4° GdL poetico - Fiore di poesia (1951-1997) di Alda Merini

elisa

Motherator
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Da Ballate non pagate (1995)

Da Ballate non pagate (1995)


  • Tu che passi fischiando
  • Dolcissimo poeta
  • C'era una goccia nuda
  • Da Il gobbo
  • Combattuta fra te e la poesia,
  • Tu che ti accendevi di luce,
  • Era, Titano,
  • Tornai allora a quella neve chiara
  • Dal mio poggiolo
  • Grazie per questa parentesi morta,
  • Rattratta contro un muro,
  • Ogni parola
  • Lo spirito adesso si adagia quieto
  • A Dino Campana
  • Era il sei di gennaio maledetto
  • Non sparire nell'azzurro,
  • Lamento per la morte di Paolo Volponi


Un'altra raccolta di poesie da commentare
 
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elisa

Motherator
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Tu che passi fischiando

Tu che passi fischiando
lungo i tuoi rivi di vita assente,
giovane adolescente gagliardo
che guardi l'erba e la falce
con divina sapienza, ascolta:
chinato sulla terra
è forse il fiore della tua rivolta,
la rosa che disfatta
geme l'apoteosi
della maturità di donna, e tu la vedi
dissepolta tra i numi delle zolle
e non osi toccarla, ché sará,
dici a te stesso, infame.
Se forse a un certo gravido momento
questa rosa disfatta sulla terra
sorriderà al tuo piede che cammina,
adolescente, impara:
non sono soltanto verginali
a volte le fanciulle,
ché anche i vecchi
han palpiti d'amore,
di amore chiuso dalle rimembranze

Cosa dire di una donna matura piena di passione e di amore che attraverso la poesia riesce a comunicare le sue emozioni e la profondità dei suoi pensieri e a parlare con l'amore adolescente che nulla sa ma tutto vive.
 

elisa

Motherator
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C'era una goccia nuda

C’era una goccia nuda
appesa al pavimento
come una macchia vuota
nel tuo discernimento,
che vangava la terra
com’ala di orizzonte
densa di millepiedi…
c’era la tua sostanza
pacifica e lontana
che sognava le navi
lanciate al tuo destino,
e una corona nuova
scambiata per rosario
che ti pendeva al labbro
come una croce rossa.


E' una poesia che segue una metrica ed è particolare proprio per questa sua musicalità che la rende accattivante pur in un contenuto che si potrebbe definire quasi drammatico nella sua complessità di immagini
 

Minerva6

Monkey *MOD*
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Eli, scusa la latitanza ma non riesco proprio a commentare, però le sto leggendo tutte.
Lo so che almeno due righe per ognuna potrei scriverle ma ho difficoltà, anche con le recensioni dei libri letti sono rimasta indietro. Ho il blocco dei pensieri :W.
Ammiro davvero tanto la tua costanza :ad:.
 

elisa

Motherator
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Eli, scusa la latitanza ma non riesco proprio a commentare, però le sto leggendo tutte.
Lo so che almeno due righe per ognuna potrei scriverle ma ho difficoltà, anche con le recensioni dei libri letti sono rimasta indietro. Ho il blocco dei pensieri :W.
Ammiro davvero tanto la tua costanza :ad:.

non preoccuparti, l'appuntamento con Alda per me è un piacere
 

elisa

Motherator
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Combattuta fra te e la poesia

Combattuta fra te e la poesia,
tu non puoi togliermi questa dimensione di luce
né abbattere il cordoglio della fede
perduta, questa fede così grande
e trasparente come quercia
che pare a me un bell’albero infinito,
e la luce dirompe dalle vene
nel segreto magnetico del carme.
Combattuta tra te e la mia agonia,
ora fugge l’amore: è canto pieno…
nato da vita che ben mi assicura
molta pietà del mio povero corpo.


La poesia per Alda è luce, quindi gioia, felicità, vita, in contrapposizione al dolore che anche l'amore accompagna
 

elisa

Motherator
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C'era in quel suo volto stanco

C'era in quel suo volto stanco,
scavato dalla nevrosi,
anche qualche cosa di leggero,
di magico,
di assente.
Mi ricordava il cielo,
il mare.
Titano non era niente di tutto questo.
Era una roccia,
ma soprattutto era una roccia spenta.
Una di quelle rocce fatte di tufo
che si sgretolano facilmente,
che cadono giù in mille pietre.
Le sue lacrime erano pietre.
Io mi ricordo che una sera,
mentre stavamo qui,
si vedeva E.T.
Titano, a un certo punto,
si prese la faccia tra le mani
e cominciò a piangere come un bambino
e disse una cosa molto semplice:
"Ogni uomo ha bisogno di amore".
La teoria di Titano è questa.
La teoria forse no,
ma il disfacimento dell'amore,
il rifiuto dell'amore.
Questo gesto così alto,
così negativo,
vuole proprio buttare via
la cosa più elementare della vita:
il senso del bene.
Ma io credo che Titano
sia completamente coperto
da questa coltre magica
che è l'amore.
Ogni persona è coperta dalla fede,
ogni persona è coperta
dalla sua personale magia
e ogni persona emana magia.
Questo scambio di magie,
questo scambio di linguaggio
tra noi e il paradiso,
questo continuo dialogare
bestemmiare
ritorcere
animare
spegnere.
Questo nostro continuo
dar morte e vita,
vita e morte,
si sentiva così bene nell'alito di Titano.
Era un detrattore,
un accusatore.
Ed era anche colui che assolve il peccato.
Non si capiva,
ma c'era una sorta di sacerdozio
nella sua anima.
Era il difensore dei poveri.
Lui diceva di essere tale,
diceva che avrebbe sempre
difeso i poveri
e i derelitti.
Ma intanto rubacchiava,
intanto non sapeva fare a meno
di percuotermi moralmente,
di offendermi.
E, per coprire il suo amore,
Titano non diceva altro che:
"Ma lei è vecchia rispetto alla mia età".
Mi ricordo che questa parola
mi faceva male.
Ma mi faceva anche bene.
Perché questo lo avevo dato per scontato.
Soltanto che Titano voleva farmi capire
che era stato lui a fare questa scoperta
e non io.
Ma io avevo scoperto da tanti anni
che ero vecchia,
che avevo rifiutato la vita,
come Titano.
Questa nostra intesa,
questa nostra somiglianza
faceva sì che in fondo ci cercassimo
perché quando eravamo insieme,
a un certo punto,
uno bestemmiava l'altro,
uno con l'altro
bestemmiavamo la vita.
La vita era stata cattiva
con tutti e due.
La vita ci aveva defraudato.
La vita ci aveva vilipeso.
La vita ci aveva assolto.
Ma soltanto a una condizione:
alla condizione della galera.



Titano è uno dei grandi amori di Alda, un barbone, un clochard, e questa più che una poesia è un racconto, una riflessione sulla loro storia e sul loro amore .
 

elisa

Motherator
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Tu che ti accendevi di luce

Tu che ti accendevi di luce,
che mi toglievi dal male
con il tormento del tuo amore segreto,
cosa puoi dire adesso?

Tormentosa è la sorte dei poeti,
chiara e sicura come l'usignolo
la falce della morte che spargeva
la sua polvere d'oro
sopra il misfatto delle mie parole.
Il vero delitto sta nella demenza tutto:
è un movimento preciso
di chi soffre d'amore
per un traditore che muore.



Alda vive l'amore con passione, ma anche con sofferenza, perché tutto viene toccato dalla follia di cui lei si sente preda. Non sempre comprensibile nelle sue parole il limite.
 

elisa

Motherator
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Rattratta contro un muro

[h=2]Rattratta contro un muro,
un giorno una povera vecchia
mi ha svelato il mistero della vita.
Se tu sapessi come è pallido il canto
dei grandi poeti!
Vanno e vengono confusi nel tutto
e latrano invano...
Somigliano a una muta di cani
alla periferia della terra
dove siringhe e odori
sconfiggono il male oscuro
e cadono ai piedi del mondo
come eroi prigionieri.

un'immagine forte quella che richiama alla mente questa poesia, immagine di dolore per l'impossibilità di essere diversi con le proprie poesie dagli altri ricoverati o "matti" che dir si voglia. Alda sa che il suo destino è quello di tutti gli altri che sono chiusi nei manicomi, non c'è diversità solo perché lei è poeta.
[/h]
 

elisa

Motherator
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Lo spirito adesso si adagia quieto

Lo spirito adesso si adagia quieto
ed è solamente abbattuto.

Annoto su un taccuino assente che l’avvenire non è più sicuro:
c’eri tu che vigilavi al confine
del mio salto in lungo
e io stavo in palestra.

O mio grande amatore preso dal sonno,
ancora una volta è stata provata una cosa:
che i poeti sono uguali a tutti,
cadono come gli altri in un bicchiere
confusi con un anello sponsale
e diventano amari, veleno per tutti i fiori.

O miei grandi compagni
confusi in un intreccio senza addio,
dal più misero al più buono
tutti avete cantato alla luna
pensando di me che ero sola.


Alda sembra quasi spaurita di fronte a una se stessa quieta, domata, sola con il suo essere normale nell'amore, la poesia non la rende diversa quando i sentimenti si volgono i negativo
 

elisa

Motherator
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A Dino Campana

Ritorna, che cantar canzone di voto
Dentro l’acqua del Naviglio io voglio
Perché tu sia riesumato dal vento.

Ritorna a splendere selvaggio
E giusto ed equo come una campana,
riscuoti questa mente innamorata
del suo dolore, seme della gioia,
mia apertura di vento e mio devoto
ragazzo
che amasti la maestra poesia.


Un altro grande poeta italiana che ha condiviso con Alda lo stesso destino, il manicomio. In questa poesia c'è tutta la tenerezza nei confronti dell'uomo sofferente e del poeta.
 

elisa

Motherator
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Era il sei di gennaio maledetto

Era il sei di gennaio maledetto
quando fugando le mie vecchie pietre
me ne andai solitaria per la via
in cerca di un raccolto levigato.
Sono una donna dalle cieche braccia
che si regge rapita nella salma
di te beato che mi canti in piena,
e pensando di te che sei partito
oltre e non oltre dentro il sentimento
mi sembri un grande alone di coraggio,
idolo fresco della giovinezza.


Forse è l'anniversario della morte di Titano o del suo ricovero in manicomio, non ho voluto approfondire anche perché iniziando così violentemente una poesia lascia tutta la rabbia espressa nella prima riga
 

elisa

Motherator
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Non sparire nell'azzurro

Non sparire nell'azzurro,
ho visto un giorno la tua salma appesa
ferma nel vuoto, pareva che cantasse,
e poi ancora due denti vespertini
rossi di volpe, che avevano preso
di te tutto il confronto della chiesa.
Non vagare negli orizzonti,
a volte ci son chiuse, poi maremme...
e tu ti nascondevi dentro gli auspici
della demenza, sai, che era un vibrare
dentro le corde del tuo creatore.
hai lasciato una lira nel tuo scambio
di asceta, questa lira polverosa,
che non ha conio in terra straniera,
che si muta soltanto in paradiso.


Forse parla di un suicidio (la tua salma appesa), è un po' criptica come poesia, con i suoi riferimenti alla chiesa e a Dio. La cosa comprensibile è che si parla di un poeta che Alda ha amato, della sua poesia e della sua morte.
 

elisa

Motherator
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Lamento per la morte di Paolo Volponi

Chiedimi qualche cosa che mi inganni,
la certezza che tu non sei mancato
agli eventi felici della terra,
o divo illustre che mi rinnovavi
e stringendomi forte nelle spalle
mi salvavi dal dubbio e dal veleno
di una vita che piano si disperde.
Se tu sapessi come ti ricordo
bianco nel bianco velo dei capelli,
e di Roberto tu chiedevi il conto,
il saldo più preciso, una manciata
di parole che io non ti dovevo.
La notte in cui io feci il frontespizio
di un nuovo libro pieno di abbandono,
una celebrazione di foreste
dove cadono gli ultimi, i più buoni,
come una rupe sacra agli indovini,
tu servivi la plebe, che bastarda
ti offriva piana l'ultima parola.
Non pronunciare la parola amore:
qui sulla terra è un gergo che si spregia.
Ora saluta l'odio e la fortuna,
la mercenaria dalla lunga faccia,
quella che allaccia trepide collane
e rivolta quel sangue maledetto.
Ora tuo figlio siede sopra un trono
come pane glorioso della terra:
non potevi cibarti di quel pane
se non andando nelle bianche zolle
ove abita il cielo con la morte.



Il dolore per la morte di un amico, che era supporto e sostegno ad Alda, anche per il suo ruolo culturale, Alda è così fragile e insicura, davanti all'assenza, si sente persa e destinata a perdersi sempre di più.
 
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elisa

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Da La volpe e il sipario (1997)

l'ultima raccolta di poesie poi ci saranno gli aforismi
[h=2]Da La volpe e il sipario (1997)[/h]

  • Quattro stanze per Roberto Volponi
  • I. Sul tuo volto vorrei tessere
  • II. Mentre cerco vita nel tuo volto
  • III. Carezzami o luna fortemente
  • IV. Sono folle d'amore per la sera
  • Ascolta, il passo breve delle cose
  • Sono venuta a te con il velo della mia carne
  • Un prato senza vita è la notte,
  • La carne e il sospiro
  • L'ora più solare per me
  • Adesso sono una pioggia spenta
  • Potresti anche telefonarmi
  • Che insostenibile chiaroscuro,
  • La mia poesia è alacre come il fuoco,
 

elisa

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Da Ballate non pagate (1995) mi mancano le seguenti poesie da commentare



  • Dolcissimo poeta
  • Da Il gobbo
  • Era, Titano,
  • Tornai allora a quella neve chiara
  • Dal mio poggiolo
  • Grazie per questa parentesi morta,
  • Ogni parola


 

elisa

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Quattro stanze per Roberto Volponi

...grave quell’ora che a te mi conduce,
e mi sento un aperto solleone
che abbia bruciato con fragore
gonfie orde di grano...

I.

Sul tuo volto vorrei tessere
amore finemente:
una gualdrappa per le molte guerre,
quelle di amore che tu non mi hai fatto,
o tiratore d’arco, più veloce del canto.

II.

Mentre cerco vita nel tuo volto,
dolcissimo Roberto che mi cadi
pesantemente tra le molte braccia,
io sono Diana, forsennata caccia
che trova dentro i rivoli del sogno
grandi cerbiatti dagli occhi di rima.

III.

Carezzami o luna fortemente
appesa dentro l’inguine del sole.
Tu che molesti in me l’ultima stella
del divino Roberto che mi cade
frantumandosi all’ala tra le mie braccia.

IV.

Sono folle d’amore per la sera
quando cade la luna dolcemente
sui miei trascorsi;
in limpide mannelle lego
le mie parole nello spazio
per farti dono della mia poesia;
quando la luce che trionfa nella sera,
addormentata a notte le fanciulle
piene di canto e gravide di sale;
ed esse scendono giù fino alla ripa
del firmamento e sono bozzoli d’aria
che cantano al vento le parole vane...


Una bellissima poesia d'amore di largo respiro, ampia, Roberto è il figlio di Paolo, morto in un incidente aereo
 

elisa

Motherator
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Ascolta il passo breve delle cose

Ascolta il passo breve delle cose
-assai più breve delle tue finestre-
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato: la tua donna.
È fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c’è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.

Le poesie di Alda sono spesso criptiche, si lasciano andare, senza curare il significato immediato, e per questo sono immortali, perché quel significato può essere colto in un attimo e non da tutti.
 

elisa

Motherator
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Sono venuta a te con il velo della mia carne

Sono venuta a te con il velo della mia carne
pusillanime fino alla croce
e ho stampato dentro i tuoi frutti
la processione delle mie barche:
è un porto la mente dove il coraggio s'affloscia
di fronte al sogghigno e dopo
la barriera è così incerta di tale destino
che le maghe, i foschi gineprai del mio tutto,
"I canti di Maldoror",
e la tua angelica forma,
fanno tutt'uno dentro il germe dell'arte:
ma a noi questo è segreto.


E' una poesia colta questa di Alda, perché cita il poema in prosa "I canti di Maldoror" pubblicato nella seconda metà dell'800 dal Conte di Lautreamont, dove si narra la ribellione del protagonista contro Dio, che lo uccide e lo fa a pezzi.
 
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