Baldassarre Embriaco
Sud e magia
Sono cresciuto nel culto di De Amicis. La piccola vedetta lombarda, Valor civile, Il tamburino sardo.
Sono cresciuto con l'assordante rumore della prima guerra mondiale nelle orecchie. Mi sono immaginato al posto di mio nonno, quando con pochi abiti e con la ritrosia del meridionale montanaro, attraversava il Ponte di Bassano sul Brenta e Vittorio Emanuele III gli dava una pacca sul petto dandogli coraggio: "Coraggio ragazzi".
Ho sempre pensato che i briganti fossero gente feroce e delinquenti senza redenzione. Come ogni paese meridionale che si rispetti, anche il mio borgo ha un antro dove leggenda vuole, sia nascosto il favoloso tesoro dei Briganti.
Con orgoglio guardavo la medaglia d'argento data ad un carabiniere del loco, caduto in un "eroico" scontro a fuoco con questi malfattori.
Poi leggo una frase di Gramsci e inizio a dubitare che quello che ho appreso nelle scuole dell'obbligo ed al liceo fosse tutto oro. Gramsci scrisse:
"Lo Stato italiano... ha messo a ferro e a fuoco l'Italia meridionale e le isole crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio briganti".
Dopo aver letto questa frase, ho voluto saperne di più su Crocco, Nicola Somma, Caruso, Sergente Romano. Mi sono accorto che fino al 1960, 100 anni dopo l'Unità d'Italia, scrivere su questa gente era tabù. I primi a farlo furono De Jaco e Molfese.
Sono cresciuto con l'assordante rumore della prima guerra mondiale nelle orecchie. Mi sono immaginato al posto di mio nonno, quando con pochi abiti e con la ritrosia del meridionale montanaro, attraversava il Ponte di Bassano sul Brenta e Vittorio Emanuele III gli dava una pacca sul petto dandogli coraggio: "Coraggio ragazzi".
Ho sempre pensato che i briganti fossero gente feroce e delinquenti senza redenzione. Come ogni paese meridionale che si rispetti, anche il mio borgo ha un antro dove leggenda vuole, sia nascosto il favoloso tesoro dei Briganti.
Con orgoglio guardavo la medaglia d'argento data ad un carabiniere del loco, caduto in un "eroico" scontro a fuoco con questi malfattori.
Poi leggo una frase di Gramsci e inizio a dubitare che quello che ho appreso nelle scuole dell'obbligo ed al liceo fosse tutto oro. Gramsci scrisse:
"Lo Stato italiano... ha messo a ferro e a fuoco l'Italia meridionale e le isole crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio briganti".
Dopo aver letto questa frase, ho voluto saperne di più su Crocco, Nicola Somma, Caruso, Sergente Romano. Mi sono accorto che fino al 1960, 100 anni dopo l'Unità d'Italia, scrivere su questa gente era tabù. I primi a farlo furono De Jaco e Molfese.
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