Jerome, Jerome Klapka - Tre uomini in barca (per non parlare del cane)

mame

The Fool on the Hill
E pensare che era stato concepito come un libro di viaggi destinato ai turisti.... Chi l'avrebbe immaginato?
 
E pensare che era stato concepito come un libro di viaggi destinato ai turisti.... Chi l'avrebbe immaginato?
Si, ma poi, hanno tagliato fuori tutti i pezzi che parlano della storia dei posti che fiancheggiano su Tamigi, dicendo che annoiano i lettori... peccato, perchè queli pochi che ho trovato, mi piaciono molto, e mi sarebbe piacuto poter leggere tutte le curiosità riguardo la storia, ma va bene lo stesso....
Lo sto leggendo in questi giorni, e lo trovo davvero molto divertente... a momenti mi veniva mal di pancia dal ridere.... :mrgreen:
Mi piace....:wink:
 

Zefiro

da sudovest
Credo che i passi del cavallo che porta le forme di formaggio e dello zio Podger che attacca il quadro, siano, in assoluto (assoluto nel senso dell'interezza di ciò che ho letto in vita mia, non solo di questo libro) quelli su cui ho riso di più, fino alle lacrime ed oltre. Un libro strepitoso!
grande Jerome! :ad:
 

darida

Well-known member
Credo che i passi del cavallo che porta le forme di formaggio e dello zio Podger che attacca il quadro, siano, in assoluto (assoluto nel senso dell'interezza di ciò che ho letto in vita mia, non solo di questo libro) quelli su cui ho riso di più, fino alle lacrime ed oltre. Un libro strepitoso!
grande Jerome! :ad:

hai letto anche Tre uomini a zonzo? :)
 

SALLY

New member
Sono contenta di aver letto tutti pareri positivi,perchè l'ho preso proprio oggi....insieme ad altri,vittime di un trasloco :mrgreen:
 

luxi

New member
L'ho letto un po' di tempo fà ma non ne ho un buon ricordo, forse non sono nemmeno arrivato alla fine del libro, questo perché l'ironia mi diverte quando è presente in piccole dosi, quando irrompe inaspettata in un discorso, quando frattura la serietà di una conversazione; nel libro in questione invece la narrazione segue sempre lo stesso registro e si ha la sensazione di ascoltare il monologo di un comico le cui battute si intuiscono prima che termini il suo racconto.
 

SALLY

New member
L'ho letto,veramente spassoso,sarà che quando leggo mi immagino le situazioni....ho riso da sola fino alle lacrime,mi è stato impossibile leggerlo in mezzo alla gente :mrgreen: TUNZZZ
 
Capitolo XV - Amore al lavoro :YY

"...Ho sempre l'impressione di fare più di quanto non mi spetti, io. Non che sia nemico del lavoro, intendiamoci; adoro il lavoro: mi affascina. Sono capace di starmene per ore e ore a guardarlo. E mi piace tenermelo vicino: l'idea di sbarazzarmene, quasi mi spezza il cuore. E non ne ho mai di troppo; accumulare il lavoro è diventato quasi una passione, in me: il mio studio è talmente pieno di lavoro, ormai, che diffilmente si potrebbe trovare lo spazio per mettercene ancora. Tra poco sarò costretto ad ampliare la casa.
E con quanta cura custodisco il mio lavoro! Diamine, una parte del lavoro che ho presso di me si trova in mio possesso da anni e anni, e non c'è sopra nemmeno una ditata. Sono estremamente orgoglioso del mio lavoro; ogni tanto, lo tiro fuori e lo spolvero. Nessuno meglio di me tiene il proprio lavoro in perfetto stato di conservazione...." :mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 

mame

The Fool on the Hill
Un libro dai molteplici aspetti:
1) l'aspetto comico, che è quello per cui è senz'altro più famoso. Ci sono situazioni assolutamente esilaranti, per esempio quando Harris, esortato da J., dice cosa farebbe a quelli che mettono i cartelli lungo il fiume e poi dice che può anche risparmiarne i parenti; o quando usano i piedi dell'amico che sporgono dal letto per appendere gli asciugamani; o ancora il punter rimasto aggrappato al remo che sprofonda lentamente nell'acqua. Considerato che ho letto le prime venti pagine in una sala d'aspetto dove tutti sbirciavano cosa stessi leggendo per via delle mie grasse risate, vale la pena di leggerlo anche solo per questo.
2) L'aspetto della "guida turistica" che è poi quello per il quale era stato concepito. A volte gli aneddoti storici narrati rendono molto interessante la presentazione dei luoghi, altre volte diventa una successione di luoghi un po' impersonale e a dire il vero un po' noiosa.
3) L'aspetto riflessivo: la riflessione sulla notte e i tormenti umani nel capitolo 10 e quella sulla bellezza della navigazione nel capitolo 12 sono molto belle e poetiche.

Una cosa mi è apparsa molto strana: normalmente i libri ambientati in Inghilterra riescono immediatamente a creare un'ambientazione "inglese", che mi suscita una vividezza di immagini ripescata dai ricordi. Questo libro no. Non ha scatenato quella sensazione tipicamente inglese che provo normalmente. C'è stato un solo momento in cui descrive l'amico con una sorta di divisa da punter che scuote i capelli in cui mi si è affacciata alla mente l'immagine ben precisa dello studente di college inglese in piedi su una barca da punting. Ma trovo che gli manchi stranamente quel tipico "profumo" di Inghilterra.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Con questo romanzo ho aperto la VI sfida letteraria del forum,l'ho scelto perchè avevo bisogno di leggere un libro divertente e con cui svagarmi un po' dai soliti problemi personali e professionali;
l'ho trovato sì molto divertente,ma purtroppo anche a tratti noioso,quando il protagonista descrive i paesi che sorgono lungo il fiume e quando parla dei vari tipi di barca (sarà che soffro il mar di mare/fiume :mrgreen:).

Comunque le scene esilaranti sono parecchie,alcune di quelle che mi sono rimaste impresse sono legate a situazioni/eventi capitati a me stessa:
le previsioni del tempo che spesso non c'azzeccano :W,
i formaggi puzzolenti (io non sopporto la puzza di formaggio :paura:),
il bricco che non bolle se lo stai a guardare(è vero!),
il cane che arretra di fronte al gatto (mi è capitato di assistere a tale scena),
lo zio che per appendere un quadro mobilita tutta la famiglia e alla fine manco ci riesce.

Le battute presenti nel libro mi hanno ricordato molto quelle dei fratelli Marx,ma anche le gags di Stanlio e Ollio.Sicuramente ne avranno tratto un film,ma non credo che lo vedrò,perchè ho preferito immaginare le situazioni comiche dei protagonisti.
Mi è venuto da fare anche un confronto con Jacques le fataliste di Rosseau (letto durante la sfida lett precedente) per il passaggio da avvenimenti del presente a narrazione di avvenimenti del passato.

Riporto un paio di citazioni che ho sottolineato:
"C'è chi ha quello che non vorrebbe avere,e c'è chi vorrebbe avere quello che a quel tale non interessa."
"Occhio non vede,cuore non duole;è un detto che si può adattare anche allo stomaco."
 

skitty

Cat Member
Quoto Minerva per le scene divertenti e le riflessioni: mi hanno colpita le stesse tue frasi.

L'ho letto tutto d'un fiato oggi, e mi ha tenuto compagnia divertente in una giornata difficile!
Ottimo mix tra la storia dei paesini lungo il Tamigi (con la descrizione di pittoresche vedute in toni molto suggestivi e poetici), riflessioni sui comportamenti umani e le difficoltà della vita, e scenette spassose sulla vita in barca (e non) di tre amici.
In questa formula originale, si passa dall'ammirazione per le poetiche descrizioni dei paesaggi, alla condivisione di stati d'animo quotidiani di noi tutti (molto attuali tra l'altro pur essendo stato scritto questo libro ben più di 100 anni fa), all'irritazione per i comportamenti cinici, litigiosi e brontoloni di questi tre uomini, alla risatina per le scene divertentissime.
Mi è capitato di essere un pochino scettica davanti alle esagerazioni dei fatti (vien da pensare: caspita, ma capitano tutte a loro?), però è un libro simpatico per intrattenersi piacevolmente, ed ha il vantaggio che oltre a far sorridere, fa un po' riflettere sui nostri difetti e oltretutto offre qualche informazione storica. Voto: 4.
 

velmez

Active member
A me par sempre di prodigarmi più di quanto dovrei. Non che io abbia da ridire nulla contro il lavoro, si badi: il lavoro mi piace e mi affascina e me ne sto seduto a guardarlo per ore e ore. Godo nell'averlo da presso, e l'idea di liberarmene mi fa male al cuore.
Il lavoro che si può darmi non sarà mai troppo; accumular lavoro è diventato in me quasi una passione: il mio studio ne è pieno così, ora, che non v'è più un pollice di spazio per altro, e dovrò tosto abbandonarne una parte.
E con quanto rispetto, anche, tratto il mio lavoro! Un po' del lavoro che io ho preso di me, l'ho da anni, e non si troverebbe su di esso nemmeno l'impronta di un dito. Del mio lavoro sono orgoglioso; di tanto in tanto lo prendo per spolverarlo. Nessuno che, al pari di me, lo tenga in uno stato migliore di conservazione.
Ma, benchè io sia assetato di lavoro, desidero che le cose sian giuste, e non chieggo più di quel che mi spetta.
George crede che, in quanto a questo, non è necessario che io mi angosci. La mia natura più che scrupolosa, egli dice, mi fa temere d'averne più di quanto me ne spetterebbe; ma che in realtà non me ne tocchi nemmeno la metà. M'auguro, però, che lo dica soltanto per confortarmi.


Un mio amico ha commentato oggi questo libro, definendolo la bibbia dei pigri...
non trovo commento più azzeccato!
è davvero un libro molto divertente, spassoso!
ha un umorismo delizioso, fine ma efficace!! un'ottima lettura!
 

Minerva

New member
Ho, finalmente, ultimato la lettura di questo libro, durante la quale pensavo a tutto fuorché alle vicende narrate. Insomma ho usato un giro di parole per dire che non mi è piaciuto. La narrazione è dispersiva a causa dei numerosi racconti nei racconti e i toni comici, che evidentemente divertono i più, non fanno per me.
Mah, sarà la mia tempesta ormonale in corso!! :boh:
 

Nidice

New member
Bello

Libro finito ieri, devo ammettere che la sua lettura mi è stata resa abbastanza lenta dalla discontinuità della storia, per il resto il suo grande pregio è proprio la veridicità e il realismo con cui sono giudicati i comportamenti dell'uomo, il che lo rendono divertentissimo. La mia scena preferita è quella in cui George dice di voler uccidere tutti i familiari, amici e parenti lontani di quelli che intralciano il passaggio del fiume coi loro cartelli. E di voler cantare canzonette comiche sulle loro rovine:D
 

isola74

Lonely member
Come spesso mi succede, quando inizio un libro con molte aspettative queste poi restano un tantino deluse... Il romanzo è carino e scorrevole, con parecchi spunti divertenti ma in alcuni punti divaga troppo secondo me.
Divertentissimo il tentativo di aprire il barattolo di ananas (ho praticamente riso) . Sono contenta di averlo letto ma non leggerò il seguito:)
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
per l'amor di dio

Ennesimo caso in cui mi sono fatto ingannare dalle recensioni entusiastiche che si trovano OVUNQUE online. Mi lasciano basito: se dico che non ho MAI riso - né sorriso - per 230 pagine, mi credete? Le 24 ore che ho sprecato con questo libro, voi risparmiatele, dedicatele a altro. Fidatevi.
Capisco perfettamente che nel 19esimo secolo lo humour inglese era quello e non posso fare paragoni con oggi, ça va sans dire. Quello che sindaco, figlio mio, è la noia soporifera con cui hai sciorinato tutto il viaggio lungo il Tamigi. Non succede niente, se non si conta l'episodio dell'ubriacatura che fa cadere un personaggio in un fosso, se non ricordo male (ormai ho rimosso anche il contenuto di questo libretto ridicolo). Per il resto è tutto un descrivere le tappe raggiunte man mano con la barca e nient'altro. Qualcuno mi spieghi come possa essere assurto a classico di fama internazionale.
Il libro peggiore del mio 2014 assieme a quel sonnifero naturale de "La collina dei conigli".
 

Byerry

New member
Niente di entusiasmante

Il libro è carino, scorre veloce. Alcune battute sono carine, merito in parte anche dei traduttori che enfatizzano bene i tempi dati dall'autore. Il problema è che le parti divertenti non sono molte, brevi piccoli episodi descritti in modo divertente e coinvolgente.

Comunque sia è da leggere, soprattutto se si ha voglia di distrazione dopo qualche lettura impegnativa.
 

Lark

Member
La trama di tre uomini in barca non c'è. Se la gita in barca è un pretesto per una serie di racconti aneddotici, come sembra essere, occupa troppo spazio: se non lo è, ne occupa troppo poco, e quel che succede è poco e confuso. Forse Jerome avrebbe fatto meglio a pubblicare una serie di racconti, o con una struttura alla Decamerone - degli amici si riuniscono per una gita in barca, primo capitolo sulle difficoltà di noleggiarla o gestirla, ma poi basta - solo i racconti reciproci.
Se apprezzo lo humor inglese e apprezzo l'umorismo di Jerome, devo dire che alla lunga stanca. Le battute hanno tutte lo stesso stile, molte lo stesso contesto, e anche se sicuramente innovative per quel periodo storico e quell'Inghilterra, è troppo poco. Ho apprezzato più il timbro generale, una mentalità molto aperta e autoironica, anche riguardo i personaggi femminili.
Insopportabili le divagazioni storiche, prolisse e fini a sé stesse.
 
Alto