Barbery, Muriel - L'eleganza del riccio

brù

New member
Finito ieri sera.
Più volte l'ho abbandonato e e poi ripreso solo perchè mi dicevano che l'ultima parte merita.
Per me questa parte non è mai arrivata, :? non avrò colto il messaggio?
sin dall'inizio dellla lettura non ho percepito l'attrazione che dovrebbe crearsi tra lettore e racconto, anche se qualche sprazzo di vivacità c'è stato, ma il coinvolgimento, o perlomeno un minimo di interesse che dovrebbe nascere sin dalle prime pagine non è mai sorto,
ahimè !
 

RosaT.

Leghorn Member
Il mio giudizio per questo libro non è un gran che positivo.

La prima parte l'ho trovata pesante (forse perchè non sono ferrata in filosofia) e mi ha trasmesso più la sensazione che queste pagine siano più autocelebrative che descrittive per capire i sono i personaggi.
Quando ormai rasseganta ad una lettura un po' così sena meta e troppo celebrativa (anche della stessa Francia) ecco che spunta una storia un filo conduttore, ma questa si sviluppa troppo velocemente e con scarsa attenzione ai particolari (strano visto il soffermarsi nelle pagine precedenti su dettagli discutibili) e poco spazio per i protagonisti e di loro "nuovi" rapporti.
Questo libro mi ha dato l'impressione che sia stato scrtitto in due tempi distiniti, in un primo momento la storia (di getto e frettolosa) ed in un secondo il resto nel tentativo di "arricchire un po' il tutto" ... peccato perchè mi ero approcciata a questo llibro con entusiasmo ... secondo me non sempre una scrittura eccellentissima basta ...

Salvo le utlime frasi perchè mi hanno colpito in aprticolare: "... in fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E' come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.
Si, è proprio così, un sempre nel mai."
 

velmez

Active member
NON mi è piaciuto.
l'ho trovato un libro con un ottimo potenziale, ma mal risolto. Mi è sembrato che l'autrice non volesse fare altro che vantarsi delle sue conoscenze, infilando massime, pensieri profondi e frasi da cioccolatino a spot, prevalentemente collegate "tirandole per i capelli".
Perchè una portinaia del XXI secolo dovrebbe nascondere la sua intelligenza?
e Paloma da dove cavolo è uscita? va bene essere intelligienti, ma questa ragazzina di 13 anni parla davvero come un professore universitario (c'erano parole di cui nemmeno io conoscevo il significato!) e poi è così stupida da volersi suicidare perchè vive in una famiglia tutto sommato più che normale!!:?
mi sono piaciute solo certe sue uscite un po' ciniche (anche se lei contro i cinici ha una "massima" da BacioPerugina...) come quella sui gatti e quella sui bambini down...
anche il finale mi è sembrato buttato lì... mi è quasi piaciuto di più il film!
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
metto la recensione del gdl

Sembra una contraddizione in termini ma L'eleganza del riccio è un bel libro che mi ha deluso.
Mi spiego: ogni parte del libro è abbozzata ma non sviluppata in modo tale da non legare con le altre, per cui sembra un piatto unico dove gli ingredienti sono di buona qualità ma mescolati tra di loro danno una pietanza poco gustosa.
Le riflessioni sono interessanti, ma a cosa servono? I personaggi nascondono o rivelano troppo, ma perché? Sembra la favola di Cenerentola o del soldatino di piombo, ma alla fine cosa mi resta?
La Barbery scrive bene ma non è ancora una scrittrice, spesso gli scrittori d'oggi sono professori, fisici, medici, attori, politici ma non scrittori. E questo si sente.
Nulla toglie che mi sono divertita a leggerlo e questo dà al libro quattro stellette su cinque.
 

Eve

Member
Ho terminato già da alcuni giorni questo libro, che ha aperto la mia sfida letteraria di libri scritti da donne, ma ho avuto bisogno di un pochino di tempo per metabolizzarlo e poter scrivere un commento. Globalmente il mio giudizio è positivo: ho trovato la trama piacevole (sarà che apprezzo sempre le storie senza lieto fine), i personaggi accattivanti e la scrittura originale. Però, se da una parte le varie divagazioni filosofiche e letterarie sono forse l'aspetto più interessante del libro, in quanto forniscono un sacco di spunti di riflessione sia seri che ironici e simpatici (stupenda la scena del bagno, in cui da un "volgare" sciacquone escono le note del Requiem, per me una delle più belle opere musicali, e addirittura del Confutatis, che richiama anche la scena clou di quello splendido film che è "Amadeus"), dall'altra sono forse troppo fitte, tanto da accavallarsi le une sulle altre togliendo respiro alla trama e impedendo al lettore di soffermarsi il tempo necessario su ciascuna di esse. Però credo che la mia percezione di questo "svantaggio" sia dovuta in gran parte al relativamente poco tempo che ho impiegato a leggere il libro: credo proprio che me lo rileggerò con più calma alla fine della sfida letteraria.
In conclusione, direi che L'eleganza del riccio è "uno splendido libro da non inserire nelle vostre sfide letterarie" :mrgreen:
 

Dory

Reef Member
Sì, lo ammetto, sono una piagnona, quando si toccano certe corde, sensibilità d'animo+amore per l'Arte+senso di inadeguatezza in una società consumistica e affamata di apparenza, apro il rubinetto e non smetto più. :mrgreen:

Libro bellissimo, ma sono d'accordo con Elisa, manca forse il mestiere, il tutto andava sviluppato di più e meglio e ho trovato che il finale contraddicesse il senso del libro, o almeno quello che io credo sia il senso del libro. A meno che l'autrice non volesse proprio dire che per quanto uno si sforzi le differenze di classe non possono essere superate...:?
Un finale diverso forse sarebbe stato troppo melenso, d'altra parte trovo questa scelta di finale totalmente stonata con il resto.

Le lunghe divagazioni filosofiche le ho trovate in parte interessanti, in parte troppo verbose, e questo credo dipenda da quello che diceva Elisa, manca proprio il mestiere di scrittore, ci voleva un maggiore equilibrio.

Nonostante ciò a me il libro è piaciuto davvero tanto, perciò do un 4/5 e lo consiglio vivamente.
La risposta alle domande di Elisa che posso dare è che questo libro va letto proprio come si legge una favola, è una favola, non è un libro realistico e/o verosimile, tutto il contrario, secondo me tende al surrealismo ed è molto simbolico.
 

Creamy

New member
non mi è piaciuto granchè. pensavo di essere una voce fuori dal coro, e invece mi trovo in buona compagnia. non si è creata quell'"empatia"che cerco quando leggo. probabilmente lettura con un buon potenziale, ma che secondo me rimane in superficie (o forse sono io che non ho saputo coglierne il senso?). troppo infarcito di citazioni, troppo "bello fuori". 6.
 

Holly Golightly

New member
Questo libro è di una stupidità rara. Fa acqua da tutte le parti e mi ha proprio dato fastidio. Quindi sto per essere severa come poche volte :D
Partendo dal fatto che non è verosimile che una dodicenne ragioni in quel modo e sappia tutte quelle cose... e partendo dal fatto che mi sfugge il motivo per cui una portinaia, nel XXI secolo, debba nascondere la sua cultura...
Proprio l'idea di fondo del libro è stupida, reazionaria a tratti. Perché il mondo è bianco o nero? Perché dovrebbero esserci le due macrocategorie di ricchi e poveri, privilegiati e persone comuni e perché una portinaia colta dovrebbe essere un tale e sorprendente elemento dialettico fra i due mondi? Che scemenza! Non so in che mondo sia cresciuta l'autrice, ma esagera alcune piccole realtà. Sia chiaro, vengo da una facoltà di lettere e trovo terribilmente fastidiosi i punkabbestia figli di ricchi (di cui, devo dire, la mia facoltà non manca), ma far rientrare l'intera categoria "ricco" nella categoria "superficiale" (creando un elemento di messa in discussione con una dodicenne molto improbabile) è una cosa veramente scema. Il mondo non funziona in sistema binario e non funziona per dicotomie.
Inoltre ho trovato veramente brutta la concezione di cultura dell'autrice. Di solito l'esasperata ricerca dell'aforisma è in grado - almeno - di far pensare un "quanto è vero" anche davanti all'affermazione più banale. Per la prima volta, quasi a ogni pagina, pensavo "ma cosa stai blaterando?". La cultura, non solo al giorno d'oggi, non funziona soltanto mescolando film commerciali a grandi opere d'arte, letture filosofiche e impegnate a best sellers. Credo che la cultura parta da un presupposto, quel bellissimo "so di non sapere" che ai personaggi principali del libro, a tutti e tre, sembra mancare. La cultura è ansia di conoscere, conoscere e di conoscere sempre più, con la consapevolezza di sapere sempre meno. Un "io so" come quello di Renée, rientra nella sfera dell'erudizione. Anche questa cosa è odiosa.

Però devo ammettere la grassa risata che mi sono fatta sul finale. Pensavo che farmi ridere con un finale tragico fosse una divertente prerogativa della sola Mazzantini, invece c'è riuscita anche questa tipa. Il livello narrativo è scadente. Il libro sarà anche scritto in modo decente, scorre, non ho trovato pesanti quelle divagazioni filosofiche (inutili, questo sì). Non succede praticamente un cavolo per il primo 75% (l'ho letto dal kindle). Ci sono seghe mentali delle due protagoniste per tre quarti del libro (e io andavo avanti dicendo "sta per succedere qualcosa"). Nelle ultime pagine succede quello che doveva succedere in tutte le altre. E poi, boom! Quel finale veramente scemo! Ma che senso ha? Non ho capito se il senso ultimo sia quello di commuovere il lettore (ma lo stai facendo male) o se sia lasciarci una morale fatalista, molto verghiana, una specie di rivisitazione del concetto dell'ostrica. Ecco, queste cose lasciamole a Verga, che magari veniva dall'ambiente adatto, dal secolo adatto e dalla cultura adatta. Sostenere queste cose, con quelle premesse, in quel contesto, con quel personaggio, beh, è anche poco carino nei confronti dei meno abbienti che hanno studiato: e al giorno d'oggi non sono pochi.
 

pakoto

New member
Era da tempo che avevo sentito parlare di questo libro e avevo sempre voluto comprarlo e leggerlo, perchè tutti ne parlavano, e mi aveva incuriosito e così appena ho trovato un'edizione comoda per le mie tasche l'ho acquistato,ed è stato veramente molto bello leggerlo. Il linguaggio è molto ricercato, se non si hanno delle nozioni abbastanza solide di filosofia tra le tante come me, si fa un po' fatica a leggerlo. I due personaggi mi hanno colpito molto, l'essere così totalmente agli antipodi, ma allo stesso tempo molto vicine mi ha veramente stupito, e trascinato. La fine è stata veramente sconvolgente, non mi sarei mai aspettato una fine del genere, e devo dire che mi sono un po' commosso. Voto 5/5 anche se in alcuni punti l'ho trovato un po' difficile da assorbire e assimilare per me che come ho detto sono a digiuno completo di determinati argomenti che si affrontano nel libro.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Questo libro ha un grosso difetto: è pieno di stereotipi, di frasi fatte, di cose insensate/assurde/incredibili, di portinaie che non possono leggere un libro e di bambine di 12 anni che ne sanno un po' troppo. Ma, in fondo, è un libro e i libri narrano sempre cose irreali e situazioni impossibili! Penso sia stato uno dei libri più belli ch'io abbia mai letto, divorato in due giorni. Un libro che ti prende, ti fa sorridere e non ti fa staccare gli occhi dalle pagine. Ho apprezzato tantissimo la capacità di far dire ai personaggi tutto quello che passava loro per la testa, senza censure. Ho apprezzato le assurdità, ho apprezzato l'ironia con la quale l'autrice ha sottolineato più volte le spese assurde dei 'ricchi' (vedi la cena al ristorante della famiglia di Paloma). E devo trovare un modo per far partire il Confutatis di Mozart quando tiro lo sciacquone! :mrgreen:

5/5
 

Jessamine

Well-known member
Attenzione, possibili spoiler

Solitamente quando recensisco un libro che mi è piaciuto molto non posso fare altro che spenderci innumerevoli parole, mentre quando un libro non mi è piaciuto tendo ad essere molto più sintetica. Questo invece è un caso un po' diverso, perché il libro decisamente non mi è piaciuto, eppure credo di avere una discreta quantità di chiacchiere da mettere in ordine.
Partiamo dal presupposto che questo libro mi ha da sempre incuriosita, dapprima solo "a pelle", forse per il titolo vagamente insolito, e poi perché le opinioni che avevo letto erano talmente contrastanti che non vedevo l'ora di potermi fare una mia opinione. Eppure, non so perché, ho aspettato veri e propri anni prima di cominciare a leggerlo, forse aspettando il famoso "momento giusto", forse perché le opinioni così diverse mi rendevano incerta, non avendo idea di che cosa aspettarmi. E l'ho cominciato davvero con uno degli stati d'animo più neutri con cui abbia approcciato un libro negli ultimi anni, senza pregiudizi o aspettative, come forse mi piacerebbe poter affrontare qualsiasi lettura, solo con tanta curiosità, visto il tanto parlare che se ne è fatto.
Ebbene, qualche elemento positivo c'è, di questo devo prendere atto: la scrittura della Barbery è molto scorrevole, nonostante qualche (forse più di qualche) digressione pseudo filosofica è un romanzo che si lascia leggere con semplicità e in pochi giorni. Inoltre, almeno in linea teorica mi piace il messaggio che il libro cerca di lanciare, una sorta di apologia della cultura, o per meglio dire un omaggio alla cultura, all'arte e al bello come possibilità di salvezza e riscatto (certo, per chi abbia masticato anche solo un po' di filosofia in maniera decente a scuola non risulterà un'idea poi così innovativa e sconvolgente, ma apprezzo il tentativo quantomeno). Insomma, riconosco la nobiltà dell'intento, apprezzo decisamente meno il risultato finale, poiché questo messaggio cambia connotati, si trasfigura e si veste di autoreferenzialità e di pienezza di sé.
Protagoniste di questo romanzo sono due figure femminili surreali ed estremamente spocchiose ed irritanti: la giovanissima, intelligentissima, ricca Paloma, ragazzina dal quoziente intellettivo a suo dire superiore alla media, stanca di una vita in mezzo alla monotonia, inferiorità e mediocrità della sua famiglia, intenzionata a suicidarsi e dare fuoco al suo appartamento il giorno del suo tredicesimo compleanno, autrice di un diario colmo di "pensieri profondi"che di profondo hanno solo la capacità di giocare con le parole per costruire immagini di fumo, prive della minima sostanza. E poi c'è lei, Renée, la portinaia del palazzo in cui vive Paloma, una donna dall'immensa cultura che si crogiola tormentando il lettore con il suo sfoggio di istruzione, cultura, snobismo e senso di superiorità nei confronti di chiunque abbia avuto la fortuna di nascere in una famiglia agiata, una donna che per tutta la vita cerca di nascondere la sua cultura, di non mostrarsi per quello che è, fingendosi sciocca agli occhi di tutti i condomini, che in quanto ricchi devono per forza essere stupidi e ignoranti. Insomma, una donna che con la cultura si è costruita dei paraocchi enormi, e che dimostra come "cultura"non sia minimamente sinonimo di "intelligenza".
In mezzo a questo dipanarsi di autocompiacimento e sfoggio di cultura fine solo ad innalzarsi un piedistallo da cui osservare con aria di superiorità chiunque, si innestano innumerevoli riflessioni filosofiche da due lire, pesanti per chi non mastica la materia, inutili e superficiali per chi invece la conosce almeno un po'. E dopo un centinaio di pagine praticamente prive di trama, quando il lettore ha avuto pienamente modo di sviluppare una totale antipatia per queste due donnine, ecco che la storia si va ad incagliare nella cosa più banale che potesse capitare, e lo fa nel modo più banale possibile: un uomo bello, ricchissimo ma intelligente, fine, acculturato, educato, gentile, si trasferisce proprio in questo palazzo, stringe amicizia con Paloma, cita Tolstoj davanti a Renée e, grazie alla sua reazione sconvolta (non so voi, ma io sentendo citare l'incipit di Anna Karenina al limite sorrido, di certo non perdo per un momento tutte le mie facoltà intellettive) comprende quale essere magnifico e superiore lei sia, e la invita a cena. Non contenti di questa piega così rosea e scontata, intuibile fino dalle prime righe della comparsa in scena di Ozu, la Barbery, forse in preda al panico non sapendo più come dipanare i fili della matassa, opta per un finale estremo, che le tolga ogni responsabilità. Se ne lava le mani, insomma.
No, decisamente questo romanzo non mi è piaciuto. E di certo non perché mi infastidiscano o trovi pesanti le digressioni artistiche o filosofiche, o perché non apprezzi opere d'introspezione e praticamente prive di trama (anzi, se scritte bene sono probabilmente quelle che preferisco). Piuttosto trovo che, a prescindere da quanto abbia trovato odiosi i personaggi o da quanto banalotta mi sia sembrata la poca trama, il messggio di fondo di questo romanzo sia terribile: cultura e arte come elemento caratterizzante di una elìte superiore, spocchiosa e arrogante, chiusa. Insomma, Paloma e Renée, in qualche modo, finiscono per ricadere nella pochezza e nella ristrettezza di vedute di cui per tutto il romanzo si lamentano, e ciò è aggravato dalla loro convinzione di essere comunque superiori, migliori, grazie alla loro presunta intelligenza e cultura.
 
A

Adelina

Guest
bello

Un bel libro, l'ho letto due volte. Offre molti spunti per poi ampliare le conoscenze sui temi trattati . (se si vuole approfondire)
 

Brandy Alexander

New member
Odio quando ho la sensazione che lo scrittore stia provando ad insegnarmi qualcosa, a darmi una lezione di vita.
Alla fine l'ho letto tutto, perché la filosofia spicciola ha su di me un inspiegabile fascino irresistibile.
Comunque preferisco i libri in cui succede effettivamente qualcosa, una storia, degli eventi, e non solamente paranoie insulse (perché mai una dovrebbe vergognarsi di leggere Tolstoj?) e pensierini del giorno (la ragazzina è uno dei personaggi più finti e plastificati che ho mai letto in vita mia).
Comunque non è proprio pura immondizia, il classico libro alla moda scritto per piacere a tutti e farci riscoprire la "bellezza delle piccole cose" nella quotidianità ecc... scritto in brevi capitoletti pieni di riflessioni fine a se stesse. Ripeto, filosofia spicciola alla "Il favoloso mondo di Amelie". Nonostante tutto ciò, non lo metto fra i libri che rimpiango di aver letto.
 

Nefertari

Active member
Ho appena finito questo libro. La prima volta che ho provato a leggerlo, qualche anno fa, l'ho abbandonato dopo poche pagine. Questa volta sono arrivata fino alla fine ma non mi ha lasciato molto. Devo dire che mi hanno appassionato un pò di più le parti relative a Reneè piuttosto che quelle di Paloma ma nel complesso, come ho letto in altre recensioni, l'ho trovato scorrevole e ben scritto ma poco sviluppato. Alcune situazioni avrebbero meritato di essere sviluppate maggiormente e invece si fermavano lì.... La fine poi, mi ha spiazzato, non immaginavo proprio una conclusione di questo tipo, forse è stata l'unica sorpresa.
 

Brandy Alexander

New member
Ho appena finito questo libro. La prima volta che ho provato a leggerlo, qualche anno fa, l'ho abbandonato dopo poche pagine. Questa volta sono arrivata fino alla fine ma non mi ha lasciato molto. Devo dire che mi hanno appassionato un pò di più le parti relative a Reneè piuttosto che quelle di Paloma ma nel complesso, come ho letto in altre recensioni, l'ho trovato scorrevole e ben scritto ma poco sviluppato. Alcune situazioni avrebbero meritato di essere sviluppate maggiormente e invece si fermavano lì.... La fine poi, mi ha spiazzato, non immaginavo proprio una conclusione di questo tipo, forse è stata l'unica sorpresa.

Ciao, secondo te quali erano le parti da sviluppare di più in questo romanzo?
 

Nefertari

Active member
Ciao, secondo te quali erano le parti da sviluppare di più in questo romanzo?

Ciao, mi sarebbe piaciuto leggere pagine in più sui rapporti tra le persone, la loro evoluzione, invece, non si va oltre il thè quotidiano con Manuela oppure Paloma che si ferma da Reneè qualche ora e accarezza il gatto. Certo con Manuela la confidenza c'è ma ho trovato poco di personale, più che altro una piacevole abitudine. Non so, forse è solo una mia sensazione. Un certo avanzamento sembrava esserci con il sig. Ozu, iniziavano a raccontarsi e si potevano conoscere meglio, invece....

Alla fine, come te, sono comunque contenta di averlo letto. :)
 

Brandy Alexander

New member
Ciao, mi sarebbe piaciuto leggere pagine in più sui rapporti tra le persone, la loro evoluzione, invece, non si va oltre il thè quotidiano con Manuela oppure Paloma che si ferma da Reneè qualche ora e accarezza il gatto. Certo con Manuela la confidenza c'è ma ho trovato poco di personale, più che altro una piacevole abitudine. Non so, forse è solo una mia sensazione. Un certo avanzamento sembrava esserci con il sig. Ozu, iniziavano a raccontarsi e si potevano conoscere meglio, invece....

Alla fine, come te, sono comunque contenta di averlo letto. :)

Eh si... La storia interessa poco alla scrittrice... Meno di quanto le interessi illuminare il lettore...
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Io lo adoro!

L'ho letto un paio d'anni fa ed è uno dei miei libri preferiti! E' molto bello, coinvolgente ed induce a riflettere! Il personaggio di Renée è stupendo ed ho pianto alla fine! Anche Ozu è un personaggio molto interessante, peccato che non si abbia il tempo di "gustarselo" meglio!
Adoro dalla prima all'ultima pagina di questo romanzo. C'è chi sostiene che in certi tratti l'autrice ostenta erudizione cercando di intimidire il lettore, ma, seppure in certi punti la lettura può risultare ardua a causa delle tante citazioni filosofiche, penso che questo sia uno stimolo in più per leggere altro, per approfondire ed acculturarsi! Dove sta il problema quindi? :)
Super consigliato! 5/5 pieno!
 

lincemiope

New member
L'ho letto un paio d'anni fa ed è uno dei miei libri preferiti! E' molto bello, coinvolgente ed induce a riflettere! Il personaggio di Renée è stupendo ed ho pianto alla fine! Anche Ozu è un personaggio molto interessante, peccato che non si abbia il tempo di "gustarselo" meglio!
Adoro dalla prima all'ultima pagina di questo romanzo. C'è chi sostiene che in certi tratti l'autrice ostenta erudizione cercando di intimidire il lettore, ma, seppure in certi punti la lettura può risultare ardua a causa delle tante citazioni filosofiche, penso che questo sia uno stimolo in più per leggere altro, per approfondire ed acculturarsi! Dove sta il problema quindi? :)
Super consigliato! 5/5 pieno!
non so se la scrittrice abbia voluto illuminarci, ma cmq con me ci è riuscita e non posso che ringraziarla.
per me libro bellissimo, originale, avvincente e tenero.

avete visto il film? anche quello molto bello
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
non so se la scrittrice abbia voluto illuminarci, ma cmq con me ci è riuscita e non posso che ringraziarla.
per me libro bellissimo, originale, avvincente e tenero.

avete visto il film? anche quello molto bello

Sì, anch'io ho visto il film e lo trovo molto bello. Certo, ovviamente il libro è molto meglio, ma almeno il film non è stato un flop come succede spesso!
 
Alto