Quattordicesimo Artisticforum - Proposte e commenti

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

LowleafClod

e invece no
Pioneer I - Carsten Nicolai

E' quasi un paradosso un paracadute dentro un edificio, a parte questo che non mi convince con l'idea dell'atterraggio, ma a cui magari si potrebbero attribuire altri significati, l'inclinazione del paracadute mi piace connessa alla caduta.
Viva gli artisti che come doppia vita fanno i musicisti!:)
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
devo dire che di primo acchito non è che mi sia piaciuta tanto (non amo questo genere di installazioni), però poi cercando di comprenderla (e grazie anche alla spiegazione di GHolden) devo dire che ho iniziato ad apprezzarla di più. Il senso di equilibrio instabile che trasmette è molto forte: il paracadute sfiora il pavimento, cristallizzando in forma permanente quello che per natura non sarebbe più di un istante... E poi la modalità con cui il paracadute è aperto... La scienza si sostituisce alla natura, gioca con lei e riesce a ricreare quello che sembrerebbe impossibile...
In effetti basta guardare un po' più a fondo le cose e quasi spontaneamente si comincia ad apprezzarle di più! :)
 

Nerst

enjoy member
l'inclinazione del paracadute mi piace connessa alla caduta.


pensa che invece io vedo il contrario...per me sta issandosi in cielo. l' enorme ventilatore potrei collegarlo a tutto quello che nella vita ci fa prendere il volo. insomma il paracadute siamo noi, e possiamo il più delle volte virare abilmente ed atterrare morbidamente, o precipitare rovinosamente, il tutto dipende dalle correnti, quelle non possiamo governarle.

insomma mi fa tornare in mente l' avventura
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Passiamo alla seconda opera :)

Un'isola dentro un'isola di Gabriel Orozco

22135.jpg
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Carsten Nicolai Pioneer I

pionier_I.jpg


Se devo essere sincera queste sono opere che riesco ad apprezzare o meno dal vero, viste in foto non mi dicono nulla, perché credo che lo spettatore faccia parte dell'installazione stessa, perché le dimensioni, i rapporti spaziali, il colpo d'occhio, le sensazioni uditive, ecc. hanno un'importanza fondamentale. Poi c'è l'idea ma spesso questa deve essere testata per dire se funziona o meno.
 

LowleafClod

e invece no
Un'isola dentro un'isola

Orozco mette insieme dei rifiuti, pezzi marginali che trova per terra, e miseramente riesce a comporre ciò che vede, la città di New York con anche le due torri gemelle. In questa sua misera composizione, l'artista sembra quasi predire il futuro che verrà, l'imminente catastrofe assemblata con poco. Ecco che dai margini emerge e viene a crearsi qualcosa di più significativo, che non avremo mai immaginato.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Un'isola dentro un'isola

Orozco mette insieme dei rifiuti, pezzi marginali che trova per terra, e miseramente riesce a comporre ciò che vede, la città di New York con anche le due torri gemelle. In questa sua misera composizione, l'artista sembra quasi predire il futuro che verrà, l'imminente catastrofe assemblata con poco. Ecco che dai margini emerge e viene a crearsi qualcosa di più significativo, che non avremo mai immaginato.

Grazie Low, non l'avrei mai capito! :mrgreen:
Di che periodo è l'opera?
Diciamo che alla luce degli eventi successivi fa un certo effetto, i pezzi sembrano bruciati e sembra persino che vi sia del sangue.
Non so però cosa avrei pensato se l'avessi vista prima della catastrofe, di sicuro sarei rimasta più perplessa, o forse potrebbe essere proprio un'opera di spregio verso la città, le Torri Gemelle e ciò che rappresentano o meglio rappresentavano.
 

Nerst

enjoy member
questa foto mi piace, nonostante evidenzi il degrado di una città. Il motivo è che le isole di cui si parla sono Manhattan e l' asfalto in primo piano. In comune i due luoghi hanno la vastità degli spazi attorno e gli oggetti in verticale, che nella prima isola sono i grattacieli, nella seconda le tavole di legno appoggiate ai blocchi di cemento, inoltre c' è il mare che circonda la città e la pozzanghera in primo piano che sembra riprodurla. Il cielo è terso e sta per arrivare la pioggia, mentre i lampioni attendono la sera per illuminare quel che resta del giorno. Quello che mi trasmette è che per vedere davvero l' anima di una città bisogna vederla da lontano e non direttamente al cuore.
 

isola74

Lonely member
A me non dice granchè :boh: potrebbe essere la periferia di qualsiasi grande città, anzi secondo me è proprio così...
 
G

giovaneholden

Guest
Artista tra i più influenti della nostra epoca,Orozco si trova a suo agio sia con la scultura,che con la fotografia,assemblando oggetti o,come in questo caso rifiuti per creare un qualcosa di inedito che apre nuove prospettive di interpretazione. Infatti l'aver messo queste povere tavole di legno appoggiate su un muretto della periferia di New York fa pensare alla grande tragedia subita dalla città l'11 settembre,accentuata da quelle chiazze di vernice rossa a simboleggiare quell'orrendo sacrificio umano. Notevole e scioccante.
 

isola74

Lonely member
non ne capisco esattamente il significato ma so che guardarla mi mette allegria:D
secondo me un titolo adatto potrebbe essere "Una tribù che balla"
 

Nerst

enjoy member
Si, davvero mette allegria questo quadro, ma a guardarlo meglio potrebbe descrivere anche le tappe della vita. Di fatto c' è una donna in attesa, un bimbo che gattona, una comitiva gasata, un cuore e persino un angelo (potrebbe indicare la fine, ma in allegria). Anche se conoscevo già il quadro, ora ad osservarlo meglio, lo leggo con occhi diversi.
 
G

giovaneholden

Guest
Molto simpatico questo quadro di Haring,ci si vede tutta la voglia di vivere,anche molto sopra le righe della New York degli anni ottanta,prima che lo spettro dell'aids portasse via molti di loro. Con pochi tratti riesce a caratterizzare le figurine,lavorando a metà tra il fumetto e il graffito,al punto da diventare una vera icona nel mondo dell'arte malgrado abbia vissuto purtroppo così poco.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Un'isola dentro un'isola di Gabriel Orozco

22135.jpg



all'inizio ho fatto fatica a capire quale fosse l'opera dell'autore, il mio sguardo veniva continuamente catturato dal marciapiede e dallo skyline della città vera, per cui rimandavo il commento perché non ne capivo il senso. Solo oggi dopo tante rivisitazioni ho capito l'opera, metafora in nero e tragica della città che svetta sicura e inconsapevole davanti a lei. Quello che è reale contiene in sè la sua fine e la sua distruzione, opera potente e simbolica molto ben congegnata.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Credo sia uno dei 24 pannelli del "Murale della Marquette University, Milwaukee, Wisconsin 1989"

Grazie! :wink:

L'opera è particolare ed è vero che mette allegria, tutti quei colori e quelle immagini così strampalate... la figura sorridente con tre occhi mi fa pensare a SpongeBob (chi ha figli o nipotini capirà :mrgreen:), il tizio - o meglio la sagoma - con il cuore in mano sembra pronto a correre dalla sua amata per farle una dichiarazione in piena regola del tipo "niente mi fermerà", il titolo a cui ha pensato isola è perfetto soprattutto se si guarda la fila in alto. C'è il robot, il disco volante, e quella tv con scritto 84? Un riferimento al Grande Fratello di Orwell?
E i due tipi uno sopra l'altro che stanno facendo? Non entro nei dettagli...
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Alto