Io posso dire che ho letto libri che mi sono piaciuti meno e mi hanno irritato di più: forse perchè li ho affrontati con aspettative diverse.
Per Ulisse, al momento, le mie aspettative sono minime, uscirne con una specie di infarinatura; ma anche meno... uscirne e basta
Uno si può chiedere perchè allora incaponirsi a leggerlo.
Prima di tutto perchè mi ha sempre ossessionato, come qualcosa che mi manca come lettore.
Inoltre sta rafforzando in me un pensiero che più o meno ho sempre avuto: che leggere è un'esperienza sempre diversa, che si fa in modo diverso e ci dà sensazioni diverse.
E' come camminare in montagna.
A volte si fanno bei sentierini ameni, tutti piani, pieni di cose belle, si arriva alla fine e si pensa: ma che cose meravigliose ho visto, splendido, non ho fatto nemmeno tanta fatica.
A volte si fanno sentierini ameni, ma assolutamenti insulsi, si arriva in fondo e si pensa, ok, bella passeggiata, ma poco interessante. A volte sono così insulsi che anche se sono facile e gradevoli, si preferisce abbandonarli.
Altre volte sono strade erte, a volte assolate, a volte gelate, si arriva in fondo e si pensa: che faticaccia, ma che cose splendide ho visto e mi rimaranno per sempre nel cuore.
Altre volte sono strade sassose, brulle, che ci fanno tornare indietro appena manca il fiato.
Altre volte sono strade sassose, brulle, ma che per qualche motivo ci sfidano, e alla fine ci vogliamo arrivare in tutti i modi. Ci arriviamo e il panorama è sassoso e brullo lo stesso, ma noi sentiamo che la fatica che abbiamo fatto dà un valore a quello che abbiamo vissuto, perchè alcuni stentati fiorellini o fili d'erba che spuntavano fra i sassi, qualche nuvola che è passata sul sole, qualche pozza gelata di neve ci hanno emozionato come mai altre cose, o almeno, eravamo così affaticati che ci siamo lasciati emozionare.
La lettura educa a se stessa.