Secondo me no.
Sarò stata fortunata, ma ho avuto:
-professoresse delle medie: ci facevano leggere spessissimo in classe i brani delle antologie; se non basta questo, se nemmeno uno tra tantissimi brani letti ti invoglia a comprare il libro da cui è tratto e sapere come va a finire, il problema è tuo; i promessi sposi li abbiamo avuti come libro di "narrativa" un anno in versione ridotta, negli altri due ci hanno proposto dei romanzini contemporanei per ragazzi non del tutto spiacevoli.
-professori del liceo: quello del triennio, un grande, che oltre a cercare di trasmetterci la sua passione per la letteratura, ci proponeva ogni anno una lista di una 20 di libri, romanzi e raccolte di poesie, classici latini, italiani e stranieri e contemporanei, tra cui dovevamo sceglierne solo 4, QUATTRO (e il prof non era nemmeno tanto rigoroso) e parlarne un po' al prof alla fine dell'anno. ci sono stati, su una ventina di ragazzi, 7 o 8 che li leggevano con piacere, scegliendo quelli di cui apprezzavano di più la trama e non quelli più brevi. di questi ragazzi, alcuni leggevano per la prima volta dei romanzi, e hanno scoperto il piacere della lettura. per tutti gli altri studenti, era un obbligo stupido, perché "Che cavolo me ne devo fare di sti c**** di libri!".
Semplicemente, ci sono molti ragazzi che considerano la lettura un passatempo stupido, e nessun tentativo dei prof potrà far cambiare la loro idea.
È vero che ci sono casi in cui i professori impongono dei libri e li fanno odiare ai ragazzi, ma se questi si ponessero con un atteggiamento più aperto e curioso potrebbero scoprire che ci sono anche libri che non fanno schifo.
In genere, poi, quelli imposti sono sempre Promessi sposi e Divina commedia (che io stessa ho prima odiato e poi... beh, non amato, ma la apprezzo in modo generico), tutto il resto della letteratura fa schifo solo perché non piacciono questi due???
Spero di essermi spiegata, ho il cervello un po' staccato :boh:
Secondo me e' sbagliato l'approccio di molti professori e di un certo tipo di scuola.
Il leggere e' un mezzo, non e' il fine... i promessi sposi, citati sopra, possono piacere o non piacere... se vengono imposti a forza non possono certo essere apprezzati... se pero' qualcuno inizia a leggerli in modo ironico... (cito a memoria... scusate l'errore... ma ricordo i due o tre lettori a cui il Manzoni si rivolgeva nel raccontare la sua commedia.... )... oppure sottolineando la poesia (quel ramo del lago di Como...).... oppure discutendo su frasi del tipo... "La ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell'uno e dell'altra." ... o parlando della vigliaccheria dei Bravi... forti con i deboli e sottomessi al loro padrone... (oggi non e' cosi'??)... o sorridendo su Don Abbondio... vigliacco fino in fondo... che non direbbe mai di no ad un potente per timore personale (oggi la situazione e' tanto diversa ?)... oppure sottolineando la storia d'amore (che potrebbe oggi essere affrontata con un sorriso e con l'ironia, visto che i tempi sono cambiati... facendo quasi divertire il lettore dei nostri tempi).. o il coraggio di Fra Cristoforo.. forse potrebbero anche essere apprezzati.
'Carneade chi era costui?'...
Non basta essere preparati e conoscere la letteratura, ma bisogna anche essere psicologi.... ai ragazzi piace sentirsi raccontare le cose... piace partecipare, ma devono essere interessati.
Se i promessi sposi vengono imposti diventano una pizza terribile... ma se si riuscisse ad entrare in sintonia, non possono non venire apprezzati.
Secondo me dipende dalle capacita' dell'insegnante.
Stesso discorso con la Divina Commedia... (ai miei tempi non era ancora stata recitata da Benigni.... ).. comunque ricordero' sempre il professore (persona serissima... con giacca e cravatta sempre, alle soglie della pensione che ci metteva soggezione)....
che lesse.. (canto XXI dell'Inferno)...
Per l'argine sinistro volta dienno;
ma prima avea ciascun la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta. (e si soffermo' su questa frase)...
Oppure quando leggemmo nel Paradiso... (Canto XXXIII)
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
Sottolineando la poesia, il fatto che la madonna fosse madre e figlia nello stesso tempo (concetto che ho ritrovato nelle letture di Benigni).
Oppure quando leggemmo (sempre nell'inferno di Dante) la parte relativa ad Ulisse (altro passo splendido)...
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;
....
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".
.....
Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso".
La tematica dell'uomo che e' fatto per conoscere, per scoprire... e per fare cio' e' disposto ad andare contro la volonta' degli dei... contro la conoscenza consolidata del tempo (superare le colonne d'Ercole)... e' disposto a rischiare e a morire come l'Ulisse di Dante, ma se non ci fosse questo bisogno di conoscenza... (fatti non foste a viver come bruti....) non ci sarebbe mai stato nemmeno il progresso....
O l'episodio di Paolo e Francesca...
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.
Sono pezzi splendidi.
Cioe' se il professore sa leggertela e come fartela leggere, sa sottolineare le cose importanti, non puo' non interessare e non piacere...
Se il professore non e' convinto nemmeno lui e non sa apprezzare nemmeno lui la letteratura, non puo' pretendere che gli studenti amino la letteratura....
A me i pezzi sopra citati sono rimasti impressi per tutta la vita.... (li lessi intorno ai quindici anni... ora ne ho cinquantuno e li apprezzo ancora)...