Mi piacciono molto i quadri il cui contenuto fuoriesce dalla cornice.
Il pittore catalano (poco conosciuto
) è famoso soprattutto per questo quadro, dipinto con la tecnica del trompe-l'œil che raffigura un ragazzo scamiciato e ribelle a metà arrampicata nell'atto di scavalcare la cornice del dipinto, come se stesse cercando di scappare e di entrare nel mondo reale. Mi colpiscono i suoi occhi spalancati con uno sguardo tra lo sgomento e l’atterrito.
Ancor più singolare, contribuendone ad intensificarne il riverbero di senso, è l’ironico titolo, per nulla accessorio «fuga dalla critica», metafora dell’arte, stanca di sottostare al giogo degli squartamenti dei critici.
E il terrore negli occhi del ragazzo in fuga è molto eloquente nell'esprimere l'incubo dell'artista di essere costretto a sottoporre il proprio lavoro al giudizio dei critici, oppure anche di dover sottostare alle regole rigide dell'arte. In ogni caso è desiderio di libertà.
Il pittore spagnolo costruisce una scena tridimensionale creando la profondità grazie alle mani e al piede del ragazzino che, oltre alla testa, “bucano” la tela, andando oltre il semplice dipinto.
A Borrel del Caso viene proposta per due volte la cattedra della scuola di Llotja, ma in entrambi i casi rifiuta, il suo obiettivo è creare un’accademia indipendente che permetta agli artisti di sperimentare nuove tecniche e nuove idee.
Se penso che è stato dipinto nel 1874 lo trovo di una modernità sconcertante.