Finito...
La fine mi ha veramente lasciata perplessa.
Tutto troppo affrettato,
eventi anche abbastanza scollegati.
Mi ha colpito quando Jasmine dice a Martha: potrebbe esserci una rivoluzione, e tu stai a perdere tempo con le tue cose personali.
Mi è venuto da sorridere, pensando, nemmeno adesso Martha è libera, ecco che anche questa nuova cerchie di conoscenze in cui è entrata aspetta che lei si comporti in un certo modo piuttosto che in un altro.
Mi ha colpito anche l'assoluta mancanza di solidarietà e comprensione da parte della madre, che nemmeno la apre di notte, quando Douglas la insegue con intenzioni violente.
E anche la freddezza del saluto con Caroline, che d'altra parte non poteva in effetti essere diverso, perchè Martha non si è mai comportata da mamma, ma nella sua maternità ha visto quasi esclusivamente un serie di nuovi doveri imposti da qualcosa, da qualcuno che è comunque al di fuori di lei.
Alla fine in questa decisione di Martha non ci ho visto nessun riscatto, nessuna maggior consapevolezza acquisita.
Libro magistrale veramente, che in ogni momento ti costringe a pensare a mille cose diverse: la guerra, i pregiudizi razziali, le costrizioni sociali, l'amore, la maternità, la politica.
C'è tutto, e tutto è sviscerato nel profondo, senza mai nessun luogo comune o banalità, perchè ogni riflessione scaturisce direttamente dalla narrazione dei fatti e dei sentimenti di chi li vive, mai da analisi astratte.
E Martha è un personaggio incredibilmente vero, uno dei più reali che mi sia mai capitato di incontrare in un libro (e infatti mi è venuto spontaneo utilizzare proprio questo verbo: "incontrare" come se avessi conosciuto una persona dal vivo). In ogni momento mi sono soffermata più volte a pensare in quante cose le sono simile.
Rimane il senso di amarezza nel constatare l'assoluta mancanza di libertà di tutti i personaggi del libro, Martha per prima. Le convenzioni sociali, la cultura, i tempi, ogni cosa per la Lessing è fonte di catene, è qualcosa che invece di plasmare e formare, costringe a comportarsi sempre in un modo che non sembra mai una vera e propria scelta consapevole e libera.
E noi, dopo tutte le conquiste in tanti ambiti, come donne, cittadine, mamme, mogli, lavoratrici, siamo forse più libere?
Francesca
La fine mi ha veramente lasciata perplessa.
Tutto troppo affrettato,
eventi anche abbastanza scollegati.
Mi ha colpito quando Jasmine dice a Martha: potrebbe esserci una rivoluzione, e tu stai a perdere tempo con le tue cose personali.
Mi è venuto da sorridere, pensando, nemmeno adesso Martha è libera, ecco che anche questa nuova cerchie di conoscenze in cui è entrata aspetta che lei si comporti in un certo modo piuttosto che in un altro.
Mi ha colpito anche l'assoluta mancanza di solidarietà e comprensione da parte della madre, che nemmeno la apre di notte, quando Douglas la insegue con intenzioni violente.
E anche la freddezza del saluto con Caroline, che d'altra parte non poteva in effetti essere diverso, perchè Martha non si è mai comportata da mamma, ma nella sua maternità ha visto quasi esclusivamente un serie di nuovi doveri imposti da qualcosa, da qualcuno che è comunque al di fuori di lei.
Alla fine in questa decisione di Martha non ci ho visto nessun riscatto, nessuna maggior consapevolezza acquisita.
Libro magistrale veramente, che in ogni momento ti costringe a pensare a mille cose diverse: la guerra, i pregiudizi razziali, le costrizioni sociali, l'amore, la maternità, la politica.
C'è tutto, e tutto è sviscerato nel profondo, senza mai nessun luogo comune o banalità, perchè ogni riflessione scaturisce direttamente dalla narrazione dei fatti e dei sentimenti di chi li vive, mai da analisi astratte.
E Martha è un personaggio incredibilmente vero, uno dei più reali che mi sia mai capitato di incontrare in un libro (e infatti mi è venuto spontaneo utilizzare proprio questo verbo: "incontrare" come se avessi conosciuto una persona dal vivo). In ogni momento mi sono soffermata più volte a pensare in quante cose le sono simile.
Rimane il senso di amarezza nel constatare l'assoluta mancanza di libertà di tutti i personaggi del libro, Martha per prima. Le convenzioni sociali, la cultura, i tempi, ogni cosa per la Lessing è fonte di catene, è qualcosa che invece di plasmare e formare, costringe a comportarsi sempre in un modo che non sembra mai una vera e propria scelta consapevole e libera.
E noi, dopo tutte le conquiste in tanti ambiti, come donne, cittadine, mamme, mogli, lavoratrici, siamo forse più libere?
Francesca
