Arduo definire questo romanzo fantascienza, di cui sono totalmente ignorante, secondo me si può pensare che appartenga a quel genere di utopia negativa, dove si parla di come la società civile invece di evolversi si è involuta, ad un romanzo profetico di come saremmo diventati. E' un romanzo che si legge con amarezza ma che alla fine ripropone il primato dell'individuo sulla società, ogni singola persona è un patrimonio incalcolabile, scomparsa quella persona scompare un mondo, nel romanzo i grandi vecchi intellettuali superstiti, se muoino, fanno morire con sè un libro fondamentale per l'umanità. Trovo geniale il paradosso che attribuisce ai pompieri il compito di appiccare incendi, solo di notte però, per fare più scena, e non quello usuale di spegnerli. Attualissimo poi lo stile di vita di Mildred e delle sue amiche, in un'indifferenza mediatica, stordite da alcol, psicofarmaci e pettegolezzi, la famiglia è sostituita dalla televisione, unica compagnia nella loro vita vuota e superficiale. Per quanto riguarda il protagonista, Montag, trovo affascinante la sua presa di coscienza, che si insinua dentro di lui, conoscendo Clarisse, un'adolescente diversa dalle altre, che non si tova vie di fuga con la violenza o con le corse all'impazzata con le macchine, ma si interfaccia con la realtà ragionando, pensando, osservando. La guerra poi, onnipresente, diventa lo sfondo, un'abitudine nella società senza memoria e senza cultura.
Lo trovo un romanzo geniale, pieno di spunti di riflessione e di profezie che si sono, ahimè, avverate.
5 su 5.