Di questo film ne ho tanto sentito parlare, e tanto mi affascinava, non so per quale arcano motivo io l’abbia visto solo adesso. Che dire, è un film che non può non colpire, nel bene e nel male. Quella che viene descritta mi pare essere una società dolorosa, sbagliata, violenta, corrotta che non lascia spazio ad altro che a se stessa. Ne derivano politici che pensano al mantenimento della propria posizione, scavalcando tutti; ci sono dei genitori che non capiscono il figlio e probabilmente non lo sanno fare; c’è la polizia che cade nelle stesse nefandezze di chi arresta; e c’è Alex e quelli come lui, parte della società, che sono sia vittima che carnefice. In questo violento inno alla pochezza e alla desolazione della società vengono narrate le contraddizioni della nostra epoca. Geniali le tante piccole trovate come il latte+, il particolare linguaggio impiegato, i costumi che contribuiscono a quel senso di stranezza e fastidioso distacco che aleggia in tutto il film.
Per quanto concerne la violenza, sì: c’è, e si fa sentire, si scarica e incita anche lo spettatore, forse perché in tutti noi c’è un po’ della malattia di Alex. Bisogna anche dire che, però, temevo qualcosa di ancor più violento, invece la realtà di oggi ci abituato a molto peggio, basti pensare a quanto poco fa avvenuto in America, con quel povero vecchietto freddato inutilmente e insensatamente, quella sarebbe potuta essere tranquillamente una scena di questo film.
Riassumendo, in questo ritratto della società si sentono e vedono e provano gli errori e le contraddizioni che sono tipici della vita di oggi.