[FONT=Calibri, sans-serif]Ops.....non mi ero accorta che erano già aperte le discussioni su questo gruppo di lettura :boh:.....rimedio subito perché per me questo libro merita veramente un adeguato approfondimento, visti i diversi di lettura a cui si presta.[/FONT]
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[FONT=Calibri, sans-serif]Per quanto riguarda il piano relativo alla vicenda.....a mio parere è quello che meno colpisce (infatti pur avendo già letto il libro non la ricordavo quasi per nulla) . La storia tra Thomas e Tereza è in certo senso piuttosto usuale: lui è lo stereotipo dell'uomo che non sembra provare alcun vero sentimento profondo, sentendosi piuttosto appagato dalla sua intensa e superficiale vita sessuale. Il suo legame con Tereza sembra un evento incidentale in cui alla fine si trova coinvolto suo malgrado, anche se probabilmente alla fine potrebbe essere qualificato come “amore”. Tereza per contro è una donna piuttosto fragile che vive in una realtà onirica non solo di notte (con i suoi intriganti e angoscianti sogni) ma anche nella realtà di tutti i giorni : in questo mondo di sogni, creato per sfuggire ad una realtà che rifiuta, apprezzabile è il suo rapporto con i libri. [/FONT][FONT=Calibri, sans-serif]Il[/FONT][FONT=Calibri, sans-serif] libro era per Tereza il segno di riconoscimento di una fratellanza segreta. Contro il mondo della volgarità che la circondava, essa aveva infatti un'unica difesa: i libri che prendeva in prestito alla biblioteca comunale[/FONT][FONT=Calibri, sans-serif]. Anche le vicende dell'altro duetto, Sabina e Franz, non sono così sensazionali o originali: devo dire però che la figura di Sabina, così libera e per certi versi anticonformista, mi è risultata piuttosto simpatica (mitica la storia della bombetta del nonno!).[/FONT]
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[FONT=Calibri, sans-serif]Molto più interessante e profonda è l'analisi della realtà sociale praghese della fine degli anni '70, il senso di oppressione, il timore di essere sempre spiati e osservati, il decadimento degli intellettuali non allineati e l'opposta ascesa di quelli che si prestano a coprire la realtà dietro una fitta coltre di falsità a vantaggio esclusivamente del cattivo gusto ( Kitsch).[/FONT]
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[FONT=Calibri, sans-serif]Notevoli sono gli spunti per un'analisi degli opposti quali leggerezza/pesantezza, corpo/anima, bene/male: l'autore non offre una soluzione univoca finale ma si limita a penetrare nelle bassezze della mente umana mostrando come ogni singola situazione possa essere considerata con un'accezione positiva o negativa a seconda delle circostanze. Kundera, quindi, mette tutto in discussione: da una parte sembra non disdegnare il folle mito di Nietzche del perenne ritorno delle cose e di conseguenza la grave responsabilità degli uomini rispetto a reiterarsi di alcuni eventi (Robespierre tornerebbe sempre a mozzare teste) ma dall'altra ammette la possibilità che tutto sia destinato a finire definitivamente e quindi l'umanità si potrebbe permettere una certa superficialità nelle azioni, anche se ciò comporterebbe senza dubbio una inaccettabile e “insostenibile leggerezza dell'essere”.[/FONT]
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[FONT=Calibri, sans-serif]Per me è un vero capolavoro: voto 5/5[/FONT]