(terza puntata)
Lunedì 15 Ottobre
Questa mattina sconfino nella vicina provincia di Treviso, la mia meta è Castelfranco Veneto. Ho inserito questa cittadina per ammirare le sue rosse mura medievali e per una Pala del Giorgione. L’unica Pala d’altare dipinta da questo pittore. Io so molto poco di pittura in generale e di pittura tonale in particolare, eppure rimango ugualmente folgorata dai colori della Pala. Quel verde e quelle pieghe così realiste da far sembrare il quadro quasi tridimensionale valgono tutta una visita a Castelfranco.
Salgo di nuovo su un treno, destinazione: Bassano del Grappa. Fabio me ne ha cantato le lodi fino quasi ad annoiarmi perciò non posso non andarci. Purtroppo, a malincuore, devo ammettere che aveva ragione. Bassano è piccola, ma un vero gioiellino. Vado a vedere innanzitutto il famoso ponte, palladiano anche questo. Ma neppure io, sempre così iper-critica verso il povero Palladio, riesco a trovare questa volta un difetto all’opera! Bello, originale, sorprendente e innovativo. Non ha la pietra, o i marmi dei vari ponti fiorentini e veneziani, ma non teme affatto il loro confronto. Bellissimo… peccato solo non aver qualcuno per il bacin d’amor…
Da Bassano arrivo in autobus a Marostica. Questa cittadina è la seconda ragione della mia visita in Veneto. Ho sempre avuto la curiosità di vedere dal vivo la sua famosa scacchiera. Anche se so che il torneo c’è stato a settembre sono curiosa ugualmente. Già dall’autobus il vedere la cinta di mura merlate che salgono verso i ruderi del castello in alto mi fanno scalpitare…
Semplicemente magica la piazza del Castello. Sullo sfondo il Castello Inferiore in mezzo la scacchiera e alle spalle in alto i ruderi dell’altro castello. Anche senza Torneo l’aria medievale si respira, eccome se si respira. Quando sono sazia di questo panorama, quando ho guardato abbastanza tutta la piazza, in ogni angolo e particolare, quando ho visitato il Castello Inferiore, decido di percorrere il Sentiero dei Carmini per arrivare ai ruderi del Castello Superiore.
E’ un percorso in salita, ma agevole, completamente immerso fra piante di ulivo che regalano degli scorci fantastici per le foto. Nei ruderi del Castello è stato ricavato un ristorante, ma a giudicare dalle macchine parcheggiate non penso fosse alla portata delle mie povere tasche. Decido di tornare a Vicenza e andare a visitare finalmente questo benedetto Teatro Olimpico.
In autobus mentre ripercorro la mia giornata sono molto soddisfatta, ho visto posti bellissimi che mi hanno trasmesso grandi emozioni. Mentre sono sulla mia nuvoletta della felicità ricontrollo per sicurezza gli orari del Teatro e…oddio non è possibile! Precipito dalla nuvoletta. Il lunedì è giorno di chiusura. Mi sono scapicollata tra treni e autobus per niente. Avete presente l’esplosione sul finale del film Zabriskie Point? Ecco, io faccio esplodere allo stesso modo nella mia mente il Teatro Olimpico.
Alle sette ho appuntamento con Fabio per un aperitivo e cena di addio. Questa volta mi tocca aspettarlo solo una decina di minuti davanti a Palazzo Chiericati. Stiamo migliorando. L’aperitivo va tutto bene, ma al momento di andare a cena mi sento chiedere “In quale ristorante andiamo a cena?”. Cioè, lui vicentino chiede a me calabrese, mai stata prima a Vicenza, in quale ristorante andiamo a cena??? Andiamo bene, vedo il mio piatto di pasta allontanarsi. Dio che fame, oggi ho mangiato solo biscotti!
Ma poi gli viene qualche idea e ci muoviamo. Il tempo di tranquillizzarmi e sentire di nuovo il profumo della cena ecco che si inchioda in mezzo alla strada e comincia a guardarsi intorno. Forse abbiamo sbagliato strada? Boh, ci rimettiamo in cammino, anche se in una direzione diversa. Cinquecento metri e si inchioda di nuovo. Al che timidamente chiedo se stiamo girando a caso o se sappiamo dove stiamo andando.
Dice che lo sa. A me non sembra, ma sto zitta. Cambiamo di nuovo direzione. I successivi venti minuti sono stati tutti un inchiodarsi e cambiamenti di direzione. Sono stanca e comincio a pentirmi di non aver mangiato un’altra fetta di prosciutto all’aperitivo. Lo stomaco brontola, non ci sono ristoranti in vista.
Giusto per girare il coltello nella piaga Fabio comincia a descrivermi gli ottimi bigoli che preparano nel ristorante che stiamo cercando. Ha deciso infatti che non posso lasciare Vicenza senza aver mangiato i bigoli, io in effetti non chiederei di meglio che poterli mangiarli…se solo trovassimo sto ristorante!
Intanto le impennate e i cambi di direzione diventano sempre più frequenti, ma Fabio è così costernato che sto zitta. Quando ormai non osavo più sperarci troviamo finalmente il ristorante e…il lunedì ha giorno di chiusura! Nooo. Ho voglia di mettermi ad urlare o almeno di togliere tutti i lunedì dal calendario. Ci rimettiamo alla ricerca di un nuovo ristorante, io ormai mi accontenterei anche di un piatto di polenta (che non mi piace!), ma Fabio non vuole sentire ragioni. Bigoli ha detto e bigoli devono essere!
Ma a questo punto decido di prendere la situazione in mano. In effetti un ristorante a Vicenza lo conosco, giusto perché è proprio davanti alla Cattedrale e ci sono passata davanti diverse volte in questi giorni. Il colmo? E’ a soli cinque minuti da dove abbiamo fatto l’aperitivo! Il ristorante è perfetto, fanno pure i bigoli, ordiniamo quelli al ragù d’anatra e sono buonissimi.
Che dire per chiudere, Vicenza è una bella città in cui vivere, è tranquilla, a misura d’uomo, ci sono tante belle cose da vedere (soprattutto se vi piace il Palladio, altrimenti – come me – avrete tante belle cose da criticare!) e ha vicino bellissime montagne.
Fabio è un’ottima guida per le escursioni in montagna, praticamente un camoscio a due zampe, sia per la conoscenza del territorio, sia per l’agilità e l’instancabilità. Invece ve lo sconsiglio come guida per la città, qui si trova a suo agio quanto una donna con tacco 12 in un pantano! A parte gli scherzi è una persona di una disponibilità e di una gentilezza difficilmente eguagliabili, di una educazione squisita e… di una timidezza infinita, se la tappa di Vicenza mi è piaciuta tanto il merito è suo…molto meno del Palladio!
(FINE)