Cinquantottesimo Photoforum - La bellezza nell'attimo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccoci qui a proporre le nostre foto. Iniziamo sempre con una a testa, ricordiamo che la foto può essere anche stata scattata da noi stessi o da qualcuno che conosciamo. Sotto a chi tocca!
 

Ondine

Logopedista nei sogni
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Ondine

Logopedista nei sogni
Mi sono dimenticata di scrivere il titolo di questa foto: Il futuro che vogliamo costruire dipende solo da noi.
Il calendario Lavazza è nato in piena pandemia, a marzo 2020, ed è nato dalla volontà di stimolare la riflessione intorno alla ricerca di una nuova umanità che metta in luce i valori fondanti della società, primi fra tutti solidarietà, inclusione, tolleranza e sostenibilità.
Eugenio Recuenco descrive così la sua foto:
E' un omaggio a Edward Hopper. È una situazione quotidiana e senza tempo. Una fotografia che apre una domanda sulla situazione attuale e sul futuro che vogliamo costruire ambientata in una caffetteria o un bar in quanto luogo sociale. Non è la prima volta che collaboro con Lavazza e già in passato ho fatto riferimento a questo esponente del realismo americano. Sarà per il caffè, per il rito sociale, la tazzina che subito mi portano alla memoria i suoi dipinti. Protagoniste della foto sono le donne: è a partire da loro, o comunque da una sensibilità più femminile che dobbiamo ricostruire questo nostro mondo. La storia è enigmatica, non dà risposte certe. Ma se a sinistra la donna è sola, sul tavolo ci sono solo oggetti di plastica e tutto questo appartiene al passato, a destra la donna sta parlando con qualcuno, forse è solo un'ombra, forse è al di là del vetro che le distanzia. Ma la comunicazione, quella vera, è ricominciata. Sul tavolo una tazzina vera e la musica.
Ho scelto questa foto perché mi piace molto Hopper e sembra davvero un suo dipinto.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Bella questa foto ispirata a Hopper. Piace anche a me Edward Hopper.
Secondo me ci sono due immagini e temi sovrapposti. Quello propriamente "figurativo" delle persone ritratte e quello quasi "astratto" delle geometrie e delle ombre dello sfondo.
Una atmosfera onirica che mi ricorda certe cose di De Chirico. Che in fondo può essere la definizione adatta per le scene di tanti quadri di Hopper.

almeno credo! :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La scritta "Yes, we are open" sembra dirci che è stata simulata l'eccezionale apertura di un locale in pieno lockdown. Le ragazze sedute ai tavoli sono sole, ben distanziate, il tutto trasmette bene il senso di angoscia e solitudine dell'inizio della pandemia e il fatto che siano vestite come negli anni '50 accentua ai miei occhi la loro inadeguatezza, come se fossero fuori posto ma allo stesso tempo volessero sentirsi carine e suggerire con il loro abbigliamento il ricordo di un'epoca più felice. Mi piace moltissimo.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Da un lato sì, trasmette pace, ma lo stato di solitudine (esteriore) che sembra trasparire mi inquieta anche un po'. Però mi piacerebbe molto visitare quei luoghi e conoscere le persone che ci vivono. Non riesco a capire se i soggetti della foto siano sacerdoti o una coppia, un uomo o una donna. La foto però mi suggerisce un legame solido tra loro.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Noto che i colori dell'edificio si possono trovare in buona parte nel paesaggio circostante.
Il bianco della neve, il bruno del terreno e dei monti. Quasi a ricomporre nell'architettura del tempio gli elementi della natura, inseriti in una costruzione geometrica. In un certo senso un simbolo di equilibrio e ordine di fronte al mutamento naturale della terra e delle stagioni.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Al di là degli orrori, questa foto mi è rimasta particolarmente impressa perché suggerisce che la vita continua ed è sempre più forte di tutto. Sembrano quasi simbolici anche i fiori vivaci e colorati sul tessuto steso.
 
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