L'ho visto, mi è piaciuta molto la trama, basata su un fatto vero, un esperimento sociologico ideato e messo in pratica da un docente californiano nel 1967.
Nel film l'ambientazione è tedesca, quindi ancora più sconvolgente ("Oh no, ancora con la storia del Terzo Reich", è una delle prime reazioni degli alunni alla proposta del professore, e anche: "Come possiamo sentirci in colpa per qualcosa a cui non abbiamo preso parte?").
Sì, in realtà è stato un esperimento di psicologia sociale, ma la triste (o forse no) realtà è che non è del tutto stato messo a punto, ma è stato interrotto dall'ideatore che ad un certo punto non sapeva come uscirne, perché la situazione gli aveva preso la mano.
Erano tempi in cui la ricerca non aveva regole stringenti come al giorno d'oggi e a volte si rischiava di compromettere la salute psichica dei soggetti dell'esperimento. Oggi quel docente sarebbe in galera.
Comunque, se a qualcuno può interessare, vi incollo una riassuntino di ciò che avvenne realmente, fatto da me per i miei alunni. Giusto per sapere cosa accadde davvero.
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LA TERZA ONDA
Ron Jones nel 1967 ha condotto un esperimento su come ottenere la disciplina e il rispetto attraverso la forza e il ruolo autorevole
Per parlare dell’esperimento della terza onda cerchiamo di risalire alle fonti originarie, ai primi articoli divulgati dagli autori. In questo modo sarà più facile vivere le loro scoperte a partire dalle loro stesse ipotesi e respirare un’aria in cui, liberi (purtroppo) da vincoli etici,
tutto era possibile in nome della scienza.
(ALL’EPOCA ERA COSI,’ ADESSO CI SONO REGOLE ETICHE)
Siamo nell’aprile del 1967 e il professor Jones tiene il corso di Storia Contemporanea alla Cubberley High School di Palo Alto, in California. Durante la spiegazione sull’instaurarsi del nazismo in Germania, uno degli studenti chiede come sia possibile che il popolo tedesco abbia sempre sostenuto di non sapere nulla sulle atrocità compiute dai nazisti. Come hanno potuto cittadini, ferrovieri, insegnanti, medici sostenere di non sapere nulla sui campi di concentramento e sui massacri?
Come hanno potuto persone i cui vicini di casa o addirittura i cui amici erano cittadini ebrei affermare che semplicemente non erano presenti quanto tutto ciò è accaduto? Sono domande a cui il professor Jones non sa rispondere.
Per questo motivo decide di utilizzare una settimana di lezioni per esplorare la questione e trovare una risposta adeguata.
<<La forza attraverso la disciplina>>
Il lunedì seguente, Ron Jones decide di introdurre nella classe uno dei concetti chiave del nazismo: la disciplina. Spiega la bellezza della disciplina, l’esercizio, la perseveranza, il controllo. Il trionfo. Successivamente, ordina alla classe di esercitarsi su una specifica postura da adottare seduti al banco, per mantenere la concentrazione e rafforzare la volontà. Piedi paralleli e piatti sul pavimento, caviglie ferme, ginocchia piegate a novanta gradi, schiena dritta, mento verso il basso,OI testa in avanti. Gli alunni si impegnano a fondo, seguono le direttive, fino a diventare perfettamente istruiti su come alzarsi e sedersi in cinque secondi senza fare alcun rumore.
Ron Jones si chiede il perché di tale rispetto per una norma imposta: fino a quanto può spingersi? Il desiderio di disciplina e uniformità è un bisogno innato?
Nell’ultima mezz’ora di lezione il professore aggiunge nuove regole di comportamento: gli studenti possono parlare solo mettendosi a lato del banco, introducendo ogni affermazione con “Mr. Jones”. Le risposte devono essere date in massimo tre parole. Chi sbaglia deve ripetere l’azione finché non viene svolta secondo le norme. L’insegnante nota come la classe sia più attenta, esponga chiaramente i contenuti richiesti, l’ambiente autoritario è maggiormente produttivo
.
ATTENZIONE NOI IN QUESTO MOMENTO, NEL 2021, STIAMO RACCONTANDO I FATTI COME ACCADDERO, NON STIAMO ESPRIMENDO GIUDIZI.
IL PROFESSORE SI CHIESE: dove sta portando l’esperimento? Era molto preoccupato.
M A R T E D I' S E C O N D O G I O R N O
Martedì il professor Jones entra in classe e trova gli alunni nella posizione insegnata il giorno precedente: alcuni sorridono, consapevoli di aver compiaciuto l’insegnante, altri sono tesi e rigidi. Inizia la lezione, viene spiegato il valore della comunità. Mr. Jones tra sé si domanda se continuare l’esperimento o interromperlo. Nel frattempo, parla del sentirsi parte di un insieme, di un movimento, del soffrire insieme e del lavorare per uno scopo comune. La classe ripete il motto:
“la forza attraverso la disciplina, la forza attraverso la comunità”.
Pensieri riferiti dal professore:
< Perché gli studenti accettano questo modello di autorità? Quando e come potrà finire? Sono parte di questo esperimento. Mi piace vedere gli studenti così uniti. Mi piace vederli soddisfatti e eccitati di poter fare di più. Sto seguendo il gruppo più che dirigerlo.>>
Il professore crea un saluto esclusivo per gli studenti. Il braccio destro davanti, la mano leggermente curva, a mimare un’onda. Il movimento ha un nome: la
Terza Onda, la più grande della catena di onde che si muove fino a riva. Alcuni ragazzi dalle altre classi chiedono di potersi unire al movimento.
(fine secondo giorno)
MERCOLEDI' TERZO GIORNO
13 studenti di altri corsi cominciano a seguire le lezioni di Storia Contemporanea per potersi unire all’esperimento. Ron Jones spiega l’importanza dell’azione, la bellezza del prendersi la responsabilità dei propri gesti e del fare qualsiasi cosa necessaria per proteggere la propria comunità. Alla fine della lezione, agli studenti viene dato il compito di ideare il simbolo della
Terza Onda, ma non solo. Il professore chiede di imparare i recapiti di tutti i membri del movimento a memoria, di convincere 20 bambini delle scuole elementari a sedersi come loro, di indicare nuovi possibili membri per il movimento. Infine, vengono stabilite procedure di iniziazione per i nuovi membri.
A fine giornata duecento studenti si uniscono alla
Terza Onda.
Ron Jones riferisce di aver pensato:
<< Mi sento molto solo e piuttosto spaventato.>>
Tre studentesse raccontano ai genitori cosa sta accadendo durante le lezioni di Ron Jones. Il padre di uno di queste, che è un rabbino, telefona al professore, il quale spiega tranquillamente che si tratta di un esperimento sulla personalità della popolazione tedesca. Il rabbino si rincuora e dice all’insegnante di non preoccuparsi e di continuare l’esercitazione.
Alla fine del terzo giorno la situazione si fa preoccupante. Mr. Jones è esausto, non distingue i limiti tra finzione e realtà. Uno degli studenti ritenuti più anonimi si propone per fargli da guardia del corpo: ha finalmente un ruolo, è parte di qualcosa, il prof. non può dirgli di no.
(più si è anonimi e senza personalità più si tende ad uniformarsi e a sottomettersi a qualunque cosa)
(continua)