L’imperatore romano Adriano, giunto in punto di morte, designa il giovane Marco Aurelio come suo successore al trono e, in una lunga, profonda e particolareggiata lettera rivolta al futuro imperatore ripensa criticamente alla propria vita istruendo al contempo il suo giovane successore, profondendosi in un dettagliato resoconto di esperienze, pensieri e principi che hanno accompagnato il suo essere e il suo agire, tra aspetti di pubblico dominio e momenti più intimi della sua esistenza.
Memorie di Adriano è un romanzo impressionante per l’immane lavoro di ricostruzione della figura dell’imperatore che l’autrice ci restituisce attraverso un una perfetta fusione tra elementi storicamente fondati e parti di sapiente inventiva. A stupire non è soltanto il profluvio di dettagli degli innumerevoli viaggi, incontri ed esperienze di vita che l'autrice dissemina in tutto il romanzo a partire da un monumentale e scrupoloso studio delle fonti, ma anche l'operazione di immedesimazione e l'atto di creatività volti a dar voce ai pensieri più intimi dell'imperatore e a colmare le lacune storiche con elementi di fantasia incastonati però su solide basi di conoscenza che li rendono plausibili.
In ogni pagina del romanzo si vede l'Adriano imperatore e uomo raccontare di sé in prima persona in maniera così precisa, lucida, argomentata e intensa, che si percepisce costantemente come l'autrice abbia dovuto immergersi in anni di appassionate e meticolose ricerche nei più disparati ambiti, nutrirsi degli stessi autori da lui conosciuti e amati, attraversare e respirare i luoghi da lui stesso frequentati, assaporare le arti e passioni da lui coltivate. Da questa totale trasposizione dell'autrice nel suo personaggio e nel suo contesto ne emerge un accurato ritratto a tutto tondo, che non risulta relegato in una lontana dimensione del passato, ma che rivive invece in un eterno presente: la vividezza dei suoi tratti, l’umanità e l’universalità dei pensieri e dei principi che muovono mente, anima e atti dell’imperatore lo rendono infatti più che mai vicino a noi al punto che la distanza di quasi due millenni che separano l’imperatore Adriano da Marguerite Yourcenar sembri annullata e le tante fonti lacunose, disorganiche e dubbie sembrino dissipate. Non c'è dubbio che certe situazioni sono romanzate, che certi elementi non sono storicamente veri o accertati e che certi pensieri non possono riprodurre fedelmente le reali riflessioni dell'imperatore, non c'è dubbio cioè che non stiamo leggendo le vere memorie di Adriano, ma il brillante e sentito lavoro dell'autrice è tale da dissolvere questo confine e dare l'impressione che si tratti davvero delle più intime memorie sgorgate da mente e cuore del grande imperatore romano e rese immortali da una loro trascrizione giunta fino a noi.
Un elemento fondamentale nella riuscita del romanzo risiede a mio avviso anche nella scelta stessa del protagonista dell'opera, che per le sue qualità risulta attuale e di grande ispirazione. Come emerge dal libro, infatti, si tratta di un imperatore umile e virtuoso, che brama al potere non per orgoglio, onore e ritorni egoistici, ma per realizzare se stesso nel suo desiderio illuminato di cambiare in meglio la vita dei suoi popoli mosso da radicati e saldi principi di pace, giustizia, bellezza, umanità; una personalità eclettica assetata e pratica di conoscenze di ogni tipo, militari, amministrative, artistiche, filosofiche, animata da un instancabile spirito rinnovatore volto a riformare, restaurare, rimodernare, abbellire, costruire e ricostruire in ogni momento qualsiasi luogo da lui attraversato; un uomo innamorato della vita, aperto alla diversità, alla ricchezza che ne deriva, alla meraviglia, alla curiosità. E probabilmente si deve a una figura così carica di vita e di virtù la passionale partecipazione dell'autrice che trasuda nelle pagine di questo romanzo, che sono pregne di costanti e profonde riflessioni su ogni avvenimento passato in rassegna, quasi come non si trattasse di memorie affiorate da un tempo passato ma di pensieri vivi di un incessante presente sottoposto all'osservazione attuale consapevole, critica e profonda.
Se da una parte tutti questi aspetti mi hanno stupito e ammaliato, d'altro canto devo anche ammettere che, un po' come una visione ravvicinata di un'immagine ne mette in luce la ricchezza dei dettagli facendone perdere allo stesso tempo la visione d'insieme, mi sono trovato spesso disorientato dagli innumerevoli avvenimenti e dalla gran mole di informazioni che fioccano nel libro. Nonostante questo denso excursus della vita dell'imperatore possa spaesare e andare a volte anche scapito del ritmo e di un intreccio incalzante, complessivamente risulta però comunque efficace nel suo scolpire globalmente una figura viva, sfaccettata ed interessante.
Dopo aver letto innumerevoli commenti esaltanti su questo romanzo, posso quindi dire che, pur non essendo stato travolto dal pathos della storia in sé, ho trovato Memorie di Adriano un libro eccezionale, di cui ho ammirato sia l'infaticabile e straordinario lavoro svolto dalla Yourcenar per concepirlo e portarlo a compimento, sia la bella e notevole figura dell'imperatore che ne viene messa in luce.