Vichi, Marco - Il commissario Bordelli

risus

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Firenze, estate 1963. La città è deserta ed attanagliata nella morsa del caldo... calma piatta...
Anche al Commissariato di Polizia e in Questura c'è poco da fare, stanco lavoro di routine...
Ad animare le giornate estive un episodio apparentemente banale: una anziana signora benestante viene ritrovata morta nella sua ricca villa sui colli fiorentini; causa della morte sembra essere un letale attacco d'asma... sembra, appunto...
Il commissario Bordelli scoprirà che dietro l'asma della signora c'è ben altro e cercherà l'aiuto di tutti quelli che gli capitano a tiro pur di arrivare alla verità... persino dei gatti... :mrgreen:

Questa è la prima indagine del commissario Bordelli, un poliziotto sui generis, verrebbe da dire...
Ciò che colpisce di lui è la costante insicurezza che lo porta sempre a chiedere il parere di chi lo circonda sulle indagini che conduce, anche se si tratta di non addetti ai lavori... anzi... :mrgreen::mrgreen: insomma, un simile tra i simili...:wink:
Altra peculiarità per cui si fa amare è la sua "umanità": frequenta ogni tipo di persona, è amico di ladruncoli e cuochi che non trovi di sicuro sulla guida Michelin, prostitute e mezzi svitati... interpreta la legge un po' a modo suo, ha uno spiccato pollice verde :)mrgreen::mrgreen::mrgreen:) e una parola di conforto per tutti, anche per i parenti che non lo trattano proprio con riguardo...
Molto simpatici anche tutti i personaggi che riempiono la vita del commissario e che rendono il libro spassoso ma soprattutto vivo, verace. Belle anche le atmosfere create per rendere una Firenze anni '60 sotto una cappa di calore, atmosfere a volte annebbiate dal fumo di sigari e sigarette :)mrgreen::mrgreen:)... interessanti gli excursus della memoria che riconducono alla recente guerra mondiale... insomma, un buon noir italiano...
Dalla quarta di copertina:
C'è uno sceriffo in città. Il commissario Bordelli, con la sua sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana,
si inserisce oggi nella grande tradizione dei De Vincenzi e dei Duca Lamberti: poliziotti complessi e tormentati
che raccontano un'Italia ingenua e cattiva che ancora non sapeva di essere così noir.
Carlo Lucarelli
 

elesupertramp

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un giallo molto ben scritto, scorrevole ed intrigante, che si legge molto velocemente !
Il protagonista è un commissario di mezza età, scapolo e molto umano, che dedica particolare attenzione ai poveri e ai derelitti.
Nota, non molto positiva: mi ha ricordato in più punti il Montalbano di Camilleri.
 

sergio Rufo

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ci sono piu' commissari nei libri italiani ( noir ecc.ecc.) che nelle prefetture. La cosa di per se' oltre ad essere preoccupante e' persino divertente.:)

Poi ci si lamenta dell'inefficacia delle forze dell'ordine come se la colpa fosse loro. Si pubblicassero meno libri in " serie" o da catena di montaggio, forse, ognuno ritornerebbe a fare il suo lavoro.

Vichi? :paura:
 

MonicaSo

Well-known member
Letto in un giorno. Mi piace questo "nuovo" commissario con i suoi racconti sulla guerra.
Più che Montalbano mi ha ricordato Ricciardi (per la pacatezza e un certo velo di tristezza che mi è sembrato trasparire dal racconto della sua vita).
 

LettriceBlu

Non rinunciare mai
Purtroppo questo libro mi ha annoiato terribilmente: il personaggio è ottimo, così come l'ambientazione storica, ma a mio parere è stato scritto in maniera troppo piatta. Il giallo è trattato molto superficialmente e non ci sono elementi che lo rendono accattivante, al contrario; e Bordelli non è che emerga per il suo acume, brilla molto di più il diciottenne Piras che ha tutte le intuizioni giuste. Ci sono troppe divagazioni, è bello conoscere i personaggi ma due terzi del libro in cui si raccontano episodi per cui non avevo il minimo interesse sono stati duri da sopportare; molto si poteva benissimo riassumere, e magari ci sarebbe stato bene almeno un altro indiziato per l'indagine. Mi dispiace molto perché ho sentito solo pareri positivi su questa serie, che non ho purtroppo intenzione di continuare; non so se lo stile di Vichi si arricchirà con il tempo ma non è riuscito proprio a coinvolgermi.
 

Fram52

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Ho letto tutti i libri sul commissario Franco Bordelli, mio omonimo;) . Complessivamente mi sono piaciuti, quale più quale meno. Dal punto vista giallistico certamente "si poteva fare di più": però, secondo me, sono romanzi su Franco Bordelli, prima che sui suoi casi: malinconia, ricordi, timore della pensione... E questi li ho trovati ben descritti. Ho anche molto apprezzato la collaborazione di Marco Vichi con Leonardo Gori, che ha dato vita alla conoscenza,e stima, reciproca di Franco Bordelli e Bruno Arcieri.
 

MonicaSo

Well-known member
Ho letto i primi tre e ciò che mi è piaciuto di più è proprio la parte basata su ricordi e riflessioni sulla guerra ecc...
De gustibus... come dice il proverbio
 
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