XCIX Cineforum - L'onda di Dennis Gansel

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Questo film ha vinto il XCIX Cineforum.
Io non l'ho mai visto ma ce l'ho in wishlist da tempo, l'ho votato e lo guarderò di sicuro.
Si può trovare su Prime oppure su Youtube.
Da questo momento possiamo guardarlo e commentare qui!
 

qweedy

Well-known member
L'ho visto, mi è piaciuta molto la trama, basata su un fatto vero, un esperimento sociologico ideato e messo in pratica da un docente californiano nel 1967.
Nel film l'ambientazione è tedesca, quindi ancora più sconvolgente ("Oh no, ancora con la storia del Terzo Reich", è una delle prime reazioni degli alunni alla proposta del professore, e anche: "Come possiamo sentirci in colpa per qualcosa a cui non abbiamo preso parte?").
 

Pathurnia

Well-known member
L'ho visto, mi è piaciuta molto la trama, basata su un fatto vero, un esperimento sociologico ideato e messo in pratica da un docente californiano nel 1967.
Nel film l'ambientazione è tedesca, quindi ancora più sconvolgente ("Oh no, ancora con la storia del Terzo Reich", è una delle prime reazioni degli alunni alla proposta del professore, e anche: "Come possiamo sentirci in colpa per qualcosa a cui non abbiamo preso parte?").
Sì, in realtà è stato un esperimento di psicologia sociale, ma la triste (o forse no) realtà è che non è del tutto stato messo a punto, ma è stato interrotto dall'ideatore che ad un certo punto non sapeva come uscirne, perché la situazione gli aveva preso la mano.
Erano tempi in cui la ricerca non aveva regole stringenti come al giorno d'oggi e a volte si rischiava di compromettere la salute psichica dei soggetti dell'esperimento. Oggi quel docente sarebbe in galera.
Comunque, se a qualcuno può interessare, vi incollo una riassuntino di ciò che avvenne realmente, fatto da me per i miei alunni. Giusto per sapere cosa accadde davvero.
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LA TERZA ONDA

Ron Jones nel 1967 ha condotto un esperimento su come ottenere la disciplina e il rispetto attraverso la forza e il ruolo autorevole
Per parlare dell’esperimento della terza onda cerchiamo di risalire alle fonti originarie, ai primi articoli divulgati dagli autori. In questo modo sarà più facile vivere le loro scoperte a partire dalle loro stesse ipotesi e respirare un’aria in cui, liberi (purtroppo) da vincoli etici, tutto era possibile in nome della scienza.
(ALL’EPOCA ERA COSI,’ ADESSO CI SONO REGOLE ETICHE)

Siamo nell’aprile del 1967 e il professor Jones tiene il corso di Storia Contemporanea alla Cubberley High School di Palo Alto, in California. Durante la spiegazione sull’instaurarsi del nazismo in Germania, uno degli studenti chiede come sia possibile che il popolo tedesco abbia sempre sostenuto di non sapere nulla sulle atrocità compiute dai nazisti. Come hanno potuto cittadini, ferrovieri, insegnanti, medici sostenere di non sapere nulla sui campi di concentramento e sui massacri?
Come hanno potuto persone i cui vicini di casa o addirittura i cui amici erano cittadini ebrei affermare che semplicemente non erano presenti quanto tutto ciò è accaduto? Sono domande a cui il professor Jones non sa rispondere.
Per questo motivo decide di utilizzare una settimana di lezioni per esplorare la questione e trovare una risposta adeguata.
<<La forza attraverso la disciplina>>
Il lunedì seguente, Ron Jones decide di introdurre nella classe uno dei concetti chiave del nazismo: la disciplina. Spiega la bellezza della disciplina, l’esercizio, la perseveranza, il controllo. Il trionfo. Successivamente, ordina alla classe di esercitarsi su una specifica postura da adottare seduti al banco, per mantenere la concentrazione e rafforzare la volontà. Piedi paralleli e piatti sul pavimento, caviglie ferme, ginocchia piegate a novanta gradi, schiena dritta, mento verso il basso,OI testa in avanti. Gli alunni si impegnano a fondo, seguono le direttive, fino a diventare perfettamente istruiti su come alzarsi e sedersi in cinque secondi senza fare alcun rumore.
Ron Jones si chiede il perché di tale rispetto per una norma imposta: fino a quanto può spingersi? Il desiderio di disciplina e uniformità è un bisogno innato?
Nell’ultima mezz’ora di lezione il professore aggiunge nuove regole di comportamento: gli studenti possono parlare solo mettendosi a lato del banco, introducendo ogni affermazione con “Mr. Jones”. Le risposte devono essere date in massimo tre parole. Chi sbaglia deve ripetere l’azione finché non viene svolta secondo le norme. L’insegnante nota come la classe sia più attenta, esponga chiaramente i contenuti richiesti, l’ambiente autoritario è maggiormente produttivo.
ATTENZIONE NOI IN QUESTO MOMENTO, NEL 2021, STIAMO RACCONTANDO I FATTI COME ACCADDERO, NON STIAMO ESPRIMENDO GIUDIZI.
IL PROFESSORE SI CHIESE: dove sta portando l’esperimento? Era molto preoccupato.

M A R T E D I' S E C O N D O G I O R N O
Martedì il professor Jones entra in classe e trova gli alunni nella posizione insegnata il giorno precedente: alcuni sorridono, consapevoli di aver compiaciuto l’insegnante, altri sono tesi e rigidi. Inizia la lezione, viene spiegato il valore della comunità. Mr. Jones tra sé si domanda se continuare l’esperimento o interromperlo. Nel frattempo, parla del sentirsi parte di un insieme, di un movimento, del soffrire insieme e del lavorare per uno scopo comune. La classe ripete il motto: “la forza attraverso la disciplina, la forza attraverso la comunità”.
Pensieri riferiti dal professore:

< Perché gli studenti accettano questo modello di autorità? Quando e come potrà finire? Sono parte di questo esperimento. Mi piace vedere gli studenti così uniti. Mi piace vederli soddisfatti e eccitati di poter fare di più. Sto seguendo il gruppo più che dirigerlo.>>

Il professore crea un saluto esclusivo per gli studenti. Il braccio destro davanti, la mano leggermente curva, a mimare un’onda. Il movimento ha un nome: la Terza Onda, la più grande della catena di onde che si muove fino a riva. Alcuni ragazzi dalle altre classi chiedono di potersi unire al movimento. (fine secondo giorno)

MERCOLEDI' TERZO GIORNO

13 studenti di altri corsi cominciano a seguire le lezioni di Storia Contemporanea per potersi unire all’esperimento. Ron Jones spiega l’importanza dell’azione, la bellezza del prendersi la responsabilità dei propri gesti e del fare qualsiasi cosa necessaria per proteggere la propria comunità. Alla fine della lezione, agli studenti viene dato il compito di ideare il simbolo della Terza Onda, ma non solo. Il professore chiede di imparare i recapiti di tutti i membri del movimento a memoria, di convincere 20 bambini delle scuole elementari a sedersi come loro, di indicare nuovi possibili membri per il movimento. Infine, vengono stabilite procedure di iniziazione per i nuovi membri.
A fine giornata duecento studenti si uniscono alla Terza Onda.

Ron Jones riferisce di aver pensato:
<< Mi sento molto solo e piuttosto spaventato.>>
Tre studentesse raccontano ai genitori cosa sta accadendo durante le lezioni di Ron Jones. Il padre di uno di queste, che è un rabbino, telefona al professore, il quale spiega tranquillamente che si tratta di un esperimento sulla personalità della popolazione tedesca. Il rabbino si rincuora e dice all’insegnante di non preoccuparsi e di continuare l’esercitazione.
Alla fine del terzo giorno la situazione si fa preoccupante. Mr. Jones è esausto, non distingue i limiti tra finzione e realtà. Uno degli studenti ritenuti più anonimi si propone per fargli da guardia del corpo: ha finalmente un ruolo, è parte di qualcosa, il prof. non può dirgli di no.
(più si è anonimi e senza personalità più si tende ad uniformarsi e a sottomettersi a qualunque cosa)

(continua)​
 
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Pathurnia

Well-known member
CONTINUA PRESENTAZIONE

GIOVEDI' QUARTO GIORNO

Ron Jones decide di porre fine all’esperimento. Dire semplicemente che si tratta di un gioco sarebbe troppo destabilizzante, così viene adottata un’altra strategia: una mossa inaspettata. L’insegnante comincia la lezione parlando dell’orgoglio, ma dopo poco decide di rivelare la reale natura della Terza Onda.
La Terza Onda non è solo un esperimento o un’esercitazione di classe. È molto più importante di questo. La Terza Onda è un programma nazionale per ricercare studenti in grado di lottare per un cambiamento politico in questa nazione.

Il professore rivela agli studenti che il programma sarà reso pubblico il giorno seguente, con un messaggio in diretta TV rivolto agli oltre 1000 gruppi di giovani coinvolti in tutto lo stato.

VENERDI' QUINTO GIORNO

Venerdì l’auditorium della scuola è pieno di studenti e di conoscenti di Ron Jones che si fingono inviati della stampa. Poco prima del collegamento con il fantomatico responsabile del movimento Terza Onda, il professore ripete per l’ultima volta il saluto e il motto insegnato, prontamente seguito dagli studenti. Alle 12:05, si accende un grande schermo. Per due minuti tutti fissano una parete bianca. D’un tratto, qualcuno protesta e inizia a chiedere dove sia il suo leader.

"Non c’è alcun leader! Non c’è alcun movimento nazionale giovanile chiamato la Terza Onda. Siete stati usati. Manipolati. Non siete né meglio né peggio dei tedeschi nazisti che abbiamo studiato".
Successivamente, viene mostrato agli studenti un documentario sul Terzo Reich e sulle azioni commesse durante il nazismo. Infine, il professor Jones tenta di spiegare la natura e lo scopo dell’esperimento.

Discorso del prof. Ron Jones: <<Abbiamo visto che il fascismo non è qualcosa che qualcuno fa e qualcuno no. No. È proprio qui. In quest’aula. Nelle nostre personali abitudini e nel modo di vivere. Grattate la superficie e appare. Qualcosa in ciascuno di noi. Ce lo portiamo dentro come una malattia: la consapevolezza che l’essere umano è per natura influenzabile e quindi manipolabile attraverso la convinzione di agire per il bene degli altri. Questa situazione richiede un leader forte e disciplina per preservare l’ordine sociale, oppure possiamo riappropriarci della nostra facoltà di giudizio ?>>
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Fine della mia presentazione che ho voluto condividere con voi. Ovviamente noi avemmo un dibattito che fu molto partecipato e anche molto acceso. Il linguaggio che ho usato allora era volutamente semplice dato il target molto eterogeneo.
Spero di aver contribuito ad inquadrare la vicenda da cui il film prende le mosse.
Erano gli anni del dopoguerra, quando dopo lo shock dell'olocausto ci si ponevano molti interrogativi sulla "natura umana".
Ce li poniamo ancora. Ce li poniamo ancora?
ciao da Path
 
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isola74

Lonely member
Ricordo che a me il film piacque molto ma mi lasciò anche una sottile agitazione: la consapevolezza che basta davvero poco per poter riunire una massa dietro di sé inseguendo gli ideali più disparati e a volte penso che oggi, con i social e il facile anonimato che garantiscono, questo pericolo sia ancora più pressante
 

Olmo

New member
Ho visto il film un paio d'anni fa. Non mi fece grande impressione. So anche di quell'esperimento che citi con dovizia di particolari. Ma il punto, a mio avviso, non è la manipolazione. Già il termine (manipolare le masse) è adoperato in modo meno proprio. Le masse non si manipolano, perché manipolare significa volgere in senso favorevole a sé stessi, mediante imbrogli e intrighi, allo scopo di ottenere vantaggi personali.
Tutti siamo continuamente manipolati, sin dalla nascita. Dalla madre, dai genitori, dai fratelli, dai nonni, dagli zii, dagli amici, dagli insegnanti e via discorrendo. La manipolazione fa parte della natura umana. Siamo liberi se possiamo mentire e quindi se possiamo manipolare il giudizio altrui. Non è la verità che ci rende liberi, come il detto evangelico sostiene, ma il suo contrario: la menzogna. E infatti se si è accusati di qualche reato da imputati si ha il diritto di dire quel che si vuole per difendersi. Rimanendo solo ai testimoni l'obbligo di dire la verità. Con la menzogna ci si può difendere, si può affermare la propria dignità, la si può difendere, si può fare muro contro ogni tipo di prevaricazione. La menzogna è resistenza.
Ciò su cui si deve porre l'accento è invece il termine di persuasione. Persuadere significa convincere, indurre una persona a riconoscere la realtà di un fatto, la giustezza, la fondatezza di un dato stato di cose. Ecco, ciò da cui bisogna difendersi non è tanto la manipolazione, la menzogna, ma la persuasione. All'inizio dei Sessanta, vado a memoria, Vance Packard scrisse un magnifico saggio di marketing strategico: Persuasori occulti. Ecco, bisogna partire da quello per entrare dentro le tecniche di persuasione che una moltitudine di soggetti adopera quotidianamente su di noi per indurci a pensare ciò che essi vogliono. E senza accorgercene.
A proposito c'è anche il magnifico Apocalittici e integrati del nostro Umberto Eco, che esamina le tecniche di persuasione occulta di cinema, fumetti e letteratura.
A rileggerti.
 

francesca

Well-known member
Visto ieri, sapevo già la trama e avevo letto la bella presentazione dell'esperimento che ha ispirato il film condivisa da @Pathurnia, grazie!
Visto su Prime, non si vede benissimo e l'audio è un po' rimbombante, ma vista l'ambientazione e il tema, anche questi piccoli difetti non ci stanno male, fanno da film tedesco anni '70:D
Mi è piaciuto, soprattutto l'evoluzione di alcuni personaggi, come quello del professore che alla fine sembra quasi vittima di se stesso, perchè c'è in lui un sottile piacere nel vedere il potere che ha sui ragazzi. Anche se i meccanismi innescati vanno molto al di là di qualsiasi sua intenzione.
Quello che mi ha sorpreso è come con pochi ingredienti, il risvegliare il senso di appartenenza a qualcosa, il dare segni riconoscibili a questo senso (divisa, logo, nome, gesto), il creare un branco, il singolo si senta protetto, e cerchi qualsiasi mezzo per affermare questa sua appartenenza anche a scapito di chi non fa parte della stessa "cosa". Alla fine è facile: c'è un gruppo che pensa per te, basta seguire alcune regole e ci sei dentro, poi pensa a tutto lui, si autodisciplina quasi, e non c'è la fatica di avere un'opinione, di interpretare la realtà, di confrontarsi ogni singolo giorno non solo ciò che è bene e ciò che male, ma anche con ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e per chi lo è.
Nell'esperimento sembra quasi che nel creare certe dinamiche il leader conti molto meno di quello che si possa credere, il che, parzialmente, potrebbe spiegare come sia possibile che intere nazioni si soggioghino a fare e subire azioni aberranti solo perchè un dittatore o un gruppo di persone dà certe indicazioni.
Insomma, secondo me, il film non è fatto male e di sicuro solleva molti interrogativi, più che dare risposte.
 
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Pathurnia

Well-known member
L'ho visto ma pur conoscendo la storia ho provato un grande fastidio. Questo probabilmente significa che il film è ben fatto e riesce ad attivare emozioni forti, resta da vedere se negli spettatori alle emozioni fanno seguito le riflessioni.
Mi è capitato recentemente di discutere con una trentenne a proposito del concetto di potere: per me era soprattutto il potere come possibilità di decidere autonomamente della propria vita, per lei il potere coincideva con quello di popolarità, come se solo chi è popolare (tra i compagni di classe, i colleghi, ecc..) riuscisse ad avere "potere" cioè secondo lei la capacità di agire, ma solo tramite l'approvazione degli altri.
A me questo fa paura.
 

MaxCogre

Well-known member
Che aggiungere... primo che amche a me ha disturbato, ed e il motivo per cui l ho fuggito sinora, come tutti gli esperimenti psicologici in genere, e le rappresentazioni dpcumentaristiche della violenza ( qui eravamo al limitissimo tra film e documentario
 

MaxCogre

Well-known member
In second ordine (ma c entra poco) mia figlia 'piccola' sembra sempre più un personaggio della serie malaussene: a domanda non solo aveva visto il film, ma mi ha spiegato anche le 'regole auree per la c9mduzione degli esperimenti di psicologia sociale lol
 

MaxCogre

Well-known member
Per ultimo che dice dei gruppi uno che si è guadagnato in tenerissima etá l epiteto di asociale lol? Purtroppo il gruppo è il nostr9 vantaggio competitivo nella evoluzione, quimdi ahime non scappiamo....
 
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