Ho terminato il libro.
Devo dire che è un testo che si caratterizza soprattutto per la notevole qualità della scrittura, veramente affascinante e molto pregnante con gli argomenti trattati, anche se, in qualche punto, forse un po’ “compiaciuta” e forse “eccessiva” (per i miei gusti). Dividerei il libro in due parti: la prima parte termina con l’arrivo del “ragazzo” alla locanda. In questa parte del libro prevale la descrizione della natura, madre perché ti offre le risorse per la vita , ma ostica, immanente e crudele per la sua natura (rocce a strapiombo sul mare, freddo e gelo, mare infido) che ti da la sensazione di un latente e continuo pericolo . In questa parte prevale l’avventura, la forza e il coraggio degli uomini, il rischio, la tragedia. La seconda parte è un po’ più, come si può dire, filosofica. Parla della vita più in generale, con però una costante che c’è per tutto il testo: La forza e la saggezza delle donne, contrapposta alla fragilità degli uomini. La madre del “ragazzo” che pur in condizioni difficilissime è riuscita a regalare al figlio il grande dono della alfabetizzazione e ha cercato, fino all’ultimo respiro, di tenere unita la famiglia, la moglie del capobarca; La figlia del fratello del capobarca; la locandiera e la sua aiutante; la commessa del negozio che “adocchia” il ragazzo. Dall’altra parte i dubbi del capobarca, l’amante della poesia, impavido, grande protagonista, di aspetto affascinante, con una amante che ci si immagina bellissima e che ha grandi progetti per il futuro e, inoltre, si è occupato in prima persona di un orfano, quasi facendogli da secondo padre, ma che per una, non certo banale, disattenzione, ha dovuto soccombere alla natura; i due capitani, uno con un handicap fisico e l’altro con un male oscuro che cura con l’alcool, ambedue fragilissimi che solo la forza delle donne che si occupano di loro mantiene in vita. L’unico uomo che, alla fine, e proprio per la sua giovane età, alimenta una certa voglia di vivere è proprio il “ragazzo”, mai chiamato per nome probabilmente per la semplice ragione che, essendo in un età d crescita, non ha ancora una precisa identità, ma anche lui tornato alla vita con l’aiuto delle donne.
Questo giochino mi ha permesso di conoscere grandi autori che certamente non avrei mai conosciuto. Mi rattrista un po’ pensare ai moltissimi grandi scrittori che non potrò mai più conoscere. Avrei potuto leggere molto, molto di più, nel mio tempo libero. Ma è una constatazione inutile. Avevo un lavoro abbastanza impegnativo ma non ho mai vissuto per il lavoro. Probabilmente avevo bisogno di distrazioni “leggere” per mantenere un sufficiente equilibrio.