Incipit

ariano geta

New member
Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa - non importa quanti esattamente - avendo poco o niente denaro in tasca e nulla di particolare che m'interessasse a terra, pensai di darmi alla navigazione e vedere la parte acquatica del mondo. E' un modo che ho io di scacciare la malinconia e di regolare la pressione. Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra in modo torvo, ogni volta che nella mia anima c'è un umido e piovoso novembre, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di mettermi in coda a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un forte principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada e urtare metodicamente i passanti per fargli cadere a terra il cappello, allora decido che è tempo di andare in mare al più presto. Questo è il mio surrogato della pistola e della pallottola. Con un bel gesto filosofico Catone si getta sulla spada: io quietamente mi imbarco. Non c'è nulla di sorprendente in questo. Quasi tutti gli uomini, se solo se ne accorgessero, una volta o l'altra e ciascuno nella sua misura, condividono più o meno gli stessi sentimenti che nutro io verso l'oceano.

(Moby Dick, di Herman Melville)
 

Mirer

New member
La contabilità del diavolo - Monica Dogliani & Andrea Ronchetti

Quella del 2 agosto 1944 non fu soltanto una notte di paura, fu terrore allo stato puro. Il segno che per l’intera popolazione del Campo tutto poteva finire in poche ore.
L’ululato della sirena fece tremare Birkenau, poi, dopo un attimo di silenzio, una voce metallica cominciò a urlare: «Lager chiuso! Lager chiuso!».
Nessuno poté più muoversi nel Campo. Tutti i Blocks1 furono sprangati. Dagli altoparlanti un fragore anticipò un nuovo ordine: «Blocchi chiusi! Blocchi chiusi!».
L’inferno ebbe inizio con il rombo sordo e minaccioso dei camion, che uno dopo l’altro presero posizione facendo tremare il BIIe.2 Le SS, in gran numero, avevano già accerchiato la zona. Nelle baracche serrate cresceva la paura. Si alzarono le prime urla.
«Aprire i blocchi 1, 3 e 5» una voce diede l’ordine. I cani, trattenuti a stento, abbaiavano. «Tutti fuori! Muovetevi bastardi. Venite fuori!».
I prigionieri sapevano quale fine li attendeva. Le loro grida prive di speranza percuotevano la notte. A occhi sbarrati restavano pigiati all’interno della baracca. Donne e vecchie terrorizzate cercavano di tenere i bambini. Una SS fece un balzo in avanti. «Tutti fuori porci. Per cinque!» gridò.
Nessuno si mosse. «Lasciate liberi i cani!». Gemiti e urla disumane aumentarono d’intensità e fu il caos. In pochi attimi le bestie feroci irruppero nelle baracche. «Basta prendere i bambini e le madri li seguiranno fuori» sghignazzò il nazista rivolto agli altri camerati.


[La contabilità del diavolo - Monica Dogliani & Andrea Ronchetti - Montauk Edizioni]
 
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bonadext

Ananke
Metropolis - Thea Von Harbou

Ecco che il fragore del grande organo crescendo fino a rimbombare si levò come un gigante, appoggiandosi contro l’alta volta della sala per mandarla in frantumi.
Freder piegò il capo all’indietro; gli occhi ardenti, spalancati, erano fissi in alto senza sguardo. Con le mani forgiava la musica dal caos delle note, lottando con le vibrazioni del suono e rimanendone scosso nel più profondo dell’animo.
Era vicinissimo al pianto come mai in vita sua, e in uno smarrimento felice si abbandonò alle lacrime roventi che lo accecavano. Sopra di lui la volta celeste di lapislazzuli, dove pendevano le dodici figure in oro del mistero zodiacale. Più in alto i sette incoronati: i pianeti. E ancora più in alto, migliaia di stelle d’argento: l’universo.
Davanti agli occhi dell’organista bagnati di lacrime, al suono della sua musica, le stelle iniziarono la grande danza solenne.
La marea dei suoni disciolse lo spazio nel nulla. In mezzo al mare c’era l’organo che Freder suonava. Era come una scogliera su cui si infrangevano le onde increspate; si avvicinavano veloci e impetuose, e sempre la settima era la più violenta.
Ma in alto, al di sopra del mare che mugghiava nel tumulto dei flutti, le stelle del cielo danzavano la grande danza solenne.
Scossa fin nel profondo, la vecchia Terra trasalì destandosi. I fiumi si inaridirono; le montagne crollarono. Dalle profondità squarciate scaturì il fuoco. La Terra bruciò con tutto ciò che aveva. Le onde del mare divennero onde di fuoco. L’organo era in fiamme, una rimbombante fiaccola di musica. La Terra, il mare e l’organo inneggiante crollarono crepitando su se stessi, ormai in cenere.
Ma in alto, sopra il deserto e il vuoto a cui il fuoco aveva ridotto la creazione, le stelle del cielo danzavano la grande danza solenne.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso
"Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio."

(Il tamburo di latta, Gunter Grass)

....questo libro mi piace!!!! TUNZZZTUNZZZTUNZZZ
In realtà, come dal titolo della discussione, questo è uno dei pochi incipit che abbiamo inserito nel 3D. Gli altri, compreso il mio, sono (spesso o talvolta) mezzi o interi capitoli della prima pagina dell'opera.
Ritengo sia molto più interessante citare, come ha fatto Ayu, l'incipit vero e proprio del libro scelto. Ho letto che per alcuni scrittori esso è particolarmente difficile da individuare; dovrebbe dire molto con così poche parole. Lasciar intuire l'argomento dell'opera, possibilmente rivelare al lettore dove si svolge la storia, chi sono i protagonisti e così via.
Spesso, più del titolo, un buon incipit fa addirittura vendere il libro!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
In realtà, come dal titolo della discussione, questo è uno dei pochi incipit che abbiamo inserito nel 3D. Gli altri, compreso il mio, sono (spesso o talvolta) mezzi o interi capitoli della prima pagina dell'opera.
Ritengo sia molto più interessante citare, come ha fatto Ayu, l'incipit vero e proprio del libro scelto. Ho letto che per alcuni scrittori esso è particolarmente difficile da individuare; dovrebbe dire molto con così poche parole. Lasciar intuire l'argomento dell'opera, possibilmente rivelare al lettore dove si svolge la storia, chi sono i protagonisti e così via.
Spesso, più del titolo, un buon incipit fa addirittura vendere il libro!

No, la maggior parte di quelli che abbiamo inserito sono incipit :)
Per inserire le pagine dei libri che più ci hanno colpito c'è il 3d "Pagine" :HIPP
 

isola74

Lonely member
Non sono mai stato un uomo facile alle lacrime.
Un giorno, mia moglie mi disse che il mio «gradiente emotivo pari a zero» era il motivo principale per cui mi stava lasciando.

(22-11-63, S. King)
 

bonadext

Ananke
Il giovane Holden - Salinger

"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d’infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto - chi lo nega - ma anche maledettamente suscettibili. D’altronde, non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi cosi a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia."


Ps: Anche se è già stata postata in passato rimetterla non fa di certo male :wink:
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso
No, la maggior parte di quelli che abbiamo inserito sono incipit :)
Per inserire le pagine dei libri che più ci hanno colpito c'è il 3d "Pagine" :HIPP
Non li ho letti tutti, ma spesso vedo interi capitoli o mezze pagine che oggigiorno posso anche "chiamare" incipit; nella terminologia filologica invece esso indica proprio le battute iniziali dell'opera.
Oggi, purtroppo mi viene da dire, l'introduzione di, che ne so, un romanzo, spesso termina dopo una lunga tiritera di frasi ridondanti e paragrafi che poco hanno a che fare con l'individuazione introduttiva dell'opera. :boh:

Ma forse io sono troppo severo e pretenzioso riguardo la letteratura; tra l'altro molto è cambiato nel modo di scrivere e il classico non va più di moda... Fra insopportabili e mal inventati neologismi, stili insensati, quasi zuffe letterarie che si trasformano talvolta in casi nazionali, cut-up (tipo Burroughs) eccetera, io proprio non mi ci trovo. A volte il contenuto potrebbe essere buono. Vedi per esempio Hubert Selby Jr. Con "Ultima fermata a Brooklyn". Ma viene in qualche modo rovinato dal volere a tutti i costi differenziarsi (se conosci il titolo sunnominato sai cosa intendo).
Ma ora sto divagando...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non li ho letti tutti, ma spesso vedo interi capitoli o mezze pagine che oggigiorno posso anche "chiamare" incipit; nella terminologia filologica invece esso indica proprio le battute iniziali dell'opera.
Oggi, purtroppo mi viene da dire, l'introduzione di, che ne so, un romanzo, spesso termina dopo una lunga tiritera di frasi ridondanti e paragrafi che poco hanno a che fare con l'individuazione introduttiva dell'opera. :boh:

Ma forse io sono troppo severo e pretenzioso riguardo la letteratura; tra l'altro molto è cambiato nel modo di scrivere e il classico non va più di moda... Fra insopportabili e mal inventati neologismi, stili insensati, quasi zuffe letterarie che si trasformano talvolta in casi nazionali, cut-up (tipo Burroughs) eccetera, io proprio non mi ci trovo. A volte il contenuto potrebbe essere buono. Vedi per esempio Hubert Selby Jr. Con "Ultima fermata a Brooklyn". Ma viene in qualche modo rovinato dal volere a tutti i costi differenziarsi (se conosci il titolo sunnominato sai cosa intendo).
Ma ora sto divagando...

Hai ragione, è ignoranza mia, pensavo che incipit significasse "inizio del libro" in senso più ampio.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso
Hai ragione, è ignoranza mia, pensavo che incipit significasse "inizio del libro" in senso più ampio.
Ma figurati! Parlavo in senso stretto del termine. A volte sono un po' maniaco con certe cose. In effetti il tuo intervento, oggi, è comunque corretto. L'introduzione, l'incipit del libro finisce dove l'autore intende (sta al lettore capirlo) terminare la "presentazione" della storia. Duri essa una pagina intera o un breve paragrafo.
Credo quindi che le nostre due interpretazioni, assieme, riassumano il significato di incipit.
 

Eve

Member
"Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì appena entrato nella casa ancora in penombra, dove era accorso d’urgenza per occuparsi di un caso che per lui aveva cessato di essere urgente da molti anni".

(L'amore ai tempi del colera - Gabriel Garcia Marquez)
 

walter

New member
no spam

Ciao,
non leggerai questa lettera, non so neppure cosa scrivere. Dicono che mi farà bene, comunque. È un mese che non tocco un goccio d'alcol. Non ho altri che te a cui dire qualcosa. Non so chi mi ha portato qui, non ricordo dove mi hanno raccolto. Sono circondato da gente che fa schifo, tossici, zingare, vecchie puttane alcolizzate, barboni senza un filo di speranza. Gente come me.
 
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elisa

Motherator
Membro dello Staff
incipit strepitoso per Middlemarch di George Eliot


[FONT=&quot]Miss Brooke aveva quel genere di bellezza che sembra acquistare un rilievo particolare dalla povertà dell’abito. Aveva mani e polsi così fini che sarebbero potuti uscire da maniche non meno disadorne di quelle in cui la Beata Vergine appariva ai pittori italiani, e il profilo di lei, come pure la statura e il portamento, parevano trarre una dignità ancora maggiore dalla semplicità di quell’abbigliamento, che nella sua foggia provinciale faceva la stessa impressione di una citazione dalla Bibbia - o da uno dei nostri vecchi poeti - inserita nell’articolo di un giornale quotidiano. [/FONT]
 

Tanny

Well-known member
Metto l'incipit di Mason & Dixon di Thomas Pynchon perchè è degno di nota (le maiuscole non sono errori) :sbav:

Palle-di-Neve han disegnato i loro Archi Volanti, costellando i Fianchi dei Capanni non meno che quelli dei Cugini, involando Copricapi nel Vento frizzante e soffiante del Delaware: le Slitte son sospinte al coperto e i loro Pattini asciugati e ingrassati con cura, le scarpe deposte nel Vestibolo sul retro, una Calata con le calze ai piedi sulla grande Cucina, in finalizzato Fermento fin dal Mattino, interpunto dai tinnenti Coperchi di vari Bricchi e Pentole fragranti di Spezie per Pasticci, Frutta sbucciate, Grasso di Rognoni, Zucchero caramellato... e i Fanciulli, sempre quasi di Volo, tra gli Schiaffi ritmati di Cucchiaio con la Pastella, avendo ghermito per blandizie o rapina quanto possibile, proseguono, come ogni pomeriggio di questo nevoso Avvento verso una Stanza accogliente sul dietro della Casa, arresa da anni ormai ai loro spensierati Assalti.
 

bouvard

Well-known member
"Ogni famiglia ha la sua pecora nera- la nostra era zio Petros. Mio padre e zio Anargyros, i suoi fratelli minori, fecero in modo che i miei cugini ed io ereditassimo, incontestata, l'opinione che avevano di lui. "Quel buono a nulla di mio fratello Petros è uno dei prototipi del fallito", diceva mio padre, ogni volta che se ne presentava l'occasione..."

Zio Petros e la congettura di Goldbach - A. Doxiadis
 

bonadext

Ananke
Heike monogatari

"Nel suono della campana del tempio di Gion vi è l'eco della fugacità delle cose umane. Il colore dei fiori di sala ammonisce che gli esseri viventi sono destinati a perire. I superbi sono effimeri come il sogno di una notte di primavera."
 

sandra77

Member
A. Basso: "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome"

"In molti amano l'odore della carta.
Alcuni ne vanno proprio pazzi. Quando comprano un libro, se lo avvicinano al naso e aspirano forte chiudendo gli occhi."

Alla prima riga ero già conquistata... Non sarà che la Basso mi ha spiato in libreria? :mrgreen:
 

bonadext

Ananke
Cosmetica del nemico - Amelie Nothomb

“Cosmetico, l’uomo si lisciò i capelli con il palmo della mano. Doveva essere impeccabile perché l’incontro con la sua vittima avvenisse a regola d’arte.”
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Teresa Raquin - Emile Zola

Alla fine di rue Guénégaud, venendo dal
Lungosenna, si trova il passaggio del Pont-Neuf,
una specie di corridoio stretto e cupo che
congiunge rue Mazarine a rue de Seine. Misura,
al massimo, trenta passi in lunghezza e due in
larghezza: è lastricato di pietre giallastre,
scheggiate e consunte che, con qualsiasi tempo,
trasudano un'acre umidità; la vetrata che lo
sovrasta, tagliata ad angolo retto, è nera di
sporcizia.
Nelle belle giornate estive, quando il peso
del sole incendia le strade, una luce biancastra
filtra dai vetri sporchi e si trascina penosamente
nel passaggio. Nei brutti giorni d'inverno, nelle
mattinate nebbiose, i vetri vomitano la notte su
quelle pietre umide, una notte sudicia e ignobile.
 

bonadext

Ananke
La lettura di libri aumenta in modo aritmetico; la scrittura di libri aumenta in modo esponenziale. Se la nostra passione per la scrittura ci sfuggirà di controllo, in un prossimo futuro ci saranno più scrittori che lettori.

I troppi libri (Gabriel Zaid)
 
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