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Il primo caso dell'ispettrice Elena Blanco
"Quando rientra all'alba, esausta dopo notti di bevute e sesso occasionale, Elena Blanco ha un rito: esaminare le immagini di una fotocamera che ha piazzato davanti al portone del suo palazzo. Chi ha paura di vedere? O meglio, chi più di ogni altra persona al mondo vorrebbe vedere? C'è un caso irrisolto nel passato di questa eccezionale ispettrice di polizia. L'unico della sua carriera. È molto più di una delusione, è un profondo trauma che ha sconvolto la sua vita e che continua a perseguitare ogni secondo della sua esistenza. Per ora deve mettere da parte i suoi demoni perché la BAC, la brigata speciale che dirige a Madrid, è chiamata a indagare su un caso molto strano: l'omicidio di una ragazza gitana scomparsa la sera del suo addio al nubilato, e ritrovata due giorni dopo con ancora addosso il vestito della festa. La sua morte, di indicibile sadismo, è opera di una mente spaventosamente crudele. A complicare le cose c'è che il modus operandi è identico a quello di un delitto avvenuto sette anni prima, e la cui vittima era la sorella della ragazza, anche lei uccisa alla vigilia del proprio matrimonio. Tuttavia, il colpevole di quell'assassinio è già dietro le sbarre...."Carmen Mola è lo pseudonimo di tre scrittori e sceneggiatori spagnoli (Jorge Díaz, Antonio Mercero e Agustín Martínez), che hanno rivelato la loro identità con grande scalpore durante la cerimonia di assegnazione del Premio Planeta, il più importante premio letterario iberico, per La bestia. A lungo è stata considerata l’Elena Ferrante spagnola.
Un thriller duro, avvincente, dalla trama originale e dal ritmo serrato, che lascia senza fiato. Mi è piaciuto talmente tanto, che appena letta l'ultima parola avrei voluto acquistare il seguito di questa trilogia (La red púrpura e La nena). Ma dovrò aspettare che li traducano in italiano.
Dopo La bestia, un thriller storico, "La sposa gitana" è il primo di una serie. Pur essendo conclusivo in merito all'assassino, il finale comunque apre la scena per il prossimo.
Consigliato a chi ama i thriller duri e non si impressiona facilmente.