Il mondo delle parole

Molti quesiti, una sola questione.
A parlar delle parole si cade nella retorica, soprattutto quando si chiama in causa la VOLONTA'.
Nei miei post ho spiegato perchè possiamo dire tutto quello che vogliamo, farci belli, sfogiare il nostro lessico su un ramo. In fin dei conti, scrivere qui non è altro che la contraddizione di tutto ciò che è istinto.
Basta dirsi: il mio istinto ora è quello di ...
Non confondetevi, non è quello di rispondere a me, tutt'al più è quello di dirmi "sei un'intellettualoide del c.azzo" (ma dovrebbe essere detto in questa stanza e non altrove).
Ma per alcuni la buona educazione vuole che...
Eh sì, siamo fottuti.

Nikki, la tua riflessione sulla verità è altra questione. Posso soltanto dirti che, per me, volontà non chiama in causa verità.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Letto con molto interesse, ma alla fine mi rimane un interrogativo.
Dopo tutto questo discorrere, dov'è che volete arrivare precisamente, Julia?
 
Alla dimostrazione che parlare delle parole in questo luogo è fare dell'inutile esercizio di stile.

I miei punti di riflessione partirono da questo vostro confronto:

Sergio:
“[…] se ci fai a caso anche nel tran tran quotidiano in qualsiasi controversia piccola o grande che sia, si sentono mille parole ma basta interrompere il discorso e dire: dimostra. Vedrai che in moltissime occasioni ascolterai altre mille parole perche' indimostrabile quello che tu richiedi. Indimostrabile perche' non accaduto.
E allora, in modo Romano, perche' perdere tempo?”


D=i
“La ragione determina la sua visione e la trasmette al pensiero , che a sua volta la trasmette al "fare".
Oppure no?”


Sergio:
“si, anche al " fare " , perche' no?
Nessuno lo mette in dubbio.

Poi per fare un passo in la': cosa s'intende per fare? e in quale modo si fa?
Agire: nella volizione di un'azione, o nella sua intenzione, concorrono necessariamente mille componenti.
Il pensiero ha gia' fatto da filtro e questo potrebbe determinare un " agire" non piu' autentico.”


Una riflessione incentrata sull'istinto, quel fare tanto esaltato che in questo luogo perde forma e si snatura in scene di "buona educazione".
Ma tutto è già scritto nei post precedenti.

Voglio tranquillizzare Zefiro che mi scrive in privato delle scuse: tutt'altro che offesa, anzi. Quell'ironia tentava di far decadere un'impostazione - quella tua - di "maniera". In fondo, ironizzando in tal modo hai mostrato il fianco e permesso di farmi avvalorare la tesi del rifiuto istintivo di spiegare. Peccato che, poi, sia subentrato il tuo senso di colpa.
 

Zefiro

da sudovest
(...) Voglio tranquillizzare Zefiro che mi scrive in privato delle scuse: tutt'altro che offesa, anzi. Quell'ironia tentava di far decadere un'impostazione - quella tua - di "maniera". In fondo, ironizzando in tal modo hai mostrato il fianco e permesso di farmi avvalorare la tesi del rifiuto istintivo di spiegare. Peccato che, poi, sia subentrato il tuo senso di colpa.

Uh! Urka julia! Tranquillissimo io.. tranquilla tu a tua volta. Le scuse (sincere) erano perché m’è sembrato di legger tra le righe tu fossi piccata per qualcosa che, io non volendo, potessi aver scritto e, come ti ho scritto in privato, a me piace discutere in modo tranquillo. Da quel che leggo avevo mal interpretato: meno male che no.. (la tua piccatura intendo)

Tranquilla anche per i miei sensi di (sic!) colpa: sono immune. :mrgreen:

Il dubbio di dove tu voglia andare a parare con le tue argomentazioni, come ti ho scritto in pvt, ovviamente resta. Ma (il mio dubbio) non è importante. In fondo sono solo "parole" :wink:
 

asiul

New member
Alla dimostrazione che parlare delle parole in questo luogo è fare dell'inutile esercizio di stile.

Inutile esercizio di stile? Sì, se dietro le parole non ci fosse un pensiero. :wink:

Voglio tranquillizzare Zefiro che mi scrive in privato delle scuse: tutt'altro che offesa, anzi. Quell'ironia tentava di far decadere un'impostazione - quella tua - di "maniera". In fondo, ironizzando in tal modo hai mostrato il fianco e permesso di farmi avvalorare la tesi del rifiuto istintivo di spiegare. Peccato che, poi, sia subentrato il tuo senso di colpa.

Che bello...c'è ancora chi guidato dalle "buone maniere" si pone il dubbio di aver involontariamente offeso qualcuno.
Mi verrebbe voglia di sentirmi offesa solo per ricevere delle scuse private ...:mrgreen:
 
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