Barbery, Muriel - L'eleganza del riccio

EgidioN

New member
Ho terminato di leggerlo qualche giorno fa ed ho atteso un pò prima di riportare qui il mio parere "a freddo". Il libro mi è piaciuto moltissimo, offre ottimi spunti riflessivi anche se a volte ho subito il filosofeggiare del "riccio" con poco entusiasmo, quasi in apnea. Il libro risulta poco narrativo ma compensa egregiamente con il percorso interiore dei personaggi chiave. Anche io come Vale ho trovato intrigante il riferimento alle camelie e alla cultura giapponese (che adoro). Non mi dilungo troppo con i miei pensieri sul libro, comunque decisamente consigliato agli utenti che volessero affrontarlo.
 

Lisa

New member




Ho letto il libro sotto l'ombrellone e devo dire che è stata una buona scelta perchè mi ha comunque appassionato. Soprattutto Paloma la cui arguzia (improbabile, data l'età) mi ha fatto riflettere molto più di quanto abbia fatto Reneè con la sua vasta cultura. Reneè mi ha quasi infastidita perhcè il suo grande amore per ciò che è bello (letteratura, arte, cinema) non l'ha condotta a d una comprensione più profonda dell'umanità, ma sembra aver innalzato un muro tra lei e il resto del mondo, fornendola una serie di giudizi stereotipati, "etichette" che, con estrema sicurezza, appiccica addosso a coloro che hanno la colpa di vivere vite più comuni. Mi trovo d'accordo con Witch (bella l'idea di un quaderno delle citazioni!). resta comunque un libro piacevole da leggere: offre qualche spunto di riflessione e strappa qualche sorriso. mi è piaciuta la parte del "testamento silenzioso" di Reneè, mentre muore.
 

Tomas

New member
D'accordissimo con Mariangela.
L'ho finito ieri. Indubbiamente un bel libro, scritto bene e con riferimenti e citazioni decisamenti colte.
Come detto da alcuni, la prima parte e`molto piu' riflessiva e lenta rispetto alla seconda, secondo me anche troppo (la parte sulla fenomenologia di Husserl mi sembra piu' un esercizio di stile che altro).
La seconda parte invece scade decisamente nella banalita´, almeno dal punto di vista della narrazione, accada cioe' che tutti si aspettavano ma che stona un po' con quello che era l'inizio del libro.

Mi ha ricordato, in parte, considerando la mole di riflessioni filosofiche, l'Insostenibile Leggerezza dell'Essere, che pero' considero decisamente superiore oltre che piu' adulto.
 

Mary70

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L'ho finito ieri. Per quanto riguarda un mio commento, credo che sia superfluo, avete detto tutto voi.:) Posso solo dire che questo libro è diventato uno dei miei preferiti.:) bellissimo e commovente:)
 

alessandra

Lunatic Mod
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Arguto, raffinato, ironico e commovente: una piccola iniezione di buon umore. D'accordo, senz'altro ci sono diversi elementi inverosimili, come ad esempio la materializzazione improvvisa del signor Ozu - l'uomo del riscatto - che stranamente si trova nel posto giusto al momento giusto, ma non lo sono i concetti di base: il vero valore di una persona prima o poi salta fuori (lo so, lo so, non accade spesso nella vita reale, ma come idea non fa una piega) o, almeno, chi sa guardare oltre le apparenze lo vede. Banale? Forse, ma secondo me in questo libro il concetto è espresso in maniera poetica e incisiva. Ozu per me è metafora, appunto, del riscatto, della svolta e del coraggio di lasciare una vita che non è la nostra, comunque vada a finire.
Le due protagoniste sono fantastiche; Renèe sopperisce al piattume della propria vita, oltre che con l'interesse per la cultura, con l'ironia e l'autoironia, ho trovato interessanti e piacevoli le sue digressioni. La presenza di Paloma vivacizza ancora di più il tutto; forse mi è piaciuto perchè l'immedesimazione è scattata con facilità, nel senso che l'autrice secondo me è riuscita a comunicare efficacemente il contrasto tra il valore umano e intellettuale delle protagoniste e il loro senso di inadeguatezza. Credo che comunque sia un libro prevalentemente per sognatori.
Il finale mi è sembrato intelligente, paradossalmente ottimistico (!) e in linea con il senso del libro.

Adesso so quello che dobbiamo vivere prima di morire: posso dirvelo. Prima di morire, quello che dobbiamo vivere è una pioggia battente che si trasforma in luce.
 
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Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Posso certamente esprimere un giudizio favorevole su questo libro e concordare con la maggior parte dei commenti positivi già fatti.Se ricordo bene ho letto da qualche parte che dovrebbero fare il film.L'ho consigliato alla mia amica Mary70 e mi ha fatto piacere che anche lei l'abbia apprezzato.
 

Calliope

New member
Posso certamente esprimere un giudizio favorevole su questo libro e concordare con la maggior parte dei commenti positivi già fatti.Se ricordo bene ho letto da qualche parte che dovrebbero fare il film.L'ho consigliato alla mia amica Mary70 e mi ha fatto piacere che anche lei l'abbia apprezzato.

Io l'ho letto un mese fa, grosso modo, comunque spero che non abbiano davvero intenzione di farne un film, perchè il bello del libro sta nelle riflessione della protagonista, e non so quanto sarebbe facile renderne giustizia su pellicola...
 

luxi

New member
A me è piaciuto molto. E' un insieme di piccole, argute, a volte taglienti riflessioni su temi diversi, tutte tenute insieme da un filo narrativo semplice, forse banale e inverosimile, ma comunque efficace a rendere la lettura scorrevole e nello stesso tempo interessante.
 

newmoon80

Smiling member
Forse sarò una voce fuori daL coro, ma... non mi ha proprio appassionata. Certo non posso dire che non mi sia piaciuto, ho molto amato il personaggio di Renée, ma in alcuni passaggi particolarmente filosofeggianti mi perdevo terribilmente! :? Lo so, forse in questo senso sono un po' troppo "materialista", amen!

Quanto all'idea di farne un film, onestamente la vedo difficile: il libro perderebbe senz'altro moltissimo. A ben vedere, di azione intesa come "accadimenti" non ce n'è moltissima...
 

SerafinaPekkala

New member
non posso leggere tutti i post perchè è il libro che attualmente stò mangiando, alcune cose le ho lette e mi trovano d'accordo altre per nulla. rimanderò il giudizio finale a lettura ultimata. per ora comunque mi piace veramente tanto. mi garba quel senso di beata solitudine riempita da libri, consultazioni e meditazioni delle protagoniste. uguali ma diverse, la testolina un po' più pesantuccia della media nazionale. una conscia e sicura della sua intelligenza universalmente riconosciuta mentre l'altra piena di incertezze. come se l'intelligenza, la consapevolezzaq del sapere fossero questione di certificazioni accreditate. bè, mi fermo..nn sono neanche a metà per ora!:)


Finito! Proprio bello, non sarebbe potuto finire in altro modo. Gli ultimi accadimenti della vita di Reneè erano troppo fuori dalle sue note. Gioiosi e sinceri, si ma non avrebbero potuto avere un futuro visto la sua ormai troppo consolidata "solitudine artistica". Proprio bello.
 
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giorgia!

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All'inizio è stato difficile andare avanti: Sfogliavo le pagine nell'attesa ke iniziasse "l'azione". Poi una volta IMMERSA nel libro non ne ho piu potuto fare a meno e...qnd l'ho finito ho pianto anke io:wink:
E' un libro di cui avevo bisogno. Una pausa dalla narrativa frenetica e una riflessione continua ke a mio parere è l'elemento principale del libro. Un flusso di pensieri, sempre attinenti a ciò ke accade alle protagoniste, ma ke mi hanno avvolta completamente.. stimolandomi alla riapertura del libro di filosofia del liceo!
Per quanto riguarda il finale...ci sn rimasta un po' maluccio e ci è voluto del tempo per "metabolizzarlo"
insomma...:ad: :sbav:
A ME E' PIACIUTO UN SACCO!
 

mame

The Fool on the Hill
Su insistenza di elesupertramp ( :wink: ) lascio la mia modesta opinione su questo libro, visto che normalmente si lasciano recensioni sui libri che si sono letti e non congratulazioni sulla fiducia. Per quanto, è ormai noto che io non sappia né leggere né scrivere perché ho pubblicato con Il Filo.
Dunque, questo libro non mi è piaciuto per i seguenti motivi:
1) la signora Renée mi è stata immediatamente antipatica come mi stanno antipatici tutti quelli che vivono di preconcetti dai quali non si smuovono. Nel suo caso: i ricchi sono tutti stupidi, ignoranti e presuntuosi, mentre noi poveri siamo perle di saggezza. Non mi pare assolutamente credibile che in cinquantaquattro anni di vita questa donna non abbia mai avuto uno spunto per cambiare idea, per imparare a valutare le persone come singoli individui, nonostante lei stessa salvi alcuni dei personaggi "ricchi" che la circondano. Questo atteggiamento di classismo al contrario puzza tanto di Rivoluzione Francese, e avrei risposto volentieri a Kakuro che l'invenzione più famosa dei francesi è senz'altro la ghigliottina. Le motivazioni d'infanzia raccontate in fondo possono valere fino a un certo punto, ma un personaggio che per tutta la vita fino a cinque minuti prima della morte non fa _nessuna_ esperienza che gli faccia cambiare idea, è una marionetta nelle mani dell'autore.
2) Mi pare altrettanto poco credibile che in un condominio si sia concentrata tutta la deficienza ricca parigina e che in quanti?, una trentina d'anni?, non ci sia stato uno straccio di ricambio di condomini. Va bene tramandare, ma che lì si siano concentrati tutti i ricchi imbecilli di Parigi suona tanto di tesi precostituita.
3) Una ragazzina di dodici anni che parla come Paloma è anche meno credibile della portiera e del condominio. Si può anche fare finta che abbia capito Lacan quando lo ha letto, ma a dodici anni non è umanamente concepibile che si possa parlare delle occasioni perdute della vita, un concetto al quale si arriva, se va bene, a trenta/quarant'anni, posto che si facciano esperienze tali da arrivarci. Per parlare così, una dodicenne, per quanto intelligente, dovrebbe aver vissuto la deportazione in un campo di concentramento in Bosnia o le bombe in Afghanistan. Si può credere alle sue riflessioni sulla vacuità della vita dei genitori, che con la sua intelligenza trova stupidi, ma non che abbia una saggezza da persona matura. Viene pur sempre da un genere di vita che non rende credibili certe affermazioni che solo l'esperienza può dare.
4) Ancora nello schema della tesi da dimostrare, arriva nel condominio un giapponese, che guarda caso, anche se ricco, è la personificazione dell'intelligenza, della cultura, dell'acume, ecc., ecc., e sarà il deus ex machina che finalmente dopo cinquantaquattro anni farà cambiare idea a Renée.
5) Kakuro bussa alla porta dei Josse e chiede a Solange di poter invitare Paloma a prendere il tè da lui. Ora, sono certa che le supermamme moderne di oggi l'avrebbero lasciata andare (come infatti fa Solange), tanto al massimo ci sono gli psicologi e la pillola del giorno dopo. In un mondo che tiene ancora i piedi per terra, una mamma che si vede arrivare un estraneo in casa (più o meno cinquantenne?) che invita la figlia dodicenne a prendere il tè da lui, gli dice di tornare quando la figlia sarà maggiorenne e di estendere per allora l'invito anche a lei a fare da chaperon. Porta sbattuta sul naso. Ma su questo, io sono notoriamente una sostenitrice dei grembiulini, perciò la mia opinione estremista nel mondo moderno non ha valore.
6) Finale insensato e strappalacrime: finalmente ho capito che i ricchi non sono cattivi e adesso che inizio a vivere, muoio spiaccicata da un furgoncino. Finale facile, dramma lacrimevole. Peccato che il personaggio mi stesse antipatico fin dall'inizio e non mi ha suscitato alcuna della subdola commozione cercata dall'autrice.
7) Supponendo che il libro sia ambientato nel 2006 quando è stato pubblicato, Solange ha quarantacinque anni e amici sessantottini? Di suo aveva sette anni nel '68: frequenta gente molto più vecchia di lei? O l'autrice ha fatto qualche pasticcio cronologico?

Cosa si salva: Paloma quando si dichiara infastidita dalla bambina down e quando parla di odio verso la sorella. Gli unici due momenti in cui riesce a essere _reale_, vera, credibile. Finalmente è politicamente scorretta, come lo sono i ragazzini _normali_ della sua età, esprime sentimenti che vanno contro i benpensanti e contro la sua stessa intelligenza e sensibilità.

P.S. Nota per l'autrice: quando Marguerite fa quella battuta pseudodivertente su Colombe che si chiama come un uccello, qualche attento redattore avrebbe dovuto ricordare all'autrice che in spagnolo Paloma è la colomba. Le due sorelle hanno praticamente lo stesso nome.

Bocciatissimo. Ma come sempre, de gustibus non disputandum est.
 

alexyr

New member
Su insistenza di elesupertramp ( :wink: ) lascio la mia modesta opinione su questo libro, visto che normalmente si lasciano recensioni sui libri che si sono letti e non congratulazioni sulla fiducia. Per quanto, è ormai noto che io non sappia né leggere né scrivere perché ho pubblicato con Il Filo.
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Mame o della polemica:mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen:

Anche a me Mme renée indispone. Prima di tutto, perchè arte conoscenza e cultura nella mia mente sono spunti per migliorarci, non cose da nascondere dietro un paravento di mediocrità. come se essere colti, o semplicemente diversi,fosse un peccato mortale. Bah. Qualcuno scrisse "è facile essere grandi di una grandezza latente". Mme Renée non solo fa questo motto suo,ma se ne compiace come un tronfio tacchino.
 

mame

The Fool on the Hill
Anche a me Mme renée indispone. Prima di tutto, perchè arte conoscenza e cultura nella mia mente sono spunti per migliorarci, non cose da nascondere dietro un paravento di mediocrità. come se essere colti, o semplicemente diversi,fosse un peccato mortale. Bah. Qualcuno scrisse "è facile essere grandi di una grandezza latente". Mme Renée non solo fa questo motto suo,ma se ne compiace come un tronfio tacchino.

Io ho trovato il modo di vivere di Renée estremamente faticoso, ma non tutti sono sempre sinceri e diretti. Magari esiste realmente gente capace di vivere così. In fondo si è scoperto tante volte di persone dalla doppia vita. Se pensiamo alle gallerie d'arte sotterranee nei bunker dei mafiosi che poi vivevano in mezzo alle capre e al caciocavallo... Vile possedimento o cultura artistica? :mrgreen: Gliel'ho dato per buono: faticoso ma ancora credibile.
 

mame

The Fool on the Hill
Sarei sopravvissuta anche senza leggerlo, ma sono andata a guardarlo. Grazie, Elisa, del male che mi vuoi.... :mrgreen:

Mi ha colpito il fatto che tu abbia scritto che l'autrice scrive bene. Forse sono stati bravi i traduttori, ma in francese non era niente di megagalattico. Non un uso particolare della lingua, intendo dire, non di quelli memorabili come l'inglese di Nabokov o di Ishiguro.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Sarei sopravvissuta anche senza leggerlo, ma sono andata a guardarlo. Grazie, Elisa, del male che mi vuoi.... :mrgreen:

Mi ha colpito il fatto che tu abbia scritto che l'autrice scrive bene. Forse sono stati bravi i traduttori, ma in francese non era niente di megagalattico. Non un uso particolare della lingua, intendo dire, non di quelli memorabili come l'inglese di Nabokov o di Ishiguro.

Ho trovato che la Burbery scrive "pulito", in modo chiaro e comprensibile, cosa che spesso non capita con altri sedicenti scrittori ma che ritrovo in chi è prestato alla scrittura da professioni che richiedono molte letture e molti scritti per farsi comprendere. E in un best seller questa è cosa rara. Poi come ci diceva un amico scrittore e traduttore, se la scrittura è poca cosa, poco si può fare anche con la traduzione, anche se sicuramente la traduzione nel caso de L'eleganza del riccio ha il suo peso.
 

mame

The Fool on the Hill
Poi come ci diceva un amico scrittore e traduttore, se la scrittura è poca cosa, poco si può fare anche con la traduzione,

Su questo non sono d'accordissimo. So di traduttori bravi che hanno decisamente migliorato libri dalla scrittura fortemente zoppicante. Ma questo è un discorso che esula dalla discussione. :wink:
 
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