142° MG - Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Davis Matlock; Herman Altman; Jennie McGrew; Columbus C.; Wallace F.

Davis Matlock

Ammettiamo che non ci sia altro che l'alveare:
che ci siano fuchi e operaie
e regine, e nient'altro che miele da ammucchiare
(cose importanti quanto la cultura e il sapere)
per la prossima generazione, questa generazione che non vive,
se non quando sciama al sole della giovinezza,
irrobustendosi le ali con ciò che è stato raccolto,
e gustando, durante il ritorno all'alveare
dal campo di trifoglio, il prelibato bottino.
Ammettiamolo, e ammettiamo questa verità:
che la natura dell'uomo sia superiore
al bisogno della natura nell'alveare;
e che tu debba sopportare il fardello della vita,
come pure la spinta d'un eccesso dello spirito -
bene, io dico che viverla come un dio
certo dell'immortalità, per quanto increduli,
è il modo di viverla.
Se ciò non rende Dio orgoglioso di voi,
allora Dio non è che gravitazione,
o è il sonno la meta aurea.

Herman Altman

Ho io seguito la verità dovunque mi guidasse,
e affrontato il mondo intero in nome di una causa,
e difeso il debole contro il potente?
Se l'ho fatto vorrei essere ricordato fra gli uomini
come fui conosciuto in vita fra la gente,
e come fui odiato e amato in terra.
Perciò, non costruitemi monumenti,
e non scolpitemi busti,
che la realtà dell'anima mia non si disperda,
pur se non diverrò un semidio,
e i ladri e i bugiardi,
che mi furono nemici e mi distrussero,
e i figli dei ladri e dei bugiardi,
non mi rivendichino affermando davanti al mio busto
che mi furono accanto nei giorni della sconfitta.
Non fatemi monumenti,
che la mia memoria non venga stravolta ai fini
della menzogna e dell'oppressione.
Chi mi ha amato e i suoi figli non sia spossessato di me;
voglio restare per sempre l'incontaminato possesso
di coloro per i quali sono vissuto.

Jennie McGrew

Non dove la scala svolta nell'oscurità,
una figura incappucciata, rattrappita sotto un mantello fluente!
Non occhi gialli nella stanza di notte,
che ti fissano attraverso una ragnatela grigia.
E non il battito d'ala del condor,
quando il ruggito della vita s'annuncia negli orecchi
come un suono mai udito prima!
Ma in un pomeriggio di sole,
per una strada di campagna,
dove erbacce violacee fioriscono lungo una staccionata sconnessa,
e il campo è spigolato, e l'aria è quieta,
vedere contro la luce del sole qualcosa di nero,
come una macchia con un orlo iridescente -
questo è il segnale per occhi presaghi...
e questo io vidi!

Columbus Cheney

Questo salice piangente!
Perché non ne piantate qualcuno
per i milioni di bimbi non ancora nati,
e anche per noi?
Non sono forse inesistenti, o cellule addormentate
senza intelletto?
O giungono invece sulla terra, infrangendo
con la nascita il ricordo di un'esistenza precedente?
Rispondete! Alla vostra intuizione si offre un campo inesplorato.
Ma perché in ogni caso non piantare salici per loro,
e anche per noi?

Wallace Ferguson

Là a Ginevra dove il monte Bianco era sospeso come una nube
sul vinoso lago, quando la brezza spirava
da un terso cielo d'azzurro, e il Rodano scrosciante
precipitava sotto il ponte tra voragini di roccia;
e la musica dai caffè partecipava allo splendore
dell'acqua danzante sotto un torrente di luce;
e la parte più pura del genio di Jean Rousseau
era la musica silente di tutto ciò che si vedeva o udiva -
là a Ginevra, dico, fu forse minore l'incanto
perché non potei ricongiungermi al mio io d'un tempo,
quando vent'anni prima vagavo per Spoon River?
né ricordare cos'ero o cosa sentivo?
Noi viviamo l'ora presente liberi dalle ore passate.
Perciò, o anima, se ti smarrisci nella morte,
e ti ridesti in una Ginevra ai piedi di un monte Bianco,
che importa se non ti riconosci in quella
che visse ed amò in un piccolo angolo della terra
chiamato Spoon River secoli e secoli fa?
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Marie Bateson; Tennessee Claflin Shope; Plymouth Rock Joe; Imanuel Ehrenhardt

Marie Bateson

Vedete la mano scolpita
con l'indice puntato al cielo.
È quella la direzione, non c'è dubbio.
Ma come si fa a seguirla?
È giusto astenersi dall'assassinio e dalla lussuria,
perdonare, fare il bene, adorare Dio
e non le sue immagini scolpite.
Ma in fondo questi sono mezzi esteriori
con cui soprattutto si fa del bene a sé stessi.
Il nocciolo della questione è la libertà,
è la luce, la purezza -
di più non so dire,
trovate voi il fine o mancatelo, secondo la vostra visione.

Tennessee Claflin Shope

Ero lo zimbello del villaggio,
soprattutto della gente di buon senso, come loro si definiscono -
e anche delle persone colte, come il reverendo Peet, che leggeva
il greco
alla stregua dell'inglese.
Perché invece di parlare di libero scambio,
o predicare qualche forma di battesimo;
invece di credere nell'efficacia
di non pestare la riga, di raccattare uno spillo nel modo giusto,
guardare la luna nuova sopra la spalla destra,
curare i reumatismi col vetro blu,
io rivendicai la sovranità della mia anima.
Ancor prima che Mary Baker Eddy cominciasse
con ciò che lei chiamava la scienza,
conoscevo a fondo il Bhagavad Gita,
e mi curavo l'anima, prima che Mary
cominciasse a curare il corpo con l'anima -
A tutti i mondi pace!

Plymouth Rock Joe

Perché vi affannate a correre qua e là
a caccia di moscerini e farfalle?
Alcuni di voi razzolano solenni in cerca di vermi;
altri sono in attesa d'una manciata di granturco.
È questa la vita, non è vero?
Chicchirichì! Benissimo, Thomas Rhodes,
tu sei il gallo della checca, senza dubbio.
Ma ecco qua Elliott Hawkins,
gluck, gluck, gluck, col suo codazzo di seguaci politici.
Quah! Quah! Quah! Come mai così poetica, Minerva,
in questo grigio mattino?
Kittie-quah-quah! Vergogna, Lucius Atherton,
il rauco lamento che per te uscì dalla gola
di Aner Clute sarà più tardi raccolto
dalla signora Pantier come un grido
per il voto alle donne: Ka dook - dook!
Che idea ti è venuta, Margaret Fuller Slack?
E perché il tuo occhio d'uva spina
sbatte così lucente, Tennessee Claflin Shope?
Stai cercando di scandagliare il mistero d'un uovo?
La tua voce è molto metallica stamattina, Hortense Robbins -
quasi come quella d'una faraona!
Quah! Era un sospiro gutturale, Isaiah Beethoven;
hai visto l'ombra del falco,
o hai pestato gli ossi di pollo
che il cuoco ha gettato via stamattina?
Che siate cavallereschi, eroici, o ambiziosi,
metaforici, religiosi, o ribelli,
mai uscirete dall'aia
se non volando sopra lo steccato
insieme a bucce di patate e roba simile nel trogolo!

Imanuel Ehrenhardt

Cominciai con le lezioni di Sir William Hamilton.
Poi studiai Dugald Stewart;
e poi John Locke sull'Intelletto,
e poi Descartes, Fichte e Schelling,
Kant e poi Schopenhauer -
libri presi in prestito dal vecchio giudice Somers.
Tutti letti con frenetico zelo
nella speranza che fosse riservato a me
di acchiappare per la coda il segreto finale,
e trarlo fuori dalla tana.
L'anima mia si levò in alto diecimila miglia,
e soltanto la luna sembrava un po' più grande.
Poi ricaddi indietro, così contento della terra!
Tutto attraverso l'anima di William Jones
che mi mostrò una lettera di John Muir.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Credo che entro fine mese riusciremo ad avere tutte le poesie postate.

Il mio consiglio è di lasciare comunque il 3d aperto per un po' di tempo ancora, per dar modo a tutti di digerire la raccolta.

Sarebbe bello se tutti postassero le proprie impressioni definitive e generali, al di là dei commenti sulle singole poesie.

Io ieri sera ho cominciato a scrivere qualcosa, poi posterò.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
A volte la ripetitività dei concetti e la loro "catalanità" banalizza la lettura, mi sono sentita allo stesso modo quando ho riletto L'Alchimista di Paulo Coelho, entusiasmante alla prima lettura e deludente nelle riletture successive. E' ambivalente la mia valutazione.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Anche secondo me. In effetti sembrerebbe che alcuni abitanti di Lewiston si fossero a tal punto risentiti che, anche ad anni di distanza, non volessero nemmeno sentir nominare Lee Master.

Non so se è leggenda o verità, ma rimane la dolcezza.
Non ricordo bene la storia, ma so che alcuni si sono riconosciuti negli epitaffi di Lee Masters, sebbene egli avesse cambiato i nomi originali che intitolano le poesie. So per certo che hanno avuto da ridire, ma l'avvocato:boh:, avendo usato dei nomi fittizi, ne è uscito indenne :mrgreen:.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Samuel Gardner; Dow Kritt; William Jones; J. Milton Miles; Faith Matheny

Samuel Gardner

lo che curavo la serra,
amavo alberi e fiori,
da vivo guardai spesso quest'olmo ombroso,
ne misurai con l'occhio i rami generosi,
e ascoltai le foglie festose
carezzarsi amorosamente
con dolci sussurri eolii.
E potevano ben farlo:
perché le radici si erano fatte così larghe e profonde
che il suolo della collina, arricchito dalla pioggia
e scaldato dal sole,
nulla tratteneva delle sue virtù,
ma tutte le cedeva alle vigorose radici,
dalle quali erano succhiate e fatte turbinare nel tronco
e poi nei rami, e nelle foglie,
da cui la brezza traeva vita e cantava.
Ora io, abitatore sotterraneo della terra, vedo
che i rami di un albero
non sono più ampi delle radici.
E come potrebbe l'anima d'un uomo
essere più grande della vita che ha vissuto?

Dow Kritt

Samuel non fa che parlare del suo olmo -
ma io non ho avuto bisogno di morire per intendermi di radici:
io, che ho scavato tutti i fossi di Spoon River.
Guardate il mio olmo!
Nato da un seme buono quanto il suo,
seminato insieme al suo,
sta morendo sulla cima:
non per mancanza di vita, o per funghi,
o per insetti parassiti, come crede il becchino.
Guarda, Samuel, lì le radici hanno urtato la roccia,
e non possono più espandersi.
E intanto la cima dell'albero
si sta seccando, e muore
mentre tenta di crescere.

William Jones

Di tanto in tanto un'erba strana a me sconosciuta,
cui dare un nome cercato sui libri;
di tanto in tanto una lettera di Yeomans.
Tra le conchiglie raccolte sulla spiaggia
a volte una perla dai riflessi di ruta selvaggia;
poi puntuale una lettera di Tyndall dall'Inghilterra,
con il timbro di Spoon River.
Io, amante della natura, benvoluto per questo amore,
conversavo da lontano coi grandi
che la conoscevano meglio di me.
Oh, non ci sono né grandi né piccoli,
se non quando la rendiamo più grande e lei ci premia con un
piacere più acuto.
Con le conchiglie del fiume copritemi, copritemi.
Vissi in ammirazione adorando terra e cielo.
Proseguo l'eterno cammino della vita infinita.

William Goode

A tutto il villaggio pareva, non c'è dubbio,
che io andassi qua e là, senza meta.
Ma qui accanto al fiume si possono vedere al tramonto
i pipistrelli dalle morbide ali volare qua e là a zig-zag -
è così che si procurano il cibo.
E se vi è mai accaduto di smarrirvi la notte,
nel cuore della foresta vicino a Miller's Ford,
seguendo ora questa ora quella via,
dovunque s'intravvedesse brillare la Via Lattea,
alla ricerca del sentiero,
capirete che io cercavo la via
con lo zelo più sincero, e che tutto il mio errare
ed errare fu solo ricerca.

J. Milton Miles

Ogni volta che la campana presbiteriana
suonava, sapevo che era la campana presbiteriana.
Ma quando il suono si mescolava
al suono della campana metodista, cristiana,
battista e congregazionista,
non la distinguevo più
e neppure l'una dall'altra, o anche una sola.
E poiché tante voci mi chiamarono nella vita
non stupitevi che non sapessi distinguere
la vera dalla falsa,
e neppure, alla fine, la voce che avrei dovuto riconoscere.

Faith Matheny

Lì per lì non saprete cosa vogliono dire,
e forse non lo saprete mai,
e forse non ve lo diremo mai:
questi bagliori improvvisi dell'anima,
come folgori guizzanti su candide nubi
a mezzanotte quando c'è la luna piena.
Arrivano in momenti di solitudine, o forse
siete con un amico, e all'improvviso
cade un silenzio nel discorso, e i suoi occhi
senza un fremito vi guardano ardenti:
avete visto insieme il segreto,
egli lo vede in voi, e voi in lui.
E restate là trepidanti nel timore che il mistero
vi si pari davanti e vi colpisca a morte
con un fulgore simile al sole.
Siate coraggiose, anime che avete simili visioni!
Mentre il vostro corpo è vivo e il mio è morto,
voi catturate un piccolo alito dell'etere
riservato a Dio stesso.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Scholfield Huxley; Willie Metcalf; Willie P.; L'ateo del villaggio; John Ballard

Scholfield Huxley

Dio! non chiedermi di testimoniare le tue meraviglie,
riconosco le stelle e i soli
e gli innumerevoli mondi.
Ma ne ho misurato le distanze
e li ho pesati e ne ho scoperto la sostanza.
Ho inventato ali per l'aria,
e chiglie per l'acqua,
e cavalli di ferro per la terra.
Ho accresciuto la vista che mi hai dato milioni di volte,
e l'udito che mi hai dato milioni di volte,
ho varcato lo spazio con la parola,
e ricavato dall'aria il fuoco per avere luce.
Ho costruito grandi città e perforato colline,
e gettato ponti sopra acque maestose.
Ho scritto l'Iliade e Amleto;
e ho esplorato i tuoi misteri,
e ti ho cercato senza posa,
e ti ho ritrovato dopo averti perduto
in ore di stanchezza -
e ti chiedo:
che ne diresti di creare un sole
e l'indomani trovarti i vermi
che ti sgusciano fra le dita?

Willie Metcalf

Ero Willie Metcalf.
Mi chiamavano "dottor Meyers"
perché gli somigliavo, dicevano.
Ed era mio padre, secondo Jack McGuire.
Abitavo nella stalla,
dormivo per terra
accanto al bulldog di Roger Baughman,
o a volte in una posta.
M'infilavo fra le zampe dei cavalli più ombrosi
senza che mi calciassero - ci conoscevamo.
Nei giorni di primavera vagavo per la campagna
per ritrovare la sensazione, che talvolta smarrivo,
di non essere una cosa separata dalla terra.
Mi capitava di smarrire me stesso, come in sonno,
sdraiato con gli occhi socchiusi nel bosco.
A volte parlavo agli animali - perfino ai rospi e ai serpenti -
qualunque cosa avesse occhi in cui guardare.
Una volta vidi una pietra al sole
che cercava di diventare gelatina.
Nei giorni di aprile in questo cimitero
i morti si raccoglievano tutti intorno a me,
e si facevano immobili, come fedeli in muta preghiera.
Non ho mai capito se fossi parte della terra
e i fiori crescessero in me, o se camminassi -
ora lo so.

Willie Pennington

Mi chiamavano il malatino, l'idiota,
perché i miei fratelli erano forti e belli,
mentre io, ultimo figlio di genitori anziani,
ereditai solo gli avanzi della loro forza.
Ma loro, i miei fratelli, furono divorati
dalla furia della carne, che io non ebbi,
svigoriti dall'attività dei sensi, che io non ebbi,
induriti da crescenti bramosie, che io non ebbi,
pur procurandosi fama e ricchezza.
Poi io, la creatura malata, l'idiota,
rimasto in un cantuccio della vita,
ebbi una visione, e attraverso di me l'ebbero molti,
ignorando che ero io il tramite.
Così un albero spuntò
da me, seme di senape.

L'ateo del villaggio

Voi giovani che discettate sulla dottrina
dell'immortalità dell'anima,
io che giaccio qui fui l'ateo del villaggio,
loquace, polemico, versato nelle dispute
dei miscredenti.
Ma durante una lunga malattia
mentre la tosse mi uccideva
lessi le Upanishad e la poesia di Gesù.
Ed esse accesero una fiaccola di speranza e intuizione
e desiderio che l'Ombra,
guidandomi rapida per le caverne di tenebra,
non poté estinguere.
Ascoltatemi, voi che vivete nei sensi
e pensate soltanto attraverso i sensi:
l'immortalità non è un dono,
l'immortalità è una conquista;
e solo coloro che lottano allo stremo
la possederanno.

John Ballard

Nel rigoglio della mia forza
bestemmiai Dio, ma non mi badò:
come avessi bestemmiato le stelle.
Nella mia ultima malattia agonizzavo, ma fui temerario
e bestemmiai Dio per la mia sofferenza;
e Lui ancora non mi badò;
mi lasciò fare, come sempre.
Come avessi bestemmiato il campanile dei presbiteriani.
Poi, mentre le forze mi mancavano, m'assalì il terrore:
forse m'ero alienato Dio con le mie bestemmie.
Un giorno Lydia Humphrey mi portò un bouquet
e mi venne l'idea di fare amicizia con Dio,
così cercai di fare amicizia con Lui;
ma fu come se avessi cercato di fare amicizia col bouquet.
Ora ero molto vicino al segreto,
perché potevo davvero fare amicizia col bouquet
stringendo a me l'amore che sentivo per il bouquet,
e così mi stavo impossessando a poco a poco del segreto, ma. -
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Julian Scott; Alfonso Churchill; Zilpha Marsh; James Garber; Lydia Humphrey

Julian Scott

Verso la fine
la verità degli altri era menzogna per me;
la giustizia degli altri ingiustizia per me;
le loro ragioni di morte, ragioni di vita per me;
le loro ragioni di vita, ragioni di morte per me;
avrei ucciso quelli che loro salvavano,
e salvato quelli che uccidevano.
E capii che se un dio, portato in terra,
dovesse esprimere ciò che vede e pensa,
non potrebbe vivere in questo mondo di uomini
e agire in mezzo a loro fianco a fianco
senza continui scontri.
La polvere è per strisciare, il cielo per volare -
perciò, o anima, ad ali spiegate,
vola alta verso il sole!

Alfonso Churchill

Per burla mi chiamavano il "Professor Luna",
quand'ero ragazzo a Spoon River, nato con la sete
di conoscere le stelle.
Mi schernivano quando parlavo delle montagne lunari,
e del caldo e del freddo pungente,
e delle valli d'ebano presso le vette d'argento,
e di Spica a quadrilioni di miglia di distanza,
e della pochezza dell'uomo.
Ma ora che la mia tomba è onorata, amici,
non fate che lo sia perché insegnai
la scienza delle stelle al Knox College,
ma invece per questo: che attraverso le stelle
predicai la grandezza dell'uomo,
che è parte del disegno delle cose
nonostante la distanza di Spica o di Andromeda;
e non è un interrogativo secondario
rispetto al senso del dramma.

Zilpha Marsh

Alle quattro sul finire di ottobre
me ne stavo sola nella scuola di campagna
oltre la strada fra i campi spogli,
e un turbine di vento sbatteva le foglie contro i vetri,
e borbottava nella canna della stufa,
che dallo sportello aperto attenuava le ombre
con lo spettrale bagliore di un fuoco morente.
Mi gingillavo con la planchette -
all'improvviso il polso mi divenne inerte,
e la mano cominciò a muoversi rapida sulla lavagna,
finché fu tracciato il nome di "Charles Guiteau",
che minacciava di materializzarsi davanti a me.
Mi alzai e fuggii dalla stanza senza cappello
nell'oscurità, atterrita dai miei poteri.
Da allora gli spiriti si affollarono -
Chaucer, Cesare, Poe e Marlowe,
Cleopatra e Mrs. Surrat -
dovunque andassi, con messaggi, -
tutte sciocchezze convenne Spoon River.
Vai dicendo assurdità ai bambini, non è vero?
Ma supponete che io veda quel che voi non avete mai visto
e mai udito e per cui non avete parole,
certo che dico cose assurde quando mi chiedete
cos'è che vedo!

James Garber

Ti ricordi, viandante, il sentiero
che tracciai sul terreno dove ora sorge il teatro,
andando al lavoro con passo svelto per tanti anni?
Bada bene:
forse anche tu camminerai fin dove le colline di Miller's Ford
non paiono più lontane;
molto dopo che le avrai viste a portata di mano,
oltre quattro miglia di prateria;
e quando l'amore della donna tacerà
e non dirà più: "Io ti salverò".
E quando il volto di amici e parenti
sarà divenuto fotografia sbiadita, penosamente muto,
con quello sguardo triste che dice: "Non posso aiutarti".
E quando avrai cessato di rimproverare all'umanità
di far lega contro la tua anima che s'è arresa -
tutti quanti costretti a mezzogiorno e mezzanotte
a guardare con occhio fermo il proprio destino;
quando avrai capito questo, pensa a me
e al mio sentiero, a me che lo percorrevo e sapevo
che né uomo o donna, né fatica
o dovere, oro o potere
possono placare il desiderio dell'anima,
la solitudine dell'anima!

Lydia Humphrey

Su e giù, su e giù, tra casa e chiesa
con la Bibbia sotto il braccio,
finché fui vecchia e grigia;
zitella, sola al mondo,
trovavo fratelli e sorelle alla congregazione,
e figli in chiesa.
So che mi deridevano e mi giudicavano stramba.
Sapevo di anime d'aquila che volavano alto nella luce del sole,
sopra il campanile della chiesa, e deridevano la chiesa,
disprezzandomi, non vedendomi neppure.
Ma se l'aria di quell'altezza gli era cara, cara era per me la chiesa.
Era la visione, la visione, la visione dei poeti
democratizzata!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Julian Scott

Verso la fine
la verità degli altri era menzogna per me;
la giustizia degli altri ingiustizia per me;
le loro ragioni di morte, ragioni di vita per me;
le loro ragioni di vita, ragioni di morte per me;
avrei ucciso quelli che loro salvavano,
e salvato quelli che uccidevano.
E capii che se un dio, portato in terra,
dovesse esprimere ciò che vede e pensa,
non potrebbe vivere in questo mondo di uomini
e agire in mezzo a loro fianco a fianco
senza continui scontri.
La polvere è per strisciare, il cielo per volare -
perciò, o anima, ad ali spiegate,
vola alta verso il sole!

Si dice che si nasca incendiari per morire pompieri.

Il percorso di Julian Scott, invece, credo sia stato l'esatto opposto.

Ad un certo punto, forse incattivito dalle vicissitudini, o arrabbiato per la vecchiaia, o frustrato per qualche cosa, ha cominciato ad inveire contro tutto e contro tutti. E a fare il contrario, per partito preso, di ciò che facevano gli altri.

A me Julian Scott fa un po' pena, altro che anima che vola alto!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Io mi faccio una domanda semplice semplice: l’Antologia è ottimista o pessimista? Oppure c'è anche una terza possibilità; quella di una specie di neutralità, di un bilanciamento naturale tra ambizioni fallite e bellezza della vita tal quale?

Personalmente faccio mia (con riserva) la terza ipotesi.

In fondo, che la vita sia un cimitero di ambizioni fallite lo diceva anche il nostro Pavese. Il quale, a onor del vero, non è che fosse proprio il massimo dell’obiettività, non sprizzando ottimismo già di suo. Ma lo diceva anche il ben più equilibrato Salomone, tanto per dirne uno.

Mi spingo con coraggio: io credo che si possa fare un parallelo tra Dante e Lee Master: in entrambi, infatti, i morti ci parlano. E sono ben più vivi nei loro rispettivi scritti, che non quanto lo fossero stati nella vita vera, quando il cuore pulsava e il cervello girava. Voglio dire se Dante non avesse parlato di Paolo e Francesca, oggi Paolo e Francesca sarebbero morti per tutti.

La stessa cosa vale, a maggior ragione, per i piccoli individui dell’Antologia, che di certo nessuno oggi ricorderebbe non avendo nemmeno avuto l'onore della luce estemporanea che la Storia ha regalato ai personaggi della Commedia.

Ha qualcosa da insegnarci l’Antologia? Ci dice qualcosa? E se si, cosa? Che la vita non va sprecata, anzitutto, va bene, questo si, senz’altro. Perché se la sprechiamo, poi, ci troveremo un giorno a far parlare di noi come quelli che avrebbero potuto ma non hanno fatto.

Ma ci dice, secondo me, anche altro: che la vita è bella proprio perché insignificante. Cosa che non è per niente paradossale, al contrario, è una frase dritta dritta sulla quale costruire il nostro futuro.

Nell’Antologia si sono persone morte da bambini, che quindi non hanno potuto dare alcun contributo, non hanno nemmeno avuto il tempo di peccare per crescere, per imparare. Sono morti troppo presto, eppure ci parlano e hanno qualcosa da dirce. E ci parlano allo stesso modo con cui ci parlano i grandi, i medici del paese o coloro che hanno passato la vita sulle “sudate” carte, per usare un'espressione leopardiana.

Tutti sono morti e tutti sono lì a ricordarci di aver vissuto invano. Per lo meno questo è il messaggio che io scorgo a livello superficiale, il primo che viene alla mente leggendo queste semplici poesie. Ma se guardiamo in profondo, invece, vediamo in controluce un altro messaggio, forse ben più importante. Che però si legge solo se ci prendiamo la briga di aprire la bottiglia del naufrago: la vita è bella perché è vita. La vita è bella non perché uno parla in un determinato modo o perché sta facendo carriera. Non perché sta avendo successo o perché è diventato ricco.

Lasciatemi scrivere una serie di banalità che forse farà cadere le braccia a molti: la vita è bella perché ci sono i fiori e i sorrisi, le albe e i tramonti. Ho scritto appositamente le quattro cose più banali e sciocche che mi sono venute in mente.

Queste cose sono comuni a tutti e a tutti, prima o poi, capita di lasciarcele sfuggire perché troppo presi da altro. Sul perché facciamo così ci sono manuali interi di sociologia e psicologia che manco ho letto.

Prima o poi capita a tutti di perdere il senso, il contatto con la realtà "vera", tanto che se qualcuno ce lo ricorda, parlando in modo semplice e chiaro di fiori, farfalle, albe e tramonti ci vien da ridere. Uno ride quando è in difficoltà. Se qualcuno ti tocca un nervo, ridi per non piangere.

Quanti rimpianti hanno tutti gli eroi semplici, che sono lì sulla collina, che è forse la stessa collina che Dante vede nel canto I dell’Inferno, la stessa che dobbiamo salire tutti quanti se vogliamo vedere le cose con più chiarezza.

La chiarezza, la bellezza, la goduria della vita, sta nelle cose semplici. Questo, per me, ci dice l’Antologia. E solo questo. E ce lo dice in un modo talmente chiaro che qualcuno legge l’Antologia come una serie di parole ingenue, proprio come se qualcuno gli stesse dicendo che la vita deve essere vissuta per i fiori e per i tramonti, come ho fatto io facendomi sorridere dietro.

Dobbiamo recuperare il piccolo, smettendola di essere o apparire troppo profondi, suscettibili e distanti dagli altri, come se fossimo presi ogni giorno da qualche malattia che ci fa morire da vivi.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Faith Matheny

Lì per lì non saprete cosa vogliono dire,
e forse non lo saprete mai,
e forse non ve lo diremo mai:
questi bagliori improvvisi dell'anima,
come folgori guizzanti su candide nubi
a mezzanotte quando c'è la luna piena.
Arrivano in momenti di solitudine, o forse
siete con un amico, e all'improvviso
cade un silenzio nel discorso, e i suoi occhi
senza un fremito vi guardano ardenti:
avete visto insieme il segreto,
egli lo vede in voi, e voi in lui.
E restate là trepidanti nel timore che il mistero
vi si pari davanti e vi colpisca a morte
con un fulgore simile al sole.
Siate coraggiose, anime che avete simili visioni!
Mentre il vostro corpo è vivo e il mio è morto,
voi catturate un piccolo alito dell'etere
riservato a Dio stesso.


Un bellissimo invito agli ormai quasi vituperati "carpe diem".

Che non sono, credo io, attimi nelle cose, ma cose negli attimi.

Sono veri e propri atti concreti con cui qualcosa, qualcuno o forse anche il nulla, ci comunica che stare al mondo è buona cosa.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
E' un'opera importante perché parla di noi a tutti noi. Non parla solo di morti, ma parla di vivi, di quello che lasciano come testamento spirituale, come monito o come consiglio a chi viene dopo di loro. Ed è questa la forza di questa raccolta, che ognuno di loro è un protagonista e si racconta e ci racconta. E un inno alla comunicazione, alla relazione, al racconto, la parola sopra tutto. Ed è questa la grande forza di questa Antologia: siamo unici perché anche dopo la nostra morte c'è un racconto che riguarda ognuno di noi.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Le Roy Goldman; Gustav Richter; Arlo Will Il capitano Orlando Killion Jeremy Carlisle

Le Roy Goldman

"Che cosa farete in punto di morte,
se per tutta la vita avrete rifiutato Gesù,
e saprete a quel punto, che Lui non vi è amico?"
continuavo a ripetere io, il predicatore.
D'accordo! Ma ci sono amici e amici.
E benedetto tu sia, dico io, ora che so tutto,
tu che hai perduto, prima della morte,
il padre o la madre, o il vecchio nonno o la nonna,
un'anima bella che visse con forza la vita,
e ti conobbe a fondo, e ti amò sempre,
e non mancherà di parlare per te,
e fare a Dio un ritratto approfondito della tua anima,
come solo può fare chi è della tua carne.
Quella è la mano cui la tua mano tenderà,
perché ti conduca lungo il corridoio
fino al tribunale dove nessuno ti conosce!

Gustav Richter

Dopo una lunga giornata di lavoro nelle serre
il sonno era dolce, ma se si dorme sul fianco sinistro
i sogni possono finire bruscamente.
Stavo tra i fiori ed era come se qualcuno
li coltivasse per prova,
per poi trapiantarli
in un giardino più grande all'aria aperta.
E io ero visione incorporea
nella luce, come se il sole entrando
si fosse librato a toccare la volta di vetro
come un palloncino e fosse scoppiato mollemente,
in un pulviscolo d'aria dorata.
E tutto era silenzio, ma in quello splendore
era immanente un pensiero chiaro
come viva voce, e io, nel pensiero,
sentivo una presenza pensare mentre si aggirava
tra i vasi potando foglie,
cercando insetti e osservando i pregi
con un occhio cui nulla sfuggiva:
"Omero, oh, sì! Pericle, bene.
Cesare Borgia, che ne facciamo di te?
Dante, un po' troppo concime, forse.
Napoleone, lasciamolo stare così per ora.
Shelley, più terra. Shakespeare, bisogna annaffiarlo -".
Nubi in vista, eh! -

Arlo Will

Avete mai visto un alligatore
venir fuori dal fango,
accecato dal grande bagliore del meriggio?
Avete mai visto i cavalli nella stalla di notte
fremere e sobbalzare alla vista d'una lanterna?
Avete mai camminato nel buio
quando davanti a voi si apre una porta sconosciuta
e vi pare di trovarvi alla luce di mille candele
di finissima cera?
Avete mai camminato col vento negli orecchi
e la luce del sole d'intorno
che all'improvviso risplende d'un segreto fulgore?
Fuori dal fango tante volte,
davanti a tante porte di luce,
per tanti campi di fulgori,
dove intorno ai tuoi passi una gloria silente s'irradia
come neve fresca,
tu percorrerai la terra, o anima forte,
e innumerevoli cieli
fino alla vampa finale!

Il capitano Orlando Killion

Oh, voi giovani radicali e sognatori,
voi ingenui senza paura
che passate accanto alla mia lapide,
non ridete se ricorda che fui capitano dell'esercito
ed ebbi fede in Dio!
Le due cose non si contraddicono.
Passate con reverenza, e leggete con seria attenzione
che un gran popolo, cavalcando con urla di sfida
il centauro della Rivoluzione
spronato e frustato sino alla frenesia,
tremò di terrore, scorgendo la foschia del mare
oltre il baratro verso cui correva,
e cadde di sella in precipitoso sgomento
per celebrare la festa dell'Essere Supremo.
Mosso dallo stesso senso di sconfinata realtà
della vita e della morte, e gravato a mia volta
dal destino d'una razza,
come potevo io, piccolo bestemmiatore,
nel turbine dell'incontenibile marea di una nazione,
continuare a essere bestemmiatore,
e capitano dell'esercito?

Jeremy Carlisle

Viandante, il peccato più grande di tutti i peccati
è la cecità dell'anima verso le altre anime.
E la gioia più grande di tutte le gioie
è che si veda il bene in voi, e che voi vediate il bene
nell'attimo miracoloso!
Devo confessare un superbo disprezzo,
e un amaro scetticismo.
Ma ricordate il liquido che Penniwit
versava sulle lastre fotografiche, per farle azzurre
d'una nebbia come fumo di noce?
E poi il ritratto cominciava a schiarirsi
finché il volto si delineava come vivo?
Così mi appariste, voi che siete dimenticati,
e anche voi nemici, via via
che il mio viso si schiariva per voi e i vostri
si schiarivano per me.
Allora fummo pronti a camminare insieme
e cantare in coro e inneggiare all'alba
d'una vita che sia vita davvero.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Joseph Dixon; Judson Stoddard; Russel Kincaid; Aaron Hatfield; Isaiah Beethoven

Joseph Dixon

Chi ha scolpito un'arpa spezzata sulla mia tomba?
Per voi sono morto, non c'è dubbio. Ma quante arpe e pianoforti
rincordai e tirai e districai per voi,
facendoli melodiosi di nuovo - con o senza il diapason?
Sì, certo! L'arpa deriva dall'orecchio umano, si dice,
ma dov'è l'orecchio che regola la lunghezza delle corde
secondo una magia di numeri che volano più veloci del pensiero
attraverso una porta che si chiude sul vostro muto stupore?
Non c'è orecchio vicino all'orecchio umano, che colga
fra corde e colonne d'aria l'anima del suono?
lo fremo a chiamarlo un diapason che afferra
da lontano onde miste di musica e luce,
l'antenna del Pensiero che ascolta dallo spazio sconfinato.
Certo l'armonia che governò il mio spirito è prova
di un Orecchio che mi accordò, capace di accordarmi
e usarmi ancora se sarò degno dell'uso.

Judson Stoddard

Sulla cima d'una montagna sopra le nubi
fluttuanti come mare ai miei piedi
dissi quella vetta è il pensiero di Budda,
e quella è la preghiera di Gesù,
e questa il sogno di Platone,
e quella laggiù il canto di Dante,
e questa è Kant e questa è Newton,
e questa Milton e questa Shakespeare,
e questa la speranza di Madre Chiesa,
e questa - insomma tutte queste vette sono poemi,
poemi e preghiere che fendono le nubi.
E dissi: "Che ne fa Dio delle montagne
che s'innalzano quasi al cielo?".

Russel Kincaid

Nell'ultima primavera che vissi,
in quegli ultimi giorni,
me ne stavo nell'orto abbandonato
dove oltre la distesa di verde scintillavano
le colline di Miller's Ford;
così a contemplare il melo
col suo tronco decrepito e i rami secchi,
e i verdi germogli dai fiori delicati
sparsi sull'intrico scheletrico,
che mai avrebbero dato frutti.
E stavo là con lo spirito avvolto
da carne quasi morta, i sensi intorpiditi,
ripensando alla giovinezza e alla terra giovane, -
fantomatici fiori dal pallido splendore
sui rami esanimi del Tempo.
O terra che ci lasci prima che il cielo ci prenda!
Fossi stato almeno un albero che rabbrividisce
di sogni di primavera e giovinezza frondosa,
sarei caduto nel ciclone
che m'avrebbe strappato al dubbio dell'anima e gettato
dove non c'è né terra né cielo.

Aaron Hatfield

Meglio del granito, Spoon River,
è il quadro commemorativo che conservi di me
in piedi davanti ai pionieri uomini e donne
nella chiesa di Concord il giorno della Comunione
mentre parlo con voce rotta del giovane contadino
della Galilea che andò in città
e fu ucciso da banchieri e avvocati;
la mia voce si confonde col vento di giugno
che soffia da Atterbury sui campi di grano;
intanto le pietre bianche del cimitero
intorno alla chiesa brillano al sole estivo.
E là, benché i miei ricordi
fossero un peso troppo grande, c'eravate voi, o pionieri,
a capo chino esalando il vostro dolore
per i figli uccisi in battaglia e le figlie
e i piccoli scomparsi nel mattino della vita,
o nell'ora intollerabile del meriggio.
Ma in quei momenti di drammatico silenzio,
mentre ci passavamo il pane e il vino,
venne per noi la riconciliazione -
noi gli aratori e i taglialegna,
noi i contadini, fratelli del contadino della Galilea -
a noi venne il Consolatore
e il conforto di lingue di fiamma!

Isaiah Beethoven

Mi dissero che avevo tre mesi di vita,
così mi trascinai a Bernadotte,
e per ore e ore me ne stavo accanto al mulino
dove l'acqua raccolta agitata nel profondo
sembrava immobile:
o mondo, questo sei tu!
Sei soltanto uno slargo nel fiume
in cui guarda la vita e ci rallegra
vederla specchiata in noi, e così sogniamo
e ci volgiamo altrove, ma quando torniamo
a cercare quel volto, ecco le pianure
e i pioppi disseccati tra i quali ci gettiamo
nel più grande fiume!
Ma qui accanto al mulino le nubi merlate
si schernivano nell'acqua vorticante
e di notte sul suo pavimento di agata
la fiamma della luna scorreva sotto i miei occhi
nella quiete della foresta rotta
da un flauto in una capanna sul colle.
Alla fine quando fui costretto a letto
debole e sofferente, coi sogni intorno a me,
l'anima del fiume m'era entrata nell'anima,
e la forza raccolta nella mia anima si muoveva
così in fretta da parere ferma
sotto città di nubi e sotto
sfere d'argento e mutevoli mondi -
finché vidi un bagliore di trombe
sui bastioni al di sopra del Tempo!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Elijah Browning; Webster Ford

Elijah Browning

Ero tra una folla di bimbi
danzanti ai piedi d'una montagna.
Una brezza si levò da oriente e li spazzò via come foglie,
spingendone alcuni sui pendii... Tutto era cambiato.
C'erano fuggevoli luci, e lune mistiche, e musica di sogno.
Una nube calò su di noi. Quando si levò, tutto era cambiato.
Ora ero in mezzo a una folla rissosa.
Poi una figura d'oro scintillante, e una con la tromba,
e una con lo scettro mi vennero incontro.
Mi schernirono e danzarono un rigolone e svanirono...
Tutto cambiò di nuovo. Da una pergola di papaveri
una donna si denudava il seno e levava la bocca aperta verso la
mia.
La baciai. Le sue labbra sapevano di sale.
Mi rimase del sangue sulle labbra. Caddi esausto.
Mi rialzai e salii più in alto, ma una foschia come da un iceberg
offuscava i miei passi. Avevo freddo e soffrivo.
Poi il sole m'inondò ancora,
e vidi le nebbie sotto di me nascondere tutto.
Allora, curvo sul bastone, riconobbi
il profilo della mia ombra sulla neve. E sopra di me
era l'aria muta, trafitta da un cono di ghiaccio,
sopra cui pendeva una stella solitaria!
Un brivido d'estasi, un brivido di terrore
mi percorse. Ma non potevo tornare ai pendii -
anzi, non desideravo tornare.
Perché le onde spente della sinfonia di libertà
lambivano le rocce eteree intorno a me.
Quindi scalai la vetta.
Gettai il bastone.
Toccai quella stella
con la mano protesa.
Svanii del tutto.
Perché la montagna affida alla verità infinita
chiunque tocchi la stella!

Webster Ford

Tu non ricordi, o delfico Apollo,
l'ora del tramonto sul fiume, quando Mickey M'Grew
gridò, "C'è uno spettro", e io, "È l'Apollo delfico";
e il figlio del banchiere ci schernì, dicendo, "È il riflesso
degli ireos al bordo dell'acqua, voi sciocchi rimbambiti".
E da allora, mentre i tediosi anni passavano, e da tempo
il povero Mickey era caduto dentro la torre dell'acqua incontro
alla morte,
giù, giù, nella tenebra urlante, mi portai
quella visione svanita con lui come un razzo che cade
e si smorza a terra, e la celavo per timore
del figlio del banchiere, invocando che Plutone mi salvasse.
Tu fosti vendicato per l'onta di un pavido cuore,
lasciandomi solo finché ti rividi nell'ora
che mi parve d'esser mutato in albero con tronco e rami
che indurivano, pietrificavano, eppure gemmavano
in foglie di lauro, miriadi di foglie lucenti,
tremolanti, palpitanti, crepitanti, resistenti al torpore
che dal tronco morente e dai rami s'insinuava nelle vene!
È vano, giovinezza, fuggire il richiamo di Apollo.
Gettati nella fiamma, muori con un canto di primavera,
se morire tu devi in primavera. Perché nessuno
può guardare il viso di Apollo e sopravvivere, e scegliere devi,
tra la morte nel fuoco e la morte dopo anni di dolore,
radicato saldamente alla terra, quando senti l'orrenda mano,
non tanto nel tronco quanto nel torpore tremendo
che sale strisciando alle foglie di lauro che continuano
a spuntare finché non sei caduto. O mie foglie
troppo secche per farne ghirlande, adatte soltanto
alle urne della memoria, pregiate, forse, come temi
per cuori eroici, che cantino e vivano senza paura -
delfico Apollo!
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
In alcune di queste ultime c'è tanta fede. La vedo trasparire fra le righe, assieme alla vita, alla morte e alla speranza. È un gran peccato che Lee Masters non si sia più ripetuto a questi livelli.
Non conosco il motivo per cui non si è più impegnato in altri progetti letterari di tale originalità. Ma questa opera, come si diceva, parla forse più della vita che della morte. Anzi, parla ai vivi con le parole di chi, sebbene sepolto nella collina a Spoon River, sembra aleggiare ancora fra noi in ogni microcosmo di vita sociale, in ogni paese di un'america minore, in ogni dove; sembra aleggiare in mezzo a tutti noi.
Un'antologia che trasuda vita, un'antologia di vita da tenere sempre nella tasca interna della giacca.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
mi piacerebbe dare un volto o un'immagine ad alcuni di loro...ci provo


Il suonatore Jones

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alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Grazie, Zingaro, per la tua costanza :D Non mi è facile commentare, ma in silenzio ho riletto un bellissimo libro di poesie :)
 
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