Io purtroppo mi sento una voce fuori dal coro. Sto finendo di leggere il capitolo "La conversazione a Innsbruck", e arrivato fin qui devi dire che mi aspettavo un libro diverso. Sicuramente non ho una conoscenza così approfondita del periodo storico in questione per poter apprezzare a pieno questo romanzo, per cui mi sto rendendo conto che forse non sono all'altezza di questa lettura.
Comunque, leggendo la trama, avevo immaginato Zenone in modo diverso, un po' come Siddharta, giusto per rendervi l'idea, mi aspettavo cioè che la sua figura prendesse forma e si evolvesse pian piano sulla spinta delle sue passioni, dei suoi desideri, attraverso un viaggio di conoscenza del mondo e di se stesso... E forse è così, ma a me non è apparso in modo così vivido e coinvolgente. Si dice infatti che Zenone sia un "medico, alchimista, filosofo" e che il racconto “lo segue nei viaggi attraverso l’Europa e il Levante”. Invece la sensazione che mi accompagna durante la lettura è che sappiamo di un Zenone così erudito e che abbia viaggiato così tanto solo perché ci venga detto. Fino al punto in cui sono arrivato, infatti, non siamo stati al suo fianco durante i suoi viaggi, non abbiamo potuto immergerci davvero nel profondo dei suoi desideri, dei suoi studi, delle sue ricerche, delle sue passioni, cioè di ogni cosa che ne causa le sue decisioni e azioni, che a volte sembrano emergere di punto in bianco. Forse perché almeno per ora il protagonista non è lui, ma il contesto storico in cui vive. Questo, però, è pieno di riferimenti e un continuo spuntare di situazioni e di nuovi personaggi spesso solo accennati. Tutto mi sembra un po’ come se fosse una sequenza e giustapposizione di fatti e di situazioni, che sono tanti, ma di cui spesso si dà molto per scontato e che non mi consentono di immedesimarmi. Anche nel passo di Münster che è più sviluppato, tutto inizia così all'improvviso, senza una vera preparazione all’azione che gli anabattisti stanno per intraprendere, né un successivo particolare approfondimento sul piano dei personaggi o sul profilo storico.
Tutto ciò mi fa restare sempre ad una certa distanza dal libro, anche se, ripeto, indubbiamente la mia conoscenza limitata di questo periodo contribuisce a farmi sembrare tutto un po' appannato e confuso.
La mia opinione a riguardo, quindi, vale poco.
In ogni caso, spero di riuscire ad apprezzarlo di più nel prosieguo della lettura o grazie ai vostri commenti.