46° Poeticforum - Le poesie che amiamo

Ondine

Logopedista nei sogni
Questa poesia è molto bella per la dignità con cui il poeta descrive coloro che sono stati costretti a fuggire dal loro Paese.
Si avverte da parte del poeta rispetto e compassione, li osserva e non osa chiedere perché a volte non servono parole.
 

qweedy

Well-known member
Noi siamo la loro Terra Promessa.
Amo molto le poesie di Francesco Tomada, perchè con parole di una semplicità disarmante descrive concetti profondi. La dignità di queste persone, lo sconcerto di noi che osserviamo una realtà che non capiamo, e che abbiamo paura di capire, la morte silenziosa.
 

Shoshin

Goccia di blu
Il silenzio della poesia

Tra i versi di questa poesia restano impigliati
i pensieri inespressi del poeta...
"Volevo scrivere di loro,anche di Tajmur,
ma ieri se lo è preso il fiume..."
In fondo a quel silenzio c'è tutto.
La tristezza,il rispetto,l'umanità.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Scusate la mia lentezza e trascuratezza. Periodo difficile. Meno male che la superefficiente Minerva mi viene sempre in aiuto :)
Di questa poesia mi piace la semplicità efficace con cui il poeta descrive il dramma collettivo. Racconta queste persone così come le vediamo tutti, poco sorridenti, silenziose, non dice niente di più rispetto a ciò che vede. E forse proprio per questo colpisce nel segno, perché non c'è bisogno di versi elaborati per capire. Il verso che preferisco è "non so da cosa sono fuggiti o forse ho paura di immaginarlo".
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Questa è la quarta proposta :)

Quando viene la notte,
io sto sulla scala e ascolto,
le stelle sciamano in giardino
ed io sto nel buio.
Senti, una stella è caduta risuonando!
Non andare a piedi nudi sull'erba;
il mio giardino è pieno di schegge.

Edith Irene Södergran
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Le poesie che parlano della notte e delle stelle mi piacciono in modo particolare.
Qui sembra che la poetessa voglia difendersi da una persona, da un sentimento, forse perché ne ha paura (paura di lasciarsi andare) e allora mette in guardia questa persona dando un aspetto negativo alle stelle, all'erba della notte, ma anche usando termini come "sciamano" e "schegge" le stelle e l'erba non riescono ad infondermi paura.
Provo invece una profonda tenerezza per la poetessa e per il suo tentativo di difendere il suo buio, la sua solitudine, e che forse nel profondo vorrebbe venisse oltrepassata ma non osa confessarlo a se stessa.
Bellissima l'immagine di lei seduta sulla scala in ascolto del silenzio notturno che altro non è se non la sua anima (bellissima anche l'immagine della stella che cade risuonando).
Le poesie così brevi ed intense, con queste metafore notturne, sono le mie preferite, grazie qweedy per avermela fatta conoscere.
 

qweedy

Well-known member
Questa è la quarta proposta :)

Quando viene la notte,
io sto sulla scala e ascolto,
le stelle sciamano in giardino
ed io sto nel buio.
Senti, una stella è caduta risuonando!
Non andare a piedi nudi sull'erba;
il mio giardino è pieno di schegge.

Edith Irene Södergran


Questa è la mia preferita tra le sue poesie, poche parole per visualizzare l'immagine di questa giovane donna insonne e solitaria, che guarda le stelle nel buio.
Non è triste, solo osserva le schegge e le rovine della sua anima. Le ultime tre righe sono quelle che più mi piacciono.


Edith Södergran è fra i massimi poeti svedesi del Novecento. Nacque nel 1892 a San Pietroburgo da genitori finlandesi appartenenti alla minoranza di lingua svedese e di estrazione sociale borghese. Cosmopolita, cólta in parecchie lingue, fu costretta ad interrompere gli studi regolari nel 1908, quando si ammalò di tubercolosi. Cominciò allora una dolorosa odissea in sanatori finlandesi e svizzeri, dove venne in contatto con le avanguardie letterarie europee, ma la rovina economica, sopraggiunta con la Rivoluzione d’Ottobre, gli stenti e il duro isolamento, cui fu obbligata dalla povertà e dalla malattia, affrettarono la sua fine. Morì nel giugno del 1923, all'età di 31 anni.
 

Shoshin

Goccia di blu
Questa è la quarta proposta :)

Quando viene la notte,
io sto sulla scala e ascolto,
le stelle sciamano in giardino
ed io sto nel buio.
Senti, una stella è caduta risuonando!
Non andare a piedi nudi sull'erba;
il mio giardino è pieno di schegge.

Edith Irene Södergran

Le stelle forse sono i suoi desideri,i sogni
che a volte si infrangono,lasciando al loro cadere
polvere brillante e schegge ...
Non bisogna calpestare ciò che resta di un sogno
che ci ha fatto compagnia.
Magari la sua polvere luminosa può continuare
a emanare un poco di luce...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Mi piace il modo in cui avete interpretato la presenza delle schegge di stelle, sia viste come frammenti di anima che come sogni che si infrangono.
Io non la immagino malinconica questa poetessa, me la immagino lì a fantasticare con la testa per aria, e la immagino poi spazzare via quelle schegge e attrarre a sé altre stelle.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La prossima poesia è di Goliarda Sapienza :)

Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
La prossima poesia è di Goliarda Sapienza :)

Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani.

Mi piace ma ancora non avevo capito bene il perché. Ora ci sono arrivata, è per i concetti opposti, mi è sempre piaciuta la dualità nelle poesie, mi rappresenta, essendo io sempre nel dubbio. E poi mi ha colpito il senso di malinconia per i giorni che sembrano uguali ma forse non lo sono.
 

qweedy

Well-known member
La prossima poesia è di Goliarda Sapienza :)

Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani.

Molto bella, mi piace moltissimo!
Vivere nel presente, quant'è difficile! E' un'arte da imparare, spesso il pensiero corre al domani, o si rimugina sul passato.
Mi piace moltissimo la parte finale: riuscire a distinguere questa sera da ieri e da domani, cioè fare di ogni giorno un qualcosa di unico, che si distingue da ogni altro giorno perchè vissuto intensamente. Vorrei, ma non ne sono capace, spesso i giorni scorrono tutti uguali, forse persi.
 

Evy

Member SuperNova
Se non è tardi posto la mia poesia:

Gelosa del mio Peter Pan
non riesco a volare più in là.
Polvere di stelle sulla tua mano anche se alle fate non credi da lontano.
Gridi il mio nome Peter
ho paura di dire il tuo
di non riconoscere l'uomo che è nel tuo bambino
e tu nel mio cuore sei il mio destino...
Un campanellino che suona,
Il tempo non perdona.
Peter dove sei?
Sei ancora nel cuore dove ti vorrei,
Lasciando i sogni
Diventino realtà
Ancora una volta,
Vicino alle stelle
Si torna a volare.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Se non è tardi posto la mia poesia:

Gelosa del mio Peter Pan
non riesco a volare più in là.
Polvere di stelle sulla tua mano anche se alle fate non credi da lontano.
Gridi il mio nome Peter
ho paura di dire il tuo
di non riconoscere l'uomo che è nel tuo bambino
e tu nel mio cuore sei il mio destino...
Un campanellino che suona,
Il tempo non perdona.
Peter dove sei?
Sei ancora nel cuore dove ti vorrei,
Lasciando i sogni
Diventino realtà
Ancora una volta,
Vicino alle stelle
Si torna a volare.

Certo che sei in tempo!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani.

Mi mette ansia...dividere i secondi dai minuti...purtroppo il tempo invece talvolta scorre senza che cambi niente e non facciamo niente per "svoltare".
Mi piacciono i primi versi per il dualismo che vi è racchiuso, come è già stato detto.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ed eccoci giunti all'ultima proposta, la poesia della nostra Evy :D

Gelosa del mio Peter Pan
non riesco a volare più in là.
Polvere di stelle sulla tua mano anche se alle fate non credi da lontano.
Gridi il mio nome Peter
ho paura di dire il tuo
di non riconoscere l'uomo che è nel tuo bambino
e tu nel mio cuore sei il mio destino...
Un campanellino che suona,
Il tempo non perdona.
Peter dove sei?
Sei ancora nel cuore dove ti vorrei,
Lasciando i sogni
Diventino realtà
Ancora una volta,
Vicino alle stelle
Si torna a volare.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Forse un amore sfuggente?
Molto bella e fiabesca la similitudine tra la polvere di stelle e i sogni a cui l'uomo, verso cui la nostra poetessa tende, non crede più.
Nel finale c'è la speranza di tornare a volare, vicino alle stelle, la speranza di non perdere la capacità di sognare.
Mi ricorda un po' la poetica del fanciullino di Pascoli.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Stavolta Evy mi ha sorpreso, una poesia proprio diversa dalle solite! Ciò che trovo diverso e molto carino è soprattutto il ritmo e la vivacità dei versi, che sembrano nuotare in un'acqua di colore rosa o azzurro pastello. Evoca immagini di cartoni animati e di castelli fatati.
A tratti è un po' ermetica; mi sembra che parli del rapporto, o meglio del conflitto, tra l'adulto e il bambino/Peter Pan che c'è in ognuno di noi. Alle fate non ci crede, ma quella polvere di stelle nella mano smentisce lo scetticismo.
La vita costringe a crescere (ahi, quel campanellino che suona!) ma, malgrado tutto, si ricomincia sempre a volare, a sognare vicino alle stelle e guai se non fosse così.
 
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