Vedendo questo quadro, la prima impressione che ho avuto è stata quella suscitata d'impatto dal suo particolare effetto tridimensionale, e cioè quella di un bambino che si proietta fuori dalla cornice in cui è confinato, per sfuggire a qualcosa che ha visto.
Lo sguardo del bambino, però, ha focalizzato la mia attenzione, e dopo un po' che ho osservato questo quadro, la mia prospettiva è cambiata. Non vedo uno sguardo di terrore ma un'espressione di incredulo stupore per qualcosa di assurdo che lui ha visto "fuori dal quadro". Così ora vedo un bambino che, spinto dalla curiosità, ha voluto affacciarsi sul mondo reale ma che, perplesso per ciò che ha visto da quella fugace occhiata, trattiene quel moto che lo aveva indotto a balzare fuori, rimanendo per un attimo in bilico sulla soglia fra i due mondi e, quasi per un istinto che deve ancora realizzarsi razionalmente in lui, inizia lentamente a ritrarsi, proiettandosi indietro nella realtà che gli appartiene, immune da ciò che lo ha così inaspettatamente allibito nel mondo esterno.