La cosa che mi colpisce di più in questo quadro è l'intreccio dei colori costruito da forme geometriche, che sembrano comporre una figura a cavallo dei fulmini che colpiscono la città come anche nello sfondo a destra. Io non conosco bene l'episodio biblico ma ricordo che Gomorra è stata distrutta per volontà di Dio a causa dei peccati dei suoi abitanti, insieme a Sodoma. Tutto sommato il quadro non mi ispira una situazione così drammatica, anche perchè l'occhio cade su qualcosa di talmente colorato che difficilmente si ha la sensazione della distruzione. C'è poi il contrasto con questa parte surreale dei colori con una sufficente riscostruzione realistica della città e con la matassa del temporale che sembra proprio un intrico di fili. Purtroppo non si può vedere la pennellata e come è steso il colore. Interessante poi il punto di vista dell'osservatore che è attraverso una finestra, una cornice alla scena che ne crea quindi un distacco.
Un'opera molto interessante e complessa che mi piace molto.
Anche secondo me, son questi gli elemente più interessanti
Io mi chiedo da dove sta guardando il pittore.... perchè il quadro ha una semicornice... una "finestra"... :?
Ecco...
Mio parerino da inesperto.
Credo che non sia inutile ricordare la gran 'tenuta' o coerenza delle parti. Come alcune opre di Gide, Queneau o Chesterton in letteratura, questa tela è definita in una coerenza di strutture che ha dell'assurdo. Spigoli, rettangoli, spigoli, angoli retti ed alcune (stranamente simili) curve. Le forme, i contorni dell'angelo non sono altro che ripetersi celeste delle forme peccanti e terrene della città, della 'terra'. I colori dell'angelo vendicatore sono però quelli, come dire, propriamente vitali dell'arte:sono una esplosione controllata di esuberanza, di forza divino-creatrice(-distruttrice). Forme simili, diverso cromatismo: quasi a dire che non importa la materia ma il modo in cui esa "si colora". Questa massa angelica è alterità rispetto alla storia, è differentia, è qualcosa di innaturale e spettrale. Come scrive Nikki, è elemento quasi disturbante: pare visione Lovecraftiana nella sua indescrivibilità, nella sua indicibilità.
Queste forme ortogonali e questi colori sono proiezioni o incubi della nostra mente. Ci è impossibile vedere l'angelo in modo diverso; dunque vediamo ciò che la nostra mente umana ci permette di vedere, di ricostruire: forme ortogonai, appunto. Forme, come dicevo, simili o uguali a quelle terrestri; diverse solo nella eccezionalità insopportabile dei colori. E diverse perchè agglomerato impossibile o saetta celeste disumana. L'unica 'realtà' possibile è quella sognata dai nostri occhi umani, o dall'inconcepibile arte. Per questo la finestra è un quadro ed il quadro è una finestra. Significativamente, noi osservatori siam fuori da tutto ciò: possiamo solo osservare.
Osservare e cercare di capire cosa sia quella figura svettante. Rimane mistero
diciamo che l'artista è il fratello di De Chirico, chissà quanto avrà sofferto di senso di inferiorità, mi aspetto di vedere anche il quadro con Caino e Abele
Io non trovo che non gli riesca bene, trovo che questa immagine biblica sia veramente affascinante e vista dal vivo deve essere una bella opera, e più guardo la sagoma colorata e più mi dà l'idea dell'angelo
Ghgh Io amo più "De Chirico" ma Savinio non mi dispiace affatto. Credo che entrambi siano stati degli artisti d una importanza clamorosa: grandi innovatori, grandi precursori.
Dimentichiamo troppo spesso grandi artisti come questi.
P.S. Savinio è stato anche un valente scrittore ed un buon compositore. Scrivo ciò non per sottintendere una qualche forma di superiorità di chi pratica più discipline -tamquam non esset- ma per ricordare la qualità delle sue lettere e delle sue musiche.