa,
e vedevo i miei libri alla Rizzoli.
Ora il vecchio non passa, solo vecchie
del Naviglio comprese nel mistero
di stanche solitudini forzate.
Il vecchio non riposa sulla zolla
del mio brutto pensiero, vecchia io pure
penso a distanze bianche e invereconde
che io non ho battuto, ad atmosfere
di canto che ridondano amicizia...
Perduta ormai la via della speranza,
vengo a cantare in mezzo a dei dementi
sospinta da un illogico destino.

Non so come mai questa è una poesia che sembra estratta da un'altra opera, che però non conosco e non ho trovato, quello che mi resta è questo lento e improvviso decadere, in questa Milano definita da una libreria e dal luogo dove viveva Alda. Molto intima.
 

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Era, Titano,
simile al giorno e alla notte
e alle domande inutili
del nostro destino.
Aveva paura di tutto,
del fuoco, del ferro e delle misure
di avena.
Era, Titano,
un lido asciutto e un mosto
facile da pigiare,
facile da lasciare,
ma soprattutto era una calda vena
di menzogna.
Ti potevi trovare poeta
soltanto tra le sue donne
e io ero ruvida come i suo dire,
dolcissima nel mio pensiero,
ruvida di panni e chimere.
Ma il negriero ossuto della vecchia capanna
e la schiavitù di luoghi lontani
mi avevano circondata di acqua
sorda come paura.

Una poesia complessa, piena di riferimenti, dove Alda incarna simboli
 

elisa

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Tornai allora a quella neve chiara

Tornai allora a quella neve chiara
che arrossava i miei guanti nella notte,
quando da sola e per ben corta via
venivo a rintracciare la speranza.

Non volevo i tuoi carmi, non volevo
chiedere ad altri dov'io fossi nata
ma perché la disgrazia così bieca
si trastullasse con le mie povere forze.
Entrambi divorati dal pudore
ci trattenemmo fermi per tre anni
pieni di sgominevoli peccati
e non fummo nemmeno grandi santi
né grandi peccatori longobardi:
fu una guerra politica e sociale,
una guerra di orrore dei confini,
una guerra piegata dalla fame.

Poesia molto particolare già dalla neve chiara che arrossa i guanti nella notte. Molto affascinante anche se poco chiara nel suo significato.
 

elisa

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Dal mio poggiolo

Dal mio poggiolo
che è sempre in festa
a volte traggo la luna dei canti.
E' lamentevole la luna mia,
eppure è giusto che nelle note di giubilo
di questo continuo colorar la pena
ci sia un anfitrione del pianto
che mi invita a banchetti e sponsali
e preme i confetti contro le mie dita.

Vorrei mangiare di queste nozze,
tingere e ritingere il manto
della mia tanta paura:
se mi abbattesse lungo il solco di vita,
se mi mettesse la sua pelle sopra lo spazio
so che morirei ragazza,
mentre sono vecchia e inutilmente vecchia.

Alda spietata contro se stessa, mi piace questa poesia con tutte queste immagini, più o meno simboliche. Mi ha ispirato il poggiolo e ho cercato la sua casa sui Navigli, in Ripa di Porta Ticinese 47

alda_merini-casa_navigli-milano-turismoletterario.jpg
 

elisa

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Grazie per questa parentesi morta

Grazie per questa parentesi morta,
per questo incunabolo puro,
per questo zefiro di oleandro!

A volte i morti sono una storia cupa,
a volte si scoprono dopo,
quando scostando tendine di spazio
si trovano innumerevoli e sorti,
ed è sgradevole dire a un passante
“costui non è più sulla terra
perché era ebbro di baci”.


Che meraviglia la chiusa di questa poesia che già si delinea dal primo verso. Metterò delle foto di Alda e del suo mondo da questa poesia in poi perché il suo volto vissuto sia sempre scolpito nelle immagini delle sue poesie.

alda-merini.jpg
 

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Ogni parola

Ogni parola
è un gallo che canta all'alba.
Al mattino vedo il tuo volto
steso a strapiombo sulla mia grandezza.
Sei venuto meno alla luna
lo so, un giorno...
poi sei andato a casa di corsa,
ti sei tolto la giacca
e hai messo il fustagno di un turpe pagliaccio.
Allora con una mollica qualunque
la forza di un panettiere
ti ha messo un cono da Pinocchio,
perché così tu sei stato per me,
Manganelli.


Deve avergliene fatte di tutti i colori :D

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