142° MG - Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

isola74

Lonely member
Alexander Throckmorton

Da giovane, le mie ali erano forti e instancabili,
ma non conoscevo le montagne.
Da vecchio conoscevo le montagne
ma le mie ali stanche non potevano tener dietro alla visione -
il genio è saggezza e gioventù.


.... piuttosto io direi che il genio è la saggezza di approfittare delle occasioni quando si presentano....... ogni età ha ha le sue :wink:
 

isola74

Lonely member
John Hancock Otis

Quanto alla democrazia, concittadini,
non siete forse disposti a riconoscere
che io, erede d'una fortuna e bene educato,
non fui secondo a nessuno a Spoon River
per devozione alla causa della Libertà?
Mentre il mio coetaneo Anthony Findlay,
nato in una baracca e che aveva cominciato
come acquaiolo degli operai della ferrovia,
poi diventato operaio cogli anni,
e in seguito capo-reparto, fino ad arrivare
alla direzione delle ferrovie,
e vissuto a Chicago,
fu un vero negriero,
che spezzava la schiena ai lavoratori,
e nemico spietato della democrazia.
E io ti dico, Spoon River,
e dico a te, o Repubblica,
guardatevi dall'uomo che sale al potere
e una volta aveva le pezze al culo.


ovviamente non si può generalizzare.... ma questa poesia mi ha sempre fatto pensare a un modo di dire napoletano... che più o meno rispecchia lo stesso pensiero:
'e zingar sagliut'
 
D

Daria87

Guest
la vedova Mcfarlane

Mi ricorda molto la figura mitologica delle Parche
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
citazione da "I miserabili" di V.Hugo

[Il vescovo Myriel] leggendo il necrologio di un gentiluomo del paese, nel quale si faceva sfoggio, per tutta una pagina, oltre alle benemerenze del defunto, di tutti i titoli feudali e nobiliari dei parenti, esclamò:

«Che buone spalle ha la morte! Guardate che bella soma di titoli le fanno allegramente portare! Bisogna proprio che gli uomini abbiano molto
spirito per mettere così la tomba al servizio della loro vanità!».
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Jonathan Swift Somers

Spero mi vogliate perdonare se dirotto la vostra attenzione su questa...mi piacerebbe avere i vostri commenti:



Jonathan Swift Somers

Quando vi sarete arricchiti l'anima
il più possibile,
con i libri, la riflessione, il dolore, la conoscenza degli uomini,
la capacità d'interpretare sguardi, silenzi,
le pause nei grandi mutamenti,
il genio della divinazione e della profezia;
sicché vi parrà a volte di tenere il mondo
nel cavo della mano;
allora, se per l'affollarsi di tanti poteri
entro il cerchio della vostra anima,
l'anima prende fuoco,
e nell'incendio dell'anima
il male del mondo è illuminato e reso intelligibile -
siate grati se in quell'ora di visione suprema
la vita non v'inganna.




Si parla di quel bruttissimo vizio, detto alterigia, secondo voi?

Secondo me solo tangenzialmente.

Mi sembra quasi che ci sia una presa di coscienza circa la difficoltà di accrescere la propria cultura (chiamiamola così), senza divenire per l'appunto superbi e presuntuosi.

Mi sembra quasi che mi si voglia dire che nel momento in cui ci si forgia il cervello rimanendo sè stessi, allora il mondo si dispiega ai nostri occhi.

E' una poesia ermetica per me.

Help me, ma senza andarvi a vedere cosa dice la critica, per favore (se già non l'avete fatto, ovviamente)
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Il diret. Whedon; Eugene Carman; Clarence F.; W. Lloyd Garrison S.; Il prof. Newcomer

Il direttore Whedon

Saper vedere ogni aspetto d'ogni problema,
dar ragione a tutti, essere tutto, non essere nulla a lungo;
pervertire la verità, strumentalizzarla,
sfruttare i grandi sentimenti e le passioni della famiglia umana
per bassi scopi, per fini astuti,
indossare una maschera come gli attori greci -
il tuo quotidiano di otto pagine - dietro cui ti nascondi,
strillando nel megafono dei caratteri cubitali:
"Sono io il gigante".
E quindi vivere anche la vita di un ladruncolo,
avvelenato dalle parole anonime
di un'amica segreta.
Per danaro insabbiare uno scandalo
o divulgarlo ai quattro venti per vendetta,
o per vendere il giornale,
distruggendo reputazioni, o corpi, se necessario,
vincere a ogni costo, salvo la vita.
Gloriarsi di un potere demoniaco, minare la civiltà,
come un ragazzo paranoico mette un tronco sulle rotaie
e fa deragliare il rapido.
Essere un direttore, com'ero io.
Poi giacere qui accanto al fiume sopra il punto
dove scorre la fogna del villaggio,
e scaricano barattoli vuoti e immondizie,
e nascondono gli aborti.

Eugene Carman

Schiavo di Rhodes! Vendevo scarpe e tela,
farina e pancetta, tute, vestiario, tutto il giorno
quattordici ore al giorno, trecentotredici giorni l'anno
per più di vent'anni.
Dicevo "sissignora" e "sissignore" e "grazie"
mille volte al giorno, e tutto per cinquanta dollari al mese.
Abitavo in una fetida stanza di quella topaia del "Commercial".
E costretto ad andare alla Sunday-school, ad ascoltare
il reverendo Abner Peet centoquattro volte l'anno,
per più di un'ora ogni volta,
perché Thomas Rhodes dirigeva la chiesa
oltre che il negozio e la banca.
Così quel mattino mentre mi annodavo la cravatta
d'un tratto mi vidi nello specchio:
i capelli tutti grigi, la faccia una torta fradicia.
Bestemmiai come un forsennato: Tu maledetto vecchio!
Cane vigliacco! Pezzente schifoso!
Schiavo di Rhodes! Tanto che Roger Baughman
pensò che stessi litigando con qualcuno,
e guardò sopra la tramezza giusto in tempo
per vedermi stramazzare a terra.
M'era scoppiata una vena del cervello.

Clarence Fawcett

La morte improvvisa di Eugene Carman
mi mise in lizza per l'aumento a cinquanta dollari al mese,
e quella sera lo dissi a mia moglie e ai miei figli.
Ma l'aumento non arrivò, e allora pensai
che il vecchio Rhodes mi sospettasse del furto
di coperte che avevo preso e venduto sottobanco
per pagare il medico della mia bambina.
Poi come un fulmine il vecchio Rhodes mi accusò,
ma disse che mi avrebbe perdonato perché avevo famiglia
se confessavo, e allora confessai,
e lo pregai di non fare uscire la cosa sui giornali,
e lo chiesi anche ai redattori.
Quella notte la polizia venne a prendermi a casa,
e tutti i giornali, tranne il "Clarion",
mi fecero un bel ritratto di ladro
perché era il vecchio Rhodes che pagava
e voleva che servissi di esempio.
Insomma, figuratevi come piansero i bambini
e come mi compianse e mi odiò mia moglie,
e come sono finito qui.

W. Lloyd Garrison Standard

Vegetariano, non-violento, libero pensatore, di morale cristiana,
oratore incline al ritmo artificioso di Ingersoll;
carnivoro, vendicativo, credente e pagano;
casto, promiscuo, volubile, traditore, vano,
orgoglioso, di quell'orgoglio che considera la lotta una cosa risibile;
col cuore roso dal verme d'una finta disperazione;
che indossa la maschera dell'indifferenza per nascondere l'onta
della sconfitta;
io, figlio dell'idealismo antischiavista -
una specie di Brand mancato,
che altro potevo fare quando difesi
quei patrioti canaglie che incendiarono il tribunale,
perché Spoon River ne avesse uno nuovo,
se non riconoscerne la colpa? Quando Kinsey Keene trafisse
la maschera di cartone della mia vita con una lancia di luce,
che potevo fare se non strisciare via, come la belva
venuta su dal cucciolo che ero, a ringhiare in un angolo?
La piramide della mia vita non fu che una duna,
arida e informe, devastata infine dalla tempesta.

Il professor Newcomer

Tutti risero del colonnello Prichard
perché aveva comprato un motore così potente
che si fracassò, e fracassò la macina
che faceva funzionare.
Ma è questa la beffa di dimensioni cosmiche:
il naturale istinto che ha spinto l'uomo
a far scaturire dal cervello una vita spirituale -
oh, miracolo del mondo! -
quello stesso cervello con cui la scimmia e il lupo
si procurano cibo e riparo e si riproducono.
La natura ha spinto l'uomo a questo,
in un mondo in cui non gli dà altro da fare
dopo tutto (benché la forza della sua anima si affanni,
in un futile spreco di energia,
a ingranarsi coi mulini degli dei)
se non procurarsi cibo, riparo e riprodursi!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Ralph Rhodes; Mickey M'Grew; Rosie Roberts; Oscar Hummel; Roscoe Purkapile

Ralph Rhodes

Tutto quel che dicevano era vero:
feci fallire la banca di mio padre coi prestiti ottenuti
per speculare sul grano a tempo perso; ma questa è la verità -
compravo grano anche per lui,
che non poteva figurare nell'affare
per via dei suoi rapporti con la chiesa.
E mentre George Reece scontava la pena
io inseguii il fuoco fatuo delle donne
e l'inganno del vino a New York.
È fatale disgustarsi del vino e delle donne
quando non hai nient'altro nella vita.
Ma immaginate la vostra testa grigia, e china
su un tavolo cosparso di mozziconi acri
di sigarette e bicchieri vuoti,
e si sente un colpo, e voi sapete che è il colpo
così a lungo soffocato dallo scoppio dei tappi
e dalle strida fatue delle donnine -
voi alzate lo sguardo, ed ecco la vostra ladra,
lei che ha atteso che aveste la testa grigia
e il cuore perdesse colpi per dirvi:
il gioco è finito. Sono venuta a prenderti.
Vai sulla Broadway e fatti investire,
ti rispediranno a Spoon River.

Mickey M'Grew

Sempre la solita storia la mia vita:
qualcosa al di fuori di me mi trascinava in basso,
non fu la mia forza ad abbandonarmi.
Ci fu la volta che mi guadagnai i soldi
per andarmene via a studiare,
e all'improvviso mio padre si trovò in difficoltà e
dovetti dargli tutto.
E così un giorno mi ritrovai
uomo tuttofare a Spoon River.
E quando si trattò di pulire la torre dell'acquedotto
e mi tirarono su a settanta piedi di altezza,
mi sciolsi la fune dalla cintola,
e slanciai allegramente le braccia gigantesche
verso il liscio orlo d'acciaio della cima della torre -
ma scivolarono sul perfido limo,
e giù, giù, giù, affondai
nella tenebra ruggente!

Rosie Roberts

Ero nauseata, ma più ancora, furiosa
con la sporca polizia e lo sporco gioco della vita.
Così scrissi al capo della polizia a Peoria:
"Sono qui nella casa della mia infanzia a Spoon River,
dove mi consumo a poco a poco.
Ma venite a prendermi, ho ucciso io il figlio
di quel re del commercio, da Madam Lou,
e i giornali che parlarono di suicidio
mentre in casa puliva un fucile da caccia -
mentirono in modo spudorato per soffocare lo scandalo,
comprati dal danaro.
Fu nella mia stanza che lo uccisi, da Madam Lou,
perché mi buttò a terra con un pugno quando dissi
che, a dispetto dei suoi soldi,
quella notte sarei stata col mio amante".

Oscar Hummel

Avanzavo barcollando nell'oscurità,
c'era un cielo fosco, qualche stella
su cui m'orientavo a fatica.
Erano le nove, cercavo di tornare a casa
ma non so come m'ero perso,
eppure la strada era quella.
Poi annaspai oltre un cancello entro un cortile
e chiamai con quanto fiato avevo in gola:
"Ehi, violinista! Ehi, signor Jones!"
(mi credevo a casa sua e lui mi avrebbe indicato la strada).
Ma non ti viene fuori A.D. Blood,
in camicia da notte, agitando un bastone,
e imprecando contro i dannati saloon
e la delinquenza che ne deriva?
"Oscar Hummel, ubriacone che non sei altro!" diceva,
e intanto barcollavo
sotto i colpi del suo bastone,
finché stramazzai morto ai suoi piedi.

Roscoe Purkapile

Mi amava. Oh, come mi amava!
Non ebbi via di scampo
dal primo giorno che mi vide.
Ma poi quando fummo sposati pensai
che poteva anche morire e lasciarmi libero,
o magari divorziare.
Ma poche muoiono, nessuna rinuncia.
Allora scappai via e me la spassai per un anno.
Ma lei non si lamentò mai. Diceva che tutto si sarebbe risolto,
che sarei tornato. E tornai.
Le raccontai che mentre facevo un giro in barca
ero stato catturato dalle parti di Van Buren Street
dai pirati del lago Michigan,
e tenuto in catene, così non avevo potuto scriverle.
Lei pianse e mi baciò, e disse che era crudele,
vergognoso, disumano!
Allora mi convinsi che il nostro matrimonio
era una grazia del cielo
e non poteva essere sciolto,
se non dalla morte.
Avevo ragione.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
La signora Purkapile; Josiah Tompkins; La signora Kessler; Harmon W.; Bert Kessler

La signora Purkapile

Scappò e restò via per un anno.
AI ritorno mi raccontò quella storia idiota
che l'avevano preso i pirati del lago Michigan
e tenuto in catene, così non aveva potuto scrivermi.
Finsi di credergli, ma sapevo benissimo
cosa faceva, e che si vedeva
con la modista, la signora Williams, di tanto in tanto
quando andava in città per acquisti, lei diceva.
Ma una promessa è una promessa
e il matrimonio è il matrimonio,
e per rispetto a me stessa
rifiutai di farmi attirare in un divorzio
per gli intrighi di un marito che era solo stufo
del giuramento e dei doveri coniugali.

Josiah Tompkins

Ero assai noto e benvoluto
e ricco, secondo il metro
di Spoon River, dove avevo vissuto e lavorato.
Era quello il mio nido,
benché tutti i miei figli fossero volati lontano -
il che è naturale - tutti tranne uno.
Il ragazzo, il più piccolo, rimase in famiglia,
per essermi d'aiuto negli anni del tramonto
e di conforto a sua madre.
Ma io divenni sempre più debole, e lui sempre più forte,
e litigava con me sugli affari,
e sua moglie diceva ch'ero d'impiccio;
e lui convinse sua madre a pensarla come lui,
così mi strapparono di lì per trapiantarci
tutti nella sua casa di ragazza del Missouri.
E alla fine il mio patrimonio s'era talmente ridotto,
che benché scrivessi il testamento a modo suo,
ne ricavò ben poco.

La signora Kessler

Il signor Kessler, vedete, era stato nell'esercito,
e riceveva sei dollari al mese di pensione,
e se ne stava all'angolo di strada a parlare di politica,
o in casa a leggere le Memorie di Grant;
mantenevo la famiglia facendo la lavandaia,
e imparavo i segreti di tutti
da tendine, copriletti, camicie e sottane,
perché le cose nuove diventano vecchie a lungo andare,
sono rimpiazzate da migliori o non lo sono affatto:
la gente o fa progressi o va indietro.
E gli strappi e le toppe s'allargano col tempo;
non c'è ago o filo che possano frenare la rovina,
e ci sono macchie che sfuggono al sapone,
e ci sono colori che stingono vostro malgrado,
però è voi che rimproverano di rovinare il vestito.
Fazzoletti, tovaglie, hanno i loro segreti -
la lavandaia, la Vita, li conosce tutti.
E io, che andavo a tutti i funerali
che c'erano a Spoon River, giuro che mai
ho visto la faccia d'un morto senza pensare che pareva
qualcosa di lavato e stirato.

Harmon Whitney

Dalle luci e dal frastuono delle città,
sospinto come una favilla a Spoon River,
bruciato dal fuoco dell'alcol, distrutto,
amante d'una donna presa per degradarmi,
ma anche per nascondere un orgoglio ferito.
Giudicato e disprezzato dalle menti grette del villaggio,
io, col dono delle lingue e del sapere,
sprofondato qui nella polvere d'un tribunale,
ridotto a frugare nell'immondezza di offese e rancori,
io, cui la vita sorrideva! Io, in un villaggio,
a declamare per dei bifolchi boccheggianti, pagine di versi
frutto dell'erudizione dei miei anni migliori,
o a provocare una risata con uno sprazzo di spirito scurrile
quando mi pagavano da bere per ridestare la mia mente spenta.
Giudicato da voi,
quando a voi è nascosta la mia anima,
con la sua ferita incancrenita
per amore d'una donna che mi aprì la ferita,
col suo freddo seno candido, traditore, puro e duro,
implacabile fino all'ultimo, quando il tocco della sua mano,
in qualunque momento, avrebbe potuto guarirmi dal tifo,
preso nella giungla della vita dove molti si perdono.
E pensare che la mia anima non poté reagire,
come quella di Byron, col canto, con qualcosa di nobile,
ma s'attorcigliò su se stessa come una serpe straziata.
Giudicami così, o mondo!

Bert Kessler

Colpii l'ala dell'uccello,
benché volasse verso il sole al tramonto;
appena echeggiò lo sparo, si levò
sempre più alto tra sprazzi di luce dorata,
finché si rovesciò a capofitto, le penne arruffate,
qualche piuma sospesa nell'aria,
e cadde come piombo sull'erba.
Feci qualche passo, scostando i cespugli,
finché vidi uno schizzo di sangue su un tronco
e la quaglia riversa tra le radici fradice.
Allungai la mano, non c'erano rovi,
ma qualcosa la punse e la trafisse e la gelò.
E poi, in un baleno, scorsi il serpente a sonagli -
le grandi palpebre sugli occhi gialli,
la testa arcuata, affondata nelle spire,
un viluppo schifoso, color cenere,
o di foglie di quercia sbiadite sotto strati di foglie.
Restai impietrito mentre si ritraeva e srotolava
e cominciava a strisciare sotto il tronco,
poi mi afflosciai sull'erba.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Lambert Hutchins; Lillian Stewart; Hortense Robbins; Batterton Dobyns; Jacob Godbey

Lambert Hutchins

Ho due monumenti oltre a questo obelisco di granito:
uno, la casa che costruii sulla collina,
con le guglie, le verande e il tetto di ardesia;
e l'altro, il lungolago di Chicago,
dove c'è il piazzale di manovra dei treni,
con le locomotive che fischiano e le ruote che stridono
e il fumo e la fuliggine scagliati sulla città,
e il frastuono dei vagoni sul boulevard -
uno sgorbio come un porcile nel porto
d'una grande metropoli, lurido come un letamaio.
Contribuii a lasciare questa eredità
a generazioni non ancora nate, col mio voto
in Parlamento,
e il bello fu di farla finita
con la continua paura del bisogno,
e di dare alle mie figlie un'educazione come si deve,
e un senso di sicurezza nella vita.
Ma, vedete, benché avessi la villa
e i viaggi gratis e una certa notorietà locale,
mi arrivavano chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere,
dovunque andassi, e le mie figlie crebbero
con l'aria che qualcuno le volesse bastonare;
e si sposarono all'impazzata, in fretta e furia,
tanto per togliersi di qui e cambiare.
A che è servito allora tutto quanto?
A niente, a un accidente!

Lillian Stewart

Ero la figlia di Lambert Hutchins,
nata in una casetta vicino al mulino,
cresciuta nella villa sulla collina
con le guglie, le verande e il tetto di ardesia.
Com'era fiera della villa mia madre!
Com'era fiera del successo di mio padre!
E come mio padre ci amava e curava,
e si preoccupava della nostra felicità!
Ma credo che la casa sia stata una maledizione,
perché il patrimonio di mio padre era tutto lì,
e quando mio marito si accorse d'aver sposato
una ragazza che in fondo era povera,
mi rinfacciò quelle guglie,
e disse che la casa era una truffa,
un'esca ingannevole per giovanotti, che alimentava la speranza
di una dote che poi non c'era;
e un uomo che si vende il voto
dovrebbe ricavare abbastanza dal tradimento del popolo,
da sistemare tutta la famiglia.
Mi rovinò l'esistenza finché me ne tornai a casa
e vissi da vecchia zitella fino alla morte,
facendo la domestica a mio padre.

Hortense Robbins

Il mio nome era ogni giorno sui giornali
perché cenavo qui,
o facevo un viaggio là,
o affittavo una casa a Parigi,
e ricevevo l'aristocrazia.
Ero sempre a cena o in viaggio,
o a passare le acque a Baden-Baden.
Ora sono qui per fare onore
a Spoon River, accanto alla famiglia da cui discendo.
E a nessuno importa dove cenavo,
o abitavo, o chi ricevevo,
e quante volte passavo le acque a Baden-Baden!

Batterton Dobyns

La mia vedova sarà svolazzata
da Mackinac a Los Angeles,
a riposare e fare bagni e starsene un'ora
o anche più a tavola davanti a zuppe e carni
e dolci squisiti e caffè?
Io fui stroncato nel fiore degli anni
dal troppo lavoro e dall'ansia.
Mi dicevo sempre, vada come vada
l'assicurazione ce l' ho in regola,
e in banca c'è qualcosa,
e un pezzo di terra a Manitoba.
Ma mentre mi spegnevo ebbi una visione
nel delirio finale:
mi vidi inchiodato nella bara,
cravatta bianca di batista e boutonnière,
e mia moglie in un luogo
lontano con vista sul mare.
Pareva riposata, rubiconda e prosperosa,
nonostante i capelli bianchi.
E sorrideva e diceva a un cameriere negro:
"Ancora una fetta di roast-beef, George.
Ecco un nichelino per il disturbo".

Jacob Godbey

Cosa avete provato, voi libertari,
che sprecaste l'ingegno ad appellarvi a nobili argomenti
in giro per i saloon, come se la Libertà
non si potesse trovare in altro posto che al bar
o a tavola, gozzovigliando?
Cosa avete provato, Ben Pantier, e tutti voi,
che quasi mi lapidaste come fossi un tiranno,
camuffato da moralista,
e da burbero asceta che storce il naso davanti a uno Yorkshire
pudding,
all'arrosto e alla birra e alla simpatia e al buonumore -
cose che in vita vostra non avete mai visto in una bettola?
Cosa avete provato quando fui morto e sepolto,
e la vostra dea, la Libertà, smascherata come una sgualdrina,
si vendette per le strade di Spoon River
agli insolenti giganti
che venivano da lontano ad affollare i saloon?
Non vi ha sfiorato l'idea che la libertà individuale
è libertà dell'intelletto,
e non del ventre?
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Il direttore Whedon

Saper vedere ogni aspetto d'ogni problema,
dar ragione a tutti, essere tutto, non essere nulla a lungo;
pervertire la verità, strumentalizzarla,
sfruttare i grandi sentimenti e le passioni della famiglia umana
per bassi scopi, per fini astuti,
indossare una maschera come gli attori greci -
il tuo quotidiano di otto pagine - dietro cui ti nascondi,
strillando nel megafono dei caratteri cubitali:
"Sono io il gigante".
E quindi vivere anche la vita di un ladruncolo,
avvelenato dalle parole anonime
di un'amica segreta.
Per danaro insabbiare uno scandalo
o divulgarlo ai quattro venti per vendetta,
o per vendere il giornale,
distruggendo reputazioni, o corpi, se necessario,
vincere a ogni costo, salvo la vita.
Gloriarsi di un potere demoniaco, minare la civiltà,
come un ragazzo paranoico mette un tronco sulle rotaie
e fa deragliare il rapido.
Essere un direttore, com'ero io.
Poi giacere qui accanto al fiume sopra il punto
dove scorre la fogna del villaggio,
e scaricano barattoli vuoti e immondizie,
e nascondono gli aborti.

Per me, questa del direttore Whedon, benchè non sia ricordata troppo spesso, è una poesia "che porta" l'Antologia come un pilastro.

Denuncia l'ipocrisia degli uomini che invano si arrabattano con le loro miserie. E lo fa con il solito modo semplice e schietto.

Carriera, denaro, vendetta, cattiverie e, soprattutto, ben poca frattellanza (leopardianamente intesa), quando invece il fine ultimo di tutti gli uomini dovrebbe portarli ad agire in senso esattamente opposto, dovrebbe quasi costringerli in un'unione salvifica, in modo da far fronte comune contro il dolore e contro il loro ineluttabile destino.

Il fatto che questa denuncia universale venga riversata su un'unica persona, la quale quasi cristianamente si fa carico di tutti i mali dell'umanità, e che quella persona sia proprio lo scrivente, mi dà il senso e la misura della correttezza dell'Antologia.

Nessuno è escluso dal gioco della malvagità e della stoltezza, nemmeno chi la vede in modo obiettivo.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Lillian Stewart

Ero la figlia di Lambert Hutchins,
nata in una casetta vicino al mulino,
cresciuta nella villa sulla collina
con le guglie, le verande e il tetto di ardesia.
Com'era fiera della villa mia madre!
Com'era fiera del successo di mio padre!
E come mio padre ci amava e curava,
e si preoccupava della nostra felicità!
Ma credo che la casa sia stata una maledizione,
perché il patrimonio di mio padre era tutto lì,
e quando mio marito si accorse d'aver sposato
una ragazza che in fondo era povera,
mi rinfacciò quelle guglie,
e disse che la casa era una truffa,
un'esca ingannevole per giovanotti, che alimentava la speranza
di una dote che poi non c'era;
e un uomo che si vende il voto
dovrebbe ricavare abbastanza dal tradimento del popolo,
da sistemare tutta la famiglia.
Mi rovinò l'esistenza finché me ne tornai a casa
e vissi da vecchia zitella fino alla morte,
facendo la domestica a mio padre.

Un'altra storia di maltrattamenti psicologici femminili da parte di un uomo, l'autore presta molta attenzione a questo aspetto, molto liberale nei confronti delle donne e molto attento ai diritti delle stesse. Sicuramente durante la mia adolescenza piaceva anche per questo aspetto che in alcuni casi è ancora progressista ed illuminato.

Per dar maggior peso alle mie parole metto una canzone di Guccini in cui si cita una ragazza che legge Edgar Lee Master e per questo viene considerata "in gamba".

 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Lillian Stewart

Ero la figlia di Lambert Hutchins,
nata in una casetta vicino al mulino,
cresciuta nella villa sulla collina
con le guglie, le verande e il tetto di ardesia.
Com'era fiera della villa mia madre!
Com'era fiera del successo di mio padre!
E come mio padre ci amava e curava,
e si preoccupava della nostra felicità!
Ma credo che la casa sia stata una maledizione,
perché il patrimonio di mio padre era tutto lì,
e quando mio marito si accorse d'aver sposato
una ragazza che in fondo era povera,
mi rinfacciò quelle guglie,
e disse che la casa era una truffa,
un'esca ingannevole per giovanotti, che alimentava la speranza
di una dote che poi non c'era;
e un uomo che si vende il voto
dovrebbe ricavare abbastanza dal tradimento del popolo,
da sistemare tutta la famiglia.
Mi rovinò l'esistenza finché me ne tornai a casa
e vissi da vecchia zitella fino alla morte,
facendo la domestica a mio padre.

Un'altra storia di maltrattamenti psicologici femminili da parte di un uomo, l'autore presta molta attenzione a questo aspetto, molto liberale nei confronti delle donne e molto attento ai diritti delle stesse. Sicuramente durante la mia adolescenza piaceva anche per questo aspetto che in alcuni casi è ancora progressista ed illuminato.

Per dar maggior peso alle mie parole metto una canzone di Guccini in cui si cita una ragazza che legge Edgar Lee Master e per questo viene considerata "in gamba".


Io credo che il lato “femminista” dell’Antologia sia stato un po’ strumentalizzato, soprattutto anni fa. L’Antologia fu, secondo me, uno scritto universale e come tale ognuno ha tirato la vasta coperta un po’ dove gli faceva più comodo.

Fu etichettata come “anti militarista”, “anti imperialista”, “anti giustizialista” o, per l'appunto, femminista.

Per me va letta nell’insieme, in un quadro di generale sventura umana, perché, se vogliamo, nemmeno “i mariti” in alcune poesie se la passano bene.
Non mi permetto di dire che tu strumentalizzi, e nemmeno lo penso, ci mancherebbe. E lungi da me difendere campane (uomini-donne).


Spero solo di alimentare un dibattito esprimendo la seguente opinione: non credo che l'Antologia difenda categorie. Se mai critica ogni aspetto dell'ipocrisia e della piccolezza umana, nel suo insieme.
 

isola74

Lonely member


Per me va letta nell’insieme, in un quadro di generale sventura umana, perché, se vogliamo, nemmeno “i mariti” in alcune poesie se la passano bene.
Non mi permetto di dire che tu strumentalizzi, e nemmeno lo penso, ci mancherebbe.

Sono sostanzialmente d'accordo, anche se poi ovviamente ogni poesia racconta una storia a se... quindi secondo me anche la lettura di Elisa è veritiera.
Del resto, l'Antologia è ANTI- .... ..., è contro qualsiasi forma di sopruso, di schiavitù, di moralismo verso ogni essere umano, maschio o femmina che sia. Il fatto che sia stata definita anche "femminista" è logico, vista la poca attenzione rivolta alle sofferenze delle donne all'epoca, e pure dopo, sofferenze che per secoli sono state considerate "normali", inserite nel pacchetto donna all inclusive :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Io credo che il lato “femminista” dell’Antologia sia stato un po’ strumentalizzato, soprattutto anni fa. L’Antologia fu, secondo me, uno scritto universale e come tale ognuno ha tirato la vasta coperta un po’ dove gli faceva più comodo.

Fu etichettata come “anti militarista”, “anti imperialista”, “anti giustizialista” o, per l'appunto, femminista.

Per me va letta nell’insieme, in un quadro di generale sventura umana, perché, se vogliamo, nemmeno “i mariti” in alcune poesie se la passano bene.
Non mi permetto di dire che tu strumentalizzi, e nemmeno lo penso, ci mancherebbe. E lungi da me difendere campane (uomini-donne).


Spero solo di alimentare un dibattito esprimendo la seguente opinione: non credo che l'Antologia difenda categorie. Se mai critica ogni aspetto dell'ipocrisia e della piccolezza umana, nel suo insieme.

io non parlo di difesa di categoria ma di attenzione alle persone più fragili, con minori diritti, con maggiori condizionamenti, come sono state le donne e lo sono tuttora nella maggior parte del mondo. L'autore ha questa attenzione, questa sensibilità, sesso è dalla parte dei deboli, e spesso i deboli sono di sesso femminile. Dà voce a donne che forse in vita non ne hanno avuta.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Spero mi vogliate perdonare se dirotto la vostra attenzione su questa...mi piacerebbe avere i vostri commenti:

Jonathan Swift Somers

Quando vi sarete arricchiti l'anima
il più possibile,
con i libri, la riflessione, il dolore, la conoscenza degli uomini,
la capacità d'interpretare sguardi, silenzi,
le pause nei grandi mutamenti,
il genio della divinazione e della profezia;
sicché vi parrà a volte di tenere il mondo
nel cavo della mano;
allora, se per l'affollarsi di tanti poteri
entro il cerchio della vostra anima,
l'anima prende fuoco,
e nell'incendio dell'anima
il male del mondo è illuminato e reso intelligibile -
siate grati se in quell'ora di visione suprema
la vita non v'inganna.

Si parla di quel bruttissimo vizio, detto alterigia, secondo voi?

Secondo me solo tangenzialmente.

Mi sembra quasi che ci sia una presa di coscienza circa la difficoltà di accrescere la propria cultura (chiamiamola così), senza divenire per l'appunto superbi e presuntuosi.

Mi sembra quasi che mi si voglia dire che nel momento in cui ci si forgia il cervello rimanendo sè stessi, allora il mondo si dispiega ai nostri occhi.

E' una poesia ermetica per me.

Help me, ma senza andarvi a vedere cosa dice la critica, per favore (se già non l'avete fatto, ovviamente)
Prima di tutto vorrei chiedere scusa a tutti e soprattutto a ZdM (che con costanza e passione continua a postare queste bellissime poesie) per la mia scarsa presenza nel commentare. Non riesco a farlo per i vari collegamenti fra un epitaffio e l'altro. Poi il fatto di leggere più cose contemporaneamente e non esserne abituato mi rovina la concentrazione e il piacere della lettura. Prossimamente di sicuro mi prenderò meno impegni letterari :???::ARR.

Ad ogni modo, la poesia quotata credo possa essere un'imbeccata al padre (?), il giudice Somers (ecco un altro collegamento :boh:). Il giudice tanto sicuro di sè, pieno di boria. Egocentrico anche da morto :mrgreen:.
Sembra quasi che Jonathan gli dica "Hai visto? Con tutta la tua conoscenza, le tue capacità e il tuo potere, ora giaci accanto ad un ubriacone con la lapide più bella, più grande della tua e piantata su terra più fertile, pure!:VAFF. Come hai ricambiato per quanto la vita ti ha donato?"

Cercherò di essere più presente da ora in poi. Prometto. Solo che non so quanto potranno valere le mie considerazioni, prese così, singolarmente... ma ci proverò con impegno. :wink:

PS: Avete sicuramente capito che la poesia collegata alla quale mi riferisco è "Il giudice Somers". Vero?
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Walter Simmons; Tom Beatty; Roy Butler; Searcy F.; Edmund P.; Thomas Trevelyan

Walter Simmons

I miei genitori pensavano che sarei diventato
grande come Edison o più grande:
perché da ragazzo costruivo palloni
e aquiloni meravigliosi e giocattoli a molla
e piccole locomotive che correvano su rotaie
e telefoni di barattoli e filo.
Suonavo la cornetta e dipingevo,
modellavo la creta e recitai la parte
del cattivo in Octoroon.
Ma poi a ventun anni mi sposai
e dovevo vivere, e così, per vivere
imparai il mestiere dell'orologiaio
e avevo una gioielleria in piazza,
e pensavo, pensavo, pensavo, pensavo, -
non agli affari, ma alla macchina
che progettavo di costruire.
E tutta Spoon River aspettava impaziente
di vederla in funzione, ma non funzionò mai.
E qualche anima buona pensò che il mio genio
fosse in qualche modo impedito dal negozio.
Non era vero. La verità era questa:
non ero un genio.

Tom Beatty

Ero avvocato come Harmon Whitney
o Kinsey Keene o Garrison Standard,
perché anch'io mi occupai del diritto di proprietà,
per trent'anni, anche se alla luce delle lampade,
nella sala da gioco del teatro.
E vi dico che la vita è un giocatore
che la sa molto più lunga di noi.
Non c'è sindaco al mondo che possa chiudere la bisca.
E se perdi puoi strillare quanto vuoi:
non riavrai il tuo danaro.
Fissa una posta difficile da vincere;
trucca le carte per metterti in difficoltà
e sfruttare la tua debolezza.
E ti dà settant'anni per giocare:
se non ce la fai a vincere in settant'anni
non ce la farai mai più.
Quindi, se perdi, vattene dalla stanza -
vattene dalla stanza quando è l'ora.
È meschino stare a cincischiare con le carte,
e imprecare se perdi, con gli occhi ottenebrati,
e piagnucolando tentare ancora e ancora.

Roy Butler

Se l'eccellente Corte Suprema dell'Illinois
sviscerasse la verità d'ogni processo
come fa per un caso di stupro
sarebbe il più gran tribunale del mondo.
Una giuria, fatta in gran parte di vicini, con a capo
"Butch" Weldy, mi dichiarò colpevole dopo dieci minuti
e due votazioni per un fatto del genere:
Richard Bandle e io avevamo litigato per una staccionata,
e mia moglie e la signora Bandle s'erano accapigliate
sul fatto se Ipava fosse una città più bella di Table Grove.
Mi svegliai una mattina col cuore traboccante
di amore per il prossimo, così andai da Richard
per sistemare la faccenda con animo cristiano.
Bussai alla porta, e mi aprì sua moglie;
sorrise e m'invitò ad entrare; entrai -
sbatté la porta e cominciò a strillare,
"Tieni giù le mani, sporca canaglia!".
In quel momento entrò il marito.
Agitai le mani, non mi usciva una parola di bocca.
Lui andò a prendere il fucile e io corsi fuori.
Ma né la Corte Suprema né mia moglie
credettero una parola di ciò che lei disse.

Searcy Foote

Volevo andare all'università
ma la ricca zia Persis non volle aiutarmi.
Allora curai giardini e rastrellai prati
e coi risparmi mi comprai i libri da John Alden
e sgobbai per sopravvivere.
Volevo sposare Delia Prickett,
ma come fare con quel che guadagnavo?
E c'era la zia Persis coi suoi settant'anni suonati,
che stava su una sedia a rotelle più di là che di qua,
la gola così paralizzata, che quando inghiottiva
la minestra le colava dalla bocca come a un'anatra -
ancora una ghiottona, che investiva i suoi introiti
in ipoteche, e si affannava tutto il tempo
tra conti e affitti e incartamenti.
Quel giorno segavo legna per lei,
e intanto leggevo Proudhon.
Rientrai a prendere un bicchiere d'acqua,
e lei era lì che dormiva sulla sedia.
E Proudhon era sul tavolo,
e sul libro una boccetta di cloroformio,
lei lo usava a volte per il mal di denti!
Versai il cloroformio in un fazzoletto
e glielo tenni sul naso finché morì.
Oh Delia, Delia, tu e Proudhon
avete tenuto ferma la mia mano, e il coroner
disse che era morta per collasso cardiaco.
Sposai Delia, mi presi i soldi -
te l' ho fatta eh, Spoon River!

Edmund Pollard

Vorrei aver immerso le mie mani di carne
nei fiori del disco gremiti di api,
nello specchiante cuore di fuoco
della luce della vita, il sole della gioia.
A che servono petali o antere
o aureole? Illusioni, ombre
del cuore del fiore, la fiamma centrale!
Tutto è tuo, giovane viandante;
entra nella sala del banchetto con questa certezza:
non avanzare timoroso come se dubitassi
d'essere il benvenuto - è tua la festa!
E non prendere solo un poco, rifiutandone ancora
con un timido "grazie", quando hai fame.
È viva la tua anima? Allora che si nutra!
Non lasciarti alle spalle balconi da scalare;
né bianchi seni di latte su cui riposare;
né teste dorate con cui dividere il guanciale;
né coppe di vino quando il vino è dolce;
né estasi del corpo o dell'anima,
tu morirai, certo, ma morirai vivendo
in profondità di azzurro, rapito nell'amplesso,
baciando l'ape regina, la vita!

Thomas Trevelyan

Leggendo in Ovidio la triste storia di Iti,
figlio dell'amore di Tereo e di Procne, ucciso
dalla passione colpevole di Tereo per Filomela,
la sua carne imbandita a Tereo da Procne,
e l'ira di Tereo, implacabile contro l'assassina
finché gli dei trasformarono Filomela in usignolo,
liuto della luna che sorge, e Procne in rondine!
O uomini e artisti dell'Ellade nei secoli remota,
che suggellaste in piccoli turiboli sogni e saggezza,
incenso inestimabile, eternamente fragrante,
il cui soffio illumina gli occhi dell'anima!
Come respirai la sua dolcezza qui a Spoon River!
Il turibolo s'aprì quando ebbi vissuto e appreso
che tutti noi uccidiamo i figli dell'amore, e tutti noi,
non sapendo quel che facciamo, ne divoriamo la carne;
e tutti noi ci mutiamo in cantori, benché ciò accada
solo una volta nella vita, o ci mutiamo - ahimè! - in rondini,
pigolanti tra i venti freddi e le foglie che cadono!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Percival Sharp; Hiram Scates; Peleg Poague; Jeduthan Hawley; Abel Melveny; Oaks Tutt

Percival Sharp

Osservate quelle strette di mano!
Sono strette di addio o di benvenuto,
mani che aiutai o mani che m'aiutarono?
Non sarebbe bello scolpire una mano
con il pollice verso, come Eliogabalo?
E laggiù c'è una catena spezzata,
simbolo dell'anello più debole forse -
Ma che cos'era?
E agnelli, alcuni distesi,
altri ritti, come in ascolto del pastore -
altri reggono una croce, la zampa levata -
perché non scolpire qualche rovina?
E colonne spezzate! Intagliate il piedistallo, vi prego,
o le fondamenta; che si veda la causa della caduta.
E compassi, e strumenti matematici,
ironia verso i sotterranei occupanti che ignorano
i determinanti e il calcolo delle variabilità.
E àncore, per chi non ha mai navigato.
E cancelli socchiusi - sì, erano così;
li lasciaste aperti e capre smarrite vi sono entrate nel giardino.
E un occhio vigilante come quello degli Arimaspi -
così avete fatto - con un occhio solo.
E angeli che suonano trombe - è la vostra annunciazione -
è il vostro corno e il vostro angelo e il prestigio della famiglia.
Sta bene, ma per quel che mi riguarda so
che suscitai certi fremiti a Spoon River
che sono il mio vero epitaffio, più duraturo della pietra.

Hiram Scates

Cercai di ottenere la candidatura
alla presidenza del Consiglio di Contea
e feci discorsi ovunque
denunciando Solomon Purple, mio rivale,
come nemico del popolo,
in combutta coi nemici capitali dell'umanità.
Giovani idealisti, guerrieri falliti,
zoppicanti sulla gruccia della speranza,
anime che puntano tutto sulla verità,
che perdono un mondo a un cenno del cielo,
mi s'affollarono intorno e seguirono la mia voce
come fossi il salvatore della contea.
Ma Solomon ottenne la candidatura,
e allora voltai gabbana,
e riunii i miei seguaci sotto la sua bandiera,
e lo feci vincitore, lo feci re
della Montagna Dorata con la porta
che si chiuse alle mie spalle appena la varcai,
lusingato dall'invito di Solomon,
a fare il segretario del Consiglio.
E fuori, al freddo, restarono i miei seguaci;
giovani idealisti, guerrieri falliti
zoppicanti sulla gruccia della speranza -
anime che puntavano tutto sulla verità;
che perdevano un mondo a un cenno del cielo,
e guardavano il diavolo prendere a calci il millennio
sulla Montagna Dorata.

Peleg Poague

Cavalli e uomini s'assomigliano proprio.
Avevo uno stallone, Billy Lee,
nero come un gatto e snello come un daino,
con l'occhio di fuoco, smanioso di lanciarsi,
e capace di battere in velocità
qualunque corridore di Spoon River e dintorni.
Ma quando eri sicuro che ce l'avrebbe fatta,
con un vantaggio di cinquanta e più yard,
s'impennava e sbalzava il fantino,
e cadeva riverso, aggrovigliato,
del tutto scoppiato.
Capite, era una vera truffa:
non era capace di vincere, non era capace di lavorare,
era troppo leggero per trainare l'aratro,
e nessuno lo voleva per far razza.
E quando cercai di montarlo - be',
mi sfuggì di mano e mi ammazzò.

Jeduthan Hawley

Bussavano alla porta
e allora mi alzavo nel cuore della notte e andavo in bottega,
dove i nottambuli di passaggio potevano sentirmi martellare
le assi della bara e imbullettare il raso.
Spesso mi chiedevo chi sarebbe venuto con me
al paese lontano, i nostri nomi argomento
di conversazione della settimana, perché ho notato
che se ne vanno sempre due per volta.
Chase Henry fece coppia con Edith Conant,
e Jonathan Somers con Willie Metcalf,
e il direttore Hamblin con Francis Turner,
lui che pregava di vivere più a lungo del direttore Whedon,
e Thomas Rhodes con la vedova McFarlane,
e Emily Sparks con Barry Holden,
e Oscar Hummel con Davis Matlock,
e il direttore Whedon col suonatore Jones,
e Faith Matheny con Dorcas Gustine.
E io, l'uomo più serio della città,
m'incamminai con Daisy Fraser.

Abel Melveny

Compravo tutti i tipi di macchine esistenti -
macine, scorzatoi, piantatrici, falciatrici,
spremitori, sarchiatrici, aratri e trebbiatrici -
e stavano tutte alla pioggia e al sole,
finendo arrugginite, contorte e scassate,
perché non avevo una tettoia per metterle al riparo,
e per lo più non sapevo che farne.
E verso la fine, quando ci ripensai,
accanto alla finestra, vedendo più chiaro
in me stesso, mentre il mio polso rallentava,
e guardavo una macina che comprai -
senza averne alcun bisogno,
come poi si dimostrò, e non feci mai funzionare -
una bella macchina, un tempo smaltata a lucido,
e smaniosa di fare il suo lavoro,
ora con la vernice sbiadita -
mi vidi anch'io come una buona macchina
che la vita non aveva usato.

Oaks Tutt

Mia madre era per i diritti della donna
e mio padre era il ricco mugnaio di London Mills.
Sognavo delle ingiustizie del mondo e volevo ripararle.
Quando morì mio padre, partii per vedere popoli e paesi
per imparare a riformare il mondo.
Viaggiai per molte terre.
Vidi le rovine di Roma,
e le rovine di Atene,
e le rovine di Tebe,
e sedetti sotto la luna nella necropoli di Menfi.
Qui mi avvolsero ali di fiamma,
e una voce dal cielo mi disse:
"L'ingiustizia, la menzogna le hanno distrutte. Vai!
Predica la giustizia! Predica la verità!".
Allora tornai in fretta a Spoon River
per dire addio a mia madre prima di mettermi all'opera.
Tutti mi videro una strana luce negli occhi.
E a poco a poco, mentre parlavo, scoprirono
cosa m'era venuto in mente.
Poi Jonathan Swift Somers mi sfidò a discutere
questo tema, (io sostenni il contrario):
"Ponzio Pilato, il più grande filosofo del mondo".
E vinse la gara con questa conclusione:
"Prima di riformare il. mondo, signor Tutt,
per favore risponda alla domanda di Ponzio Pilato:
"Che cos'è la verità?"".
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Oaks Tutt

Mia madre era per i diritti della donna
e mio padre era il ricco mugnaio di London Mills.
Sognavo delle ingiustizie del mondo e volevo ripararle.
Quando morì mio padre, partii per vedere popoli e paesi
per imparare a riformare il mondo.
Viaggiai per molte terre.
Vidi le rovine di Roma,
e le rovine di Atene,
e le rovine di Tebe,
e sedetti sotto la luna nella necropoli di Menfi.
Qui mi avvolsero ali di fiamma,
e una voce dal cielo mi disse:
"L'ingiustizia, la menzogna le hanno distrutte. Vai!
Predica la giustizia! Predica la verità!".
Allora tornai in fretta a Spoon River
per dire addio a mia madre prima di mettermi all'opera.
Tutti mi videro una strana luce negli occhi.
E a poco a poco, mentre parlavo, scoprirono
cosa m'era venuto in mente.
Poi Jonathan Swift Somers mi sfidò a discutere
questo tema, (io sostenni il contrario):
"Ponzio Pilato, il più grande filosofo del mondo".
E vinse la gara con questa conclusione:
"Prima di riformare il. mondo, signor Tutt,
per favore risponda alla domanda di Ponzio Pilato:
"Che cos'è la verità?"".

Bene, partiamo dalla fine, cioè dal domandone da un milione di dollari.

Oaks Tutt va a alla ricerca, mi pare un po' come Siddharta, e alla fine torna...al principio.

E la domanda è sempre la stessa

"Che cos'è la verità?"

E forse, di più, "Dov'è la verità?"

A me pare che il giudice Sommers sia provocatorio e forse nemmeno lui crede che disinteressarsi del mondo sia la cosa migliore.

Io credo che lo stesso bilanciamento (dello stesso tipo che abbiamo trovato molte altre volte all'interno dell'Antologia) tra il disinganno\disinteresse del giudice e il "fuoco della ricerca" di Oaks Tutt sia la risposta a tutte le domande.

Forse, nella vita, bisogna prendere le cose seriamente, tutte quante, anche il gioco vero e proprio, ma mai seriosamente, nemmeno le malattie.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Elliott Hawkins; Voltaire Johnson; English Thornton; Enoch Dunlap; Ida Frickey

Elliott Hawkins

Somigliavo ad Abraham Lincoln.
Ero uno dei vostri, Spoon River, in tutta amicizia,
ma ero per il diritto di proprietà e per l'ordine.
Assiduo frequentatore della chiesa,
qualche volta intervenivo nelle pubbliche occasioni ad ammonirti
contro i mali dello scontento e dell'invidia,
e a denunciare chi tentava di distruggere l'Unione,
e a indicare il pericolo dei Cavalieri del Lavoro.
Il mio successo e il mio esempio esercitano un influsso fatale
sui tuoi giovani e le generazioni future,
malgrado gli attacchi di giornali come il "Clarion".
Andavo regolarmente a Springfield,
quando il Parlamento si riuniva,
per prevenire speculazioni sulle ferrovie,
e sugli uomini che stavano costruendo lo stato.
Godevo della loro e della tua fiducia, Spoon River,
malgrado le voci che fossi un faccendiere.
Passai quieto nel mondo, ricco e corteggiato.
Morii, infine, è naturale, ma giaccio qui,
sotto una lapide su cui è scolpito un libro aperto
con le parole "Di questi è il regno dei cieli".
E ora, voi salvatori del mondo, che non mieteste nulla in vita
e in morte non avete né lapidi né epitaffi,
vi piace il silenzio delle vostre bocche tappate
dalla polvere della mia trionfale carriera?

Voltaire Johnson

Perché mi hai urtato con le tue rozzezze
se non volevi che te ne parlassi?
E mi hai soffocato con le tue stupidaggini,
se non volevi che le mettessi a nudo? -
E mi hai inchiodato coi chiodi della crudeltà,
se non volevi che sconficcassi quei chiodi
e te li gettassi in faccia?
E mi hai affamato perché rifiutai di obbedirti,
se non volevi che minassi la tua tirannia?
Avrei potuto essere un'anima serena
come William Wordsworth, se non fosse stato per te!
Ma che vile sei, Spoon River,
a costringermi dentro un magico cerchio
tracciato dalla spada della verità!
E poi a gemere e maledire le tue piaghe,
e maledire il mio potere che s'ergeva e rideva
tra folgori ironiche!

English Thornton

Avanti! Voi, figli degli uomini
che combatterono con Washington a Valley Forge,
e sgominarono Falco Nero a Starved Rock,
su! Lottate contro i discendenti di coloro
che comprarono il terreno nel loop quando era solo sabbia,
e vendettero coperte e fucili ai soldati di Grant,
e sedettero nei primi parlamenti,
facendosi corrompere dalle Ferrovie!
Su! Lottate contro i bellimbusti e gli smargiassi,
gli attori e le comparse delle pagine mondane
e i bifolchi che sposano le figlie ai conti;
e i parassiti delle grandi idee,
e i chiassosi cavalieri delle grandi cause,
e gli eredi di antiche ruberie.
Su! E fate vostra la città,
e vostro lo Stato -
Voi, figli degli arditi pionieri degli anni quaranta!
Per dio! Se non annientate questi farabutti,
il mio fantasma vendicatore spazzerà via
la vostra città e il vostro stato.

Enoch Dunlap

Quante volte, durante i vent'anni
che fui il vostro capo, amici di Spoon River,
avete disertato l'assemblea e il direttivo,
e abbandonato sulle mie spalle l'onere
di salvaguardare la causa del popolo?
Una volta perché eravate malati,
o vostra nonna era malata,
o avevate bevuto troppo e v'eravate addormentati,
oppure dicevate: "È lui il nostro capo,
tutto andrà bene; lui combatte per noi,
non dobbiamo far altro che seguirlo".
Ma oh, come mi malediceste quando caddi,
e mi malediceste, dicendo che vi avevo tradito,
quando m'assentai dalla riunione per un attimo,
e i nemici del popolo, lì raccolti,
aspettavano e spiavano l'occasione per distruggere
i sacri diritti del popolo.
Plebaglia ignorante! M'ero assentato dalla riunione
per andare al cesso!

Ida Frickey

Niente della vita ci è estraneo:
ero una ragazza di Summum senza una lira,
scesa dal treno una mattina a Spoon River.
Le case mi si paravano davanti con le porte chiuse
le tende tirate - ero esclusa;
non avevo posto né parte in nessuna di esse.
E oltrepassai la vecchia villa dei McNeely,
un castello di pietra fra sentieri e giardini,
operai di guardia tutt'intorno,
con la protezione della contea e dello stato
per il suo grandioso padrone, pieno d'orgoglio.
Ero così affamata che ebbi una visione:
vidi un paio di forbici giganti
calare dal cielo, come il braccio di una benna,
e fendere in due la casa come un sipario.
Ma al "Commercial" vidi un uomo,
che mi fece l'occhietto mentre chiedevo lavoro -
era il figlio di Wash McNeely.
Si rivelò l'anello della catena che mi legittimò
proprietaria di metà della villa,
grazie a una causa per mancata promessa di matrimonio - le forbici.
Vedete, dunque, quella casa, dal giorno che sono nata,
non aspettava che me.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Seth Compton; Felix Schmidt; Schroeder il pescatore; Richard Bone; Silas Dement

Seth Compton

Quando morii, la biblioteca circolante
che avevo fondato a Spoon River,
e diretto per il bene delle menti avide di sapere,
fu venduta all'asta sulla pubblica piazza
come per distruggere le ultime vestigia
della mia memoria ed influenza.
Fra quelli di voi che non capivano l'importanza
di conoscere Le rovine di Volney o l'Analogy di Butler
e il Faust o Evangeline,
c'erano i veri potenti del villaggio,
e spesso mi chiedevate:
"A che serve conoscere i mali del mondo?".
Ora mi sono tolto di mezzo, Spoon River,
scegli il tuo bene e chiamalo il bene.
Perché non sono riuscito a farti capire
che nessuno sa cos'è il bene
se non sa cos'è il male;
e nessuno sa cos'è il vero
se non sa cos'è il falso.

Felix Schmidt

Era soltanto una casetta di due stanze -
quasi una casa giocattolo -
con cinque acri scarsi di terreno intorno;
e avevo tanti figli da mantenere
e la scuola e i vestiti, e la moglie malata
con tutti quei parti.
Un giorno venne fuori l'avvocato Whitney
e mi dimostrò che Christian Dallman,
che già possedeva tremila acri di terra,
aveva comprato gli ottanta di confine
nel milleottocentosettantuno
per undici dollari, a un'asta giudiziaria,
mentre mio padre era malato senza scampo.
Così sorse una controversia e gli feci causa.
Ma quando si passò alle prove,
una mappa del terreno dimostrò chiaro come il giorno
che l'acquisto di Dallman comprendeva la mia terra
e la casetta di due stanze.
Ben mi stava per averlo stuzzicato.
Persi la causa e persi la terra.
Uscii dal tribunale e andai a fare
il fittavolo di Christian Dallman.

Schroeder il pescatore

Sedevo sulla riva oltre Bernadotte
e gettavo molliche nell'acqua,
per vedere i pesciolini affrontarsi,
finché il più forte conquistava la preda.
O andavo al mio piccolo pascolo,
dove i maiali dormivano tranquilli nel brago,
o si annusavano amorosamente,
e versavo un canestro di granturco giallo,
e li guardavo spingersi e squittire e mordersi
e calpestarsi per arrivare al granturco.
E vidi la tenuta di Christian Dallman,
di più di tremila acri,
ingoiare il campicello di Felix Schmidt,
come un persico inghiotte un pesciolino;
e dico se c'è qualcosa nell'uomo -
spirito, coscienza, o alito divino
che lo rende diverso dai pesci e dai porci,
vorrei vederlo all'opera!

Richard Bone

Appena arrivato a Spoon River
non sapevo se quel che mi dicevano
era vero o falso.
Mi portavano l'epitaffio
e restavano nella bottega mentre lavoravo
e dicevano "Era tanto buono", "Era straordinario",
"Era una donna dolcissima", "Era un cristiano coerente".
E io gli scolpivo tutto quello che volevano,
ignorando completamente se fosse vero o no.
Poi, vivendo fra questa gente,
imparai quanto poco consoni alla vita
fossero gli epitaffi ordinati per quei morti.
Ma continuavo a scolpire tutto quel che mi ordinavano di scolpire
e mi resi complice di quelle cronache bugiarde
sulla pietra,
come uno storico che scriva
senza sapere la verità,
o perché ha interesse a nasconderla.

Silas Dement

C'era la luna e la terra luccicava
per la brina appena caduta.
Era mezzanotte e non un'anima in giro.
Dal comignolo del tribunale
un levriero di fumo si slanciava a rincorrere
il vento di nord-est.
Portai una scala fino al pianerottolo
e l'appoggiai all'orlo della botola
nel soffitto del portico,
e strisciai sotto il tetto e fra i puntoni
e gettai fra quelle travi stagionate
una manciata di stracci imbevuti di petrolio in fiamme.
Poi venni giù e me la squagliai.
Di lì a poco la campana d'allarme suonò -
clang! clang! clang!
e la squadra dei pompieri di Spoon River
arrivò con una dozzina di secchi e prese a buttare acqua
sul magnifico falò, sempre più ardente,
più alto e luminoso, finché i muri crollarono
e le bianche colonne dove Lincoln aveva sostato
precipitarono come alberi abbattuti dal taglialegna...
Quando tornai da Joliet
c'era un nuovo tribunale con una cupola.
Ero stato punito come tutti quelli che distruggono
il passato per amore del futuro.
 
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