41° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Il poeta ha elencato una serie di gesti legati alla quotidianità, gesti d'ora in poi non avranno più niente a che vedere con colei che per il momento sta "nel carcere dove la detiene". Tutto ciò rende più concreta l'idea dell'assenza; ogni frase è una stilettata che contribuisce a mostrare crudamente ogni aspetto della vita senza di lei.
Eppure nella seconda parte il dolore della mancanza sembra alleviato dal fatto che il poeta sembra certo che prima o poi la dimenticherà, pensiero che raramente viene espresso nelle poesie o nelle storie d'amore.
 

shvets olga

Member
? :? :).............

La persona non amata mi sta aspettando e per lei io “comprerò dolci,……,e dirò le parole che si dicono”, ma penso costantemente ad un'altra e questo è il problema - la mancata corrispondenza dell'amore tra i due nel presente , e il lamento eterno di un amore non corrisposto, e la convinzione che “non ci sarai”, purtroppo è autoinganno, ci sarà sempre, non puoi scappare da te stesso, non puoi ingannare te stesso. Non illuderti. :)
 

qweedy

Well-known member
Mi piace molto questa poesia, e mi ricorda un po' la poesia di Bertolt Brecht, Ricordo di Marie A. (Tu chiedi che ne è di quell’amore? Questo ti dico: più non lo ricordo).

Credo che il poeta trovi conforto nel dolore presente dovuto all'assenza dell'amata, al pensiero che in futuro questo dolore sarà attenuato. Il tempo aiuta, è innegabile. La vita va avanti, e l'amato ricordo non sarà più presente non solo nella quotidianità, ma neppure nei sogni. E alla fine non sarà più neppure un ricordo, ma solo un pensiero vago. Il pensiero che l'oblio dovuto al tempo che passa possa attenuare il dolore fino a farlo scomparire è per lui una consolazione.

Leggendo la biografia di Cortazar, mi sono fatta l'idea che questa poesia potrebbe riferirsi a Edith Aron, da lui conosciuta durante la prima traversata per Parigi, nel 1950. Edith, ebrea tedesca, qualifica l'amore di inizio anni cinquanta tra lei e Cortázar come “puro”, rifiuta l'invito dello scrittore argentino a trasferirsi a casa sua – «ho preferito dedicarmi allo studio». Cortazar vive con Aurora Bernárdez, che sarà la prima delle sue tre mogli, e il rapporto con Edith si interrompe.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossima poesia

Eroina di Leopoldo Maria Panero
(Traduzione dallo spagnolo di Antonio Bux).


Il diamante è una supplica
che tu mi inietti nella carne
il sole fugge spaventato
quando quello mi entra in vena.


Soltanto di donne e di saliva
è fatta la vita:
l’eroina è più dell’essere
e qualcosa che la vita eccede.


Che sono sconfitto lo so
quando il veleno entra nel sangue
la vittoria è una bolla
mi farà a pezzi la mattina.


Se il cervo fugge spaventato
è perché nel bosco è casa sua
così tu cerchi nel tuo braccio
un lago dove nasconderti.


Contare cervi sulla pianura
è sport di poeta
dell’uomo è cercare misero
piacere in un cucchiaio,
oro nell’escremento
finchè muoia l’ululato.


Un fauno e una sconfitta
le donne, un po’ di musica
e il sogno di qualche efebo
è quanto so di me
e che ora l’eroina
muta in polvere e nulla.


Ogni cervo sa morire
ma quanto costi all’uomo
lo sa il disegno lento
dell’ago nelle mie vene.


Lento fumo di scarafaggi
così muore l’orgoglio
pallido perché tra la polvere
del cucchiaio legga il mio destino.


Ho cercato antichi rospi
nell’oceano infinito
l’ago dorme e fa male
ho cactus nelle braccia.


L’eroina è una puttana
che sussurra nell’oscurità
quando mi faccio, nelle mie mani
cade il capello di una donna.


Come le ali del nulla si muovono nel bosco
così è il viaggio dei miei denti tra i corpi vivi
e come una puttana che si inginocchia di notte
è la preghiera di un ago nella violenza del corpo.


L’ago disegna lento
alcuni cervi tra le mie vene
quando il veleno entra nel sangue
il mio cervello è una rosa.


Come un vecchio che succhia un limone secco
questo è fare poesia.
La scimmia con la sua spada
divide in due la vita:
da un lato il piacere solitario
e dall’altro, come una donna sfatta,
la vita che sprigiona la sua puzza.
 

Grantenca

Well-known member
Gli effetti dell'eroina sulla persona mi hanno sempre incuriosito, non però fino al punto di provare (non sono un cuor di leone) : Questa (bellissima) poesia però soddisfa quasi ogni mia curiosità.
 

qweedy

Well-known member
Trovo straordinaria questa poesia, questa descrizione dell'eroina arriva potente. Ha descritto tutto, la necessità di mettere a tacere l'ululato, la consapevolezza della sconfitta, il desiderio di morte e la difficoltà di vivere.
Questo poeta spagnolo, che ha vissuto un vero e proprio tour nelle istituzioni psichiatriche per buona parte della sua vita, sa bene di cosa sta parlando. La sua vita è stata segnata dall’alcool, dalle droghe, dalla depressione, dalla schizofrenia e da due tentativi di suicidio a vent’anni. Un uomo masticato dalla vita.

Nell’infanzia viviamo, poi sopravviviamo.
Leopoldo María Panero
 

shvets olga

Member
Le chiare immagini poetiche, confronti e associazioni inaspettate mi aiutano a comprendere meglio i sentimenti dei tossicodipendenti ( il loro kaif-il piacere e il loro dolore). Penso che questa poesia non sia la confessione . Questa è un'opera letteraria di talento e mi sembra che il poeta non ha cercato la simpatia del lettore. Qual è l'effetto su di me ha fatto questa poesia? Mentre leggo nella mia testa c'è solo un pensiero: povera sua mamma.
 

maclaus

New member
Ho sempre fatto fatica a capire perchè una persona si droghi... e, lo dico con sincerità, non provo alcuna pietà per chi fa uso di droga.
Solo pena... ma, condividendo il pensiero di Olga, provo pena per i genitori.
Di conseguenza, la poesia da commentare mi ha lasciato un solo sentimento: indifferenza.

"Soltanto di donne e di saliva
è fatta la vita:
l’eroina è più dell’essere
e qualcosa che la vita eccede"...

versi di questo genere per me lasciano solo disgusto, oltre all'indifferenza...:boh:
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Molto forte il contenuto di questo componimento, un grido di dolore diretto, asciutto.
Non ho capito la frase:
Come un vecchio che succhia un limone secco
questo è fare poesia
 

shvets olga

Member
Molto forte il contenuto di questo componimento, un grido di dolore diretto, asciutto.
Non ho capito la frase:
Come un vecchio che succhia un limone secco
questo è fare poesia

Per succhiare un limone secco e per scrivere le poesie serve tanto duro lavoro.
f5.1541959690.jpg

Penso che questo è una metafora,che da un lato significa che scrivere è un lavoro molto difficile, e a volte
mal fatto, d'altra parte, un tossicodipendente può essere paragonato ad un limone secco.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossima proposta

L'ultima poesia

Il termine, la vetta
di quella scoscesa serpentina
ecco, si approssimava,
ormai era vicina,
ne davano un chiaro avvertimento
i magri rimasugli
di una tappa pellegrina
su alla celestiale cima.

Poco sopra
alla vista
che spazio si sarebbe aperto
dal culmine raggiunto...
immaginarlo
già era beatitudine
concessa
più che al suo desiderio al suo tormento.
Sì, l' immensità, la luce
ma quiete vera ci sarebbe stata?
Lì avrebbe la sua impresa
avuto il luminoso assolvimento
da se stessa nella trasparente spera
o nasceva una nuova impossibile scalata...
Questo temeva, questo desiderava

Mario Luzi
 

qweedy

Well-known member
La sua ultima poesia, battuta al computer dalla sua assistente e amica, domenica sera, poche ore prima della morte. Gli ultimi versi di Mario Luzi, grande poeta del Novecento.
Trovo questa poesia molto toccante, commovente, con un'intensità sconcertante mi trasmette una serenità inaspettata: lui era pronto per il suo ultimo viaggio.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho avuto la fortuna di vedere dal vivo questo poeta durante un incontro nella mia scuola delle superiori.
Lo stimo molto per la sua eleganza sia stilistica sia comportamentale, lo ricordo come una persona estremamente "educata", un signore in perfetto stile ottocentesco.
In questa poesia c'è inquietudine per quello che ci sarà "dopo" ma nello stesso tempo serenità, la serenità di chi ha vissuto la sua vita appieno.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi trovo a leggere una subito dopo l'altra e a commentare insieme due poesie che hanno un tenore opposto, che in qualche modo sembra si completino a vicenda. Entrambe stupende, dalla prima traspare la cruda consapevolezza di una vita in catene, dalla seconda, al contrario, la serenità alla fine di una vita tutto sommato soddisfacente. La morte in vita e la vita nella morte.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccoci arrivati all'amica Evy!


L'anima accartocciata
Del tempo che passa,
E il pensiero che resta
Imprigionato nel cuore
Insieme ai ricordi di una vita.
Il tempo stempera il dolore
Lasciando la scia
Di un sorriso a metà.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Questa poesia esprime molto bene un contrasto interiore, il tempo che passa, scorre inesorabile, un senso di continuità da un lato, dall'altro lato c'è un'anima accartocciata, un pensiero che rimane fermo, la non scorrevolezza quindi.
Il tempo che scorre ma lascia una scia, un sorriso a metà, amarezza, aspettative deluse, forse.
Una poesia essenziale ma molto piena di significato, densa di emotività.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La trovo molto triste. Talvolta viviamo anni soffocando un sentimento di vecchia data e fingendo di non provarlo più, certo, non ci pensiamo in continuazione ma l'amarezza di un'esperienza finita o mai cominciata, di un desiderio non soddisfatto può durare per sempre. Con poche parole la poetessa ha detto tanto :mrgreen:
 

maclaus

New member
Il tempo e i ricordi... un tema a molto caro e che percepisco fino in fondo nelle parole scritte da Evy.
Molto bella e delicata: come la scia dei ricordi...
Brava Evy!
 
Alto