259° MG - Il diario di Anna Frank di Anna Frank

ila78

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Sono allo stesso punto del Prof, purtroppo non avremo mai la cronaca dal punto di vista di un altro componente dell'alloggio segreto, sarebbe stato interessante se Pim (unico sopravvissuto) ci avesse lasciato un suo resoconto, ma comprendo che non avesse alcuna voglia di rievocare quei momenti, ad ogni modo immagino che anche per gli altri 7 non deve essere stato semplice convivere con una 13enne in preda alle crisi adolescenziali e, da quel che si evince, con un bel caratterino pepato, da mamma, mi dispiace molto quando la madre cerca di avvicinarsi e lei la respinge in malo modo.
Ho molto apprezzato lo stile in cui ci racconta le giornate nell'alloggio segreto, ha uno spirito di osservazione e un'arguzia non comuni per la sua età, sarebbe diventata un'ottima giornalista, secondo me.
 

Dallolio

New member
Sono allo stesso punto del Prof, purtroppo non avremo mai la cronaca dal punto di vista di un altro componente dell'alloggio segreto, sarebbe stato interessante se Pim (unico sopravvissuto) ci avesse lasciato un suo resoconto, ma comprendo che non avesse alcuna voglia di rievocare quei momenti, ad ogni modo immagino che anche per gli altri 7 non deve essere stato semplice convivere con una 13enne in preda alle crisi adolescenziali e, da quel che si evince, con un bel caratterino pepato, da mamma, mi dispiace molto quando la madre cerca di avvicinarsi e lei la respinge in malo modo.
Ho molto apprezzato lo stile in cui ci racconta le giornate nell'alloggio segreto, ha uno spirito di osservazione e un'arguzia non comuni per la sua età, sarebbe diventata un'ottima giornalista, secondo me.

Anch'io la vedo come una giornalista, oppure come sindacalista che si batte contro alle ingiustizie, donna autonoma e indipendente... il rapporto con la madre è complesso, forse da adulta non avrebbe voluto calcare così la mano, a quel'età con i genitori si è sempre ingenerosi.
 

Dallolio

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Ho terminato la lettura.
Nell'ultima parte emerge il legame con Peter, che - come ammette lei stessa - è proprio Anna a fomentare, perché fondamentalmente le manca qualcuno da amare, un amico, un'anima affine con cui dividere un fardello, più semplicemente qualcuno in cui trovare appoggio e conforto. Le manca l'altro Peter, quello che ha lasciato fuori dall'alloggio, la cui visione si manifesta come uno scoppio di passione in un sogno. Solo dopo quel sogno, infatti, Anna si avvicinerà progressivamente sempre più al Peter timido eppure a suo modo consapevole che vive con lei. Nel frattempo la situazione si fa più incalzante, tra l'avanzata degli alleati - che mette addosso a tutti un'euforia quasi incontenibile - e l'aumentare dei rischi per gli abitanti dell'alloggio.

Vado a lasciare il commento finale in PB.

Io sono circa ancora indietro, il rapporto con Peter me lo aspettavo fin dall'inizio, visto che lo descrive spesso in modo così negativo e grottesco...
 

estersable88

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Membro dello Staff
Io sono circa ancora indietro, il rapporto con Peter me lo aspettavo fin dall'inizio, visto che lo descrive spesso in modo così negativo e grottesco...

Beh, se consideriamo l'età di entrambi, le pulsioni, il bisogno di affetto, tenerezza, attenzioni unito alla reclusione ed alla mancanza di alternative, era inevitabile che qualcosa accadesse.
 

Dallolio

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Una riflessione. Anna racconta in numerosi passi delle sue memorie, quando lei e i suoi vengono costretti dagli eventi a fare i propri bisogni in vasetti, con l'odore nauseante che velocemente riempie la stanza; mi è venuto in mente un brano simile tratto da Niente di nuovo sul fronte occidentale, dove i soldati sono costretti a superare il loro pudore facendo i loro bisogni collettivamente... anche se questi eventi non sono drammatici fanno però comprendere le conseguenze dei fenomeni di massa del '900 (La Prima Guerra Mondiale e l'Olocausto) e cioè la perdita, oltre che delle libertà individuale, anche della sfera dell'intimità (vedi anche in 1984 di Orwell dove i due protagonisti non riescono a godere nell'intimità sapendo che tutto è controllato e collettivo)... La perdita dell'intimità è a mio avviso un forte elemento di spersonalizzazione che ha trovato la sua massima estensione nei Lager.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Una riflessione. Anna racconta in numerosi passi delle sue memorie, quando lei e i suoi vengono costretti dagli eventi a fare i propri bisogni in vasetti, con l'odore nauseante che velocemente riempie la stanza; mi è venuto in mente un brano simile tratto da Niente di nuovo sul fronte occidentale, dove i soldati sono costretti a superare il loro pudore facendo i loro bisogni collettivamente... anche se questi eventi non sono drammatici fanno però comprendere le conseguenze dei fenomeni di massa del '900 (La Prima Guerra Mondiale e l'Olocausto) e cioè la perdita, oltre che delle libertà individuale, anche della sfera dell'intimità (vedi anche in 1984 di Orwell dove i due protagonisti non riescono a godere nell'intimità sapendo che tutto è controllato e collettivo)... La perdita dell'intimità è a mio avviso un forte elemento di spersonalizzazione che ha trovato la sua massima estensione nei Lager.

Sono d'accordo... la perdita dell'intimità è, probabilmente, il limite estremo della perdita della libertà. è l'annientamento dell'essere umano come individuo. E fa riflettere il fatto che in alcuni casi questo è proprio, direttamente o indirettamente, voluto. Fin dove si spinge il sadismo, la malvagità, l'abiezione?
 

ila78

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6 dicembre 1943

Terribile il sogno di Anna che "vede" la sua ex migliore amica in condizioni terribili e di sente in colpa per averla abbandonata: "Quando tutto sarà finito verrò ad aiutarti". Anche qui non si riesce a non provare compassione, erano veramente fiduciosi di farcela, e io continuo a chiedermi con quale insano ottimismo pensavano di non venire scoperti: accendono la stufa in un momento in cui, in uno stabile di uffici non dovrebbe uscire nessun fumo dal camino, leggo anche che quei cretini dei Van Daan spostano le tende in pieno giorno "tanto non vede nessuno" :paura: Non hanno mai capito chi sia stato a denunciarli ma a questo punto può essere un vicino di casa qualunque... :boh:
La privazione dell'intimità faceva parte del metodico sistema di disumanizzazione attuato dai nazisti nei lagher. Se fai i tuoi bisogni insieme a tutti come un animale, sei un animale.
 

ila78

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Ps Non oso pensare quanto deve aver rimpianto non aver dimostrato affetto a sua madre quando l'hanno separata da lei per sempre.
 

Dallolio

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Mercoledì 5 Gennaio 1944.

6 dicembre 1943

Terribile il sogno di Anna che "vede" la sua ex migliore amica in condizioni terribili e di sente in colpa per averla abbandonata: "Quando tutto sarà finito verrò ad aiutarti". Anche qui non si riesce a non provare compassione, erano veramente fiduciosi di farcela, e io continuo a chiedermi con quale insano ottimismo pensavano di non venire scoperti: accendono la stufa in un momento in cui, in uno stabile di uffici non dovrebbe uscire nessun fumo dal camino, leggo anche che quei cretini dei Van Daan spostano le tende in pieno giorno "tanto non vede nessuno" :paura: Non hanno mai capito chi sia stato a denunciarli ma a questo punto può essere un vicino di casa qualunque... :boh:
La privazione dell'intimità faceva parte del metodico sistema di disumanizzazione attuato dai nazisti nei lagher. Se fai i tuoi bisogni insieme a tutti come un animale, sei un animale.

Anch'io ho appena letto la parte su Lies;è la prima volta che parla di questa ragazza? Sinceramente non ricordavo altri riferimenti e non ho capito cosa sia accaduto tra loro.

Emerge la parte più adulta di Anna, con i pensieri oscuri che accompagnano la pubertà, con le sensazioni inesprimibili e i desideri inconfessabili; in queste ultime pagine affiora la parte più pessimista e plumbea della situazione, che pesa come un macigno sugli otto componenti del rifugio... da notare uno dei pochi riferimenti alla situazione Italiana e cioè la gioia per l'otto Settembre, che in realtà fu solo l'inizio dell'inasprimento della situazione.
 

ila78

Well-known member
Anch'io ho appena letto la parte su Lies;è la prima volta che parla di questa ragazza? Sinceramente non ricordavo altri riferimenti e non ho capito cosa sia accaduto tra loro.

Emerge la parte più adulta di Anna, con i pensieri oscuri che accompagnano la pubertà, con le sensazioni inesprimibili e i desideri inconfessabili; in queste ultime pagine affiora la parte più pessimista e plumbea della situazione, che pesa come un macigno sugli otto componenti del rifugio... da notare uno dei pochi riferimenti alla situazione Italiana e cioè la gioia per l'otto Settembre, che in realtà fu solo l'inizio dell'inasprimento della situazione.

No, non mi pare ne parli mai, ma ricorda che molte pagine sono andate perdute, ad esempio nella mia edizione ad un certo punto fa leggere a Peter delle pagine del diario che conterrebbero un racconto scritto da lei di cui però non c'è traccia.
Ieri sono tornata a spulciare Wikipedia e ho scoperto che i nomi usati da Anna sono fittizi: Dussel non si chiamava Dussel ma Pfeffer e Dussel in olandese (o in tedesco) significa "stupido", carina Anna.... :mrgreen: I Van Daan si chiamavano Van Pels.
L'identità del "delatore" che li condannò a morte non fu mai accertata ma pare che la telefonata fatale alla Gestapo la fece una donna, i sospetti maggiori comunque sono sul magazziniere della ditta Van Meeren che anche Anna in un brano definisce sospettoso e ficcanaso. In realtà lui ha sempre negato e, a parte sospetti su vari cacciatori di teste che si aggiravano per Amsterdam pare che la colpevole fosse "in famiglia" ovvero la sorella di Bep, che al contrario di lei era fervente nazista e accusò più volte la sorella di nascondere ebrei, tesi confermata dal fatto che la telefonata sembra sia arrivata la mattina stessa del 4 agosto 1944 e difficilmente la Gestapo si attivava subito dopo una segnalazione, a meno di non essere certi di aver avuto un'informazione da fonte più che affidabile. Il nazista che comandò la retata non volle o non seppe mai rivelare la fonte della soffiata.
Ultima (triste) curiosità: Anna nel diario distrugge più volte la figura della signora Van Daan, che in effetti non risulta particolarmente simpatica, in realtà la signora stette vicino quasi fino all'ultimo alle sorelle Frank a Bergen Belsen, forse Anna avrà rimpianto anche quello?
 
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Dallolio

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Venerdì 18 Febbraio 1944.

No, non mi pare ne parli mai, ma ricorda che molte pagine sono andate perdute, ad esempio nella mia edizione ad un certo punto fa leggere a Peter delle pagine del diario che conterrebbero un racconto scritto da lei di cui però non c'è traccia.
Ieri sono tornata a spulciare Wikipedia e ho scoperto che i nomi usati da Anna sono fittizi: Dussel non si chiamava Dussel ma Pfeffer e Dussel in olandese (o in tedesco) significa "stupido", carina Anna.... :mrgreen: I Van Daan si chiamavano Van Pels.
L'identità del "delatore" che li condannò a morte non fu mai accertata ma pare che la telefonata fatale alla Gestapo la fece una donna, i sospetti maggiori comunque sono sul magazziniere della ditta Van Meeren che anche Anna in un brano definisce sospettoso e ficcanaso. In realtà lui ha sempre negato e, a parte sospetti su vari cacciatori di teste che si aggiravano per Amsterdam pare che la colpevole fosse "in famiglia" ovvero la sorella di Bep, che al contrario di lei era fervente nazista e accusò più volte la sorella di nascondere ebrei, tesi confermata dal fatto che la telefonata sembra sia arrivata la mattina stessa del 4 agosto 1944 e difficilmente la Gestapo si attivava subito dopo una segnalazione, a meno di non essere certi di aver avuto un'informazione da fonte più che affidabile. Il nazista che comandò la retata non volle o non seppe mai rivelare la fonte della soffiata.
Ultima (triste) curiosità: Anna nel diario distrugge più volte la figura della signora Van Daan, che in effetti non risulta particolarmente simpatica, in realtà la signora stette vicino quasi fino all'ultimo alle sorelle Frank a Bergen Belsen, forse Anna avrà rimpianto anche quello?

Probabilmente lo avrà rimpianto, però è anche vero che spesso precisa che si sfoga sulla carta per non offendere di persona... comunque è anche vero che gli adolescenti che conosco io hanno un'idea di tutti gli adulti che li circondano decisamente grottesca, non molto lontana da quella che tratteggia Anna (solo con sua madre in realtà è davvero inconsapevolemente dura, specialmente quando dice che il suo epiteto non è mamma ma manna).
Sono arrivato alla storia d'amore con Peter a cui faceva riferimento estersable88... è difficile capire che carattere avesse Peter perché nella prima parte è presentato come un ragazzo timido e debole, ma in queste ultime pagine viene idealizzato.
P.s. Sono rimasto particolarmente stupito dal fatto che riuscissero, in quella situazione, a seguire lezioni di latino per corrispondenza...
 

ila78

Well-known member
Probabilmente lo avrà rimpianto, però è anche vero che spesso precisa che si sfoga sulla carta per non offendere di persona... comunque è anche vero che gli adolescenti che conosco io hanno un'idea di tutti gli adulti che li circondano decisamente grottesca, non molto lontana da quella che tratteggia Anna (solo con sua madre in realtà è davvero inconsapevolemente dura, specialmente quando dice che il suo epiteto non è mamma ma manna).
Sono arrivato alla storia d'amore con Peter a cui faceva riferimento estersable88... è difficile capire che carattere avesse Peter perché nella prima parte è presentato come un ragazzo timido e debole, ma in queste ultime pagine viene idealizzato.
P.s. Sono rimasto particolarmente stupito dal fatto che riuscissero, in quella situazione, a seguire lezioni di latino per corrispondenza...

Dice che il marito di Bep (mi pare) ordinava a nome suo i fascicoli e glieli portava.
Peter poverino è un ripiego per rimediare alla solitudine, poverino fino a un certo punto perché suppongo che la cosa di sentirsi meno soli fosse reciproca.
Per il resto, hai ragione, tendiamo a dimenticare che leggiamo il punto ti vista di una ragazzina di 14 anni, arguta, intelligente avanti finché vuoi ma pur sempre quattordicenne in una situazione al limite della sopportazione per un adulto.
Ho visto su Amazon che esiste un "diario" di Miep Gies, il suo punto di vista su quel periodo, mi piacerebbe leggerlo.
 

ila78

Well-known member
29 marzo 1944

È molto dolce e tenero leggere di questo primo amore nato quasi per necessità di sopravvivere e che però è lo stesso fortissimo, esclusivo e ossessivo come può essere solo il primo amore tra due ragazzini e che è uguale in ogni colore di pelle, nazione o contesto storico. È triste pensare che la fine si avvicina...
 

Dallolio

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Martedì 4 Aprile 1944

29 marzo 1944

È molto dolce e tenero leggere di questo primo amore nato quasi per necessità di sopravvivere e che però è lo stesso fortissimo, esclusivo e ossessivo come può essere solo il primo amore tra due ragazzini e che è uguale in ogni colore di pelle, nazione o contesto storico. È triste pensare che la fine si avvicina...

E' anche un amore esclusivo, nel senso che più va avanti e più esclude gli altri ospiti della casa, gli adulti considerati sempre di più lontani e insensibili e anche Margot, lodata a parole ma che secondo me non ne esce troppo bene, descritta come una ragazza intelligente ma fredda.
La parte che trovo emotivamente pesante è quella legata al cibo: anche se Anna su questo tema è spensierata, è molto probabile che per gli adulti del rifugio il pensiero di finire le riserve e di dover decidere tra morire di fame o uscire da rifugio affrontando il rischio di morte dovesse essere un pensiero dominante... il menù giornaliero è sempre più povero e meno nutriente e questo inevitabilmente porta anche la mente a essere più affaticata.
 
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ila78

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E' anche un amore esclusivo, nel senso che più va avanti e più esclude gli altri ospiti della casa, gli adulti considerati sempre di più lontani e insensibili e anche Margot, lodata a parole ma che secondo me non ne esce troppo bene, descritta come una ragazza intelligente ma fredda.
La parte che trovo emotivamente pesante è quella legata al cibo: anche se Anna su questo tema è spensierata, è molto probabile che per gli adulti del rifugio il pensiero di finire le riserve e di dover decidere tra morire di fame o uscire da rifugio affrontando il rischio di morte dovesse essere un pensiero dominante... il menù giornaliero è sempre più povero e meno nutriente e questo inevitabilmente porta anche la mente a essere più affaticata.

Dopo devono aver pensato a quelle patate e a quei fagioli come a una cena al Grand Hotel. Margot secondo me era solo più chiusa di Anna. Peccato che abbiamo perso il suo diario.
 

Dallolio

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Martedì 18 Aprile 1944.

Prosegue la storia d'amore tra Anna e Peter, favorita dalla loro vicinanza; fa sorridere la cautela e lentezza con cui prosegue il loro corteggiamento se paragonato alla media attuale di chi ha la loro età, ma sicuramente è un modo per vivere il tutto in modo più intenso e sofferto; l'ennesimo tentativo di furto stavolta ha comportato un rischio altissimo per gli 8 coinquilini... emerge comunque che nel quartiere molti sapevano/sospettavano ma ugualmente non agivano da delatori... si avvicina lo sbarco in Normandia che sicuramente molta illusione creerà all'interno del rifugio.
 

ila78

Well-known member
Prosegue la storia d'amore tra Anna e Peter, favorita dalla loro vicinanza; fa sorridere la cautela e lentezza con cui prosegue il loro corteggiamento se paragonato alla media attuale di chi ha la loro età, ma sicuramente è un modo per vivere il tutto in modo più intenso e sofferto; l'ennesimo tentativo di furto stavolta ha comportato un rischio altissimo per gli 8 coinquilini... emerge comunque che nel quartiere molti sapevano/sospettavano ma ugualmente non agivano da delatori... si avvicina lo sbarco in Normandia che sicuramente molta illusione creerà all'interno del rifugio.

Sì, secondo me molti sapevano, anche i continui furti e irruzioni avrebbero dovuto metterli in allarme, ok che c'era la fame ma non è normale tutto sto interesse per un magazzino, anche perché da quanto ho capito nei giorni lavorativi era un ufficio abbastanza "trafficato", erano protetti solo da un muro, è tecnicamente impossibile che non li abbiano sentiti.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Concordo sulla questione dei sospetti... troppo andirivieni, troppi traffici... la gente in quel periodo aveva gli occhi più che aperti e qualunque movimento strano era notato e riferito... mah.
Quanto alla lentezza/cautela nel corteggiamento, da come ne parla Anna desumo che forse lei vada cauta perché non sicura di ciò che sta facendo: lei sa bene che il Peter che vuole è un altro; mentre da parte del ragazzo credo che ci sia quella timidezza di cui si parla all'inizio che, a dispetto della sua presunta malizia/consapevolezza acquisita, non credo sia mai scomparsa.
 

ila78

Well-known member
Comunque Peter Van Daan è sempre stato uno dei miei componenti favoriti dell'alloggio segreto, di evince che sia un bravo ragazzo, timido e sensibile, afflitto da due genitori non proprio esemplari. È tra quelli che ha fatto la fine peggiore, ammesso che si possa stilare una classifica:Otto Frank ha cercato di farlo includere ai "volontari" dell'infermeria di Auschwitz di cui lui faceva parte, non c'è riuscito e il povero Peter è stato aggregato alla marcia della morte fino a Mathausen, dove è morto nel febbraio del 45.
 

Dallolio

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Domenica 7 Maggio 1944.

Questa volta Anna ha ecceduto, per sua stessa ammissione, mandando la lettera a suo padre in cui rivendica la sua autonomia... quello che mi ha realmente colpito di queste pagine è però il programma di Storia che Anna segue, dettagliatissimo e ampi e imparagonabile a quelli di oggi; non deriva secondo me dal fatto che sia un'autodidatta perché anche i programmi ministeriali italiani e tedeschi erano molto più ampi e approfonditi di quelli di oggi.
 
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