Commento finale
La sensazione è quella di aver vissuto un'opera immortale paragonabile a Il conte di Montecristo,forse solo un pelino al di sotto,secondo me;un pelino al di sotto perchè,al contrario dell'opera di Dumas,anch'essa di mole considerevole,Hugo con le sue digressioni rallenta e appesantisce parecchio la lettura,ma alla fine ne vale ugualmente e notevolmente la pena.
La trama è un intrigo continuo e ci porta fino in fondo in un crescendo di emozioni,fino all'esplosione finale;quando,nelle ultime pagine,Valjean in punto di morte ricorda a Cosette la prima volta in cui le aveva preso la manina nel bosco ho provato davvero un'emozione fortissima e di colpo ho ripercorso tutta la storia a ritroso nella mia mente ed è stato qui che ho capito la grandezza di questo libro.
Venendo ai personaggi,su tutti spicca ovviamente Valjean con la sua generosità e tutti quei sentimenti,forti e a volte contrastanti,coi quali Hugo sapientemente colora il suo animo.
Di miserabili in questa storia ce ne sono parecchi:da Fantine che,costretta ad abbandonare Cosette,morirà senza rivederla;per arrivare a quei meschini dei Thenardier e a quella sfortunata canaglia che era il piccolo Gavroche!
Secondo me però il miserabile d'eccellenza,"lo sconfitto",di questa storia è Javert che dopo aver cercato per anni di imprigionare Valjean facendo di questo l'unica sua ragione di vita,finirà per suicidarsi!
Sono felice di aver fatto questa lettura,è uno di quei libri che verrà stampato per sempre!