Charlotte Salomon - Festival di Salisburgo 14 agosto 2014

Ondine

Logopedista nei sogni
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Della storia di Charlotte Salomon fu fatta un'opera teatrale nel 2014.
Le tempere di Charlotte, sono punteggiate di richiami musicali, che servono a loro volta come punto di riferimento a Marc-André Dalbavie per la composizione. Che si tratti di un lied di Schubert, un'aria di Bach o di Mendelssohn, una canzone popolare francese o l'Habanera di Carmen, Dalbavie sa integrarli coerentemente nel suo linguaggio musicale. Fluido, limpido, e finemente orchestrato, facendo sovente pensare a Claude Debussy, traduce il pensiero di Charlotte Salomon e le sue immagini.
La messa in scena di Luc Bondy ci fa incontrare Charlotte Salomon nella persona dell'attrice Johanna Wokalek, che racconterà parte della vicenda, e del mezzosoprano francese Marianne Crebassa, che incarna l'alter ego della protagonista, chiamata Charlotte Kann nel "Singespiel". Disinvolte e agili entrambe, capelli corti neri, abbigliate con una gonna corta blu scuro e un golfino azzurrino, rendono perfettamente il vigore e l'innocenza della giovinezza. Una voce parlata chiara e squillante dall'accento berlinese, una voce di mezzo calda e musicale: ecco Charlotte Salomon alias Charlotte Kann.
La scenografia di Johannes Schütz consiste in tutto e per tutto in una scatola bianca che copre tutta l'ampiezza del palco. Pareti mobili la suddividono formando ora l'appartamento di Berlino, ora il salotto dei nonni a Villefranche-sur-Mer etc. Il fondale è anche lo schermo per la proiezione di dipinti di Charlotte Salomon. Così, si sentono le sue parole, dette e cantate, si vedono recitare scene della sua vita e si vede ciò che lei stessa ne ha fatto. Attraverso la musica che lei cita e la musica di Marc-André Dalbavie, attraverso il gioco scenico, il suo universo musicale e cromatico, si finisce per conoscere Charlotte Salomon, una persona, un'artista unica e insostituibile.​
 
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