Tra i più bei libri mai letti: Meraviglioso, stupendo, perfetto. Comincio così, tanto per essere chiaro e per non rischiare di sminuire le emozioni in me suscitate da un commento che, sicuramente, non renderà onore all'opera.
Di King ho letto praticamente nulla (Solo Shining, che non mi è piaciuto.. Prima, però, avevo già visto il film ed è possibile sia stato questo a non farmelo apprezzare a pieno, ma non è questo il luogo per parlarne.) e non saprei nemmeno spiegare le motivazioni per cui ho acquistato e poi cominciato un libro la cui lettura si prospettava essere impegnativa e duratura. Ne è valsa dannatamente la pena. E' un libro non catalogabile in alcun genere, è un libro totale, in grado di provocare le più disparate emozioni: Dal riso alla paura, dall'ansia alla gioia, dall'amore all'odio e via dicendo. Piano, avendo pazienza e proseguendo nella lettura che, lo concedo, in un primo momento potrebbe apparire lenta e pesante, si entra in una realtà, in un Mondo, che, alla fine, cattura e costruisce una magia per cui ci si sente partecipi della storia e delle azioni e dei sentimenti di quei fantastici sette ragazzi: Bill Denbrough, Beverly Marsh, Richie Tozier, Stan Uris, Ben Hanscom, Eddie Kaspbrak, Mike Hanlon.
Non saprei dire se la magia è stata dovuta al momento della mia vita in cui ho affrontato la lettura (Ho diciannove anni, ho appena concluso il Liceo, sono in procinto di cambiare vita e di cominciare l'Università in una città lontana parecchio dai luoghi in cui fino ad ora sono cresciuto e divenuto la persona che sono, accanto a persone, amici cari, mai andate via fino a questo momento!), ma i temi del libro, al pari del suo genere, sono innumerabili: Il tempo, la giovinezza, l'amore, la maturità, la paura, la religione, la creazione, la vita, la morte, il sesso, il razzismo, l'indifferenza, la fraternità.. Ho vissuto una seconda vita, leggendo questo libro. Ho vissuto ciò che Bill e gli altri hanno vissuto, ero con loro. Uscivo e non vedevo l'ora di tornare a casa, perchè volevo stendermi accanto a Bill, nei Barren, con le braccia dietro la testa, steso, ad osservare l'acqua e il cielo e a pensare. Ho amato quei ragazzi e ho amato la loro amicizia, ho amato la loro vita, la loro storia, perchè è stata una storia vera, esistita in qualche luogo e in qualche tempo. Sono sconnessi i pensieri costruiti in queste righe, perchè, spero possiate capire, è difficile giudicare e commentare qualcosa che si è vissuto e di cui ci si è sentiti davvero partecipi.
Ecco, inutile proseguire una recensione che non ha nè capo, nè coda. Non ho mai letto un libro così: Questa è la verità. Non ho mai desiderato tanto altri leggessero un libro, come in questa circostanza. Ecco perchè l'ho donato alle persone a me più care, anche a quelle che mai si sognerebbero di aprire un libro e meno che mai un lbro lungo oltre mille pagine, ma a tutti ho strappato una promessa: Di leggere "It" prima di morire, almeno una volta nella vita. Spero lo facciano. Magari, ne resteranno delusi. Magari, saranno felici fin quasi alle lacrime come il sottoscritto, una volta finito. Perchè, quando si arriva all'ultima riga dell'ultima pagina, vince la malinconia e l'affetto e la tristezza per quei ragazzi che non si avrà più la fortuna e l'onore di avere accanto nelle proprie giornate, con i quali vivere un'altra vita.
Signori, leggete questo libro, vi prego. Che non sarà il più bel libro in assoluto da me letto, ma è il libro che più di qualsiasi altro mi ha emozionato. Ho diciannove anni e tempo per cambiare idea, ma ho una strana sensazione dentro che suggerisce questo rimarrà per sempre il mio libro speciale, quel libro che aprirò, tra dieci o cinquant'anni, e mi permetterà di incontrare ancora e di salutare alcuni tra i miei più cari amici: Quei sette ragazzi di Derry.
Voto: 10.
"Pensa che è bello essere bambini ma è anche bello essere adulti ed essere capaci di riflettere sul mistero dell'infanzia... sulle sue credenze e i suoi desideri. Un giorno ne scriverò, pensa, ma sa che è un proposito della prim'ora, un postumo di sogno. Ma è bello crederlo per un po' nel silenzio pulito del mattino, pensare che l'infanzia ha i propri dolci segreti e conferma la mortalità e che la mortalità definisce coraggio e amore. Pensare che chi ha guardato in avanti deve anche guardare indietro e che ciascuna vita crea la propria imitazione dell'immortalità: Una ruota.
O almeno così medita talvolta Bill Denbrough svegliandosi il mattino di buon'ora dopo aver sognato, quando quasi ricorda la sua infanzia e gli amici con cui l'ha vissuta."