XXXVII GdL - Solaris di Stanislaw Lem

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

skitty

Cat Member
"... poiché gli strumenti di tortura sono passivi e innocenti, come le pietre che possono cadere e ammazzare. Ma uno strumento di tortura che ti ama e che vuole il tuo bene... Veramente non posso immaginarmelo."
 

Zefiro

da sudovest
Anche skitty ha ultimato la lettura; ecco la sintesi dei commenti finora.


Darida:
libro affascinante che lascia più domande che risposte. Un po’ lento nelle sue generose digressioni filosofiche

lettore marcovaldo:
bel libro, bella storia: poche o nessuna critica. Affascinanti le descrizioni.

skitty:
Meravigliose immagini del pianeta e dei sentimenti umani da esso evocati. La storia procede lenta e lascia aperti interrogativi, ma affascina proprio per questo. Voto: 4.
 

asiul

New member
L'ignoto...o la ragione.

"Come sperate di comunicare con l'oceano se non ci riuscite fra voi?"

"Non possedeva -...- sistema nervoso e cellule di sorta, né struttura proteica;non sempre reagiva agli stimoli, nemmeno ai più potenti"(...)"Per un certo periodo di tempo fu molto popolare l'idea (...) che l'oceano pensante che avvolge Solaris fosse un gigantesco cervello, in anticipo d'un milione di anni sulla nostra civiltà (...),un saggio, immagine dell'onniscienza, che da molto tempo aveva compreso l'inutilità di qualsiasi attività e che perciò manteneva nei nostri confronti un silenzio assoluto."

Molto bella l'immagine di questo oceano che ingloba, seleziona e trasforma qualsiasi cosa s'immerga od entri in esso.

Queste, per il momento, per me, alcune delle parole più significative, di un oceano che ai miei occhi sembra essere una ragione silente. Che l'uomo cerca di studiare e capire e che potrebbe, se solo se ne servisse con sapienza, aiutarlo.
Un oceano che avvolge Solaris , in attesa d'essere scoperto, capito, usato, ma che ad ogni tentativo sbagliato del suo impiego rifiuta di rivelarsi integralmente.
 

asiul

New member
Il giallo spaziale...

Comincia ad infittirsi il mistero...
un uomo che apre una porta,un altro che cerca di tenerla chiusa con un ospite sospetto dall'altra parte.Una donna Maori:)mrgreen:) s'aggira semi nuda per la base e si apre una finestra sulla causa della morte di Gibarian.

Visioni o realtà?

Interessante questo momento dove il giallo si mescola con la fantascienza.
La capacità di visione di questo autore mi piace molto. Riesce a farti vedere quello che succede come farebbe il passaggio di una macchina da presa in un set cinematografico. E ti guida verso la scena successiva stimolando la tua curiosità.

Da un momento all'altro m'aspetto di sentire..."Qui Aquila chiama base...mi sentite?" :YY
 

Zefiro

da sudovest
finito!

Finito di leggere. Davvero bello. Tornerò per il commento.


(...) Interessante questo momento dove il giallo si mescola con la fantascienza.
(...)

Non dura molto Luisa, di giallo in senso tradizionale e stretto del termine c'è pochissimo, anzi nulla in questo romanzo... di "inconoscibile", invece, un sacco :)

"... poiché gli strumenti di tortura sono passivi e innocenti, come le pietre che possono cadere e ammazzare. Ma uno strumento di tortura che ti ama e che vuole il tuo bene... Veramente non posso immaginarmelo."

Notevole eh? L'ho sottolineato anche io questo passo. Insieme ad innumerevoli altri in realtà.
 

asiul

New member
Finito di leggere. Davvero bello. Tornerò per il commento.




Non dura molto Luisa, di giallo in senso tradizionale e stretto del termine c'è pochissimo, anzi nulla in questo romanzo... di inconoscibile, invece, un sacco :)

Ma che fai mi dici come prosegue? :W

Volevo scoprirlo da sola!! Cattivo..ridammi le mie basi spaziali, con te non gioco più! Sigh! :(
 

skitty

Cat Member
Lu, è vero l'atmosfera in quel punto del libro è notevole!
Ricordo che in quelle pagine morivo proprio dalla voglia di scoprire cosa ci fosse nelle stanze degli altri astronauti!! :mrgreen:

Zef, hai ultimato la lettura, bene! Quel passo mi ha colpita moltissimo... al di là della storia, l'ho proprio traslato in situazioni di vita reale...

Ma non fare i dispetti alla Lu eh! :mrgreen:
 

lettore marcovaldo

Well-known member
"... poiché gli strumenti di tortura sono passivi e innocenti, come le pietre che possono cadere e ammazzare. Ma uno strumento di tortura che ti ama e che vuole il tuo bene... Veramente non posso immaginarmelo."

Uno dei passaggi che trovo più belli ...

Io l'ho fatto ed ho preso questa--> Stun Gun <-- :YY

A cosa servirà?:)?)...'spè ora lo provo, però mi serve un volontario. :mrgreen:

All'occorrenza non disdegnerei alabarde spaziali e lame rotanti ... meglio andare sul sicuro ... :mrgreen:
 

asiul

New member
All'occorrenza non disdegnerei alabarde spaziali e lame rotanti ... meglio andare sul sicuro ... :mrgreen:



Ma noooo...quelle le avevo già! :mrgreen:

Eccole! :YY
alabarda_spaziale2.jpg
goldrake13.jpg



PS finito! :p
 

kikko

free member
Sono quasi a meta' , devo premettere che la fantascienza non e' il mio ramo di lettura preferito... (questo e' il secondo libro che leggo) Ma qui si va oltre la fantascienza e le missioni spaziali, ci sono riflessioni e pensierei davvero interessanti da sviluppare. vediamo come continua, tra sogni e realta', e tra lucida cognizione o pazzia totale :??
 

Zefiro

da sudovest
il dramma del limite

“Io non riesco a capire fino in fondo i romanzi come Solaris”. Ho trovato questa citazione di Lem nell’introduzione dell'edizione Oscar Mondadori, una delle due in mio possesso; l'altra è la vecchissima e storica edizione cult della Nord e che ho usato per la lettura in occasione di questo GdL. Il fatto che Lem stesso abbia fatto un’affermazione del genere su un’opera scritta da lui stesso la dice lunga sulla complessità di questo romanzo che in verità offre molteplici piani di lettura, tra loro tutti connessi e tutti che ampiamente articolano profonde riflessioni sull’umano.

Bello lo stile scrittorio, mirabile il realismo ritmico dei dialoghi. La scelta stessa del protagonista-antagonista, un oceano, quindi l’acqua, il principio di vita primordiale per eccellenza, dà immediatamente conto del livello di radicalità dell’essere su cui questo romanzo va a posizionarsi: quel nocciolo ultimo, ineludibile e non perimetrabile sia dell'"altro" - qualunque sia questo "altro" da "conoscere" - che dell’io.

Lucidissima la visione scientifica, tecnica e tecnologica. Spettacolari e belle le descrizioni dei paesaggi, dei colori, nonché delle misteriosissime attività dell’oceano di Solaris (mimoidi, longhi, simmetriadi…) descrizioni che, in più di un punto, raggiungono vette di poetico lirismo. Lem ha letteralmente immaginato e costruito per noi un intero mondo. Molto efficaci e realistiche le pagine di solaristica, in cui SL inventa di sana pianta, con una felicità di penna sorprendente, un dibattito scientifico e la storia di una ricerca pluriennale, immensa e vana.

Il cuore del romanzo a mio parere sta in ciò che la critica ha individuato come “dramma gnoseologico”. I limiti strutturali da un lato e mutevolmente mobili dall’altro della capacità di conoscenza dell’uomo. Questo il tema carissimo a Lem, centrale, ossessivo in quasi tutta la sua attività scientifica ed artistico-letteraria. Di fronte a qualcosa di estremamente complesso, che ci trascende magari, procediamo al buio, a tentoni, come riusciamo e come possiamo, sovente andando a cozzare contro invalicabili muri. Ma al contempo non possiamo tirarci indietro. Provare e tentare è altrettanto connaturato all’uomo. Almeno quanto lo sono i limiti stessi. Il senso, e perché no, la gioia della ricerca risiede nel ricercare stesso, si potrebbe dire. E questo è sicuramente vero, ma nulla toglie, in Solaris, al dolore, all’angoscia della consapevolezza del limite.

Su tale tema centrale s’innesta un secondo piano di lettura, il vero colpo di genio di Lem: la rifocalizzazione su sé stessi come al contempo protagonisti del conoscere da un lato e principali ostacoli al conoscere stesso dall’altro.
Il pianeta Solaris, l’oggetto dell’indagine entra in contatto con l’indagatore in modo sorprendente ed inaspettato. Forse per colpire duro, forse, nella potentissima semplicità di un Dio imperfetto e bambino, come ventilato in chiusura di romanzo, per farci un ingenuo e dolorissimo dono. Il riportare in vita, ridare carne a ciò che c’è di più nascosto e profondo: i nostri fantasmi, ciò che più vogliamo ed al contempo temiamo, ciò che abbiamo perduto.
Guardiamo qualcosa, tentiamo di conoscerla e in qualche modo d’impossessarcene e farla nostra, e nel solo atto di guardare, noi stessi cambiamo, almeno un po’ in un micidiale vortice in cui le cause si confondono con gli effetti, l’osservato con l’osservatore, nulla è stabile, tutto precipita, tutto muta continuamente ed incomprensibilmente .
Che tale vertigine avvenga a livelli personalissimi, di ogni singolo e concreto individuo, su piani unici, specifici, intimi (e forse inconfessabili) ne dà ragione la delicatissima scelta letteraria di farci conoscere solo Harey, il fantasma di Kelvin, il protagonista narrante. Kelvin non sa, e noi con lui, chi o cosa siano gli “ospiti” dei suoi compagni, se non per fugaci apparizioni. Quasi fosse qualcosa di troppo intimo per profanarlo con sguardi estranei.

C’è poi la storia d’amore, delicata, bella e dolorissima: l’ospite di Kelvin è Harey, la amatissima moglie perduta, morta suicida. Ma anche qui, nulla è semplice, nulla è ovvio. Il ripugnante clone, estraneo, quel "non-lei" prende spessore. Da semplice tramite di un qualcosa di ignoto muta in soggetto, nuovo, unico: si fa amare per quello che è e non per quello che, chissà cosa, dovrebbe rappresentare. Ma non muta solo agli occhi di Kelvin, muta anche nella evoluzione dell’autocoscienza di sé. Prende consapevolezza d’essere un’altra Harey. E quest’altra Harey vuole, lei, non come rimando ad altro, ma proprio lei, essere amata. Ancora la vertigine, il cambiamento di ruolo, la mescolanza tra osservante ed osservato, entrambi in reciproca evoluzione senza soluzione di continuità.
Dolce il passo in cui cheide a Kelvin: “le somiglio molto?”, o l’altro ancora in cui gli dice: “così sai che sono io e non lei”. Una donna innamorata. Come di questa, proprio di questa Harey, è innamorato Kelvin. Abbastanza da intuire che l’unica cosa sensata da fare è tenere in vita quell’unica remota scintilla di possibilità: restare. Ed aspettarla, forse inutilmente, per sempre.

Una profonda riflessione sui limiti del conoscere. Invalicabili. Ma di cui non possiamo fare a meno… che farne a meno è strappar via un pezzo di sé e perderlo per sempre. Un romanzo bellissimo. 4,3/5
 
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Zefiro

da sudovest
aggiornamento al 28 aprile

  1. Darida: libro affascinante che lascia più domande che risposte. Un po’ lento nelle sue generose digressioni filosofiche
  2. lettore marcovaldo: bel libro, bella storia: poche o nessuna critica. Affascinanti le descrizioni.
  3. skitty: Meravigliose immagini del pianeta e dei sentimenti umani da esso evocati. La storia procede lenta e lascia aperti interrogativi, ma affascina proprio per questo. Voto: 4/5
  4. Zefiro: Una profonda riflessione sui limiti del conoscere. Invalicabili. Ma di cui non possiamo fare a meno… che farne a meno è strappar via un pezzo di sé e perderlo per sempre. Un romanzo bellissimo. 4,3/5
  5. asiul: lettura in corso
  6. kikko: lettura in corso
  7. Dory: lettura in corso
  8. Elisa: inizia appena terminata la sfida
  9. Nikki: sta aspettando il libro
Voto medio attuale (*) : 4,15 / 5


(*) media semplice calcolata sul numero di utenti che hanno espresso il voto.

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PS per Elisa: che lavoretto "a mestiere", eh? :mrgreen:
 
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Dory

Reef Member
Libro arrivato e pure Kelvin è arrivato dove doveva arrivare... :mrgreen:
Ma.. Kelvin????? Già il nome è tutto un programma... chissà se Lem l'ha fatto apposta... :?
 

Zefiro

da sudovest
Libro arrivato e pure Kelvin è arrivato dove doveva arrivare... :mrgreen:
Ma.. Kelvin????? Già il nome è tutto un programma... chissà se Lem l'ha fatto apposta... :?

ok cara. Updating in real time: corretto il mio post precedente con "lettura in corso" :)
 
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asiul

New member
Non voglio leggere...non voglio leggere!:W
Cambiate questa regola! Commenti sintetici e non rivelatori...:W
 

Dory

Reef Member
Allora, prime impressioni (non ci sono anticipazioni, quindi potete leggere tranquillamente):

- questo "oceano" vale il prezzo del libro, forse anche un po' di più... (Zef, ti sei salvato!!):mrgreen:
- come ha detto anche qualcun'altro, le descrizioni sono un po' difficili da seguire (e, aggiungerei, anche un po' soporifere) almeno all'inizio... ma poi va meglio;
- Alcuni nomi noti: fatto apposta o fatto casuale? :wink:

Diciamo che, per il momento, mi sta piacendo, fa molto "Lost" :mrgreen:
 
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